Articolo a cura di Samuele Zaboi
Life is Strange: Before the Storm è una questione di cuore. Il titolo di Deck Nine Games trascende i meri aspetti tecnici, come gameplay e meccaniche per andare a sconquassare direttamente l’anima dei giocatori, a creare dubbi, incertezze e, soprattutto, emozioni, belle o brutte che siano. L’inferno è Vuoto è il terzo e ultimo episodio di Lis: Before the Storm che porta così alla conclusione le vicende di Rachel e Chloe, dopo i primi due capitoli che hanno avuto un costante crescendo in attesa dell’esplosione della tempesta finale, forse.
L’inizio della fine
Come spesso accade in titoli come Life is Strange: Before the Storm, cercheremo di non fare alcuna menzione sui contenuti e sulla trama del gioco, per evitare di andare a toccare, anche solo marginalmente, uno dei punti di forza del lavoro di Deck Nine Games e impattare nei tanto odiati e detestati spoiler. Le vicende di Rachel e Chloe hanno ormai preso una rotta ben definita e L’inferno è Vuoto riparte esattamente da dove i giocatori si erano fermati con il secondo capitolo.
Chi conosce la serie, sia attraverso il titolo originale sia attraverso questo prequel, è ben conscio dei difetti cronici che accompagnano il mondo di Life is Strange, come se questi fossero dei marchi di fabbrica indispensabili per riconoscere l’opera all’interno del vasto mondo videoludico. Stiamo parlando di asincronia tra doppiaggio e labiale dei personaggi, script talvolta faticosi oppure una difficoltà di gestione di immagini e frame nelle fasi più concitate o più ricche (visivamente parlando). Queste lacune, purtroppo, si ripresentano puntuali come non mai anche in questo terzo episodio, mostrandosi sin dal riassunto che accompagna i giocatori attraverso quanto accaduto in precedenza. Resta onestamente difficile comprendere come non si sia riuscito ancora a trovare una soluzione a queste incertezze, dopo mesi di lavoro e di esperienza accumulati.
Dal punto di vista tecnico L’inferno è Vuoto, come già sottolineato, presenta i consueti difetti ma conferma anche i pregi che hanno fatto di questa serie un vero e proprio cult in ambito videoludico e non solo. La colonna sonora si conferma di ottimo livello, nonostante la sua presenza sia preponderante solo in determinati momenti e in talune occasioni (ben specifiche), così come i tagli cinematografici, elementi sempre più marcati rispetto al passato. Questo fatto, non lo neghiamo, lo abbiamo apprezzato molto perché riesce a dare a Life is Strange quella sceneggiatura per certi aspetti unica.
E la storia? La trama, i contenuti e le mille sfaccettature che si nascondo tra i personaggi di LIS sono stati, da sempre, i principali protagonisti della serie e indiscutibile punto di forza su cui riporre le proprie certezze. Con grande stupore, inutile negarlo, questa “fortezza” si è parzialmente sgretolata con L’inferno è Vuoto. Ecco perché.
Il finale che non ti aspetti
Life is Strange, così come Before the Storm, ha abituato i fan a grandi colpi di scena, in grado di lasciare letteralmente di stucco i giocatori, immobili di fronte allo schermo del proprio televisore o monitor del proprio PC. Già nel corso dei primi due capitoli è stato possibile ritrovare questi elementi, qua e là, anche se di tono inferiore rispetto al titolo originale con protagonista Max. Il climax crescente delle avventure di Rachel e Chloe ha naturalmente innalzato le aspettative per L’inferno è Vuoto, cercando di capire e di cogliere quale possa mai essere il grande finale che gli sviluppatori hanno riservato agli utenti.
Ed è così che questo episodio scorre tutto sommato leggero con la sua durata che, come i precedenti, si attesa sulle tre ore circa. A differenza di quanto visto in questi mesi manca però quella scintilla, quel brivido, quell’elemento in grado di sconvolgere. Il finale, senza rivelare niente di niente in termini di contenuti, non ci è sembrato all’altezza delle aspettative e ben lontano da quanto visto con l’originale Life is Strange. La sensazione di amaro in bocca rimane costante e persistente, come se fosse mancato qualcosa a L’inferno è Vuoto, come se in realtà fosse incompleto e privo della sua anima più profonda.
Il personaggio di Rachel sembra inoltre spegnersi, sparire di fronte all’evoluzione e agli eventi che si susseguono, quasi (sottolineiamo il “quasi”) dimenticandosi della sua esistenza, del fatto che lei in effetti la co-protagonista del gioco. Di contro Chloe si evolve verso una strada già nota ma, anche in questo caso, non si riesce a entrare nel profondo cambiamento che colpisce il personaggio, i suoi dubbi, le sue incertezze e le sue decisioni.
Può un’immagine, una scena, o un frame del finale cambiare le sorti complessive di un intero episodio? Vorremmo poter rispondere sì (se avete completato l’episodio avete ben chiaro quale sia il nostro riferimento) ma la verità è che ci è parsa quasi una forzatura, un fan service bello, emozionante ma forse gratuito e troppo “scontato”. L’inferno è Vuoto resta un buon capitolo, gradevole e da giocare ma porta con sé una sorta di etichetta per quella che poteva essere una grande occasioni che però è stata mancata.
Commenti finali
L’inferno è Vuoto è il terzo e ultimo episodio di Life is Strange: Before the Storm. Confermando quanto visto con i primi due capitolo, quest’ultimo non riesce ad essere ficcante ed emozionante come i suoi predecessori lasciando una sensazione di incompiuto, di amarezza che sicuramente non può piacere ai fan di LiS, in attesa del ritorno di Max.