Confesso, ho scritto un primo articolo di questo appuntamento di Italy&Videogames e poi l’ho cestinato, il motivo è semplice: volevo aprire il discorso intorno a Gears of War 4 spiegando cosa fosse il post apocalittico (citando wikipedia), entrando poi nel dettaglio e analizzando il perché di un simile titolo e… E non avrei potuto fare scelta più stupida: a voi non po’ fregà de meno può interessare minimamente il mio profondo nozionismo, utile solo a ricordare come il post-apocalittico sia“un genere fantascientifico ambientato in un mondo (o civiltà) già devastato da una catastrofe”. A voi che seguite questa rubrica, semmai, interessa piuttosto sapere dove sia l’Italia in un gioco come questo ch’è tutto no’ spara-e-ammazza s’un pianeta che manco Terra se chiama!
Ve lo dico subito dove sta l’Italia. Ve lo dico subito dove sta il Friuli. Dovete solo attendere che finisca di snocciolare qualche dettaglio sul titolo oggi in esame: prodotto dalla Microsoft Studios e sviluppato dalla The Coalition, Gears of War 4 è lo sparatutto in terza persona del 2016 che da seguito all’avventura della Squadra Delta, ancora intenta a salvare la razza umana dall’implacabile Orda di Locuste.
Oh, bene! Svolto questo fastidioso “lavoro d’ufficio” di ricapitolo dei dati salienti del gioco, posso dedicarmi a quello che più mi interessa: farvi viaggiare lungo il nostro paese e mostrarvi i luoghi che il team di sviluppo del quarto capitolo della saga ha utilizzato quale fonte di ispirazione per architetture e ambienti del gioco. Fortunatamente viene in mio soccorso per svolgere questo compito Rod Fergusonn, il produttore del gioco, che ci fa sapere – tramite Italy for Movies e IVIPRO – come per il design degli scenari di Sera (il pianeta in cui si svolge il tutto) siano state selezionate alcune location del Nord Italia.
E come potrebbe essere altrimenti? Alla fine, se quello che si voleva mostrare era una città fortezza non si poteva che trarre ispirazione dalla città-fortezza per antonomasia: Palmanova, per l’appunto. L’avete mai vista o anche solo sentita nominare? Sapete di cosa parlo? Tranquilli, ora vi do io qualche informazione in più.
Costruita per volere della Serenissima nel 1593 – a seguito del Trattato di Worms che creava tra Repubblica di Venezia e Austria un confine a “macchia di leopardo”(generando enclavi l’uno nel territorio dell’altro) – questa imponente fortezza, dalla curiosa forma a stella, viene edificata in quella lingua di territorio compresa tra le città di Udine e Marano Lagunare, divenendo con il passare dei secoli sempre più “blindata” e “armata”. Tre cerchie di fortificazioni, insieme a cortine, baluardi, falsebraghe, fossati e rivellini, proteggono la città; considerato che il numero dei bastioni e la lunghezza dei lati vennero decisi in funzione della gittata dei cannoni del tempo, la fortezza si può dire concepita piuttosto come macchina da guerra che quale strumento di difesa. In una sola parola, INESPUGNABILE… O quasi!
Ora osservate attentamente l’immagine che immortala insieme le due città e ditemi, non sono uguali? Si che lo sono ma, tranquilli, non siete i primi che l’hanno notato in ritardo: anche Massimo Agnese (intervistato da Udinetoday, all’epoca assessore al commercio della città) si è detto stupito quando ha scoperto “che dietro ad un videogame tripla A da milioni di dollari di sviluppo, ci siano programmatori che prendono spunto da casa tua“.
E dei fondali utilizzati, invece? Vogliamo soffermarci un attimo a studiare lo scenario? Non vi è sembrato familiare quel profilo montano, sempre presente in ogni vostro bagno di sangue a tema Locuste? E grazie al cazzo, dico io: sono le Dolomiti, quelle. Le Dolomiti Friuliane, per la precisione.
E non è che sono una cosa tipo “che trae ispirazione da“: no, no, sono proprio quelle. Le nostre belle montagne, la nostra corona alpina fattasi palcoscenico dell’ennesimo brutale massacro perpetrato dalla Squadra Delta.
E che dire, poi, della resa del piemontese Forte di Fenestrelle? E’ inutile che scuotiate la testa in segno si assenso come a dire “si, si, mi era parso familiare quello“. Lo so che non è cosi. Non lo avevate affatto riconosciuto. Eppure sono sicuro che l’inerpicata su per quegli “invalicabili” muri vi abbia suggestionato la prima volta che l’avete fatta.
Grande, maestosa, imponente. Dopo un lungo periodo, quale protezione del confine franco-piemontese, questa fortezza perde il suo valore strategico e cade in disuso, abbandonata… Almeno sino agli anni ’90, momento in cui diviene protagonista di un progetto di recupero e riqualificazione che la vede trasforma in una meta turistica. E fortunatamente – mi sento di dire io – cosi abbiamo l’opportunità di andare a visitarlo e scoprirne cosi la storia e il valore.
Vedete, questo paese ha un grande pregio che è al contempo anche il suo più grande difetto: tutto il suo territorio è costellato di grandiose opere del passato MA che non sempre vengono valorizzate a dovere. Allora ben vengano operazioni che promuovono e incentivano il turismo verso luoghi in quella che sempre più spesso viene definita come Italia Minore. Perché forse questo tipo di pubblicità (in questo caso di Gears of War) potrà pure non servire a località come Palmanova o le Dolomiti – entrambi patrimoni UNESCO – ma può invece giovare a realtà meno note come il Forte di Fenestrelle, aprendosi cosi ad un pubblico nuovo, quello dei gamer, magari sinceramente interessato a visitare i luoghi che sono stati per lunghe ore il palcoscenico delle loro avventure.
E’ bello scoprire l’Italia che non t’aspetti!
This post was published on 10 Novembre 2018 17:00
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