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Speciali

Venerdì oldies | Broken Sword 1 e 2, perché sono i migliori della saga

Parigi d’autunno, gli ultimi mesi dell’anno e la fine del millennio. In questa città ho molti ricordi: bar, musica, amore e morte. Qualcuno di voi l’avrà riconosciuto. E’ l’incipit di Broken Sword, avventura grafica della Revolution Software.

Gli anni ’90, l’età d’oro delle avventure grafiche

Negli anni ’90 il genere videoludico delle avventure grafiche era molto popolare. Solo la Lucas Arts, all’epoca leader del settore, ne produsse più di dieci. La più importante che ricordiamo, è ovviamente, la serie di Monkey Island, la serie di avventure grafiche più famosa di sempre. Revolution Software si ispirò molto alle avventure di Lucas Arts. Realizzò il suo primo gioco nel 1992 dal nome Lure of the Temptress. Il titolo, a tema fantasy che ebbe una buona accoglienza dalla critica. Il gioco fu realizzato con il motore grafico Virtual Theatre che permetteva di rendere i paesaggi e i personaggi più realistici e vivi.

Broken Sword: il segreto dei Templari, la prima avventura di George Stobbart

Successivamente la Revolution si trasferì a New York dove realizzò il suo vero successo: Broken Sword: il segreto dei Templari, pubblicato nel 1996 per PC e PlayStation. Il titolo è ambientato nella magnifica città di Parigi, dove il nostro giovane protagonista George Stobbart si reca in vacanza. Durante una tranquilla mattinata al bar assiste, rimanendo coinvolto personalmente, ad un’esplosione. Fortunatamente rimane incolume e decide di indagare sull’accaduto assieme ad una giornalista parigina di nome Nico Collard. Questo darà origine ad una serie di eventi che lo coinvolgeranno in uno scontro che dura da secoli tra due fazioni: Assassini e Templari. Sì, avete capito bene, Assassin’s Creed non è il primo gioco che parla di questo tema. I templari moderni non sono più le onorevoli persone di cui la storia narra, il loro piano mira alla conquista del mondo. I due protagonisti si sposteranno per mezza Europa, e dovranno affrontare malviventi mafiosi e serial killer per fermare il loro malvagio complotto.

L’avventura è scritta davvero bene e i magnifici disegni a mano danno l’impressione di trovarsi davanti ad un cartone animato vero e proprio. Complice anche il Virtual Theatre perfezionato rispetto a Lure of the Temptress. Gli enigmi e le situazioni in cui ci imbatteremo sono davvero geniali e spassosi. L’intera avventura, sebbene affronti temi oscuri come rituali, sacrifici assume un contorno ironico grazie all’umorismo di George, doppiato nella lingua nostrana da Claudio Beccari, che supera, a mio avviso, di gran lunga il doppiaggio originale.

Broken Sword II: La profezia dei Maya

Il titolo ebbe un successo stratosferico e fu deciso di realizzare anche un sequel l’anno successivo: Broken Sword II: La profezia dei Maya per Pc e PlayStation. Questa volta il tema principale sarà una antica profezia Maya che riguarda un’eclissi lunare e un’oscura divinità. L’avventura comincia circa sei mesi dopo la conclusione del titolo precedente, quando George incontra Nico per far visita a un professore di storia Maya a Parigi. L’invito si dimostra essere una trappola in cui Nico viene rapita e George viene lasciato privo di sensi in una stanza in fiamme con un ragno che cammina verso di lui. Se l’incipit vi sembra troppo, aspettate di giocare il resto dell’avventura.

La storia porterà la coppia in giro per tutto il mondo alla ricerca delle tre pietre necessarie a fermare il ritorno del malvagio Tezcatlipōca. In questo capitolo c’è una novità: potremo controllare anche Nico, la compagna di George. Per il resto tecnicamente il secondo capitolo è molto simile al predecessore, se non per pochissime migliorie nell’illuminazione. Sempre ottimo il doppiaggio e l’adattamento in italiano.

I seguiti, non all’altezza dei primi due capitoli

Dopo il secondo capitolo sono usciti ben tre seguiti che a mio avviso non mantengono la qualità dei due primi episodi, specialmente il terzo e il quarto. Broken Sword 3: Il sonno del Drago uscito per PC, Xbox e PS2 nel 2003, vive della “sindrome dell’adattamento forzato”. Essenzialmente è un’avventura grafica adattata all’action game in modo abbastanza approssimativo. Si abbandonava addirittura il sistema di controllo del mouse per passare alla tastiera (o al pad), Buona l’intenzione di trasporre il gioco in 3d, ma per gli appassionati, come me, dell’aspetto cartoonesco dei primi due questa cosa non è andata molto a genio. Nonostante questo, Il sonno del Drago rimane un gioco accettabile che alla fine si lascia giocare. Per il quarto non è assolutamente così. Broken Sword 4: L’angelo della morte uscito nel 2006 per Pc, Ps2 e Xbox, oltre ad avere una grafica sottotono per l’epoca ha una scrittura che lascia a desiderare. In quegli anni, sebbene fossi abbastanza giovane, lo bocciai senza batter ciglio.

Nel 2013 esce l’ultimo capitolo, a episodi: Broken Sword 5: la maledizione del Serpente per tutte le console. Questo titolo tornava ad avere l’aspetto del classico punta e clicca 2d. Gli ambienti sono disegnati a mano e i personaggi erano realizzati in un 3D cartoonesco. Il gioco non è il massimo a livello di trama, ma è sempre qualcosa di godibile per chi ha apprezzato e porta ancora nel cuore i primi due capitoli.

Dove reperire i primi due capitoli

Se fosse interessati a rigiocare i primi due capitoli, sono disponibili per PC, mobile e Nintendo Wii in versione remastered Director’s Cut. Aggiungono, oltre ad una migliore cura della grafica e all’upscaling della risoluzione, anche alcune scene inedite. Nel primo capitolo potremo ad esempio controllare anche la giovane Nico. Consiglio caldamente l’acquisto di questi due capolavori, sopratutto per il prezzo molto contenuto. E voi, cari lettori, avete mai giocato ai primi due Broken Sword? Cosa ne pensate dell’intera saga? Ditecelo nei commenti!

This post was published on 16 Novembre 2018 12:00

Amerigo "ilCirox" Cirelli

Sono nato nel 1995, gioco ai videogiochi da quando ne ho memoria. Più che una passione, per me il videogioco è un medium capace non solo di intrattenere ma, vista la sua natura interattiva, di creare vere e proprie esperienze. Per questo motivo, dopo un'adolescenza passata a videogiocare ho deciso di iniziare a scriverne. Attualmente sono impegnato negli studi giuridici-economici, scrivo su Player.it dal 2018 e gestisco la famosa pagina di meme "ilCirox" su Facebook ed altri social network dal 2015.

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