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Speciali

Italy&Videogames: Rococò veneziano per Casanova: il duello della Rosa Nera

Non è la prima volta che parlo di giochi un po’ più datati e – anche volendo – questo elemento non sarebbe affatto un discrimine, visto l’obiettivo di Italy&Videogamesma se fra tutti i giochi in ballo oggi ho scelto di parlare di Casanova: il duello della Rosa Nera, è perché questi ha qualcosa che mi ha colpito fortemente. Un contrasto cosi assurdo quanto improbabile che, stranamente, è riuscito a convincermi ad approfondire ‘sta roba dal sapor storico-letterario eppur al contempo Steampunk .

In verità, al netto dei mongoli che imperversano nella Serenissima Repubblica di Venezia – non domandate – sono le navi volanti che infestano il gioco ad avermi stupido: cosa diavolo c’entrano delle navi volanti con la Venezia in salsa rococò di Giacomo Casanova? Nulla, non c’entrano una mazza, ve lo giuro. Ma ci stanno e me le devo tenere.
Ma siccome di parlar di mongoli alle porte della Serenissima e di gondole volanti non c’ho proprio voglia, passo a fornirvi come di consueto qualche elemento tecnico del gioco oggi in esame.

Non sarà affatto raro ritrovarci a fronteggiare malintenzionati all’ombra di spettacolari monumenti: osservate il livello di dettagli del Ponte di Rialto

Casanova: il duello della Rosa Nera è un prodotto della Wanadoo del 2001 sviluppato dalla Arxel Tripe, classificabile come avventura grafica. Saremo infatti chiamati ad impersonare un Giacomo Casanova, fortemente ispirato al suo lato più avventuriero e seduttore, tutto intento a vendicarsi della morte della madre (ammazzata dai mongoli, no?) e a svelare i sordidi misteri della città di Venezia.

Piazza San Marco, centro di Venezia. Turista allora ed ora

Nonostante il titolo offra una notevole libertà d’azione – per essere un gioco fatto all’alba del millennio – risente chiaramente del peso dell’età. La grafica non è più delle migliori (anche se paragonata ad altri della medesima epoca ne esce in piedi) e il sonoro è tra le cose più disgustose che abbia mai sentito, forse battuto solo dal doppiaggio italiano di The Legend of Dragoon che trovo vomitevole (memorabile il questo-non-la-riguarda di inizio gioco).

Fortunatamente, quando scrivo per questa rubrica tento a non occuparmi troppo di grafica (“tutti fissati con questa cazzo di grafica” cit.) e di audio. Al massimo posso soffermarmi sul gameplay e, come in questo caso, riconoscere il merito di aver concesso ai giocatori dell’epoca una certa libertà d’azione.

Buenas dias señorita: que pasa?

Vestendo infatti i panni del noto don Giovanni, si avrà garantita l’opportunità di vivere l’avventura scegliendo – in totale autonomia – se e quando dedicarsi alla risoluzione di un problema con un approccio più astuto anziché muscolare. Mica male per un titolo sfornato quando ancora c’erano su le Torri Gemelle.
Ah, si, poi c’è quella storia di poter sedurre le nobildonne che popolano la città sull’acqua ma, sinceramente, oltre a far crescere la vostra fama di seduttore ed ingrossare il vostro membro ego, non sortirà alcun altro effetto se non ridurre gli scontri casuali con i ladri locali.
Mettevi l’anima in pace: questo non è The Witcher.

Ma sbaglio, o credo di aver speso già troppe parole senza aver parlato minimamente di alcun luogo di Venezia? E allora iniziamo: come riportano Italy for Movies e IVIPRO, la città che farà da sfondo alle vicende dell’avventura che vivremo è stata ricreata in modo piuttosto fedele; i luoghi e gli abiti d’epoca sono riprodotti con particolare accuratezza e…  E sinceramente questa cosa degli abiti mi ha stupito non poco.
Nel passato si è sempre preferito creare vestiti “fighi” piuttosto che verosimili e, quindi, mi risulta piuttosto apprezzabile un approccio di questo tipo: fa’ immedesimare alla perfezione in quella atmosfera Rococò che si vuole raccontare, tutta polvere di riso, ori e sfarzo e stramaledette acconciature che fanno tutti sembrare delle bambole di porcellana. Complimenti.

Il Caffè Florian è stato realizzato partendo dall’originale. Come vedete gli interni sono praticamente gli stessi di quelli che tutt’oggi sono li a Venezia

Tra le tante location famose presenti, invece, possiamo riconoscere il Caffé Florian, locale di Piazza San Marco frequentato da aristocratici tanto allora quanto adesso; il Palazzo Grimani, imponente palazzo rinascimentale affacciato sul Canal Grande; il Ponte di Rialto; la Banca di Venezia; il Palazzo Ducale.

A quanto pare anche all’epoca si faceva la fila per andare in banca… e anche all’epoca si parcheggiava in doppia fila per ritirare allo sportello Bancomat

Insomma, concessione letterario-videoludica a parte (dannate gondole volanti, comunque apprezzabili ma che nulla c’entrano con il contesto), Casanova: il duello della Rosa Nera risulta tutto sommato un titolo godevole. Certo, non vi invito a ritirarlo fuori e giocarlo – non è proprio invecchiato benissimo  – ma se siete curiosi, amate lo stile rococò e siete fan dei Rondò Veneziano, questo titolo è quello che fa per voi….

Rondò Veneziano…. navi volanti: CIELO, HO CAPITO!

This post was published on 17 Novembre 2018 17:00

Andrea De Bellis

Appassionato da sempre di gioco di ruolo, intervallo per anni la mia vita tra questi, lo studio e il lavoro. Dopo un periodo da giornalista professionista decido di laurearmi in storia, mia altra grande passione. Da qui il passo alla scrittura è breve. Comprendendo come l'intrattenimento non possa essere in alcun modo scisso dal provare emozioni, mi propongo quale recensore emozionale per Player.it, ideando e curando nel frattempo le rubriche "Italy&Videogames", "Interviste Impossibili", "LARP: A Night With...", "Autori di Ruolo: D12 domande a..." e "Spade di Gomma", scrivendo il romanzo "Il diario del dott. Flammini" e ideando e lanciando le rubriche "Venerdì Oldies" e "Recensioni Emozionali", sostenendo sempre quanto sia più interessante parlare di "cosa suscita un titolo quando lo si gioca" piuttosto che l'evergreen "cosa è e come come funziona questo gioco". Il gioco è intrattenimento, l'intrattenimento è emozione, l'emozione è vita.

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