Premessa doverosa, non sono un perbenista e odio la censura, ma andiamo con ordine.
Un paio di settimane fa, la celebre app di Microblogging, utilizzata da oltre 400 milioni di persone, è stata rimossa temporaneamente dall’App store di iOS, il motivo è semplice : “l’app ha diffuso nel mondo contenuti pedopornografici”. (Come è già successo per Telegram sempre su iOS).
L’intelligenza artificiale ha fallito miseramente nel riconoscimento algoritmico delle immagini che ritraevano bambini, nel loro tweet di servizio parlano di “un problema con l’app di iOS“, certo.
Successivamente Tumblr stessa annuncia che dal 17 Dicembre 2018 tutto il contenuto pornografico verrà rimosso dalla loro piattaforma, saranno vietate le gif, i video e le illustrazioni pornografiche, basterà anche un semplice capezzolo femminile in vista.
Tumblr è da sempre terreno di libera espressione, verrà garantito che non saranno toccati dal provvedimento di rimozione i contenuti contenenti immagini artistiche anche di stampo erotico (basta che non raffigurino il coito), le foto di donne che allattano e le foto di protesta politica; desumiamo che parlino soprattutto delle attiviste Femen Russe.
I profili contenenti immagini di nudo verranno informati a brevissimo sulla rimozione dei contenuti ma non riceveranno un ban, semplicemente vedranno svuotarsi il feed del Blog dalle immagini di nudo.
Edotti dei fatti mi permetto di dare la mia opinione che sarà sicuramente impopolare, ma vi invito a ragionare.
Sono PRO ai contenuti pornografici nel web, non faccio parte dell’Orda bigotta che censurerebbe ogni singola cosa nel web ma c’è un MA grosso come l’internet.
Viviamo in un periodo storico dove i genitori sono indaffarati e non riescono a seguire i propri figli come si confà, si parla utopisticamente del controllo della navigazione dei più piccoli e degli adolescenti, ma è quasi utopia.
I filtri per genitori possono raccogliere database di milioni di siti per adulti, ma Tumblr?
Mettetevi nei panni di un genitore minimamente informatizzato, di quelli che usano i social e magari cercano news su Google. Magari si sono imbattuti in Tumblr e la prima cosa che hanno visto è la loro homepage, in sostanza “un luogo dove condividere ogni cosa, pensieri e arte“.
Non mi sento di biasimarli se non dovessero accorgersi subito della natura della piattaforma, d’altronde la facciata è quella di un social come un altro alla prima navigazione. Fate una prova voi stessi.
Da utente esperto su Tumblr, semplicemente navigando, ho trovato opere artistiche magnifiche, spunti e citazioni, pensieri profondi e meme divertenti, tutto bellissimo.
Guardando l’altra faccia della medaglia ho trovato anche porno spinto, mooolto spinto, immagini gore e splatter, roba simile agli snuff movie e materiale che sinceramente ad un ragazzino non farei vedere neanche sotto tortura, ed è stato dannatamente facile trovarli.
Togliamoci un attimo questo alone di difensori della libertà del web, un adulto è libero di vedere ciò che vuole. Un bambino o un ragazzino no.
Parlando di controllo, non possiamo non citare l’algoritmo di Tumblr per il controllo dei contenuti. Negli ultimi giorni è letteralmente impazzito.
Sono state “flaggate” gif di mani che fanno cose normalissime, persone vestite con un semplice cardigan, è stato segnalato in automatico anche il post che segnalava i cambiamenti del sito.
Parlando di “modalità sicura” mi è stata posta una critica che difendeva a spada tratta Tumblr “eh ma c’è la safe mode“, come se potesse bastare.
Ho fatto una prova basilare visitando un link in modalità anonima di Firefox, risultato? Una sola spunta da cliccare.
Qui sopra vi lascio un video esempio (scusate per il faccione di Shy in anteprima, l’ho girato ieri sera).
Il sistema di autentificazione di Tumblr è fallace, una buona parte dei blog Adult non viene riconosciuto dall’algoritmo interno e quindi è esposto al web tranquillamente senza l’attributo nofollow al robot.txt di google e senza un blocco “safe” da parte di Tumblr stessa.
La mia critica ora è semplice, con tutti i milioni di euro fatturati da Tumblr era davvero così impossibile creare un sistema di autentificazione efficace che tenesse conto dell’età anagrafica dei propri utenti? Non si potevano assumere più moderatori?
Ma soprattutto, non si poteva creare un’alternativa alla base come un sottodominio .adult che venisse bloccato automaticamente dall’app e dai motori di ricerca? Lasciando quindi slegata la componente (sacrosanta, per carità) adult da quella normale?
Attualmente l’intera community se la prende con il perbenismo e il bigottismo del web, senza pensare che la causa del problema è la velata superficialità di Tumblr stessa.
O, se la si guarda con un po’ di malizia in più, la voglia di non perdere utenti.
Questo non possiamo saperlo, sicuramente molti utenti migreranno in altri lidi, altri protesteranno.
L’unica cosa di cui sono sicuro è la nascita di un nuovo Tumblr, magari fondata da qualche start-up nel mondo e dedicata al mondo adult, il web ci insegna che se un servizio chiude riaffiorerà qualcosa di simile sotto un’altra veste. È solo questione di tempo.
Come ultimo punto analizzeremo il problema più grande, quello degli artisti su Tumblr.
Sono un artista anche io, faccio fotografie dal 2009 e ho frequentato gli ambienti più disparati su internet, ricordo che nel lontano 2012 ho postato decine di foto su Tumblr stesso ricevendo migliaia di visite sul mio vecchio sito, era certamente appagante ed era una vetrina soddisfacente nel web.
Allo stato attuale gli artisti che propongono contenuti più “spinti” vedranno il lavoro di anni, i contatti, i follower e tutto il resto scendere inesorabilmente o sparire.
Ma la riflessione è un’altra, perché annaffiare il giardino di altri?
Il web ci ha unito tutti, in tutto il mondo. I grandi social e piattaforme di microblogging hanno creato una vetrina mondiale pazzesca, chiunque può esprimersi ma c’è un altro MA grosso come una casa, non sono enti statali, non sono Onlus, sono società con capitale e fatturato.
I social in sé sono vetrine che si arricchiscono dei vostri contenuti dandovi in cambio visibilità, si sta letteralmente annaffiando il giardino di qualcun altro e molte volte non si pensa al proprio.
Un artista ha il rischio di impresa come lo ha qualsiasi imprenditore, se si tiene alla propria immagine bisogna in primis pensare ad un luogo sicuro dove poter hostare i propri contenuti, come un sito web personale.
Annaffiare il proprio giardino, curarlo, farlo crescere e aiutarsi “con il giardino degli altri”, ovvero i social, dove far conoscere al mondo il proprio operato, usare quindi il mezzo Social come se fosse una mostra in Piazza, aperta a tutti.
Oggi è Tumblr, un giorno magari sarà Facebook, vi immaginate migliaia e migliaia di artisti senza più un punto di riferimento? È già successo dieci anni fa con la morte di Myspace.
Bisogna tutelarsi, bisogna tutelare la propria immagine.
Sul vostro sito nessuno vi romperà mai le scatole. Li i padroni siete voi.
Vi lascio con un video “old but gold”, prima che qualcuno mi venga a dare del bigotto.
Fatemi sapere cosa ne pensate a riguardo qui sotto nei commenti!
This post was published on 4 Dicembre 2018 12:26
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