Datemi ascolto, voi sacre stirpi, potenti ed umili figli di Heimdall!
Di Odino debbo l’opre narrare, di antiche storie che mi sovvengono.
Con i primi versi della Vǫluspá, la Profezia della Veggente, apro questo spazio dedicato alla cosmogonia, alla teogonia e, in generale, alla mitologia nei videogiochi.
Ogni settimana andremo a tuffarci insieme nelle storie, nelle religioni e nelle leggende che fanno da sfondo alle trame dei videogiochi più interessanti, ma non è tutto: guarderemo anche oltre quest’orizzonte, per spiare dietro le quinte dove, nella maggior parte dei casi, troveremo un sostrato di leggende antiche del nostro mondo.
Ora, so che vi starete chiedendo «Ma perché “La tana dell’Orso“?» , ed è una domanda sacrosanta. Ebbene, come per tutte le leggende della creazione, ci sono varie e molteplici interpretazioni. Potrei dirvi che l’orso rappresenta da sempre uno degli spiriti totemici del Barbaro della 5E, sciamanici e anche magici delle civiltà umane; potrei invece scrivere che, in una forma o nell’altra, l’orso ricorre sempre negli impronunciabili nickname che scelgo di utilizzare; per alcuni, infine, l’orso incarna perfettamente il carattere burbero, scontroso e semi-selvatico dei giocatori che, come me, prediligono il single player rispetto al chiassoso e fastidioso multiplayer.
Mentre aspettiamo di raggiungere il consenso, un po’ come i Geth di Mass Effect, potremmo addentrarci nella fitta, fredda e febbricitante mitologia che permea non soltanto la serie videoludica dedicata a Max Payne, ma anche gran parte delle pagine della –pregevolissima– graphic novel, ispirata allo stile di Frank Miller, che ci accompagna lungo tutto questo doloroso e allucinato cammino in bullet time.
Il surreale e sanguinoso percorso di Max Payne è letteralmente immerso nella mitologia nordica; si va dagli elementi più evidenti e palesi, come ad esempio il Progetto Valhallla –che di sicuro non si riferirà a Giove Pluvio, insomma!-, fino alle venature più nascoste e profonde, che magari vengono colte soltanto dagli appassionati. Cercheremo quindi di scoprire insieme questi collegamenti, e magari rigiocheremo questa serie videoludica con uno sguardo completamente diverso.
Ma perché gli autori del gioco hanno scelto proprio la mitologia norrena? È abbastanza semplice: l’autore della storia e della sceneggiatura dell’intera saga di Max Payne è Sam Lake, lo pseudonimo –nonché la traduzione abbastanza letterale– di Sami Järvi, finlandese di nascita. Lo stesso volto di Max Payne è basato su quello di Sam, che ha recitato perfino nelle graphic novel della serie.
Attenzione: da qui in poi, per ovvi motivi, potrebbero esserci degli spoiler del gioco che, va ricordato, è stato pubblicato nel 2001; dopo 17 anni penso di poter scrivere tranquillamente qualche dettaglio in più, senza timore di rovinare l’esperienza altrui.
All’inizio del terzo millennio una terribile tempesta di neve avvolge New York nella sua gelida morsa. Un ex agente del dipartimento di polizia della città, ora in forze all’antidroga, si staglia in cima a un grattacielo assediato dalla polizia. Parte il flashback che, a tutti gli effetti, è la storia che andremo a giocare d’ora in avanti.
Scopriremo quindi che Max ha lasciato il NYPD e si è trasferito alla DEA quando alcuni criminali, strafatti di una nuova e potentissima droga sintetica chiamata Valchiria, hanno ucciso sua moglie e sua figlia, di pochi mesi d’età. Con l’aiuto degli amici e colleghi Alex Balder e B.B., Max si infiltra nel clan mafioso dei Puncinello, e indaga per risalire ai responsabili del duplice quanto efferato omicidio.
Tra mafia italo-americana, criminalità russa, corporazioni, trame politiche, tradimenti, stragi e una pioggia di pallottole al rallentatore, Max sprofonderà in un viaggio onirico verso l’inferno, in un paesaggio urbano diventato una gelida landa inospitale, striata dalle poche luci delle volanti e dalla verde luminescenza della droga sintetica, la Valchiria, che è un po’ il filo conduttore della trama, insieme agli intrighi e ai complotti.
Nel corso dell’indagine, Max Payne scoprirà che la moglie si era imbattuta, quasi per caso (o forse no…), nel Progetto Valhalla: un programma governativo volto al potenziamento di soldati tramite l’utilizzo di sostanze artificiali.
Top Secret. Progetto Valhalla. Esercito degli Stati Uniti. YGGDRASIL Network. Valhalla: l’oltretomba nella mitologia nordica in cui i guerrieri più valorosi passavano il resto della loro esistenza festeggiando e combattendo senza tregua; le loro ferite si rimarginavano miracolosamente ogni notte. Valchirie: le vergini che sceglievano i guerrieri vichinghi più valorosi e poi li portavano nel Valhalla. 1991. Lo scopo del progetto è di creare una sostanza chimica capace di aumentare il coraggio e la resistenza delle truppe di terra. 1995. Risultati insoddisfacenti. Progetto annullato.
Max: “Qualcuno doveva aver continuato la ricerca senza autorizzazione.”
In pieno stile noir, viene deciso che Michelle, la moglie di Max, ormai sa troppo e quindi va messa a tacere. E quale modo migliore di farlo, se non con i soggetti del progetto stesso?
Il Progetto Valhalla, quindi, rappresenta il casus belli, il motivo che ha scatenato la tremenda vendetta del protagonista, ma anche –indirettamente– l’arma del delitto.
Ma perché si chiama proprio così? Nella mitologia norrena, come ben sappiamo ormai tutti, il Valhalla (Valhǫll) è il palazzo di Asgard che funge da residenza per gli einherjar, i guerrieri morti valorosamente in battaglia, destinati ad addestrarsi e a banchettare con cinghiale, idromele e birra fino all’arrivo della battaglia finale, il Ragnarok, in cui saranno al fianco di Odino contro i Giganti.
In realtà, a voler essere pignoli, soltanto metà dei valorosi caduti in battaglia vengono presi dalle Valchirie e trasportati nel Valhalla; l’altra metà finisce nelle sale di Sessrúmnir, nei campi celesti di Fólkvangr, sotto il dominio di Freyja, dea della fertilità, della bellezza, dell’amore, del sesso, della magia, della guerra e della morte. Anzi, è proprio Freyja a compiere la prima scelta, mentre a Odino spetta la restante metà.
Tornando a noi, chiamare Valhalla questo progetto ha probabilmente un certo intento ironico, visto che in realtà chi assume la droga Valchiria è più simile a uno zombie che a un essere umano: agisce come un animale, sembra non percepire il dolore e ha scarsissime facoltà intellettuali, essendo in uno stato che oscilla tra la follia, la furia omicida e le allucinazioni.
Uno dei pilastri del peculiare rapporto tra Max Payne e la mitologia norrena, la droga sintetica Valchiria (Valkyr nel gioco in inglese) rappresenta un filo conduttore color verde acido, che lega un evento a quello successivo.
I soggetti di prova del Progetto Valhalla erano quei maledetti sbandati che avevano ucciso le persone che più amavo. Il resto era stato solo un conteggio di cadaveri. Tutto puntava a lei. La signora Valchiria.
La Valchiria, ovviamente, si riferisce alle fanciulle alate che, dopo la prima scelta di Freyja, portano i restanti valorosi nelle sale del Valhalla. Anche qui l’intento ironico è abbastanza chiaro: la droga omonima, invece di essere una fanciulla alata che porta chi la assume nel paradiso dei guerrieri, si è rivelata –citando lo stesso Max Payne– «una demonica via di sola andata per l’Inferno».
Ma c’è anche un’altra sfaccettatura, che vedremo tra non molto.
No, l’Aesir Corporation non è la compagnia di idraulici di Tucson, Arizona –che esiste davvero, controllate pure-, ma è la classica corporazione malvagia collusa con frange corrotte del governo, ed è la compagnia che produce la droga Valchiria. Un po’ un cliché, forse, ma poi vedremo perché, in realtà, è un nome che calza a pennello nella trama di Max Payne.
Una particolarità: il motto dell’azienda è “A bit closer to heaven“, un po’ più vicini al paradiso o al cielo. Già, perché nella mitologia nordica gli Aesir, in soldoni, sono gli dèi del cielo e rappresentano una delle due fazioni del pantheon norreno, dove l’altra è costituita dai Vanir, divinità della terra.
Una curiosità: Odino appartiene alla stirpe degli Aesir, così come ad esempio Thor, mentre invece Freyja, di cui parlavamo poc’anzi, fa parte dei Vanir; questa, però, viene dapprima presa come ostaggio dagli Aesir a garanzia della pace tra le due fazioni, e poi assimilata negli stessi Aesir.
Perché può essere importante? Lo scopriremo tra poco.
A capo della Aesir Corporation c’è una donna, Nicole Horne che, in modo peculiare, nella graphic novel in-game viene chiamata “la regina degli inferi“.
Chi era la regina degli inferi, nella mitologia nordica? Nient’altri che Hel, regina di Helheim (“la casa di Hel“), cioè l’oltretomba in cui finiscono quelli che muoiono in modo disonorevole, di malattia o semplicemente di vecchiaia. Un dettaglio: Nicole Horne appare rugosa e avvizzita, e metà del corpo di Hel appariva come decomposto.
Secondo un’altra teoria, il nome di Horne si riferisce al Gjallarhorn, il corno di Heimdallr che risuonerà all’alba del Ragnarok, per radunare gli dèi per la battaglia finale, oppure al triplo corno (potorio) di Odino.
Potrebbe anche rappresentare la controparte femminile di Odino, cioè la stessa Freyja?
Non lo sappiamo, ma alcuni elementi potrebbero essere interpretati in tal senso.
Alfred Woden è un senatore degli Stati Uniti, nonché membro influente della Cerchia Interna, una società segreta di stampo massonico che controlla parzialmente sia il governo federale sia la criminalità newyorkese, e di cui fa parte anche la Horne.
Precedentemente coinvolto nel Progetto Valhalla, Woden ora è la nemesi di Nicole Horne, tanto da arrivare a leakare informazioni sul Progetto Valhalla a Michelle Payne, per manipolare Max e fargli uccidere diversi rivali nella Cerchia Interna, inclusa la Horne, con l’obiettivo di prendere il controllo della società segreta.
Quali sono le peculiarità di Woden? È o aspira a diventare il capo della società segreta di cui fa parte, è una preziosa fonte di informazioni, e in più ha un occhio solo.
Chi altri ha queste caratteristiche? Odino che, nella sua versione anglosassone, si chiama proprio Woden. Anche Odino ha un solo occhio, rappresenta una preziosissima fonte di conoscenza e informazioni, ed è a capo degli Aesir del pantheon norreno.
Odino aveva ceduto uno dei suoi occhi in cambio della conoscenza suprema, ricevuta dal gigante onnisciente Mímir; non si sa come Alfred abbia perso il suo, ma il parallelismo qui è piuttosto evidente.
C’è da notare che Candy Dawn, prostituta piuttosto amichevole nei confronti della famiglia Puncinello, nonché l’unica donna direttamente uccisa da Max Payne (almeno nel primo capitolo della serie), lo chiama “One-eyed Alfred“. Candy è anche la co-protagonista delle registrazioni scottanti con cui la Horne ricattava Alfred.
“Nella terra dei ciechi, l’uomo con un solo occhio è re.” – Max Payne
A proposito del nome, Alfred: Ælfred, in sassone, significa “consigliato dagli elfi” o “consiglio degli elfi“. Nella mitologia nordica, a capo del regno degli elfi, Álfheimr, siede Freyr, che è il fratello gemello della Freyja di cui si parlava in precedenza.
Vi scoppia la testa? Riassumendo, ecco l’ulteriore chiave di lettura di cui scrivevo poc’anzi: proprio come le fanciulle alate, la droga Valchiria, a tutti gli effetti, trasformava i soggetti nei guerrieri di Odino – Woden, prima che Hel – Horne s’impossessasse del progetto e lo riavviasse in gran segreto.
Amico e partner di Max Payne, Alex Balder ha vita breve all’interno del gioco: l’altro elemento del trio, B.B., organizza un incontro segreto per discutere delle recenti indagini, ma al termine della conversazione Alex viene ucciso da un killer non meglio identificato, e Max viene incolpato per la morte dell’amico.
Gli appassionati di mitologia norrena avranno già capito: Balder, il cognome di Alex, è un chiaro riferimento a Baldr o Baldur, dio della benevolenza e della speranza, ucciso involontariamente dal fratello cieco Hǫðr, ingannato da Loki. Quest’ultimo, il dio dell’inganno e del raggiro, verrà bandito dagli altri dèi, e inizierà a covare un tale risentimento che lo porterà a scatenare il cosiddetto Crepuscolo degli Dèi o, più correttamente, il Fato degli Dèi: il Ragnarok, appunto.
Anche nel videogame la morte di (Alex) Balder è un episodio scatenante, che spingerà Max Payne oltre il bordo del precipizio su cui era stato portato dall’uccisione della sua famiglia.
Qui abbiamo un altro spoiler medio – grande.
Dopo diverse indagini personali, e dopo tante, tante, tante pallottole, scopriremo l’identità del killer misterioso di Alex Balder: proprio B.B., amico sia della vittima sia di Max. Verremo a scoprire che questo bel tomo lavorava per la Aesir Corporation e quindi per Nicole Horne… e poi lo faremo secco, per vendicare la morte di Alex.
Non sappiamo molto della vita di B.B. prima di essere corrotto dalla Aesir Corporation, se non che è un agente della DEA e che indossa sempre degli occhiali da sole. Questo aspetto potrebbe essere un riferimento a Hǫðr, proprio il dio cieco che uccide il fratello Baldr dopo essere stato ingannato da Loki. B.B., sempre indossando i suoi occhiali da sole, uccide l’amico Balder dopo essere stato corrotto, presumibilmente, dalla Aesir Corporation.
Uno dei miei personaggi preferiti di tutta la saga: anch’egli appassionato di mitologia norrena, tanto da chiamare RagnaRock il suo inquietante club gotico.
Come noi italiani sappiamo bene, Lupino significa “piccolo lupo”, e lo stesso Jack si è dato l’appellativo di “Lupo Fenris“. Ora, come certamente saprete già, Fenris / Fenrir è il lupo dell’apocalisse: il ferino e gigantesco figlio di Loki che sarà uno dei protagonisti del Ragnarok.
Oltre a uccidere lo stesso Odino, a Fenrir vengono attribuiti anche altri eventi principali della fine del mondo; secondo alcune fonti sarà lui stesso a divorare il sole e la luna, in altre quest’atto viene compiuto dai suoi figli; secondo altre interpretazioni sarà Fenrir stesso (e non Garmr, un altro lupo leggendario) a combattere con Tyr, il dio della guerra, di cui aveva già assaggiato le carni in passato: non è un caso se Tyr abbia una sola mano. Odino verrà vendicato da suo figlio, Víðarr, che per l’appunto è il silenzioso dio della vendetta, nonché uno dei pochi a sopravvivere al Ragnarok.
“Ho assaporato la carne degli angeli decaduti. Ho assaggiato il sangue verde del demonio: scorre nelle mie vene! Ho visto oltre il mondo della carne, l’intera architettura di sangue e ossa. La morte sta arrivando! Sarà presto fra noi, con l’Inferno al suo seguito! Ecco l’alba dell’eterno inverno. Sono pronto per diventare suo figlio!” – Jack Lupino
Il grassetto riguarda un punto di cui parleremo più avanti. Di Jack Lupino non basta una citazione: vi riporto il tratto del fotoromanzo che lo riguarda. È maniacalmente inquietante, e quindi bellissimo.
L’oscuro, demoniaco e creepy-as-hell locale notturno di Jack Lupino.
Il riferimento a quello che viene –impropriamente– chiamato Crepuscolo degli Dèi è lampante: Jack Lupino era convinto che fosse vicina la fine del mondo, e quindi ha dato al suo locale il nome della battaglia finale tra Luce e Ordine contro Tenebra e Caos, in cui il mondo (e i Nove Regni) verrà distrutto e rigenerato, dando inizio a un nuovo ciclo.
È curioso come sia previsto che Baldr (Alex Balder) e Hǫðr (B.B.) tornino in vita, ereditando i poteri dei genitori divini, insieme ai figli di Odino, Viðarr e Váli, e ai figli di Thor, Móði e Magni. L’umanità, a quel punto, verrà rigenerata da una nuova coppia originaria: Líf e Lífþrasir, in sostanza degli Adamo ed Eva post-apocalittici.
Il gioco è ambientato durante la peggior tempesta di neve mai vista a New York, che non accenna a smettere. Jack Lupino, inoltre, parla esplicitamente dell’alba dell’eterno inverno: il Fimbulvetr, cioè il rigido, lungo inverno che precede il Ragnarok.
Un’altra connessione piuttosto lampante: Max Payne incontra Woden – Odino in un edificio che richiama in modo esplicito Ásgarðr, letteralmente “la residenza degli Aesir“.
Si tratta di un reame completamente separato dal mondo dei mortali, Miðgarðr, se non per il sottile ponte dell’arcobaleno, il Bifrǫst, sorvegliato da Heimdallr.
La rete informatica militare che incontriamo nel gioco si chiama YGGDRASIL.
Yggdrasill, però, è anche il nome del titanico albero di frassino che si trova al centro del cosmo, e che sorregge tutti i nove mondi o Reami. Tre delle radici di Yggdrasill si abbeverano in altrettanti mondi: una ad Ásgarðr (Reame degli Aesir), una a Miðgarðr (Reame dei Mortali), e l’altra a Helheim (Reame dei Morti).
Oltre a questi tre mondi, tra le fronde di Yggdrasill trovano posto anche il Reame degli Elfi (Álfheimr) di cui abbiamo già parlato, il Reame dei Nani (Niðavellir), quello dei Giganti (Jötunheimr), la Casa dei Vanir (Vanaheimr), il Reame dei Ghiacci (Niflheimr) e il Reame del Fuoco (Múspellsheimr).
Da qui in poi i riferimenti si fanno un po’ più oscuri e, forse, stiracchiati, ma ho deciso di illustrarveli ugualmente per completezza d’informazione. E anche per farvi vedere, cari lettori, fino a che punto ci si può spingere con del sano over-thinking e un po’ di tempo libero!
Mona Sax presenta sé stessa come la gemella malvagia di Lisa, e sappiamo che Lisa è la moglie di Don Angelo, capo della famiglia Puncinello.
Appare subito chiaro che Mona e Lisa siano degli omaggi alla Monna Lisa (Mona Lisa in inglese) dipinta da Leonardo Da Vinci, ma c’è un altro possibile significato dietro i nomi delle due gemelle.
Lysa, secondo i vocabolari di Norreno antico che ho consultato, significa “albeggiare“, “illuminare“, e il Sax invece è un lungo coltello o una corta spada. Forse simboleggiano il Bene e il Male?
Quasi certamente Mona non è un insulto dialettale, ma non ho trovato particolari collegamenti con le lingue norrene; se a qualcuno dei lettori dovesse venire in mente un significato che a me è sfuggito, sarò lieto di aggiungerlo.
Nel corso della partita possiamo vedere, abbastanza spesso, le notizie riportate da una reporter del New York News Network, che a volte si occupa anche di meteo.
Ebbene, Kyra Silver può essere anagrammato in “Valkyr rise”.
Lo ammetto: in questi ultimi due punti ho giocato un po’ con le parole e ho cercato, per sfizio, dei significati dove probabilmente non ce n’erano; il resto dei riferimenti invece è abbastanza esplicito e certamente voluto dall’autore, Sam Lake – Sami Järvi.
Se cerchiamo al di fuori del primo capitolo della saga di Max Payne, nel fumetto “After the fall” scopriamo che il nonno di Max era solito raccontare al nipote le storie e i miti del mondo greco, come l’Odissea: in un flashback vediamo un giovane Max molto interessato alla mitologia antica.
Un po’ come voi che avete letto fin qui, e per questo vi ringrazio. In bullet time.
Per il momento vi saluto e vi do appuntamento per la prossima settimana!
This post was published on 6 Settembre 2018 16:06
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