Magari è Natale e volete fare un regalo, oppure ve lo fate da soli perché siete tra quelli che odiano ricevere cose anche leggermente diverse da come ve le aspettavate. Oppure siete neofiti del gioco di ruolo, è la vostra prima sessione ed il master vi ha obbligato a portare dei dadi tutti vostri.
Oppure, più semplicemente, avete l’ossessione del collezionare poliedri in quantità infinite.
Qualunque sia il motivo per cui avete bisogno di acquistare dei dadi, Player.it vi viene in soccorso con una guida per selezionare al meglio un set di dadi poliedrici per il gioco di ruolo.
Terremo in conto i fattori più importanti che, secondo noi, vi porteranno ad una scrematura naturale della miriade (davvero, non potete capire quanti tipi di dadi ci siano al mondo) di possibilità a disposizione. Ai miei tempi® si andava nel negozio specializzato di fiducia, si guardava ciò che c’era sullo scaffale o al massimo, per i più all’avanguardia, si poteva ordinare qualcosa da cataloghi cartacei o digitali, e basta.
Un pochino mi manca quel periodo, in cui dovevi fare una selezione tra due set, tre al massimo, non trenta perché, a forza di girare per i cataloghi dei negozi online, hai aperto quaranta pagine nel browser per tenerti a mente i set più interessanti.
Ma cominciamo.
Leggi anche: I dadi come il Martini, shakerati non mescolati
Da qui, probabilmente, inizierete a fare la divisione più grande in termini di sottoinsiemi di dadi. Principalmente esistono due tipi di materiali con cui i dadi vengono costruiti: metallo e plastica.
I vantaggi e svantaggi sono abbastanza ovvi. Il metallo è più resistente, esteticamente risulta se non altro molto apprezzabile perché dotato di lucentezza (anche se trovo il metallo opaco decisamente più sexy), e la soddisfazione nel tirare un d20 di metallo per confermare un critico è qualcosa di raro. Sempre che non abbiate un tavolo di vetro. Già, perché i dadi di metallo, oltre a fare un rumore infernale, sono ovviamente più devastanti quando rotolano.
D’altro lato, vista la resistenza del materiale, i set di dadi in metallo sono prodotti con rifiniture tendenzialmente più elaborate, e risultano esteticamente più pregevoli ed “eclettici”, per così dire.
I dadi in plastica sono più pratici, pesano meno, sono più comodi da portare in giro e grazie alla loro consistenza possono essere colorati in modo molto più fantasioso dall’effetto marmo, glitter, oppure arcobaleno. Non rischiano di rovinare nulla anche se scagliati con una velocità siderale in preda alla furia omicida per l’ennesimo tiro fallito. Ovviamente manca tutta la soddisfazione del metallo da tenere in mano e, per quanto elaborati, difficilmente batteranno in estetica quelli di metallo.
Infine il prezzo. I dadi in metallo costano in media dai trenta ai cinquanta euro, ma possono lievitare fino all’infinito. I dadi in plastica li trovate a prezzi ridicoli, soprattutto se vi capita di incappare in giro per il web nelle sacche stock con centinaia di dadi che potete portare via anche a meno di venti euro.
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I dadi sono fondamentalmente estetica, perché se ne dovessimo valutare solo il rapporto praticità/prezzo non faremmo altro che consigliarvi i dadi più economici in plastica, e finita lì.
Ma noi siamo edonisti del gioco di ruolo, e come tali ragioniamo.
L’aspetto estetico del dado è molto più importante di quanto sembri. Un dado coloratissimo è sicuramente più bello da vedere sul tavolo, ma sarà probabilmente più difficile da leggere. Un dado sobrio, magari mono colore, è meno appariscente, ma sarà più leggibile.
Quindi, per quanto riguarda l’estetica dovrete guardare per assurdo la praticità.
Siete delle talpe? Siete daltonici? Giocate spesso a lume di candela o in penombra? Non volete perdere tempo a capire se avete tirato un 6 o un 9? Scegliete dadi mono colore con i numeri in forte contrasto. Avete un animo da artista? Amate modificare il vostro set andando a pescare tra tutti i dadi della vostra collezione per formare il miglior assetto cromatico? Siete tra quelli che fanno a gara con i compagni di gioco per portare, di tanto in tanto, il set più bello di tutti? Andate di colore e fregatevene della leggibilità. Potreste sempre farvi dare una mano da qualcuno, ed è anche un buon modo per imbrogliare in modo credibile, perché se il dado è un caleidoscopio di colori è difficile che il master vedrà il numero che avete fatto.
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Parentesi neanche troppo lontana dal paragrafo dell’estetica.
Questo punto della guida è dedicato principalmente ai giocatori malati perfezionisti che devono avere sempre il dado perfetto.
Se giocate Dungeons & Dragons, Pathfinder, o finanche Pugmire o 7th Sea, avrete bisogno di dadi che richiamino l’estetica del fantasy. Numeri disegnati in modo talmente complicato da essere illeggibili, dadi con disegni improbabili, colori che richiamino le capacità del vostro personaggio. Dadi con asce se siete dei nani guerrieri, dadi viola/azzurri se praticate la magia, dadi dai colori scuri se state interpretando un personaggio malvagio.
Nel caso siate intenti in una campagna moderna, magari con tocchi futuristici/fantascientifici in The Strange o Cyberpunk, ad esempio, avete bisogno di dadi con disegni che richiamino la modernità e la fantascienza. Colori acidi in forte contrasto tra loro, magari seguendo l’ormai onnipresente estetica anni ’80.
Se giocate a Il Richiamo di Cthulhu, non ci sono set da comprare al di fuori di quelli con i simboli dei Grandi Antichi.
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Infine, bisogna capire come trasportare i dadi. Ci sono due scuole di pensiero: praticità ed estetica. Come sempre.
Se appartenete alla prima categoria, comprate la sacca più grande che trovate, ed avete risolto. Ma dicevamo di essere edonisti, giusto? In questo caso beh, apriti cielo.
Per gli esteti più puri c’è davvero l’imbarazzo della scelta in termini di materiali, colori e fattura. Velluto, stoffa satinata, lucida, opaca, non so davvero come orientarvi se non consigliandovi di seguire i vostri gusti. In questo caso, da veri amanti del bello, dovreste accompagnare ad ogni set un suo sacchetto. Qui vale la semplice legge del “deve starci bene”.
Colore, materiali, tutto deve coincidere perfettamente e valgono i discorsi fatti sopra per la scelta dei dadi. Una campagna fantasy vorrà un sacchetto di stoffa, o anche di cotta di maglia (scomodi quanto belli), dai colori naturali. Una campagna moderna può portarvi anche a considerare la pelle e colori e disegni più audaci.
Ma i veri esteti, quelli che non ne vogliono sapere della praticità, devono orientarsi sulle scatole. Quelle trasparenti sono per i poveri e per chi non ha più la capacità di sognare. I forzieri sono la vostra via. Ne trovate di tutti i tipi, anche qui a seconda della campagna che state giocando, ma sicuramente non li troverete per tutti i portafogli.
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Diciamo le cose come stanno: la torre lancia dadi serve a poco o niente.
Leggi anche il nostro articolo A cosa serve realmente una torre lanciadadi
Chi, come me, la ama, cerca tutte le scuse possibili come “fa risparmiare spazio”, e “permette che i dadi vengano lanciati con più oggettività” per convincersi a comprarla. La realtà è che è un orpello scomodo, un inutile modo per spendere soldi, e per tutti questi motivi fondamentale.
Personalmente, sono dell’idea che le torri lancia dadi vivano nel mondo dei bianchi e dei neri. Andrebbe comprata piccola ad uso personale – se ne trovano di qualche centimetro di larghezza – perfette per i master, oppure gigantesca, pacchiana e sfarzosa, da mettere al centro del tavolo.
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This post was published on 15 Dicembre 2017 15:00
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