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Pubblicato in: Recensioni

Blood Omen 2: Legacy of Kain. “Ma che diav…”

Come nel titolo, vi ritroverete spesso ad iniziare questa frase: “Ma che diav…”

Sarà un po il leitmotiv di questo gioco perché la quantità di cose assurde e fuori luogo contro cui vi scontrerete non saranno poche, siano esse positive o negative. Perché si, questo titolo riserva sorprese e sarebbe questa l’emozione che dovrebbe suscitare (che sicuramente proverete più e più volte), ciononostante la Rabbia travalicherà ogni altro sentimento.

Già, la Rabbia.
Possiamo dividere questo gioco in due fonti distinte di Rabbia: la Rabbia da Gioco, ovverosia tutto quello che riguarda la giocabilità del titolo e la Rabbia di Trama, ovverosia tutto quello che nascerà dalle avventure che vivrete.

Iniziamo dalla Rabbia di Gioco, cosi ce la leviamo subito. Se nei precedenti due titoli dedicati all’avventura di Raziel ci eravamo abituati ad un “mammoccetto” che si poteva muovere liberamente in un ambiente 3D ed eseguiva immediatamente il movimento corrispondente al nostro spolliciare sul comando analogico, beh, qui no. Il sistema di movimento è di quelli che andavano di moda all’epoca, ovverosia a “croce”. Si, di quelli fastidiosissimi se non siete un minimo abituati. Ideale con l’ausilio di un mouse, pessimi per un joypad.
Non so quante imprecazioni ho tirato per questa modifica. Ero abituato ad una libertà di movimento tale da sentirmi libero di fare ciò che volevo, ed ora mi ritrovo questo pupazzone, letteralmente “con una scopa in culo“, che fa una fatica immane a muoversi. Dopo un po ci farete l’abitudine, certo, è normale, come si dice dalle mie parti “daje e daje, pur’ la cipoll diventa aglie“. Ciononostante sarà grande fonte di frustrazione, tanto da farmi pensare di abbandonare il gioco, o almeno io ci ho pensato seriamente.
Solo la curiosità di vedere “come andava a finire sto gioco” mi ha dato le energie di continuare ed il risultato è stato “MEH!…“.
Di tutt’altro avviso è invece il comparto grafico. I fondali sono belli, ho adorato la Meridian vittoriana. Da proprio l’idea di industrializzazione che si voleva creare. Il passare dei secoli è reso benissimo. Kain è una tipica creatura Fantasy medievale, mentre qui, dopo “il sonno delle ere, siamo avvolti da “vapore e carbone“. Il Gotico lascia il posto al Vittoriano, cosi come negli abiti della nobiltà locale, degli ecclesiastici, delle architetture, dei dialoghi e delle atmosfere. Ho dovuto metabolizzare in anni di riflessione questa conclusione ma alla fine si, Kain, personaggi e ambiente sono convincenti e fanno il loro dovere. 1-1 per il contatore Sorpresa-Rabbia!

Passiamo alla Rabbia da Trama.
Signori, fa acqua da tutte le parti, è inutile girarci attorno. Per anni ho letto su questo o quel blog, su questa o quella intervista, giustificazioni, speculazioni, argomentazioni. PUTTANATE! I fatti parlano chiaro. Questo è un gioco canonico e contiene una quantità di BAGGIANATE impressionante. Cominciamo già dal filmato iniziale. Kain sta conquistando tutta Nosgoth con il suo esercito e tutti a pensare, “FICATA, ORA VEDO RAZIEL E TUTTI GLI ALTRI VAMPIRI! OH MIO DIO NON SO SE POTRO’ RESISTERE DALL’EIACULARE“.Ed invece no, ci mostrano tutta una serie di vampiri che…”ma chi so’ quessi? Va beh” e ci godiamo il proseguo della visione. Vediamo questa grande battaglia in cui questi due eserciti si scontrano cosi come i loro due leader. Kain da un lato e quello che capiamo essere il Capo dei Sarafan dall’altro e… Kain perde. E’ assolutamente normale, è un prologo, che pretendevate che vincesse? Si, va bene, sono daccordo, è Kain, mica l’ultimo dei Caitiff che passa ma, insomma, da qualche parte dovrà pur iniziare la storia no? Bene, inizia da una sconfitta.
Sorpresa-Rabbia 2-2 al 31esimo minuti. Palla al centro.

Ad accoglierci al nostro risveglio da un sonno durato un secolo è Umah: una procace vampira (personalmente il miglior personaggio di Blood Omen 2 per realizzazione grafica, dialoghi, animazione, storia) che ci idolatra. Dopotutto “Kain è idolatrato“, ricordate, no? Bene.
Vuole portarci da colui che ci ha tenuto al sicuro dai Sarafan che, nel frattempo, scopriamo hanno spazzato via le nostre armate, riconquistato Nosgoth e ora sono i capi indiscussi del mondo. Complimenti Cabal (l’insulsa setta di vampiri di cui Umah racconta di far parte) davvero un ottimo risultato per la razza vampirica. Vivere nelle fogne e vedere il proprio numero ridotto a 5. Un ottimo risultato.”Well Done!Ammirevole” direbbe Severus Piton!

Meanwile in my mind:
Kain: “Va beh, tranquilli, ora so’ sveglio io, Kain, ho costruito un esercito di vampiri, figurati se non riesco a mettere in riga voi 4 straccioni e a fare fuori sto Capo dei Sarafan.”
Umah: “Eh, no, Kain, non puoi, c’è già chi ci comanda”.
Kain: “Che vuol dire, c’è già chi vi comanda. Mi avete tenuto al sicuro per guidarvi no?”
Umah: “Eh, si, però c’è uno più figo di te al comando.”
Kain: “Ma che Cazzo vai dicendo, Umah. Va beh, sentiamo, chi sarebbe costui?”
Umah”Che domande, VORADOR
KAin: “Umah: Tu si scem! Vorador ‘a muort!”

Avete presente Fight Club? La scena in cui Tyler si spegne letteralmente e lo vediamo cadere a terra mentre una dissolvenza avvolge lo schermo? Ecco. Stessa sensazione.
Quando mi riprendo sono ancora sul divano. E’ notte tarda. Le ore piccole alle superiori si fanno sentire ma a me non importa nulla del compito in classe di latino in programma per domani. Io devo capire se ho sognato o se era tutto vero. Riaccendo la Console. Attendo il caricamento e si, lui è li, vivo e vegeto. Ha pure un “foulardino” a coprirsi il collo, come a voler dire “non lo saprai mai se mi hanno tagliato la testa e me l’hanno riappiccicata oppure no“.
Sono La bile di Tyler Durden“.

Vedete, questo è l’elemento più stupido di tutta la Serie. Tutta la saga di Legacy of Kain ruota intorno ad una scelta. LA SCELTA di Kain di sacrificarsi o meno per ripristinare l’equilibrio (di cui abbiamo parlato ampiamente nell’articolo dedicato a Blood Omen: Legacy of Kain) e questa scelta è dettata anche dall’essere l’ultimo appartenente alla razza dei vampiri. Chiaro, no? Bene.
Posso passare sull’esercito di vampiri ad inizio gioco nel prologo, magari li ho creati io nei secoli. Posso passare sulla giocabilità farlocca. Posso passare anche che, magari, tutto questo me lo sono dimenticato e non ho mai voluto parlarne con la mia prima generazione di cainit…vampiri. Ma non posso passare su Vorador vivo. “VORADOR DEVE RIMANERE MORTO“.

“… palla alla squadra della Rabbia. Il Capo dei Sarafan crossa in centro campo. Sebastian il Traditore. Sebastian prende la palla, supera “vampiretto stupido dei Cabal“. Raddoppio di marcatura dei ragazzi della Sorpresa, ma niente. Sebastian. Sebastian per Faustuts il “fijendrocchia”. Faustus devasta la flebile difesa di Blood Omen 2 composta da “la continuità” e “la dignità“. Tiro al centro. Stacco di testa eeehh…..GOOOLLLL!!! RABBIA FA GOL! GOOOLLL!!! GOOOLLL!!!!! Il portiere Vorador, fra i pali, non può nulla: chissà dove aveva la testa. Non ha nemmeno visto arrivare la palla.
Povera Sorpresa, sarà dura rimontare questo 4-2 ora!
Kain, è confuso, la Rabbia ha sempre funzionato. La semifinale con i ragazzi di Mortanius è stata una passeggiata ma qualcosa ora non va. Solo Umah sembra essere in grado di recuperare questo divario.”

E ciò avviene.
Umah continua ad essere tutto ciò che ci regala sorprese in questo titolo. Ci ruba la pietra in grado di sconfiggere il Capo dei Sarafan. Cerca di affrontarlo per sconfiggerlo. Viene abbattuta e ci rivela la verità: lei ha avuto paura di noi, che potessimo divenire un tiranno peggiore di lui ed ha cercato di salvare Nosgoth.
Voce fuori campo fa: “Ammirevole“. Grazie Professor Piton!
Ormai in fin di vita, Umah ci chiede aiuto. Noi chiediamo lei se ci veda quale dominatore di Nosgoth. Lei risponde di si. Lei ci ama. Noi la amiamo. Tutti la amano. Piton fuori campo la ama.
E allora morirai con la verità negli occhi” decreta Kain.
Questo è il pezzo più toccante di tutta la storia di Nosgoth. Nonostante l’amore, Kain punisce una persona che l’ha tradita, perché è quello che ci si aspetta da un personaggio simile. Non è fan made “‘sta roba”, è ufficiale, lo dice lui. “Saresti potuta essere la mia regina”. Lacrime virili signori. Lacrime virili.
Recupero della Sorpresa 4-3 alla metà del secondo tempo. C’è ancora speranza.

No, non c’è alcuna speranza, la comparsa di Janos Audron in questo titolo, il suo utilizzo come massa organica creatrice di energia, il passaggio finale verso una “non meglio precisata” veggente Hylden e lo scontro finale, sono di un frustrante che purtroppo ci fanno abbandonare la partita prima del fischio finale. Non sapremo mai il risultato con cui si è concluso questo scontro in finale di dignità.

No, noi ci alziamo dagli spalti a dieci minuti dalla fine, con la consapevolezza che siamo stati vicini dall’alzare la coppa, ma purtroppo è andata cosi e dobbiamo stare zitti e muti.

Giunti al termine di questo gioco, la Rabbia che proviamo è la stessa di un tifoso che vede la sua squadra perdere. E’ stato fatto il possibile ma le scelte sbagliate in campo si sono fatte sentire e la Coppa della Dignità non la vince Blood Omen 2 signori, no. Noi possiamo solo stringere la Rabbia tra le nostre dita e tenerci questa, con la consapevolezza di essere arrivati in finale.

Peccato. Un vero peccato. Blood Omen 2 ha sprecato una bella opportunità. Quella di essere un ottimo titolo e, invece, è solo una fonte di frustrazione con dei godevoli intermezzi qua e la. Nulla più. Sigh!

Continua…

This post was published on 23 Giugno 2017 12:00

Andrea De Bellis

Appassionato da sempre di gioco di ruolo, intervallo per anni la mia vita tra questi, lo studio e il lavoro. Dopo un periodo da giornalista professionista decido di laurearmi in storia, mia altra grande passione. Da qui il passo alla scrittura è breve. Comprendendo come l'intrattenimento non possa essere in alcun modo scisso dal provare emozioni, mi propongo quale recensore emozionale per Player.it, ideando e curando nel frattempo le rubriche "Italy&Videogames", "Interviste Impossibili", "LARP: A Night With...", "Autori di Ruolo: D12 domande a..." e "Spade di Gomma", scrivendo il romanzo "Il diario del dott. Flammini" e ideando e lanciando le rubriche "Venerdì Oldies" e "Recensioni Emozionali", sostenendo sempre quanto sia più interessante parlare di "cosa suscita un titolo quando lo si gioca" piuttosto che l'evergreen "cosa è e come come funziona questo gioco". Il gioco è intrattenimento, l'intrattenimento è emozione, l'emozione è vita.

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