Attualmente Epic Games è una delle aziende videoludiche di maggior successo. Oltre ad essere gli sviluppatori del motore grafico più utilizzato, l’Unreal Engine, è da circa un anno scoppiato il fenomeno di Fortnite Battle Royale, il titolo free-to-play che ha conquistato milioni di giocatori in tutto il mondo. Oggi tuttavia non siamo qui per parlare di questo titolo, ma faremo un salto di circa venticinque anni indietro, ancor prima di Unreal Tournament e Gears of War per raccontarvi di uno dei primi titoli della software house: Jazz Jackrabbit.
Gli anni ’90 hanno visto l’uscita di moltissimi platform, sulle diverse console in competizione. Tutti i produttori di videogiochi cercavano di creare un’icona platform che potesse uguagliare il successo di Mario di Nintendo o Sonic the Hedgedog di SEGA, in alcuni casi riuscendoci, in altri fallendo miseramente.
In quegli anni Epic Games, all’epoca Epic MegaGames, azienda nata da pochissimo tempo, aveva già realizzato più di 20 giochi per MS-DOS. Nel 1994 Epic cercò di creare una sua icona platform, Jazz Jackrabbit. Un coniglio verde munito di bandana e pistola blaster che correva in vari livelli a visuale 2D laterale uccidendo nemici, per lo più tartarughe. Fu uno dei primi titoli a introdurre il side-scrolling laterale su PC, fino ad ora prerogativa dei giochi console. Seguirono il progetto Arjan Brussee, che si occupava della programmazione e Cliff Bleszinski, il designer. Il gioco uscì quell’anno per Ms-DOS sia in supporto Floppy, che CD.
Il gioco è ambientato in un mondo fantascientifico basato sulla storiella “La lepre e la tartaruga”. Il conflitto tra queste due razze continua da migliaia di anni, estendendosi per tutto l’universo. Il protagonista del gioco, il coniglio Jazz vive sul pianeta Carrotus. Una malviagia tartaruga, conquistatrice galattica, di nome Devan Shell minaccia anche il mondo di Jazz. Fortunatamente la potenza militare di Carrotus è abbastanza forte da respingere l’attacco. Per vendicarsi, la tartaruga rapisce la principessa Eva Earlong e la porta nella sua base segreta. Il re spedisce Jazz a salvarla ed è così che inizia la nostra avventura. Il coniglio verde viaggerà per svariati pianeti alla ricerca di Eva affrontando tartarughe e mostri di ogni genere.
Oggi siamo abituati a vedere il concetto di “gioco a episodi”, ad esempio con Life is Strange, come a un nuovo metodo di diffondere i giochi. Tuttavia è una pratica già utilizzata dagli anni ’90, ovviamente non tramite internet. Il gioco originale era composto da sei episodi, ogni episodio consisteva in 3 coppie di livelli, ogni coppia ambientata in un pianeta diverso. Gli episodi erano venduti a coppie di tre su due floppy disk acquistabili separatamente oppure in un unico pacco con tutti e sei.
Tutto questo ad aprile 1994, all’uscita del gioco. A novembre dello stesso anno uscì la versione CD che oltre a comprendere tutti e sei gli episodi, aveva anche i “Lost Episodes” altri tre episodi che proseguivano le avventure del coniglio verde. C’erano poi le versioni shareware (free-to-play), in tutto tre: la Shareware Edition che includeva solamente il primo episodio e poi le due Holiday edition che includevano i livelli natalizi.
Jazz Jackrabbit prende spunto da diversi platform, come ad esempio il già citato Sonic the Hedgedog dato che Jazz corre e si appallottola o salta su molle giganti proprio come il porcospino blu, oppure al meno conosciuto Zool per MS-DOS, con l’unica differenza che non è possibile uccidere i nemici saltandoci sopra. L’aspetto shooter è ripreso dai Mega-Man mentre la storia stessa del gioco si ispira a quella di Super Mario in cui dobbiamo salvare la principessa da una tartaruga. Insomma, Jazz Jackrabbit prende ispirazione da moltissimi platform combinandoli al meglio creando un titolo accattivante, ottimo dal punto di vista del game design, divertente ma anche impengativo, il tutto senza sfociare nel banale plagio.
Al contrario, il gioco introdusse moltissime novità che in seguito furono riprese da altri titoli. Prima di tutto è uno dei primi platform, se non il primo, che sceglie di eliminare il concetto di “abissi”, cioè la possibilità di cadere nel vuoto e perdere la vita. Al massimo qui, in caso di caduta perdiamo solo tempo, prezioso dato che abbiamo un tempo limite per completare ogni livello, oppure siamo costretti a rinunciare a un’area bonus o ancora possiamo aprirci il passaggio a una strada alternativa.
Rimane classico il sistema di danni, caratterizzato da una lifebar e da vite per un massimo di 10. La lifebar resisterà a un numero di danni diverso in base alla difficoltà selezionata (facile, medio, difficile, turbo) E’ possibile recuperare energia raccogliendo carote e vite passando sopra alla maschere di Jazz. Possiamo ottenere l’immunità con differenti tipi di scudi, alcuni durano per un tempo limite di circa 20 secondi, altri in base ai danni che subiremo (un po’ come le maschere di Aku in Crash Bandicoot). In caso di morte non siamo costretti a ricominciare da inizio livello ma dall’ultimo checkpoint.
Altra novità di questo gioco è il sistema di armi, che possono essere cambiate in qualsiasi momento con l’apposito pulsante di selezione dell’arma. Oltre all’arma principale, il blaster, abbiamo il toaster che spara proiettili infuocati, il lanciamissili, in grado di colpire più nemici in simultanea, il mio preferito, il launcher che spara proiettili rimbalzanti e il TNT, per detonare i nemici. La frequenza di sparo può essere aumentata raccogliendo le pistole nel corso dei livelli. E’ possibile, in alcune zone, contare sull’aiuto di un pappagallo munito di pistola e in alcuni livelli bonus anche controllarlo direttamente.
Alla fine degli episodi o occasionalmente nei bonus segreti ci sono delle bossfight, alcune di queste, specialmente negli ultimi episodi e nelle difficoltà più elevate saranno davvero ostiche. Se nel corso dei livelli raccogliamo il diamante blu avremo accesso ad un livello bonus in prospettiva 3D in cui percorreremo una corsa a tempo e potremo ottenere punti extra.
Una nota di merito anche per le musiche del gioco, composte da Robert A. Allen e Alexander Brandon sono un piccolo capolavoro nel mondo delle musiche ad 8 bit. Tutt’oggi quelle di Jazz Jackrabbit rimangolo tra le mie OST preferite.
Jazz Jackrabbit fu molto apprezzato dalla critica e vinse anche il premio come gioco arcade dell’anno nel 1994 sulla rivista PC Format. Il successo portò all’uscita di un seguito nel 1998.
Jack Jazzrabbit 2 ripropone le meccaniche del predecessore con una grafica upgradata, un nuovo peronaggio giocabile, il fratello Spaz, e la modalità multiplayer cooperativa e competitiva sia in locale che online. In questo capitolo Jazz continua a combattere il malvagio Devan Shell per recuperare l’anello di fidanzamento con il quale sposerà Eva.
I due personaggi sono muniti di nuove mosse, è possibile. per esempio. uccidere i nemici e distruggendo ostacoli facendogli una piroetta addosso se usiamo Jazz o facendo una mossa di karatecontrollando Spazz.
A differenza del primo capitolo Jazz Jackrabbit 2 è composto solamente da 4 episodi, tutti riuniti in un unico pack. In compenso però i livelli sono più lunghi e vari. Anche questo capitolo ha riscosso un discreto successo all’epoca. Assieme al gioco è stato rilasciato un tool per la creazione dei livelli utilizzato ancora a 20 anni di distanza per creare livelli da giocare online. Anche per questo gioco sono disponibili diverse versioni shareware tra cui una con livelli inediti che introduce il nuovo personaggio di Lori.
Era in cantiere da parte di Epic Games un terzo capitolo, Jazz Jackrabbit 3 (o 3D). Il progetto era in fase avanzata, ma fu cancellato per mancanza di un publisher. Il gioco era un third person shooter realizzato in Unreal Engine e a differenza dei capitoli precendenti era organizzato in sezioni e non a livelli, un po’ come accade in Super Metroid. Nel terzo capitolo avremmo dovuto viaggiare nel tempo per salvare i figli di Jazz e Eva dal loro acerrimo nemico Devan Shell. Effettivamente è possibile giocare a questo terzo capitolo: l’alpha del gioco è stata leakata online e possono essere giocate alcune sezioni del gioco completo, purtroppo solamente nei panni di Jazz e non con Spaz e Lori, previsti originariamente. Un vero peccato il fatto che questo gioco non sia mai stato completato.
Nel 2002 fu realizzato un reboot per Gameboy Advance denominato “Jazz Jackrabbit”. Il titolo fu prodotto da Game Titan su licenza di Epic Games e la qualità non era mimimamente paragonabile a quella dei primi capitoli. Cadde subito nel dimenticatoio, così come il brand di cui non si è mai più parlato.
La saga di Jazz Jackrabbit andrebbe giocata da tutti gli amanti di platform e retrogame. Offre un gameplay ricco, vario, divertente e talvolta anche frustrante, sopratutto il primo capitolo. I due capitoli non saranno alla pari con pietre miliari come Mario, Sonic o Mega Man, ma dovrebbe comunque far parte del vostro portfolio videoludico. Personalmente sogno che il brand venga riportato in vita, magari con un remake. Visto quello che è successo con Duck Tales o Wonderboy questa possibilità non è da escludere.
This post was published on 28 Settembre 2018 17:07
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