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Speciali

Metal Gear Survive – impressioni dalla beta

Ci sono momenti, nella vita di un redattore, in cui scrivere diventa un’impresa dannatamente difficile, in cui è quasi percepibile il peso di ogni singola parola. Perché si, le parole hanno un peso, soprattutto quando ci si accinge a dare le proprie impressioni su uno dei giochi che più hanno infiammato la platea dei videogiocatori. Stiamo parlando, ovviamente, di Metal Gear Survive.

Nei giorni scorsi, come tutti saprete, Konami ha dato la possibilità a chiunque lo desiderasse di provare un piccolo assaggio della sua ultima fatica. Inutile dire che, dopo tanto parlare, non poteva presentarsi occasione migliore per mettere le mani su uno dei titoli più discussi della recente storia videoludica. Proprio per questa ragione, non è assolutamente facile parlare del titolo Konami, perché, per tutta una serie di ragioni che vi spiegheremo, Metal Gear Survive non è un gioco come tutti gli altri.

Metal Gear Survive: una pesante eredità

Iniziamo col chiarire un importantissimo concetto: Metal Gear Survive non è Metal Gear Solid. Può sembrare un concetto banale e scontato, ma una delle principali ragioni dell’odio che circola attorno all’ultimo progetto di Konami è legata alle prime due parole che ne compongono il nome. Questo nuovo Metal Gear è infatti il primo capitolo della serie successivo all’allontanamento di Hideo Kojima, il creatore della saga nonché uno dei game designer più famosi del globo. Siccome la separazione tra Konami e Kojima non è stata esattamente “indolore”, è stato praticamente impossibile, per i gamer di tutto il mondo, non schierarsi, finendo col prendere le parti di Kojima-san. Questo è stato il primo passo della dirompente “campagna social anti-Survive“. L’opinione pubblica si era già schierata: Metal Gear Survive sarebbe stato un pessimo gioco, senza neanche la necessità di provarlo.

Tuttavia, cavalcare l’onda emotiva sarebbe la via più semplice ed ingiusta per valutare un titolo che, in ogni caso, ha tentato di distaccarsi dai suoi illustri predecessori. A tutto questo si aggiunge una corposa dose di curiosità. Metal Gear Survive merita davvero tutto l’odio che gli è stato scagliato contro? È proprio da questa domanda che ha accompagnato la nostra beta di gioco.

Il titolo, come detto in precedenza, non è un Metal Gear Solid. Anzi, non potrebbe esserci un gioco più diverso. Nonostante alcune somiglianze siano palesi ed inevitabili, la beta ci mostra la volontà di scrollarsi da dosso un passato ingombrante. E allora una domanda sorge spontanea.

Che cos’è Metal Gear Survive?

Creiamo il nostro personaggio.

Rispondere a questa domanda non è per niente facile. I contenuti mostrati in questa beta sono limitati al comparto multiplayer. Non è ancora dato sapere in che cosa consisterà il single player di Survive. Da quello che abbiamo potuto vedere, Metal Gear Survive è un’esperienza di gioco a metà strada tra un survival, una modalità orda, ed un tower defense. Ma andiamo con ordine.

La prima attività richiesta dalla beta è quella di creare il nostro personaggio. Le possibilità di personalizzazione sono piuttosto ampie, ma si limitano al solo aspetto fisico. Una volta ultimato il nostro avatar, saremo catapultati nella Staging Area. Questo ambiente asettico è, in pratica, l’hub di gioco, che ci permetterà di gestire praticamente qualsiasi opzione disponibile. Potremo cimentarci nelle missioni disponibili (solo due), potremo imparare i comandi di gioco (operazione praticamente indispensabile), potremo dedicarci al crafting (e ne avremo un disperato bisogno in seguito), oppure potremo organizzare match con altri giocatori.

Quest’area di gioco, nonostante il suo look essenziale e “minimal” (per usare un eufemismo), non risulta subito immediata nell’utilizzo, e richiederà un po’ di tempo per comprendere l’esatta ubicazione delle varie opzioni disponibili.

Tra survival e tower defense

Uno skill three non molto diverso da quanto visto in altri titoli.

Ma andiamo subito al cuore della questione: il gameplay. Una volta avviata la missione, saremo catapultati in un universo distopico, in cui avremo solo due preoccupazioni principali: procurarci il cibo e sopravvivere alle mostruose creature presenti nei dintorni. Inutile sottolineare che, in entrambi i casi, sarà indispensabile raccogliere risorse, tante risorse. Questo aspetto, che ci riporta alla mente il crafting di Fallout 4, è praticamente inedito nella serie, e ci consentirà di creare tutta una serie di oggetti anti-Vaganti. Dalle munizioni alle protezioni, fino ad arrivare a trappole ed ostacoli. Anche un semplice copertone o una cassa di legno potrà risultare vitale per portare a compimento le missioni.

Tornando al gameplay, le missioni presentano vari gradi di difficoltà, ognuno contrassegnato da un livello consigliato. Il cuore dell’esperienza di gioco offerta dalla beta è difendere una scavatrice da ben tre ondate di Vaganti, che saranno attratti dall’energia sprigionata dal macchinario e cercheranno di distruggerlo. Basta poco per rendersi conto che dello stealth, salvo rarissimi casi, non avremo di che farcene. Più che nasconderci, avremo bisogno del modo migliore per sterminare il maggior numero di Vaganti senza essere uccisi. Proprio per questa ragione, spesso ci ritroveremo a correre nella mappa di gioco, alla disperata ricerca di materiali necessari a costruire ostacoli e/o a riempire il nostro caricatore. Non mancheranno i luoghi sopraelevati da cui sparare ai Vaganti. Tutto questo, insieme ad altri elementi come, ad esempio, il conto alla rovescia tra un’ondata e un’altra, non può che ricordarci i giochi tower defense.

Tiriamo le somme

I banchi di lavoro saranno i nostri migliori alleati.

Quanto visto nella beta di Metal Gear Survive, ovviamente, non rappresenta l’esperienza di gioco nella sua totalità. Nonostante questo, però, possiamo farci un’idea di ciò che ci attenderà nel gioco completo. Sarà difficile riuscire a non associare il gioco alla saga creata da Kojima, ma non potremmo trovarci di fronte ad un gioco più diverso da ciò che fu Metal Gear Solid. Survive eredita alcuni moveset di Phantom Pain, il Fox Engine e poco altro. Quello che realmente manca è quell’originalità che ha da sempre contraddistinto ogni Metal Gear. Se prima potevamo parlare del “tocco di Kojima“, ora Konami, per forza di cose, è costretta a inventarsi qualcos’altro. Ebbene, è proprio quel “qualcos’altro” che latita. Il mondo di gioco non riesce a catturare, e ancora meno lo fanno i Vaganti, il cui design non ruba l’occhio.

Il gioco, nonostante tutto, presenta delle buone potenzialità, che rischiano di venire schiacciate non tanto dall’ingombrante nome del progetto, ma dall’assenza di quel quid che ha sempre costituito il marchio di fabbrica di Metal Gear: l‘innovazione. La sensazione è che, nel caso di Survive, Konami abbia voluto ricorrere all'”usato sicuro“. Occorre darci appuntamento al gioco completo, ma nonostante tutto Survive potrebbe non essere il disastro annunciato che la giuria popolare ha decretato essere.

Insomma, riuscirà Metal Gear Survive a sfuggire al triste destino che gli è stato affibbiato? Lo scopriremo il prossimo 22 Febbraio.

This post was published on 27 Gennaio 2018 12:00

Claudio Albero

Nasce a Torre del Greco, una piccola metropoli alle falde del Vesuvio, nei favolosi anni ’80, che già però non avevano più niente di favoloso. Provano ad educarlo con Beatles e musica classica sin dalla più tenera età, ma lui, di tutta risposta, si appassiona all’ heavy metal ed ai videogame , spendendo un piccolo patrimonio in sala giochi, quando queste due parole erano ancora slegate dalle slot machine. Dopo aver mosso i primi passi su Sega Master System II con Alex Kidd, il Super Mario con le orecchie a sventola, si innamora dei platform, degli action/adventure e degli RPG, con particolare attenzione alla saga di Final Fantasy. Inguaribile sognatore con le radici saldamente ancorate nel passato, scopre la sua passione per la scrittura quasi per caso, in uno dei tanti pomeriggi passati tra i corridoi della Facoltà di Giurisprudenza di Napoli, dove si laureerà giusto qualche anno dopo, con una tesi in Diritto d’Autore basata sull’opera multimediale. Dopo aver scritto di attualità e musica su Lacooltura.it , Road TV Italia e Federico TV , approda sui lidi di Player.it , in cui comincia sin da subito ad apprendere e fare domande, guadagnandosi rapidamente il titolo di “ redattore rompiscatole del mese ”. Nonostante sia legatissimo alla grande famiglia di Player, non sono rare alcune sue incursioni su portali come Gameplay Café e Spazio Rock . Musica, videogame, concerti, boardgame, modellismo, fumetti, cinema e serie tv: tanti hobby diversi tra loro, ma collegati da un fil rouge che li unisce tutti: il divertimento . È proprio questo che cerca in un videogame, è proprio questo sentimento che muove le sue dita, ed è sempre il divertimento la sensazione che cerca di infondere nei suoi articoli. Al di fuori del mondo del gaming, indossa giacca e cravatta per mimetizzarsi nel mondo degli avvocati, esercitando la professione forense, con lo scopo di conoscere a fondo le “ regole del gioco ”, nonché di minacciare di far causa a chiunque al minimo pretesto.

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