Ah, Tomb Raider! Questa saga non poteva decisamente mancare in Italy&Videogames. In primis perché è stato uno dei primissimi giochi che ho avuto modo di “prosciugare” sulla mia (ormai datata) PSOne; in secundis perché Lara Croft – oltre ad essere icona femminile del mondo videoludico – è forse l’Archetipo perfetto dell’Archeologo (con buona pace per Indiana Jones e Nathan Drake) e quindi giusto campione, giusto alfiere dei miei propositi: illustrare le località italiane che fanno da palcoscenico alle avventure videoludiche della “crepatombe” più figa di sempre.
Prima di iniziare, però, devo fornirvi almeno qualche dettaglio tecnico sui titoli che prenderò in esame, ovverosia Tomb Raider II starring Lara Croft e Tomb Raider Cronicles La leggenda di Lara Croft.
Entrambi di genere Azione/Avventura, questi vengono prodotti dalla Eidos e sviluppati dalla Core Design per essere infine rilasciati sul mercato nel 1997 e nel 2000. Si, avete contato bene, sono solo tre gli anni che separano l’uscita del secondo titolo dal quinto… praticamente hanno “sfornato” un gioco all’anno; una cosa oggi impensabile per una saga che all’epoca sarebbe stata tranquillamente considerabile TripleA.
Finite le chiacchiere rituali, passiamo alla ciccia e analizziamo il secondo capitolo
Tomb Raider II: Starring Lara Croft
Come da tradizione per la serie Lara Croft, la più bella archeologa che mamma Gran Bretagna abbia mai generato, sarà impegnata a saltare-sparare-raccogliere-nuotare-esplodere-e-tutta-quell’altra-serie-di-cose-che-Lara-fa-di-solito nelle varie missioni ambientate nei più disparati angoli del mondo alla ricerca del Pugnale di Xian che, secondo la leggenda, consentirebbe al suo possessore di trasformarsi in un drago… e cammina, cammina, cammina-cammina, alla fine nel seguire le sue tracce giungiamo in Italia.
Sono infatti ambientati a Venezia il secondo, il terzo e il quarto livello del gioco e offrono l’opportunità di ammirare – seppur riprodotti con le limitazioni dell’epoca – alcuni dei tipici dettagli urbanistici ed architettonici della Serenissima e di muoverci (e affogare) tra le calli e i canali che strutturano i vari livelli e che, una volta attraversati, permettono di raggiungere ville e teatri dal tipico sapore veneziano, godendo infine anche di un indiretto (indiretto?) omaggio al celebre Teatro La Fenice.
D’obbligo poi mio, segnalare l’omaggio alla storia italiana che vede come protagonista la Maria Doria: chiaro riferimento al transatlantico italiano Andrea Doria, affondato al largo di New York nel 1956.
Illustrato il secondo capitolo facciamo ora un salto avanti nel tempo e passiamo ora parlare di
Tomb Raider Cronichles
Capitolo strettamente legato al precedente episodio The Last Revelation (che termina con la nostra eroina investita dal crollo della Grande Piramide di Giza), la opening del gioco ci porta in Inghilterra, nella abitazione di Lara, subito dopo il suo funerale e nel momento in cui inizia ad essere ricordata da amici e parenti; un interessante stratagemma che fornisce ai presenti l’occasione di raccontare alcune vecchie avventure dell’archeologa sino ad ora sconosciute, consentendo allo stesso tempo di riviverle e giocarle.
Dai racconti che si susseguono apprendiamo come in passato, alla caccia della pietra filosofale, la “crepatombe” abbia “saccheggiato” anche Roma: sono infatti ambientati nell’Urbe i primi tre livelli del gioco.
Qui, oltre i tipici elementi architettonici della Città Eterna, avremo modo di riconoscere chiaramente alcuni dei monumenti famosi della capitale come la Bocca della Verità, i Mercati di Traiano e il Colosseo… ovviamente comprensivo degli immancabili leoni: NA’-PORCATA!
Personalmente non considero assolutamente Tomb Raider Cronicles un successo – sopratutto se posto a confronto di Tomb Raider II – e diciamocelo, questo titolo chiude molto male la “prima serie” di avventure di Lara Croft.
Eppure ricordo chiaramente come i capitoli romani generarono in me una curiosa sensazione di “comfort accumulato”, garantendomi di proseguire incolume le noiose successive linee narrative e arrivare alla – scontata – rivelazione finale: gli scavi di Von Croy in Egitto hanno avuto successo, Lara Croft è ancora viva!
Il resto è storia… o al massimo come in questo caso geografia. Tutt’al più dei pallosi film!