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Recensione: Lili: Child Of Geos

Nato originariamente come gioco mobile per iOS e solo successivamente portato su Steam, arriva su Playstation 4 Lili: Child Of Geos. Prodotto da BitMonster Games, studio indie nato dalle menti di cinque ex dipendenti Epic Games già al lavoro su GRAV e Gunner Z, Lili: Child Of Geos è un’avventura tridimensionale con meccaniche RPG molto semplici che ci mette nei panni di Lili, giovanissima studentessa che per scrivere la tesina finale di un esame universitario si spinge fino alla leggendaria isola di Geos alla ricerca di piante e fiori. Qui troverà tutta una serie di strani personaggi, i gretti Spiriti e i simpatici Costrutti, con cui si dovrà confrontare e perchè no, essere fautrice della liberazione dei Costrutti, manichini di legno animati da delle anime infuse dentro i loro corpi, dalle angherie degli Spiriti.

Sì, insomma, la trama è un pretesto. C’è perchè ci deve essere.

Impersoneremo questa ragazzina alle prese con un esame di fine semestre che, gioco forza, diventerà la liberatrice di un popolo schiavizzato e deriso. Fine. Un po’ banale, ma è una facile scappatoia per creare qualcosa.

Non c’è moltissimo da dire su Lili: Child Of Geos, soprattutto perchè, nonostante la grafica piacevolissima e il mondo deliziosamente fanciullesco, quasi uscito da una fiaba, in cui verremo catapultati, non c’è molto su cui discutere. Titolo dalla longevità estremamente breve e con valore di rigiocabilità pressochè nullo, pur non essendo brutto lascia comunque un retrogusto molto amaro in bocca, per le occasioni sprecate.

Il gameplay è quello base degli RPG: vai in un’area, parla con la gente del posto, ottieni quest, completa quest, fai level up. Occasionalmente compra oggetti e potenziamenti per aiutarti nel percorso. I nostri nemici, gli Spiriti, si “sconfiggeranno” saltandogli sulla schiena e togliendo i fiori che crescono sulla loro corteccia, azione che si compierà semplicemente premendo il tasto corretto una volta ricevuto il prompt. Bisognerà fare attenzione a non premere i tasti che corrispondono alle “bombe”, che ci faranno perdere presa sull’albero su cui siamo arrampicate, e dopo un tot di interazioni, prenderemo il fiore rosso. Alla fine di ogni incontro ci sarà un punteggio e se non si ottengono le tre stelline è comunque possibile ripetere il “match” per aumentare il punteggio.

E il gioco tecnicamente non va molto avanti, nel senso che è tutto qui. Ci saranno attività secondarie da fare, le classiche quest “trova oggetto X per persona Y” e via discorrendo.

Ma, c’è un ma. Se per certi versi un prodotto così semplice al punto dal sembrare “povero” di contenuti può essere un difetto, ma per certi versi non lo è, per più di una ragione.

Ragione numero uno: avete figli che rompono le scatole e vogliono giocare con la vostra PS4? Titolo più che perfetto per loro. Colorato, leggero, storia talmente semplice che si riduce ad una favola, a posto. Se il pupo riesce a stringere il controller in mano e azionare i tasti, siete a cavallo.

Ragione numero due: voi adulti siete alla ricerca di qualcosa di poco impegnativo per spegnere il cervello, poggiarlo sul comodino e rilassarvi mentre la pala a soffitto prova almeno a farvi dimenticare che fa un caldo insopportabile.

In pratica questo gioco è l’equivalente molto meno profondo di Journey. O della serie di Fast And Furious, se vogliamo fare un paragone cinematografico.

Dato per assodato che la profondità del prodotto non è esattamente il massimo, dobbiamo dire che questo tipo di mancanza è pareggiata tranquillamente da un comparto tecnico ben curato, dalla grafica semplice ma assolutamente deliziosa da guardare all’audio – ridotto all’osso – piacevole benchè le musiche dopo un po’ diventino abbastanza ripetitive, a dei controlli ben impostati e molto responsivi.

Ora scatta un dubbio sull’ottimizzazione, perchè la Playstation 4 sembra lavorare tantissimo per far girare un videogioco di poco più di un gigabyte, ma c’è da dire che fa caldo in questi giorni e la stanza dove è posizionata non esattamente la più fresca della casa, però il fatto che le ventole girino così tanto dopo neanche un quarto d’ora di gioco fa pensare. Ripetiamo, prendete la questione dell’ottimizzazione con le pinze, ci sono buone possibilità che se avessimo provato questo gioco in inverno non avremmo avuto questa impressione.

Avrebbe potuto essere un bellissimo RPG, uno di quei titoli piccini ma piacevoli, se solo avessero puntato un po’ di più sui contenuti per la versione PC e Playstation. Va bene per la versione mobile, che non poteva essere eccessivamente lunga, ma di sicuro c’era del materiale tagliato, perchè non reintegrarlo e ottenere così un’esperienza più gratificante, e dal rapporto qualità/prezzo nettamente più alto?

Lili: Child Of Geos è un titolo che promette tanto ma ti da poco, purtroppo. Un comparto tecnico così rifinito risulta sprecato per un gioco così semplicistico ed eccessivamente breve. Adattissimo ai più giovani, un po’ meno ai giocatori un po’ più scafati, avrebbe forse ottenuto più successo come titolo per dispositivi portatili come Nintendo 3DS e Playstation Vita. Peccato.

Pro
Comparto audio piacevolissimo
Grafica deliziosa
Tanti riferimenti a titoli e franchise tutti da scoprire
I Costrutti sono adorabili

Contro
Troppo, troppo breve
La trama c’è ma non non c’è
Gameplay semplicistico

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This post was published on 30 Giugno 2017 12:00

Eleonora Muzzi

Professionista del doppio senso, videogiocatrice da un quarto di secolo, scrittrice per hobby, geek da sempre. Alla ricerca di più posto per sistemare i fumetti e videogiochi. Gioco ad un po' di tutto, non ho un genere preferito in assoluto, ma tendo a prediligere FPS con elementi RPG e stealth, anche se di tanto in tanto potreste trovarmi in un tunnel chiamato Cities Skylines in cui mi rintano per settimane a volte, dimenticandomi che esistono altri tipi di gioco.

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