Con Indiana Jones e l’ultima crociata: continua la nostra rubrica settimanale #venerdìnostalgia dedicata al retrogaming. Ecco il nostro racconto di un gioco epico.
Se vi siete persi gli articoli precedenti dedicati al retrogaming potrete ritrovarli comodamente tutti a questo link. Troverete Final Fantasy, Resident Evil, Silent Hill e molte altre chicche raccolte solo per voi!
INDIANA JONES E L’ULTIMA CROCIATA: QUANDO IL CINEMA DIVENTA VIDEOGAME
“Salve, vendo queste belle giacche di pelle”. Se non avete mai sentito questa frase, amici miei, abbiamo un bel po’ di lavoro da fare. Questa è infatti una delle frasi più celebri di tutta la storia dei videogiochi, divenuta nel tempo un vero “tormentone” in grado di tornare più e più volte nel corso degli anni. A pronunciarla, ovviamente, è il protagonista di Indiana Jones e l’ultima crociata: Junior, mentre cerca di infiltrarsi nel famoso castello nazista. Ma partiamo dal principio.
CINEMA E VIDEOGIOCHI POSSONO DAVVERO CREARE CAPOLAVORI
Non è raro, ai giorni nostri, che il cinema prenda spunto dai videogiochi per sfornare nuove storie e nuovi prodotti in grado di attrarre nuove fette di pubblico. Negli anni ’90 invece, erano i videogiochi a cercare di utilizzare la popolarità del cinema per sfornare titoli in grado di attirare il pubblico. Indiana Jones e l’ultima crociata, ispirato al terzo capitolo della saga dell’archeologo avventuriero più famoso di tutti i tempi, è forse uno dei maggiori esempi di come questo connubio possa riuscire. Attraverso i classici comandi a verbi dello SCUMM, resi celebri da altri titoli Lucas come Monkey Island, ci troveremo a ripercorrere la storia del film, con qualche licenza d’autore.
Il progetto di questo gioco risale al 1988, sei mesi prima dell’uscita prevista per giugno ’89, in contemporanea con l’uscita del film nelle sale. Un’operazione così complessa da assere affidata a ben tre persone diverse. Al gioco lavorarono infatti Fox, Falstein e Gilbert. Ognuno dei tre prese una parte di progetto. Fox si occupò delle sequenze e delle stanze, Gilbert del gameplay, dei labirinti e della scena del biplano, mentre Falstein fece tutta la parte dei dialoghi e dei libri nella biblioteca. Prima di mettersi all’opera i tre parlarono con George Lucas e Spielberg, per capire quanto potessero osare con le modifiche della trama. Arrivarono a chiedere se potessero uccidere Indy e la risposta fu si! Proprio per questo, Indiana Jones e l’ultima crociata è uno dei giochi in cui il nostro protagonista potrà essere fatto fuori.
UN MONDO DI CITAZIONI
Le citazioni, lo abbiamo imparato, sono il pane dei prodotti Lucas. Indiana Jones e l’ultima crociata non si differenzia da questo standard. Vi basti sapere che, giocando, potremo imbatterci nei totem di Sam&Max nell’ufficio di Indy. Sparsi nel gioco ci sono degli avvertimenti su alieni, cristalli e mappe fatte con i pastelli, direttamente da ZaK McKracKen. Se esaminate il falcone, Junior vi dirà che ha circa un migliaio di anni, toh, guarda, un Millenium Falcon. Non poteva poi mancare un frammento di meteora coperto da slime viola, direttamente da Maniac Mansion.
In una delle versioni del gioco, era presente un sistema di antipirateria a codici. Marcus infatti ci avrebbe chiesto di tradurre un’iscrizione. Nel caso in cui avessimo fallito, il gioco sarebbe continuato in modalità DEMO. Infatti, una volta arrivati dal magnate Donovan, avremmo sbagliato la traduzione della tavoletta, venendo buttati fuori a calci. Gli autori del gioco misero le mani sul copione prima del montaggio definitivo del film, ecco perché nel gioco sono presenti scene come l’allenamento di boxe o la manomissione della radio che nel film sono state tagliate!
MOLTI ENIGMI, MOLTE STRADE
Un’altra delle peculiarità di questa magnifica avventura grafica era la presenza di numerosi enigmi di non facile risoluzione. Lo stesso Spielberg, catturato dalla riuscita del titolo, si impegnò a fondo per portarlo a conclusione, trovando però un’estrema difficoltà nel risolvere gli enigmi. Iniziò così a telefonare ai tre creativi chiedendo dritte e consigli su come procedere. Ben presto le sue telefonate, da essere quasi un onore, finirono per diventare una tremenda seccatura.
Gli enigmi poi, avevano quasi sempre più modi per essere risolti. Basti pensare che, una volta giunti nel castello nazista, avremmo potuto uscirne sferrando un solo pugno. Ogni guardia, compreso l’energumeno finale, potevano essere aggirati rispondendo con la frase giusta. Dal celeberrimo “vendo queste belle giacche di pelle”, passando per: “sono Lord Robert McFalfa” (citazione del personaggio di Ford in American Graffiti), fino al fare ubriacare il colosso finale e stenderlo con un solo pugno.
I DUE FINALI DI INDIANA JONES E L’ULTIMA CROCIATA
Chi ha giocato questo magnifica avventura grafica, sa che alla fine della storia ci verrà chiesto di scegliere il Graal, tra quelli a cui il vecchio cavaliere fa la guardia. Nel caso in cui non avessimo scelto correttamente, sarebbe partita l’ennesima animazione con la morte del nostro protagonista proprio ad un passo dalla conclusione. Nel caso invece avessimo scelto bene, il cavaliere ci avrebbe potuto rispondere in due modi totalmente differenti.
Questa particolarità nasce da uno dei pochi veri scontro tra i vari creatori del gioco. Per la battuta finale Ron e Noah scrissero due differenti battute, una dissacrante e irriverente in puro stile Gilbert e una più attinente al film. Per fare contenti entrambi, evitando di far degenerare la discussione, vennero inserite tutte e due e venne inserita una stringa di codice che dava uguali possibilità ad entrambe di uscire. La battuta scritta da Noah era: “La tua nobiltà ha preservato il Graal e lasciato intatto il Tempio. Possa tu trovare la tua strada“. Mentre quella scritta da Gilbert: “Ti ringrazio. Vedo che hai davvero il cuore di un vero Cavaliere. Avresti dovuto vedere il macello che hanno lasciato quelli che che son passati l’ultima volta!“.