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Jackie Chan Stuntmaster: Jackie alla conquista di Playstation

Jackie Chan Stuntmaster è un videogioco del 2000 (sono passati già diciotto anni, sigh), uno degli ultimi titoli che all’epoca potemmo acquistare su Playstation. Il gioco è stato pubblicato da Midway e sviluppato da Radical Entertainment. Stuntmaster è esattamente ciò che ci aspetteremmo da un videogioco con protagonista il simpatico attore di Hong Kong: un picchiaduro in terza persona con mirabolanti inseguimenti e fasi platform.

I suoi film, d’altronde, erano questo: un mix coinvolgente e dissacrante di calci e acrobazie. Molti di noi hanno attraversato la fase dei film sulle arti marziali che avevano, bene o male, un numero ristretto di attori a disposizione: Steven Seagal, Jean-Claude Van Damme, Chuck Norris e, appunto, Jackie Chan. I suoi film, però, erano molto diversi concedendosi anche una forte virata verso il genere comedy.

Se vi siete persi gli articoli precedenti dedicati al retrogaming potrete ritrovarli comodamente tutti a questo link. Troverete Final Fantasy, Resident Evil, Silent Hill e molte altre chicche raccolte solo per voi!

Jackie Chan alla ricerca del nonno rapito

La trama di Jackie Chan Stuntmaster non era da spellarsi le mani per gli applausi. Un giorno, il nonno di Jackie viene rapito da dei loschi figuri appartenenti alla malavita newyorkese. Il nostro piccolo grande eroe parte alla ricerca del vecchietto e si dovrà fare strada a suon di calci volanti e sgabellate. Fine. La storia si tratta di un mero espediente per spianare la strada a un gameplay divertente e molto fluido per quei tempi.

In quel periodo, io e mio fratello eravamo assuefatti dai film con Jean-Claude Van Damme e Jackie Chan. Potete immaginare il mio stupore quando vidi in vendita un videogioco che riportava nel titolo il nome dell’attore di Rush Hour e Mr. Nice Guy. Non era certo la norma un’operazione commerciale di quel tipo. Mi fiondai su quel titolo e fu una delle scelte migliori della mia vita.

Va sottolineato che Jackie Chan non prestò solo il nome e il volto, ma tutto se stesso, in tutti i sensi. Ciò che sorprendeva di quel gioco era la fluidità e la verosimiglianza con le mosse del famoso attore e stuntman. Ciò dipese dal fatto che Jackie non fornì solo la voce, ma effettuò anche sezioni di motion capture. Nonostante la sua grafica invecchiata non benissimo e piuttosto cartoon, i movimenti erano davvero precisi e sembravano autentici. Mentre si combatteva e si saltava, sembrava di controllare il vero Jackie.

Colpo grosso su Playstation

Jackie Chan Stuntmaster può essere lodato sotto molti aspetti, ma i principali fattori del successo del gioco erano rappresentati dal grandissimo lavoro effettuato dal punto di vista del level design e del sistema di combattimento. Nonostante il gioco potesse apparire a prima vista come un semplice tentativo di sfruttare la popolarità del protagonista, controller alla mano ci trovammo di fronte a un titolo con un sistema di combattimento sorprendentemente profondo che rifletteva lo sforzo profuso nel progettarlo.

C’erano solo due pulsanti di attacco, un pugno e un calcio, ma questi potevano anche essere combinati per eseguire combo acrobatiche, compresi attacchi in tuffo e aerei. Nonostante ci fossero solo due pulsanti per l’attacco, la sensazione era quella di grandissima varietà perché le combinazioni offrivano tante soluzioni tutte da sfruttare adeguatamente in base al nemico che si frapponeva al mitico Jackie e al numero di avversari pronti a farci le scarpe. Jackie, inoltre, poteva usare l’ambiente a proprio vantaggio, un po’ come avveniva e avviene tuttora nei suoi film. Qualsiasi oggetto può diventare pericoloso tra le sue mani o i suoi piedi, grazie alle sue incredibili doti funambolesche. Era possibile offendere i nemici utilizzando tavoli, sedie, scatole, scope, piante, persino pesci. Il tutto corredava il gioco di una forte componente umoristica.

Il personaggio recuperava salute raccogliendo latte e cartoni di cibo cinese. Mantenere piena la barra della vita non era sempre un compito facile. I nemici erano abbastanza facili da sconfiggere in combattimenti uno contro uno, ma avevano l’abitudine di accerchiarci e attaccarci tutti insieme. Con il loro alto numero, potevano diventare una grossa gatta da pelare.

I livelli erano ben concepiti e offrivano molteplici percorsi per il completamento e aree segrete, che ai tempi rappresentavano la norma. La sfida era anche abbastanza alta e aumentava di livello in livello. Trovare un’area segreta ci ricompensava con power-up, vite extra, cibo curativo e collezionabili. Il gioco ci spingeva ad andare sempre più su quando era possibile e a cercare zone nascoste. Jackie Chan non è certo tipo da strada facile e lineare. Un buon incentivo per intraprendere il percorso più difficile attraverso i livelli era il ritrovamento di teste di drago rosse che sbloccavano bonus e materiale di making of.

Come detto, c’era un sacco di umorismo nel gioco, anche in linea con lo stile della cinematografia dell’attore cinese. Jackie Chan Stuntmaster non voleva prendersi troppo sul serio, un esempio  lampante erano i boss, tutti assolutamente ridicoli e fuori di testa. Un clown boxeur che vive nelle fogne e un nostalgico degli anni ’70 che combatte ballando disco music sui tetti possono bastare come esempi.

Jackie Chan Stuntmaster non rientrerebbe, forse, in una top ten dei migliori videogiochi usciti sulla prima console Sony, non per suoi demeriti, ma per una concorrenza davvero troppo ricca e agguerrita, tuttavia era un gioco di spessore e divertentissimo da giocare, con un protagonista iconico e uno stile inconfondibile.

This post was published on 3 Agosto 2018 12:20

Michele Longobardi

Laureato in Lettere moderne, scopro la passione per il giornalismo quasi per caso. I videogiochi sono il mio più grande amore e così decido di coniugare le due cose. Il giornalismo videoludico diventa la mia forma finale. Per me i videogiochi sono una forma d'arte e guai a dirmi il contrario. Appassionato di tutto ciò da cui sgorga sangue: cinema horror (registi preferiti Argento e Romero), letteratura gialla e dell'orrore (autori preferiti Christie, Poe e Lovecraft) e ovviamente i videogiochi del genere (Silent Hill e Resident Evil sopra ogni cosa). Il mio videogioco preferito di sempre è Fahrenheit che ho finito un numero non precisato di volte, da lì scaturisce la mia ammirazione per tutti i lavori di David Cage. La mia "carriera" videoludica è segnata da un marchio da cui non sono mai riuscito a staccarmi: PlayStation! In circa 20 anni di gaming, ho completato più di 800 titoli.

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