La FCC (Federal Communications Commission) con il suo nuovo presidente Ajit Pai sta raggiungendo uno dei suoi scopi primari, distruggere la Net Neutrality, un concetto difeso a spada tratta dall’amministrazione Obama.
Il voto in commissione avverrà il 14 Dicembre 2017, con una preannunciata maggioranza schiacciante da parte dei repubblicani.
Andiamo con ordine, il concetto di Net Neutrality è alla base della libertà della rete, Internet ai giorni nostri è potenzialmente “libero” e il web viaggia attraverso dei binari equamente distribuiti dove un utente della California ha lo stesso diritto di un utente dell’Arizona di vedere alla stessa velocità un video di youtube.
Immaginate un’autostrada a quattro corsie, dove tutte le macchine vanno ad una velocità di 130 km/h e dove ogni passeggero arriverà a destinazione all’incirca allo stesso orario. Immaginate invece che i provider (chi distribuisce la connessione) lascino la corsia di sorpasso solo a chi è munito di telepass, facendoli andare a 300 km/h e lasciando gli altri a una limitazione di 80km/h sulla loro corsia. Magari mettendo un bel tir davanti o un vecchietto con il cappello.
Questo è quello che succederà se la FCC farà passare l’emendamento. Ci saranno provider di serie A o di serie B, o magari tutti di serie A ma con diversi svantaggi annessi.
In Portogallo ad esempio senza il concetto di Net Neutrality i provider stanno scorporando internet in pacchetti, un esempio è in questo tweet.
I Repubblicani osservano che la gestione dell’Internet sia disuguale, che sia dominata da Media tiranni e che non ci sia libero mercato per le aziende.
In nome dello stesso “libero mercato” l’amministrazione Trump sta spingendo per varare questo emendamento che attraverso dei pacchetti a pagamento offerti dai provider potranno rilasciare servizi aggiuntivi o limitarne altri.
Ci saranno diversi scenari, ad esempio lo streaming, la velocità di connessione e il download verso alcuni siti saranno limitati a vantaggio di altri, il cliente quindi dovrà scegliere il pacchetto più consono per le sue esigenze e si troverà a far fronte alla scelta di un provider adeguato in base alle sue abitudini.
Tutto questo porterà ad un rafforzamento delle aziende con una schiena solida e un totale affossamento delle new entry del web, aziende che magari non riusciranno a stringere accordi con determinati ISP e si troveranno a dover soccombere nel suolo americano dato il mercato ostile.
Tra tutti i punti cruciali c’è da osservare la ruralità di certe zone americane, in determinati stati alcuni provider non sono raggiunti o il digital divide è forte e radicato.
In quegli stati i cittadini americani potrebbero vedersi negati ad esempio Netflix o Amazon, oppure Facebook e Google. Immaginate uno scenario dove ci siano tre ISP, li chiameremo per comodità Hanzo, Genji e Tracer.
In Hanzo hai la possibilità di vedere netflix illimitato e facebook senza pensieri, con un pacchetto da 10$ mensili, con Genji ci sarà la possibilità di vedere youtube e accedere ai servizi google a 15$ mensili e con Tracer saranno negati i contenuti streaming e il traffico web classico ma ci saranno tutti i servizi social a 20$.
Bene, mettete che in Ohio Tracer e Hanzo siano lenti per via del digital divide e l’unica rete funzionante sia quella chiamata Genji. Bene, gli utenti di quello stato si vedrebbero impossibilitati a connettersi a internet e navigare nel world wide web nel modo in cui tutti siamo abituati.
E non siamo drastici, i pacchetti ipotizzati dagli ISP sono molto simili agli esempi riportati, guardate quest’immagine esemplificativa:
L’amministrazione Trump sta per distruggere il concetto di neutralità rimpiazzandolo con un concetto distorto di mercato libero che non ha nulla a che vedere con l’internet che conosciamo, il world wide web potrebbe vedere posizioni dominanti da parte dei soliti noti e introiti distribuiti in base al territorio di appartenenza discriminando gli stessi cittadini Americani per reddito o collocazione geografica.
Tale manovra potrebbe avere ripercussioni disastrose anche su chi ha le spalle solide, visto che per forza di cose una fetta di popolazione si vedrà negare l’accesso ai servizi di determinate aziende, servizi che in tutto il mondo (salvo in Cina e in pochi altri stati) sono fruibili da chiunque abbia una connessione internet.
Ci auguriamo che la popolazione americana saprà difendersi da questo attacco alla libertà della rete, manifestando civilmente e facendo appello alle associazioni per i consumatori, ma l’unica difesa a loro tutela è ai seggi elettorali alle prossime tornate elettive.
Attendiamo con ansia le vostre considerazioni a riguardo nei commenti.
This post was published on 23 Novembre 2017 22:59
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