In questi giorni, tantissimi giocatori stanno iniziando ad apprezzare una delle iniziative Microsoft. Stiamo ovviamente parlando dell’Xbox Game Pass. Il “Netflix dei videogiochi” sta man mano riscuotendo sempre più consensi tra i gamer di tutto il mondo. In parole povere, a fronte di un canone mensile, avremo accesso ad una libreria di giochi a cui poter attingere, praticamente senza alcuna limitazione. Tuttavia, se il pubblico è andato in visibilio, c’è qualcuno che ha un parere diametralmente opposto. Tantissimi retailer stanno esprimendo il loro dissenso per questa iniziativa della grande M, affermando che potrebbe avere delle conseguenze negative sul loro business, arrivando a paventare la possibilità di non acquistare più Xbox One.
Game Pass: gioie per i gamer, dolori per i negozianti
Proprio nella giornata di ieri ci eravamo trovati a commentare le parole Phil Spencer sull’ultima iniziativa dell’azienda di Redmond. Secondo il boss di Xbox, il Game Pass non è solo un semplice servizio di streaming, ma sarà anche una grande opportunità per i creativi. Come tutti sappiamo, infatti, il “Netflix dei videogame” riserverà ai suoi abbonati anche la possibilità di giocare alle esclusive first party Microsoft. Il tutto, ovviamente, pagando soltanto il canone mensile di 10 euro. Proprio per questa ragione, è facile immaginare l’entusiasmo dei fan per questa nuova iniziativa della grande M. Questa gioia è stata però controbilanciata dall‘ira funesta di diversi retailer, che non sembrano aver fatto gradito l’introduzione del Game Pass.
Qualche tempo fa, avevamo appreso che Gameware, una catena di negozi austriaca, aveva annunciato l’intenzione di non vendere più Xbox One nei propri punti vendita. L’annuncio che il Game Pass avrebbe incluso anche Sea of Thieves avrebbe avuto un effetto negativo sui suoi pre-order. Proprio per questa ragione, il rivenditore ha preso la sua decisione. Tuttavia, Gameware non sembra l’unica catena ad essere scontenta del Game Pass. Game Industry ha infatti intervistato diversi retailer, che hanno espresso la propria delusione per il trattamento a loro riservato da parte di Microsoft. D’altra parte, perché un gamer dovrebbe mai andare in un negozio a comprare giochi se, con Game Pass, ha già accesso a tutte le future release della sua console?
Una reazione estrema ma comprensibile
Se alcuni hanno ipotizzato che questa mossa stia preparando il terreno per il futuro, anche al di là della sua attuale console, è troppo facile bollare il comportamento di Gameware come una semplice “reazione estrema”. Soprattutto se lo scontento riguarda anche altri retailer. È il caso di Extreme Gamez, uno store indipendente del Leicestershire, il cui capo ha dichiarato quanto segue.
“Essenzialmente, il nostro business di Xbox è diventato inutile da un giorno all’altro. C’è tutta la sezione dell’usato proprio lì, ma perché la gente dovrebbe comprare un gioco di seconda mano, spendendo dalle £ 12 alle £ 15, quando può pagare molto meno ed ottenere un enorme catalogo di titoli? Effettivamente, da un giorno all’altro, hanno cancellato un enorme valore dalla nostra azienda, ed hanno fatto in modo che non valesse più nulla. Perché dovremmo sostenerli e vendere le loro console e accessori se il nostro ricavo sarà minimo? Non ricaviamo nulla dalla loro selezione digitale. È piuttosto inutile. Potremmo anche decidere di andare dove siamo supportati, ad esempio da Sony.
Non ho più loro hardware in negozio, nessun pad, e non ho intenzione di fare un nuovo ordine ora. Normalmente avrei rifornito le scorte, ma ora non ho alcun incentivo a farlo, a meno che io non ottenga qualcosa a buon mercato. È molto frustrante, ma possiamo vedere che loro non si preoccupano minimamente del commercio al dettaglio. L’anno scorso abbiamo ricevuto un’incantevole targa dicendo che siamo rivenditori Microsoft ufficiali, e questo è un bel gesto simbolico, ma per quale motivo non ci stanno più supportando?”
Uno scontento molto ma molto esteso
Stephen “Stan” Strangroom, dello store della Cornovaglia Stan’s Games, ha sposato le posizioni dei suoi colleghi.
“Se lo faranno, non mi preoccuperò più di rifornire le scorte di Xbox. Se sei fortunato, guadagni solo £ 3 o £ 4 su giochi Xbox, come ad esempio il nuovo Monster Hunter. Uccideranno il mercato dell’usato, anche se alla fine il pubblico non gradirà. Ho venduto una copia di Monster Hunter stamattina e il tizio l’ha già riportato indietro.”
Anche i responsabili di altri negozi inglesi, come Sholing Video e Console Connections, hanno espresso il loro disappunto.
“È difficile non condividere la posizione della catena austriaca. Il Game Pass avrà un effetto su tutti i titoli first party. Abbiamo già detto a Exertis [il distributore di Xbox per il Regno Unito, ndr] che non abbiamo intenzione di rifornirci di Sea of Thieves. Perché preoccuparsi quando i supermercati lo butteranno fuori ad un costo minore del nostro, oppure quando gli store online romperanno il day one – che è uno scherzo – che per noi negozi su strada è obbligatorio, e che spediscono fino a cinque giorni prima del rilascio ad un prezzo più economico del nostro, e ora Microsoft lo sta lanciando su Game Pass ad un decimo del suo prezzo di listino.
Non possiamo rimanere competitivi con i soli Gift Voucher di Microsoft. La speranza è che Sony continui a supportarci come ha fatto in passato, e che possa estendere il suo già vasto dominio sul mercato. Le persone vogliono ancora prodotti confezionati, ma con il prezzo di un Xbox Game Pass, per quanto tempo continueranno a farlo? Se Sony e Nintendo dovessero seguire l’esempio di Microsoft, sarebbe finita.”
Che ne sarà dei giochi retail?
Microsoft non ha ucciso il mercato dei giochi retail, ma certamente gli ha sferrato un bel colpo. Come sottolineato dal responsabile di Barkman Computers, con la vendita di una console, il negoziante fa un vero e proprio investimento, nel senso che il cliente tornerà in quel negozio per comprare videogame per il suo hardware, e magari anche accessori.
“Senza questa possibilità, c’è troppo poco vantaggio nell’assegnare le nostre risorse a una vendita senza sbocco. Supporteremo solo i produttori ed i publisher che faranno altrettanto con noi. Se un cliente entra in un negozio, e il rivenditore ha una scelta tra la vendita di una Xbox, con cui non potrebbe vendere mai più giochi, o una PS4, con cui invece c’è questa possibilità, sicuramente gli venderebbe una PlayStation.”
Nick Elliot di Barkman Computers ha inoltre affermato di nutrire grossi dubbi sull’adesione di giochi di terze parti al Game Pass.
“Saremo cauti nell’investire in titoli che sono presenti, o potrebbero essere presenti, nel Game Pass. Potremmo insistere in termini più favorevoli da parte dei publisher. Come rivenditore, facciamo un sacco di back catalogue. Questo è il nostro pilastro, perché i giochi da classifica sono un mercato molto frammentato. Trattiamo un sacco di titoli di nicchia che ovviamente non finiranno nel Game Pass perché sono un po troppo specifici.
[Con il Game Pass, Microsoft] svaluta i suoi prodotti e le sue offerte”. Se dicono che i loro prodotti valgono solo £ 10 al mese, perché allora non rilasciarlo in formato retail a £ 29,99? È difficile giustificare a un cliente il motivo per cui un gioco costa £ 49,99, e questo non aiuterà. Mi chiedo poi a chi è rivolto Game Pass? È rivolto al giocatore hardcore? È un biglietto d’ingresso piuttosto costoso. £ 10 al mese è un sacco. Guardiamo a ciò che le persone già pagano ogni mese: Amazon Prime, Netflix, Spotify, qualunque sia il tuo provider TV – e hai già raggiunto circa £ 20 o £ 30. Nell’economia attuale, sei in grado di pagare altre £ 10 al mese?”
Le perdite potrebbero anche essere contenute
Nonostante il malcontento generale, c’è anche chi la pensa diversamente. Christian Le Cornu, manager dello store indipendente Seedee Jones, ha infatti affermato di voler continuare a rifornirsi di prodotti Microsoft. Secondo Le Cornu, infatti, l’impatto del Game Pass sarà minimo, perché le esclusive Microsoft sono effettivamente poche, e vengono spesso rilasciate a grande distanza l’una dall’altra. Senza considerare il fatto che il mercato inglese è letteralmente dominato da Sony.
“Se la line-up dei giochi di Microsoft fosse più forte, se qualcuno come Ubisoft ha prendesse parte all’iniziativa, allora sì, sarebbe un motivo di preoccupazione. Quindi non sono eccessivamente preoccupato. È solo una tendenza. Non siamo quel genere di persone che si taglia il naso per salvare il resto della faccia. Ad ogni 20 giochi Playstation 4 che vendiamo, corrispondono solo 2 giochi Xbox One. Non ci saranno grandi conseguenze per noi.”
Tuttavia, molti negozianti hanno affermato di non essere affatto sorpresi da Microsoft. Sin dall’inizio di questa generazione, l’azienda di Redmond aveva dichiarato le sue strategie, cercando di limitare il mercato dell’usato. La cosa, come sappiamo, ha risvegliato le ire dei consumatori, costringendo la grande M a tornare sui suoi passi. Tuttavia, pare proprio che il colosso americano non abbia mai abbandonato i suoi propositi, e stia iniziando a scoprire le sue carte.
Un pericolo per i negozi indipendenti
Sappiamo quanto le vendite digitali stiano man mano erodendo il mercato retail, ma manovre di questo genere rischiano di mettere a repentaglio la sopravvivenza dei negozi indipendenti. Perché il Game Pass non andrà a ledere le vendite degli store online o delle grandi catene, ma renderà la vita difficile dei negozi su strada. È facile capire che, a questo punto, la strategia Microsoft non passi più per i retailer indipendenti.
Secondo Paul Lesmesurier di Sholing Video, questa non è che la punta dell’iceberg. Per il negoziante, infatti, tutti le grandi aziende sono stati colpevoli di non aver mai supportato gli store indipendenti, preferendo gli e-tailer ed i supermarket. Potrebbe quindi non essere troppo lontano il giorno in cui potremo comprare COD e FIFA solo al supermercato.
L’impressione è che la guerra tra negozi e Microsoft sia solo all’inizio. Restate sintonizzati per ulteriori news in merito.