Oggi parliamo di Occultus: Cabala Mediterranea, un’avventura grafica molto interessante prodotta nel 2016 dalla IV Production e sviluppata da Sylphe Labs.
La prima cosa che di questo titolo colpisce è la sua “grafica“, se così può essere definita. Rimango infatti sempre interdetto sul poter-dover identificare illustrazioni, seppur di altissima qualità, con un termine come grafica; resta che sono fenomenali e che è difficile non avere un sussulto alla loro vista. Molto difficile.
La seconda cosa che colpisce è che queste si ispirano enormemente a località realmente esistenti del capoluogo della Sicilia: Palermo. Facciamo però un passo indietro poiché immagino non tutti conoscano questo gioco.
La trama è di per se molto semplice: inizio del XX secolo (si scrive cosi, si legge Novecento), una lettera del nonno antiquario chiede di vederci. Il tema dell’incontro sarà una maledizione che sembra affliggere la nostra famiglia. Giunti sul posto per parlare col nostro venerando parente scopriremo della sua scompara: un rapimento a giudicare dalle condizioni in cui troveremo il suo negozio.
Qui inizia la nostra avventura che ci porterà ad investigare per le vie in una Palermo avvolta dalle nebbie dell’occulto e dal misticismo. Tra cimiteri, chiese e sotterranei, villini dalla fama sinistra e leggende che sussurrano il nome di una antica setta di giustizieri attiva nel XII secolo: i Beati Paoli.
Le location che ci troveremo a visitare – come anticipato poco fa – sono ispirate a luoghi realmente esistenti del capoluogo siculo, anche se gli autori hanno preferito evitare il totale realismo e donarvi nomi nuovi, con molta probabilità per avere carta bianca sulle “licenze narrative” che volevano prendersi: ecco quindi che le chiesa di Santa Maria della Catena e San Domenico si fondono insieme, creando la Chiesa di San Giorgio.
Tutt’altro paio di maniche invece per l’esterno del Circolo nobiliare che riprende abbastanza fedelmente le fattezze del Villino Florio, cosi come il cimitero e le gallerie sotterranee che nonostante subiscano un restyle, riprendono comunque elementi tratti dai cimiteri di Rotoli e di Sant’Orsola, oltre che dai cunicoli dei Qanat, il sistema di trasporto idrico di origine arabo-persiana.
Insomma, se siete appassionati di punta e clicca e quello che volete è un po’ di italianità – di quella positiva, non di quella negativa che ultimamente infesta l’aere – dovete assolutamente provare Occultus: Cabala Mediterranea.
Non siete ancora convinti? Eccone un assaggio, poi ditemi.