Scoperto assolutamente per caso, The Mad’s Garden può essere definito più un breve esperimento narrativo che un videogioco. Si, esatto, avete letto bene e non potrebbe essere altrimenti, dato che nel corso del gioco saremo chiamati a interpretare nient’altro che Alessandro Manzoni e scrivere, nei suoi panni, un poema per ognuno dei nostri tre amici con cui condivideremo il nostro soggiorno a Villa Litta, Milano, durante quello che viene definito come il nostro quindicennio creativo.
Prima però di passare a svelarvi i nomi dei tre famosi “coinquilini” del Manzoni, qualche dettaglio tecnico: The Mad’s Garden è una insolita Visual Novel nata con appena 48 ore di lavoro nel 2015 nella cornice del Tour Bueno. Prodotta e sviluppata da una collaborazione tra la Major Bueno di Benedikt Hummel e Marius Winter e il game designer italiano Pietro Righi Riva. Lascio a voi scoprire il resto, dato che non sono questi i nomi di cui alludevo poco fa; posso però aggiungere un elemento che, sicuramente, stimolerà la vostra curiosità: il Tour Bueno è come il Grand Tour ma con i videogame al posto della cultura classica.
E ora che facciamo, iniziamo a parlare partendo dal luogo o dai nomi? Direi di iniziare dal luogo in cui si svolge tutta la “vicenda” visto il proposito cardine di Italy&Videogames: parlare dei “luoghi dei videogiochi”.
Luogo d’incontro d’intellettuali tra Settecento e Ottocento, Villa Litta è oggi sede di un’importante biblioteca di Milano. La villa, all’interno dell’omonimo parco, oggi nel quartiere Affori, ospitò tra XVIII e XIX secolo importanti artisti del tempo tra cui lo stesso Alessandro Manzoni, protagonista di The Mads’ Garden.
Purtroppo col tracciamento della ferrovia a metà dell’Ottocento, l’intero complesso iniziò il suo periodo di declino; l’asse prospettico del viale viene tagliato e cosi l’integrità del parco, gettando le basi della – purtroppo – saturazione edilizia dell’area.
Fortunatamente, questo triste periodo del palazzo storico non viene riportato in alcuna maniera nel gioco che, anzi, si sviluppa durante il momento forse più prospero della villa, immortalando gli interni e gli esterni tipici dell’epoca.
Come giustamente scritto su Italy for Movies e IVIPRO (fonti in coda all’articolo) apprendiamo come, al di là della valorizzazione di questo affascinante luogo milanese, quel che stupisce durante la breve esperienza del titolo sia la capacità di emergere del contesto storico e di divenire un originale spunto narrativo, forte della presenza dei nostri co-protagonisti. Un ottimo spaccato sociale della miglior classe illuminista letteraria e “prossimo-risorgimentale” della Milano dell’epoca.
Ed eccoli qui, i nomi di cui prima vi ho solo accennato l’esistenza. Rigorosamente in ordine sparso: Cristina Trivulzio, figlia della proprietaria della villa oltre che patriota e protagonista del Risorgimento; Giuseppe Verdi, fedele amico sin dalla gioventù del Manzoni; Francesco Hayez, pittore che immortalò il romanziere italiano nel celebre dipinto che lo ha reso a tutti riconoscibile.
A detta degli autori della Major Bueno “il titolo ha raggiunto livelli di profondità che non credevamo possibili, e tutto grazie alla passione di Pietro per la storia e i suoi dettagli” e questo non può che rendermi felice, constatando con enorme piacere come riesca a catapultare indietro nel tempo – circa 200 anni – garantendo la possibilità di assaporare perfettamente le atmosfere della affollata sala da ballo di Villa Litta, in quella afosa estate lombarda del 1824.
E Voi? Non siete curiosi di scoprire le reazioni di Giuseppe Verdi alla lettura del testo che gli sottoporrete? Io si! Tantissimo!