Continuazione del secondo capitolo della saga, Assassin’s Creed: Brotherhood è un valido campione degli obbiettivi che mi sono prefissato di raggiungere con la rubrica Italy&Videogames: raccontare le meraviglie dell’Italia attraverso “l’occhio” dei videogiochi e, dato che con questo titolo la carne al fuoco risulta non poca, è meglio che mi tolga subito l’incombenza della consueta “scheda tecnica”, cosi da passare immediatamente alla ciccia… e che ciccia!
Prodotto nel 2010 dalla Ubisoft e sviluppato dalla Ubisoft Montreal, Assassin’s Creed: Brotherhood è tranquillamente classificabile come gioco di genere Action;
da segnalare è anche l’innovativa (seppur all’epoca ancora primitiva) modalità multiplayer che ha permesso a tanti marmocchi – grazie all’escamotage di “impersonare” agenti della Abstergo che si allenano con l’Animus – di ammazzarsi fra loro, aumentando cosi il tasso di ri/giocabilità del titolo.
Sapete, io adoro questo genere di cose. Quando si cerca di contestualizzare dinamiche assolutamente “Fuori Gioco”; sembreranno quisquiglie ai più, ma mi fornisce molta più “lore” (mamma mia quanto odio questa parola) una cosa cosi, piuttosto che le tante cazzate idiozie che sempre più spesso si configurano quali “buchi di trama” che sono appunto tali.
Ma basta chiacchiere tecniche; passiamo al piatto forte e andiamo subito a vedere cosa incontreremo durante il corso dell’avventura: sicuramente la cosa che balza subito all’occhio è il livello di maniaca realizzazione grafica di Roma e dei dettagli artistico-architettonici che la caratterizzano, anche se…
Anche se ci tornerò dopo, perché prima voglio fare un appunto sul borgo sede della Setta degli Assassini: Monteriggioni. Le mura di cinta della cittadina toscana sono infatti, chiaramente e innegabilmente, le stesse che è possibile ammirare davvero in loco; una gran bella ricostruzione esaltata da una splendida scena action, utile a valorizzarne l’importanza ricoperta nel corso dei secoli.
Ai più curiosi di voi confermo come non esista alcuna Villa Auditore nel paese, quantomeno all’interno delle mura dato che all’esterno vi è effettivamente una magione molto simile a quella di Ezio.
Passando a parlare della Roma esplorabile nel gioco, questa risulta costruita per essere tre volte più grande della Firenze del precedente capitolo e ciò contribuisce enormemente a far emergere l’imponente ricerca storia che ha permesso la realizzazione di una città “così com’era”. Un lavoro che ci permette di riconoscere facilmente, e chiaramente, la carrellata di monumenti in cui ci imbatteremo ogni tre passi su quattro: Pantheon, Colosseo, Castel Sant’Angelo, Terme di Diocleziano, Cortile del Belvedere, Terme di Caracalla, Basilica di Santa Maria in Aracoeli, Terme di Traiano e chi più ne ha più ne metta. Anche se…
ANCHE SE i lavori di rendering mostrano una Roma forse un po’ troppo figlia di uno stile architettonico barocco piuttosto che tardo rinascimentale.
Comprendo perfettamente la necessità di prendersi una certa “libertà editoriale”, cosi da non generare un clone della Firenze di Assassin’s Creed II ma no. Non si fa.
Ottimo lavoro, nessuno lo mette in indubbio ma NO! NON SI FA! Cattiva Ubisoft! Cattiva!
Fortunatamente non è tutta Roma, sto’ gioco, consoliamoci di questo.
Alcune missioni si svolgono, infatti, anche lontano caldo comfort della nostra villa toscana e dal caos della metropoli per eccellenza, e ci permettono di visitare luoghi come i Colli Albani e il Monte Circeo, oltre che alcune zone della Valnerina e la città di Napoli.
Nel caso della Valnerina potremmo avere qualche dubbio nel riconoscere come Rocca Borgesca a Camerino (fatta erigere da Cesare Borgia) la fortezza in cui ci imbatteremo, ma giunti a Napoli non avremo dubbi al vedere il Vesuvio o Castel dell’Ovo, entrambi simboli per eccellenza della città partenope.
In conclusione, nonostante la “colossale” gaffe di presentare una Roma “del futuro” – ragazzi, sono uno storico con influenza di Storia dell’Arte, è logico che io stia li a notare queste stronzate -, Assassin’s Creed: Brotherhood supera abbondantemente il reality check di Italy&Videogames e si piazza tra i giochi più rappresentativi e iconografici del Belpaese.
Se lo avete, il mio consiglio è di riprenderlo e giocarlo.
Se non lo avete, beh, procuratevelo! Saluti.