Più di una persona riscontra una punta di fastidio nel giocare horror in cui i protagonisti sono imbelli, cioè incapaci a difendersi, e dunque costretti a scappare da qualsiasi forma di minaccia. Non sono soldati, non sono uomini particolarmente forzuti, ma il dubbio che sia tutto un po’ troppo forzato viene, visto che agitare una chiave inglese o un piede di porco per darli in testa al pazzo di turno non è roba da membro delle forze speciali.
La cosa cambia, però, quando a essere protagoniste di questa tipologia di survival horror sono delle ragazzine indifese. In questo caso, il senso di fastidio è notevolmente ridotto, perché ciò che accade su schermo ha una spiegazione logica. Una ragazzina spaventata non può certo diventare un commando con uno schiocco di dita. In tempi passati, il canovaccio che voleva adolescenti alle prese con mostruosità varie era abbastanza consueto, basti pensare a giochi come Clock Tower, Rule of Rose e a quello che andremo a trattare in questo articolo: Haunting Ground.
Haunting Ground è stato sviluppato da Capcom Production Studio 1 e rilasciato nel 2005 in esclusiva su Playstation 2. La protagonista è Fiona, una ragazza molto giovane che si risveglia imprigionata in un castello. Verrà inseguita per tutto l’arco del gioco da personaggi molto pericolosi, venendo a contatto con una realtà legata al mondo alchemico che vede coinvolta la sua stessa famiglia.
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Come abbiamo accennato, la protagonista del gioco è Fiona, una ragazzina che si risveglia in una gabbia nelle segrete di un antico castello. Non ricorda cosa sia successo e come sia finita in quel posto. Il maniero, situato al confine tra l’Italia e la Svizzera, è abitato da personaggi strani e ambigui. Tra questi c’è Debilitas, il tuttofare, un omone con evidenti problemi mentali che lo fanno agire e pensare come un bambino molto piccolo. C’è poi Daniella, la domestica, una donna enigmatica dal volto bianco come un lenzuolo.
Ci sono anche il custode, Riccardo Belli, e Lorenzo Belli, un anziano in sedia a rotelle, i quali sembrano avere un forte legame con Fiona. La ragazza, infatti, scopre di essere l’unica erede di quel luogo, Castel Belli, dopo la morte, in un incidente stradale, dei suoi genitori. La faccenda però si fa sempre più intricata e pericolosa quando ci si rende conto che tutti in quella casa vogliono vedere Fiona morta, cominciando così a perseguitarla e a inseguirla per mettere fine alla sua vita.
È l’eredità a far gola a questi personaggi? Sì, ma non quella economica e immobiliare. La ragazza, infatti, dopo altre indagini, scopre che la sua famiglia aveva un interesse quasi morboso per il mondo dell’alchimia ed era venuta a contatto con un elemento chiamato Azoth, in grado di rendere le persone immortali ed eternamente giovani. Fiona pare essere la chiave per scoprire il segreto che si cela dietro questo misterioso elemento alchemico.
Esplorando il castello, incontreremo l’unico amico di quel luogo ostile: Hewie, un cane che ci seguirà per tutto l’arco dell’avventura e a cui potremo impartire alcuni ordini. Hewie è anche l’unica arma a nostra disposizione, infatti, può distrarre i nostri inseguitori e attaccarli per far perdere loro tempo mentre noi ci mettiamo in salvo. Hewie ha un fiuto sopraffino, ovviamente, e ci ritroverà praticamente ovunque una volta richiamato.
Haunting Ground presentava come boss i cosiddetti stalker, cioè nemici che inseguono il protagonista per tutto il gioco, che spuntano all’improvviso in modo quasi casuale, costringendoci alla fuga e a tornare sui nostri passi. Questa tipologia di nemici non è scomparsa del tutto, infatti, anche nei giochi moderni ne abbiamo degli esempi. In Outlast, ad esempio, ma il videogioco recente che maggiormente si avvicina ad Haunting Ground è con tutta probabilità Little Nightmares, in cui la bambina dall’impermeabile giallo deve fare i conti con esseri grotteschi, quali il custode dalle lunghissime braccia, i paffuti e inquietanti cuochi gemelli e gli ingordi ospiti del resort.
Il primo stalker di Haunting Ground era Debilitas, il tuttofare che, nella sua demenza, vedeva in Fiona la propria bambola. Possiamo definirlo il personaggio più ingenuo, perché a lui non interessava l’Azoth, ma solo avere la sua bambola. Questo non doveva farci intenerire, però, perché il suo “abbraccio” risultava mortale. Non è un personaggio cattivo, ma un esperimento mal riuscito di Riccardo Belli. Debilitas, infatti, è un omuncolo (in alchimia si definisce così un essere simile a un umano creato in modo artificiale), ma le cose non andarono come sperato. Si tratta dell’unico personaggio che potevamo risparmiare nello scontro finale che Fiona aveva, di volta in volta, con i propri stalker.
Il suo background non smorzava di certo la tensione, anzi. Vedersi inseguiti da un bambinone deforme convinto che fossimo un giocattolo non è un’esperienza piacevole. Ai tempi, fu assolutamente il mio personaggio antagonista preferito di Haunting Ground.
La seconda stalker era Daniella, la domestica. Dai capelli viola e il viso bianchissimo, nonostante le sembianze umane, metteva inquietudine e non poco disagio. Daniella era impossibilitata a provare qualsivoglia tipo di emozione: gioia, piacere fisico, persino il dolore. La domestica era ossessionata da Fiona perché vedeva in lei l’origine di tutte le emozioni e una possibilità di sperimentare le sensazioni del contatto fisico.
Come abbiamo detto, Daniella non prova neanche dolore, infatti, una delle scene più angoscianti del gioco vede la donna colpire ripetutamente con la propria testa il vetro della finestra nella stanza di Fiona, fino a ridurla in frantumi. Daniella, poi, raccoglie un grosso frammento e inizia a inseguire con cattiveria inaudita la protagonista.
Le sequenze con Daniella alle calcagna erano davvero “pesanti” da sostenere, perché il suo passo lento, le sue frasi sconnesse, i suoi improvvisi scatti verso Fiona brandendo il pezzo di vetro mettevano davvero paura. Unico modo per arrestarla era farla avvicinare, con l’inganno, agli specchi. Daniella aveva paura dell propria immagine riflessa, l’unica emozione che potevamo riscontrare in lei. Si tratta di eisoptrofobia, la paura irrazionale e immotivata degli specchi. Vi ricorda qualcosa o qualcuno? Esatto, Heather Mason, protagonista di Silent Hill 3, affetta dalla stessa fobia.
Lorenzo Belli è il nonno di Fiona, in un certo senso, se vogliamo considerare come vere le relazioni parentali che intercorrono tra omuncoli, cloni e gli alchimisti che li hanno creati. Ugo Belli, il padre di Fiona, infatti, era stato creato proprio da Lorenzo, ma decise di vivere come tutti gli altri esseri umani, sposandosi e generando una bambina, Fiona appunto.
Lorenzo Belli appare come un anziano paraplegico che ci inseguirà arrivando praticamente dappertutto, nonostante la sua condizione. Lo scopo dell’uomo è impossessarsi dell’Azoth di Fiona per completare il suo piano, quello di diventare immortale assorbendo l’elemento alchemico di tutti i componenti della famiglia.
Tutti gli indizi che troveremo durante il gioco vengono disseminati proprio da lui, il quale spia Fiona e la aiuta grazie a dei passaggi segreti ci cui è pieno il castello. Il suo aiuto, ovviamente, non è disinteressato, ma fa sì che rimanga solo lui a potersi impadronire dell’Azoth della ragazza.
Haunting Ground aveva finali multipli che si sbloccavano in base alle azioni adottate durante il gioco. Il finale più particolare era quello denominato Tu fui, Ego eris che possiamo definire come il finale cattivo.
Se durante le nostre peripezie avessimo avuto la malsana idea di maltrattare Hewie, urlandogli contro, rimproverandolo sempre e comunque, non accarezzandolo mai, avremmo assistito al finale in cui Fiona viene catturata da Riccardo Belli e rinchiusa di nuovo nella gabbia, fino al sopraggiungere della pazzia per la povera ragazza (in quel caso, tutto meritato).
Quindi, attenzione alla vostra pellaccia, ma anche a non maltrattare il vostro unico amico.
This post was published on 12 Ottobre 2018 13:57
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