Continua la nostra rubrica settimanale #venerdìoldies dedicata al retrogame.
Se vi siete persi gli articoli precedenti dedicati al retrogaming potrete ritrovarli comodamente tutti a questo link. Troverete Final Fantasy, Resident Evil, Silent Hill e molte altre chicche raccolte solo per voi!
Nella vita bisogna essere sinceri. Alzi la mano chi davvero conosce e ricorda la storia di DOOM. Certo, tutti sappiamo che era ambientato su Marte e che dopo il classico “incidente” con i portali orde di mostri e creature aberranti avrebbero provato ad impedirci di andare avanti. Ma avanti verso dove? Con quale scopo? Se esiste un gioco che realmente rispecchia il detto: “Il viaggio è più importante della meta“, questo è DOOM. In DOOM infatti non conta dove devi andare, o cosa devi fare, quello che conta davvero è massacrare quei fotutti mostri prima che loro massacrino te.
Iniziamo con il dire che siamo nei panni di un perfetto mister nessuno. Un marine spaziale, “Flynn Taggart” secondo i romanzi, ma per noi appassionati duri e puri solamente Doomguy (il ragazzo di DOOM). Spediti su Marte dopo aver commesso insubordinazione verso un ufficiale che ci aveva ordinato di sparare su alcuni civili disarmati. Costretti a lavorare per la Union Aerospace Corporation verremo ben presto mandati a indagare su un terribile incidente a seguito di esperimenti militari sulla tecnologia del teletrasporto tra le lune Phobos e Deimos. Giunti sul posto per scoprire cosa sia successo, a noi toccherà l’ingrato compito di restare fuori dalla struttura per mantenere vive le comunicazioni con Marte. Ben presto però, i collegamenti con la nostra squadra si interromperanno, dando inizio a DOOM.
La parte di storytelling finisce qui, perché non appena varcata la soglia della base, quello che ci troveremo davanti, saranno solo cadaveri, mostri, sangue e armi. Tre episodi, otto livelli per ogni episodio, più un quadro bonus. Un ritmo di azione frenetico, con mostri che ci assalgono letteralmente da tutte le parti. Una scelta narrativa decisamente snella e d’altronde la posizione della mente di DOOM, John Carmack, rispetto alla funzione della trama nei videogiochi, è sempre stata abbastanza chiara: “La trama nei videogiochi è come quella nei film porno. Tutti si aspettano che ci sia, ma non è poi così importante”. Per rendersi conto di quanto abbia sbagliato, basta vedere cosa hanno realizzato grazie alla trama quelli di Half Life.
A essere onesti, la trama doveva essere molto più elaborata di come poi non fu. Il direttore creativo Tom Hall, scrisse addiruttra la DOOM bible, una sceneggiatura degna di un film di fantascienza, con più protagonisti giocabili e la possibilità di andare e venire dall’inferno. John Carmack non approvò questa storia, proprio per i motivi di cui sopra. Alla fine i tre livelli di DOOM divennero: Knee-Deep in the Dead ambientato nei laboratori della UAC, alla fine dei quali, attraverso un portale finiamo su Deimos. Qui inizia Shores of Hell dove le installazioni sono già invase dalla “teconologia” demoniaca. Alla fine di questo episodio scopriamo che la luna è sospesa sopra l’inferno ed è per questo che è scomparsa. Una volta scesi sulla superficie ha inizio Inferno il capitolo finale, al termine del quale, se riusciremo a sconfiggere il boss finale, potremo usare il portale che ci riporta sulla Terra, dimostrandoci “troppo duri perché l’Inferno ci contenga”.
Secondo alcune stime, DOOM è stato il software più popolare di tutto il 1995, e si pensa che sia stato installato su più PC dello stesso sistema operativo Windows 95. Il titolo, lanciato nel 1993, è diventato così popolare e iconico, da spingere la stessa Microsoft a valutare l’acquisizione della Id Software, la casa che lo aveva realizzato. Alla fine, Bill Gates decise di far creare alla sua azienda una versione di DOOM per il suo sistema operativo. Per pubblicizzare la cosa fu creato un filmato nel quale lui stesso era in un livello di DOOM con tanto di fucile. Il video serviva a promuovere le potenzialità gaming delle nuove DirectX.
In principio era Wolfenstein 3D, realizzato dalla stessa Id software e considerato il primo vero FPS della storia. Mentre tutto il team di lavoro era all’opera sul secondo capitolo di Wolf 3D, il solo Carmack si chiuse a lavorare a questo progetto secondario, realizzando fondali, scenari, texture. L’idea era quella di creare un videogioco che potesse sfruttare il franchise commerciale del film Aliens. Le trattative con la 20th Century Fox andarono avanti per un po’ finché il team di sviluppo decise di abbandonare tutto per lasciare spazio alla creatività dei suoi sviluppatori. Il nome stesso del gioco ha un’origine cinematografica. Il titolo viene pronunciato da Tom Cruise nel film: “Il colore dei soldi” quando risponde “DOOM” alla domanda su cosa ci sia nella sua valigetta con la stecca da biliardo. Il fucile a canne mozze e la motosega, sono armi inserite nel gioco in onore di Ash della serie di film “La casa“.
Secondo quanto riportato dagli stessi sviluppatori, l’idea del portale dal quale escono mostri aberranti e demoni sarebbe venuta agli stessi dopo una partita a Dungeons & Dragons. La campagna che stavano conducendo tra amici finì infatti con l’apertura di un portale che permise un’invasione demoniaca, quale migliore spunto per uno dei videogiochi più famosi della storia? Anche nei mostri che possiamo trovare in giro per le mappe l’influenza di D&D è forte. Per chi non lo avesse notato, il cacodemone è infatti palesemente ispirato al famoso beholder. La testa però è stata presa da un’altro mostro del famoso gioco fantasy, il terrore astrale! Una serie di “citazioni” che confermano l’importanza del più famoso gioco di ruolo di tutti i tempi in DOOM.
I livelli di DOOM erano ricchi di citazioni ed easter eggs. A distanza di anni, per molti di noi, è letteralmente impossibile dimenticare i due codici IDDQD e IDKFA. Codici che avevano la funzione di sbloccare vita infinita e tutte le armi con munizioni infinite. Il ritmo frenetico poi, rendeva DOOM un gioco tutt’altro che semplice. I nemici sempre in agguato ci obbligavano a spostarci repentinamente da un punto all’altro della mappa. Ovviamente cercando di scaricare più munizioni possibili senza essere colpiti. Quello che però rese veramente celebre questo titolo fu il riuscito mix di azione, musiche rock e metal, sangue e orde di mostri, ai limiti della follia. DOOM era un gioco veramente esasperato e questa pazzia lo ha reso uno dei giochi più popolari e copiati di tutti i tempi.
This post was published on 29 Dicembre 2017 13:00
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