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Speciali

Obscure: il liceo degli orrori

Torniamo a parlare di survival horror dopo l’articolo in cui abbiamo rispolverato Cold Fear. Stavolta la location è agli antipodi, infatti, da una baleniera russa ci spostiamo in un liceo privato americano. Il gioco di cui vogliamo rinverdire i fasti è Obscure, titolo sviluppato da Hydravision Entertainment e pubblicato nel 2004 su Playstation 2, Xbox e PC. Un gruppo di ragazzi rimane intrappolato in una scuola, mentre mostruose creature gironzolano indisturbate tra i corridoi e le aule. I giovani studenti dovranno cooperare per riuscire a scappare da quell’incubo e scoprire i terribili segreti del liceo Leafmore.

Se vi siete persi gli articoli precedenti dedicati al retrogaming potrete ritrovarli comodamente tutti a questo link. Troverete Final Fantasy, Resident Evil, Silent Hill e molte altre chicche raccolte solo per voi!

Obscure: era meglio rimanere a casa

Quante volte, da studenti, di scuole medie o liceo, abbiamo varcato il cancello pensando che sarebbe stato molto meglio rimanere a casa a dormire? Almeno noi, però, non abbiamo mai avuto a che fare con orribili mostri in grado di schiacciarci la testa senza sforzo alcuno. I ragazzi protagonisti di Obscure non combattono contro interrogazioni o compiti in classe, ma contro creature orripilanti e feroci, per sopravvivere a un vero e proprio incubo a occhi aperti tra i banchi di scuola. La vicenda ha inizio nella palestra del liceo Leafmore, in cui vediamo Kenny, il belloccio della situazione, attardarsi fino a sera per allenarsi a pallacanestro. Entravamo in suo possesso dopo un breve filmato per inseguire una figura indefinita rea di averci rubato il borsone.

I primi misteri iniziavano a farsi avanti, infatti, Kenny scopre una botola in un capanno all’esterno della scuola che porta ai sotterranei. Perché un liceo dovrebbe essere collegato da dei cunicoli a una struttura sotterranea? Qui entravamo in contatto con un altro studente del liceo in evidente stato di shock e subito dopo venivamo attaccati da un mostro enorme non molto felice della nostra presenza. Dopo una fuga con un epilogo tutto da scoprire in seguito, cominciava il “gioco vero”.

Il giorno dopo, alcuni amici di Kenny, tra cui la sorella, non avendo sue notizie dalla sera prima, decidono di investigare sulla faccenda, rimanendo a scuola dopo l’orario di chiusura. Il nostro scopo era farli cooperare tra loro per sopravvivere e far venire a galla un raccapricciante segreto. Nel liceo Leafmore, molti anni prima, furono effettuati esperimenti sugli studenti, nella convinzione di trovare il segreto dell’eterna giovinezza. Tutto ruotava intorno alla Mortifilia, una pianta africana le cui spore hanno effetti miracolosi. Qualcosa andò storto e quella che sembrava la scoperta del secolo, si rivelò l’inizio di un contagio.

In due si ha meno paura… forse

Abbiamo più volte accennato alla cooperazione tra i protagonisti. In Obscure, il giocatore aveva in mano le sorti di quattro personaggi: Shannon, Ashley, Josh e Stan. Noi ne controllavamo due alla volta, visto che alcuni enigmi e alcune situazioni di gioco prevedevano la collaborazione di un secondo personaggio. Obscure poteva essere giocato in singolo o in coppia, con il secondo giocatore in locale. Il giocatore poteva scegliere la propria coppia preferita e cambiare gli interpreti solo in punti specifici. Ogni personaggio aveva un’abilità peculiare che ci permetteva di risolvere una situazione in modi diversi in base al compagno scelto.

Ad esempio, Josh, appassionato di giornalismo e di misteri, se interpellato ci dava importanti indicazioni sulla presenza o meno di ulteriori oggetti o indizi all’interno di una stanza. La particolarità del gioco consisteva anche nel fatto che la morte di un personaggio non portava al game over. Il numero di personaggi sopravvissuti influenzava il finale sbloccato alla fine. Questa meccanica l’abbiamo rivista in un altro survival horror molto più recente, Until Dawn di Supermassive Games.

Veder morire il proprio compagno sotto i nostri occhi era davvero un brutto colpo e, scusate il cinismo, non per la sua triste sorte in sé, ma perché da quel momento in poi avremmo dovuto cavarcela da soli fino al raggiungimento del luogo di incontro prefissato in cui avremmo potuto scegliere un altro accompagnatore (o un’altra coppia).

C’è un po’ di Silent Hill in questo liceo

Abbiamo citato Until Dawn, ma un altro titolo che all’epoca mi venne alla mente in alcuni frangenti del gioco fu Silent Hill 3. Ricordo che il terzo capitolo della serie Konami fu quello che mi inquietò maggiormente durante i passaggi dal mondo reale all’Otherworld. In Obscure, quando sopraggiungevano i nemici, gli ambienti si trasformavano diventando marci e deteriorati. Questo cambiamento era molto simile a quello che avveniva in Silent Hill.

Proprio come la versione arrugginita e putrescente di Silent Hill 3, il mondo corrotto dalle spore di Obscure mi dava un senso di disagio e tutte le volte che intuivo un cambiamento in atto dell’ambientazione, me la davo a gambe levate. C’è da dire che, il più delle volte, in Obscure i nemici erano nettamente più forti del nostro personaggio, anche se accompagnato da un secondo giocatore, reale o non.

Una nostra fedele alleata era la luce. I mostri di Obscure erano vulnerabili alla luce, artificiale o naturale che fosse. Quindi avere la torcia a portata di mano era sempre la scelta migliore, inoltre una delle prime azioni da compiere entrati in un’aula era spalancare le finestre per far filtrare i raggi solari.

Se non fosse per i mostri…

… il liceo Leafmore sarebbe un bel posto in cui studiare. Quando all’epoca giocai per la prima volta a Obscure, mi ritrovai ad osservare con molto zelo le varie location proposte, nonostante sapessi che delle creature spietate potessero farmi a pezzi da un momento all’altro. Questo perché l’ambientazione scolastica fu riprodotta con tale fedeltà che mi fece respirare l’atmosfera tipica del liceo americano, immersa nello stile degli slasher movie o dei B-movie che da giovanissimo ho amato/odiato.

Titoli come Scream, So cosa hai fatto, lo stesso Scary Movie se vogliamo, avevano un fascino del tutto particolare. Come dissi nello speciale dedicato a Canis Canem Edit, sono da sempre un amante del genere cinematografico della commedia scollacciata americana (Porky’s, American Pie, Maial College) e degli horror con protagonisti gruppi di studenti.

Obscure riuniva tutto in un unico titolo, offrendo al giocatore un’esperienza terrorizzante e ben inserita in un contesto che spesso si banalizza, quello dei ragazzotti ingenui e perennemente allupati che vengono massacrati da qualcuno o qualcosa. Obscure non era banale, era un ottimo videogioco che ha saputo ritagliarsi il suo spazio in una generazione in cui i survival horror hanno vissuto un’epoca redditizia e prolifica.

This post was published on 14 Settembre 2018 12:00

Michele Longobardi

Laureato in Lettere moderne, scopro la passione per il giornalismo quasi per caso. I videogiochi sono il mio più grande amore e così decido di coniugare le due cose. Il giornalismo videoludico diventa la mia forma finale. Per me i videogiochi sono una forma d'arte e guai a dirmi il contrario. Appassionato di tutto ciò da cui sgorga sangue: cinema horror (registi preferiti Argento e Romero), letteratura gialla e dell'orrore (autori preferiti Christie, Poe e Lovecraft) e ovviamente i videogiochi del genere (Silent Hill e Resident Evil sopra ogni cosa). Il mio videogioco preferito di sempre è Fahrenheit che ho finito un numero non precisato di volte, da lì scaturisce la mia ammirazione per tutti i lavori di David Cage. La mia "carriera" videoludica è segnata da un marchio da cui non sono mai riuscito a staccarmi: PlayStation! In circa 20 anni di gaming, ho completato più di 800 titoli.

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