Anno 1991, la Trecision S.p.A sviluppa una avventura “grafico-testuale”; ad occuparsi della sua pubblicazione nei formati Amiga e Pc-Dos, esclusivamente su territorio italiano, è la Genias: esce Profezia, un avventura-racconto a bivi sviluppata quale fosse un libro interattivo (libri game per i più giovani di voi) che conduce il giocatore lungo una trama che percorre le fantasy lande dell’… Abruzzo.
Si, avete letto bene questa mia breve introduzione, cari lettori: siamo nel 1991, esiste ancora l’Unione Sovietica e si sviluppano ancora giochi per Dos. Immagino che all’epoca questo fosse considerato il futuro, la frontiera del “gaming”. Oggi invece non possiamo che guardare Profezia con il sorriso sul volto, ripensando alla confezione Amiga, rigorosamente in cartone, che ne custodiva all’interno un floppy disk e, udite udite, un manuale di istruzioni.
Sono queste le cose che emozionano ragazzi, come emoziona il fatto che ancor prima dell’inizio del Nuovo Millennio esistesse un videogioco che avesse quale scenario un Medioevo Fantasy costellato di borghi realmente esistenti dell’Abruzzo come Pescasseroli e Capistrello.
La trama risulta piuttosto banale per gente “scafata” (vuol dire vissuta) come noi ma le rappresentazioni grafiche delle location e delle aree esplorabili hanno quel sano gusto Amarcord di “Felliniana memoria” che conferiscono, a un titolo come questo, un fascino tutto suo, alla faccia delle atmosfere da centro europa di The Witcher ; e presto capirete anche perché faccio tale paragone.
Vestendo i panni di un mercenario incaricato di recuperare la Corona Aurea in mano al Duca Attilio, signore del Castello di Capistrello, dovremo evitare come da tradizione fantasy che questo losco individuo la utilizzi per i suoi propositi malvagi.
Ma perché parlo di un gioco simile se è fantasy – e quindi fantastico – e dunque non reale?
Suvvia, dovreste conoscermi ormai, se ne parlo è perché nel corso del gioco avremo modo di esplorare luoghi realmente esistenti come il Valico di Forca d’Acero, il Monte Argatone, il Lago di Scanno oltre che i borghi di Roccasecca e quelli già citati di Capistrello e Pescasseroli, quindi assolutamente in linea con i propositi di promozione del Belpaese tipica di Italy&Videogames.
E allora fa nulla se la ricostruzione di questi paesaggi mozzafiato risulti debitrice del tipico immaginario fantasy (dell’epoca?), i luoghi citati sono reali e la mappa di gioco verosimile e tanto basta per parlare di questi luoghi meravigliosi posti nel polmone verde d’Europa.
Il tutto senza nemmeno tener conto di come questo gioco, all’epoca, era targato come vietato ai minori di 14 anni, visto il tenore dell’avventura… ed è qui che ci ricolleghiamo a The Witcher, perché non è solo Geralt quello che si da da fare a destra e manca con succinte donnine incontrabili a destra e a manca, anche noi avremo il bel da fare nelle lande dell’amore abruzzese: chiedete ad Annalisa se non mi credete.
Io intanto cercherò di procurarmi questa piccola perla “paesana” e a voi consiglio di fare altrettanto, non fosse per provare qualcosa di vecchio e datato quale un buon vino. Magari è inacidito, magari è invecchiato benissimo.