È già passata un’altra settimana, ed è arrivato il momento tenuto d’occhio anche dalle Norne, dalle Parche, dalle Moire e da tutti gli equivalenti delle tre simpatiche vecchine che tessono il Fato dei mortali e degli dèi: è giunta l’ora del sesto appuntamento con la Tana dell’Orso, e stavolta parleremo di cinema e del fortunato rapporto tra la Marvel e la mitologia norrena.
Sì, ci saranno anche foto di Chris Hemsworth.
Poi non ditemi che non mi sacrifico per voi lettori e lettrici!
Ma veniamo a noi. Bisogna aver vissuto in una caverna sulle montagne della Selva Boema, bendati, e aver ammazzato il tempo esclusivamente facendo slav squat vestiti da S.T.A.L.K.E.R. (stay cheeki breeki, gopnik!), per non aver neanche sentito nominare uno dei tanti titoli che compongono il vasto cosmo del Marvel Cinematic Universe.
Come dimenticare la prima inquadratura con le dorate guglie di Asgard, o il coloratissimo quanto hi-tech ponte di Bifrost, o anche soltanto i penetranti occhi ambrati di Heimdallr che, va ricordato, dovrebbe essere il cognato di Thor?
Voi, che siete divoratori di mitologia e ricercatori dell’occulto più tentacolare, vi sarete sicuramente chiesti: «ma la Marvel c’ha preso con la mitologia nordica, o hanno inventato tutto?»
Sì e no, miei cari lettori. Sì e no.
Disclaimer: cercherò di evitare il più possibile gli spoiler sugli ultimi film del M.C.U., ma abbiate pazienza se qualcosa dovesse sfuggire.
Nell’universo creato dalla Marvel, una nebulosa cosmica, Yggdrasil, collega tra loro nove mondi estremamente distanti l’uno dall’altro; all’interno di questa nebulosa è possibile viaggiare quasi istantaneamente, a una velocità superiore a quella della luce, sfruttando un ponte di Einstein-Rosen: un coloratissimo wormhole chiamato Bifrost.
Questi nove mondi, che abbiamo già visto in alcuni film Marvel o che probabilmente vedremo nelle prossime uscite, sono:
I lettori più attenti si saranno accorti che la grafia e la pronuncia di questi nomi del M.C.U. sono leggermente diverse rispetto a quelle della mitologia norrena tradizionale.
Come abbiamo già visto nel confronto tra Max Payne e la mitologia norrena, Yggdrasill (con due “L”) è il titanico frassino che si erge al centro del cosmo, ed è l’albero che sorregge i nove mondi.
Tra le fronde e le radici di Yggdrasill troviamo:
Ma la differenza non risiede soltanto in questo: tanto per fare un esempio, nei film della Marvel i Giganti di Ghiaccio sono una sorta di malvagi orchi blu, semi-barbarici e decisi a distruggere Asgard.
In realtà i Jötunn del mito sono tanto saggi quanto potenti, e infatti è proprio da loro che Odino si reca per fare ricerche sul Ragnarok, ed è da loro che il padre degli dèi ruba l’idromele della poesia e dell’ispirazione poetica; alcune gocce di questo idromele finiscono su Miðgarðr, creando poeti e scaldi.
I film hanno bisogno di ruoli ben definiti; certo, ci possono essere delle sfumature in scala di grigio tra il bianco e il nero, ma gli allineamenti devono essere riconoscibili. Certo, c’è una bella differenza tra i Legali – Malvagi, categoria in cui personalmente ascriverei Thanos (ma è solo una mia opinione personale), e i Caotici – Malvagi come ad esempio Dormammu.
Le divinità della mitologia nordica, però, non sempre sono ben classificabili: com’è nella natura umana, tendono a oscillare tra più allineamenti. Ecco perché Stan Lee e il suo entourage devono aver deciso di cambiare le carte in tavola, adattando alcune figure mitologiche e inventandone altre di sana pianta.
Il Distruttore, cioè l’enorme armatura semi-senziente del primo film della saga di Thor, Malekith il Maledetto, l’asgardiano Esecutore e Amora l’Incantatrice, così come il Dannato / Algrim il Forte, sono tutti personaggi creati dalla Marvel che non hanno una precisa collocazione nel mito. Nei fumetti troviamo anche Karnilla, regina delle Norne e Signora della Magia, che è assente nella mitologia tradizionale.
Sull’altro lato dell’asse Bene – Male troviamo i Tre Guerrieri, inventati anch’essi dal genio di Stan Lee e Jack Kirby: l’abile spadaccino Fandral, il Vanir Hogun e l’allegro nonché prolifico Volstagg non sono presenti nella mitologia norrena, ma sembrano più usciti da un raduno della Società per l’Anacronismo Creativo, o da un evento tra il fantasy e la rievocazione storica multi-epoca.
Per quanto riguarda le altre divinità, troviamo più o meno gran parte del pantheon norreno, se non tutto; i personaggi Marvel ispirati alle divinità nordiche, in breve, sono: Balder, Bor, Buri / Tiwaz, Frigga, Frey, Freya, Heimdall, Hela, Hermod, Hoder, Idunn, Jord, Laufey (il padre biologico di Loki), Loki stesso, Mimir, Njord, le Norne, Odino, Sigyn, Sif (di cui parleremo nel prossimo paragrafo), Surtur, Thor, Tyr, Valkyrie, Vidar e Volla.
In sintesi la Marvel ha traslato nel proprio universo quasi tutte le divinità norrene principali, pur modificandone alcuni tratti, cambiandone diversi attributi e soprattutto limando via gli spigoli costituiti dai loro tratti più spregevoli e più umani.
D’altronde, come abbiamo già visto quando abbiamo parlato dell’arrivo della serie TV KAOS su Netflix, alcuni temi delle mitologie di questo pianeta sono decisamente poco adatti al grande pubblico: a volte stragi, genocidi, incesti e atti sessuali piuttosto deprecabili sono la norma, più che l’eccezione. Zeus, sto guardando te!
Ho selezionato due esempi di differenze sostanziali tra le divinità del M.C.U. e quelle della mitologia classica: Baldr / Balder e Sif. Partiamo da quest’ultima.
Nei film della Marvel, Sif è una sorta di Xena con poteri divini: una guerriera che sì, potrebbe avere un debole per Thor, ma è più una combattente che una delicata fanciulla. Anzi, è proprio la dea della guerra. La vediamo anche in Marvel’s Agents of S.H.I.E.L.D., una serie TV che vi consiglio caldamente di guardare.
Nei fumetti, invece, Sif ha un legame romantico con Thor, e questo aspetto si avvicina alla sua versione mitologica: già, perché la vera Sif è la moglie di Thor, ed è tutt’altro che una guerriera: è la dea del raccolto, dotata di lunghi capelli biondi che Loki taglia per scherzo, salvo poi offrirle dei nuovi capelli costruiti dai nani, dopo essere stato debitamente malmenato dall’iracondo Thor.
Balder, fratellastro di Thor, non è stato inserito nei film Marvel, dov’è stato fondamentalmente –e specularmente– sostituito da… [spoiler title=’Spoiler da Thor: Ragnarok’ style=’default’ collapse_link=’true’]Hela in veste di sorella di Thor, mentre invece lei avrebbe dovuto essere… sua nipote? Nel mito è la figlia di Loki, che è il fratellastro di Thor nel M.C.U., ma forse qui stiamo mischiando le cose e mi sta venendo un gran mal di testa.[/spoiler]
Dicevamo, Baldr / Balder: divinità della Luce, del Bene e di tutte le cose carine e coccolose, nei fumetti Marvel è presente, ed è un eroe non molto diverso da Thor, ma più intelligente. Proprio come nella mitologia nordica, anche nei fumetti Marvel Balder viene ucciso a causa di Loki, ma negli albi viene resuscitato, mentre nel mito le cose vanno diversamente: Odino chiede a Hel di far tornare in vita Baldr e lei acconsente, a patto che tutte le creature viventi piangano il defunto; tutti si prodigano per soddisfare il requisito, tranne un’arcigna vecchietta che poi si scoprirà essere Loki sotto mentite spoglie, e quindi Baldr resta nel regno di Hel. Mai farsi odiare da Loki. Mai.
Per completezza vi riporto l’elenco di divinità che ho scritto al termine del paragrafo precedente, che con la grafia originale diventa: Baldr, Borr, Búri, Frigg, Freyr, Freyja, Heimdallr, Hel, Hermóðr, Höðr, Iðunn, Jörð, Laufey (che resta uguale, salvo un cambio di sesso: in realtà è la madre di Loki, non il padre), Loki (idem), Mímir, Njörðr, le Norne (Urd, Skuld, e Verandi), Odino (idem), Sigyn (idem), Sif (il nome resta uguale, ma il ruolo assolutamente no), Surtr, Thor (idem), Týr, Brynhildr, Víðarr e Fulla.
Nel Marvel Cinematic Universe Odino è il re di Asgard, nonché padre di Thor [spoiler title=’Spoiler da Thor: Ragnarok’ style=’default’ collapse_link=’true’]e di Hela, che nel film è la sua primogenita,[/spoiler] e padre adottivo di Loki. È un re saggio e benevolo, che mal tollera le teste calde, gli attaccabrighe e chiunque disturbi la fragile pace del regno asgardiano.
Nel mito è quasi l’opposto: Odino è una divinità saggia e potente ma che sa essere anche volubile e crudele, e non ha bisogno di ricaricare le batterie ogni tot millenni.
Il vero Odino è sempre accompagnato da animali e ha, riassumendo brutalmente, ceduto il proprio occhio sinistro per ottenere una saggezza senza pari e un immenso potere magico.
E no, non ha adottato Loki, anzi: quest’ultimo ha sì stretto un patto di fratellanza di sangue con il Padre degli dèi, ma saranno proprio i mostruosi figli di Loki a fare la pelle a buona parte delle nostre divinità preferite, e a distruggere gran parte dei nove mondi durante il Ragnarok.
A proposito di Loki: nel Marvel Cinematic Universe è dipinto con tratti molto più foschi, seppur affascinanti e carismatici, mentre nella mitologia nordica Loki è il dio dell’inganno, degli scherzi e delle malefatte, e soprattutto è una divinità volubile: a volte aiuta Odino & co., mentre in altre occasioni attenta all’ordine cosmico.
Insomma, Loki è un po’ come tutti noi: volubile, incostante, e a volte desidera soltanto vedere cosa succederebbe se. In alcuni episodi è una sorta di Mario Brega con poteri divini.
L’interpretazione della Marvel è un po’ più dualistica, quasi manichea, e ricorda più il Loki del videogame Rune Classic che quello della mitologia nordica.
C’è poi da dire che il Loki originale non soltanto ha generato una prole importante come la stessa Hel, il poderoso Serpente del Mondo Jörmungandr che verrà ucciso da Thor e nel contempo ucciderà Thor stesso, e perfino il cavallo dalle otto zampe Sleipnir, la cavalcatura epica di Odino, ma anche divinità benevole come Narfi e Vali; no, il vero Loki era anche un simpatico burlone, come quella volta in cui, per far ridere una furibonda gigantessa e trarre d’impaccio sé stesso e il resto di Asgard, legò una capra ai propri testicoli e si fece un giretto in quelle condizioni.
D’altronde si parlava proprio di scene adatte per il grande pubblico, no?
Il più conosciuto e inflazionato degli dèi nordici, in realtà, non vola usando Mjöllnir come un propulsore, ma un più semplice carro trainato da due capre. Sbaglio o le capre sono piuttosto ricorrenti nella mitologia nordica? Lo dico tanto per non farvi dimenticare l’immagine di una certa parte anatomica di Loki legata a una capra.
E no, non è un biondo palestrato dalla chioma fluente: in realtà ha i capelli rossi, è barbuto ed è anche piuttosto irascibile e violento. È sposato con Sif, ma si concede anche qualche scappatella –ovviamente-, e per gli standard moderni forse sarebbe visto più come un cattivo che come un eroe.
Ma non è tutto: chi di voi conosce D&D avrà già visto o sentito, o forse anche indossato senza saperlo, una parte dell’equipaggiamento di Thor. Il dio del Tuono, infatti, deve indossare una speciale cintura del potere (Megingjörð) e e dei magici guanti di ferro (Járngreipr) per poter usare efficacemente e al 100% Mjöllnir. Forse questi oggetti vi ricordano la Belt of Giant Strength e i Gauntlets of Ogre Power, necessari per poter utilizzare il volante Hammer of Thunderbolts in D&D 3.5? Ritroviamo questa citazione anche in alcuni videogame che si ispirano a quell’edizione, come ad esempio NeverWinter Nights 2 in cui, lo ricorderete, possiamo recuperare l’Hammer of Ironfist insieme alla cintura e ai guanti del clan per il nostro nanoso Khelgar.
Qui la Marvel ha svolto un lavoro decente, con le dovute premesse.
Mentre nei fumetti il Ragnarok avviene più volte, ciclicamente, nel M.C.U. c’è un film dedicato alla fine dei tempi; non ci addentreremo nella trama per evitare spoiler su Thor: Ragnarok, appunto, ma basti sapere che i protagonisti ci sono tutti, e la vicenda si svolge come dovrebbe, salvo alcune importanti quanto comprensibili modifiche.
A tornare in vita non sono Baldr e Hǫðr, ad esempio, ma in un certo senso è Hulk a tornare alla luce dopo gli eventi di Sokovia, grazie a Natasha Romanoff (o Romanova).
Nel mito, come abbiamo già visto nei precedenti appuntamenti della Tana dell’Orso, il Ragnarok è più o meno una grande, epica, battaglia finale tra Luce e Ordine contro Tenebra e Caos; in questa battaglia i Nove Regni, di cui fa parte anche il nostro mondo, verranno prima distrutti e poi rigenerati, dando inizio a un nuovo ciclo grazie ai pochi sopravvissuti alla carneficina, sia umani sia divini.
Anche questo aspetto è stato centrato dalla Marvel. Guardate Thor: Ragnarok, se non l’avete già fatto, e scrivetemi nei commenti se avete capito a cosa mi riferisco.
In sostanza la Marvel, sia nei fumetti sia nel Marvel Cinematic Universe, ha trasportato piuttosto efficacemente i protagonisti della mitologia norrena, ma in alcuni casi ha stravolto completamente la loro natura.
Ai puristi questo potrebbe dar fastidio, ma a chi scrive, francamente, queste licenze stanno bene: portano sul grande schermo le storie dell’Edda Poetica e dell’Edda in prosa, con una risonanza che non hanno mai avuto prima.
E infatti n questi ultimi anni la civiltà dei normanni e la mitologia nordica sono tornate in auge, non soltanto grazie al Marvel Cinematic Universe ma anche ad opera di serie TV di pregio come Vikings, The Last Kingdom e American Gods.
Proprio su quest’ultima serie TV, probabilmente, verterà uno dei futuri articoli della Tana dell’Orso. Ma prima devo guardarla, quindi non trattenete il respiro o potreste finire nella rete di Rán (cioè affogati, se mi passate la figura retorica).
La Tana dell’Orso, come sempre, vi dà appuntamento alla prossima settimana.
This post was published on 11 Ottobre 2018 11:45
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