Dopo DIRT Rally, parentesi “hardcore” dedicata agli amanti dei simulatori, i Codemasters tornano sugli scaffali con un capitolo della serie principale, nota per il suo forte accento arcade sulle modalità di gioco e sul feeling di guida. DIRT 4 è un po’ un ritorno alle origini, ma comunque ricco di novità, che vi elencheremo in questa recensione.
Esaminiamo l’ultima fatica del team di sviluppo britannico iniziando col parlare dalle modalità gioco presenti.
Partiamo, in ordine, dal tutorial. Academy, questo il suo nome, è ambientata alla Dirtfish Rally School di Washington, e vi permetterà di iniziare a prendere dimestichezza con i bolidi offerti dal gioco. Tante le prove offerte con diversi tipi di vetture, che vi daranno un assaggio di quanto il lavoro certosino sulla fisica delle vetture abbia dato i suoi frutti. Si parte dal classico tutorial per imparare ad accelerare e frenare, fino alle lezioni avanzate con le quali imparare a padroneggiare tecniche professionali come lo scandinavian flick. Niente medaglie o tempi da battere, solo il giocatore, le istruzioni e le manovre da imparare. Completare efficacemente la modalità Academy richiederà un’ora abbondante di gioco, ma, trattandosi di un tutorial, il suo completamento è totalmente facoltativo, ma fortemente consigliato, soprattutto per chi vuole cimentarsi nelle competizioni ad un livello di sfida superiore. Il ritorno del brand Dirt alla serie numerata, come dicevamo in apertura, fa infatti supporre che gli sviluppatori abbiano improntato lo sviluppo del gioco su un approccio più arcade. L’intenzione di Codemasters con DIRT 4 è invece renderlo appetibile ad una fetta più ampia di pubblico.
Al primo avvio il gioco vi chiederà di scegliere tra due opzioni che adatteranno al gusto del giocatore il comportamento e la fisica della vettura sul tracciato. Simulazione procede sulla falsariga di quanto già sperimentato con DIRT Rally, e offre un feeling della vettura più realistico e un livello di difficoltà maggiore, ma mai portato all’estremo ed all’esagerazione come nel precedente capitolo. L’opzione Gamer è invece dedicata ai giocatori più casual, che vogliono godersi un’esperienza più accessibile evitando di cimentarsi in settaggi e tecnicismi.
Completata l’Academy, potrete cimentarvi nella modalità Carriera, che abbandona lo sterile listone di gare da affrontare visto in Dirt Rally per un sistema di progressione ben studiato e già collaudato in passato sui precedenti titoli di questa serie o del brand GRID. Gli eventi da affrontare rientrano in quattro maggiori categorie: Rally, RallyCross, Rally Storico e Landrush (ben noto ai possessori di DIRT 2). Da GRID, Dirt 4 eredita e migliora anche la sezione manageriale: la personalizzazione della livrea delle vostre vetture e dei colori del team non arrivare alla completa gestione del team. Starà a voi ingaggiare i PR che si occuperanno di procacciare gli sponsor più convenienti e i migliori ingegneri. Questi ultimi, tra una tappa e l’altra, dovranno occuparsi dei danni subiti dal vostro veicolo.
A tal proposito, la gestione dei danni e delle riparazioni sono un esempio del minuzioso lavoro svolto da Codemasters su questa funzionalità. Ad esempio, durante una tappa, uno degli pneumatici è esploso e ho dovuto “parcheggiare” la mia Opel Adam R2 a bordo strada al fine di sostituirlo, cosa che ho potuto fare soltanto perché prima dell’inizio del rally avevo deciso di equipaggiare la mia auto con una ruota di scorta. A fine tappa poi, la cosa migliore da fare era cercare di risparmiare tempo, e per questo ho preferito procedere con delle riparazioni veloci – ma meno efficaci – piuttosto che ordinare ai meccanici di dedicarsi ad un’ispezione approfondita.
Le ambientazioni disponibili saranno cinque, ovvero Michigan, Spagna, Svezia, Australia e Galles, che offriranno una buona varietà di superfici sulle quali saremo tenuti a gareggiare e una discreta gamma di condizioni climatiche da affrontare. Sebbene manchi un vero e proprio meteo dinamico, durante la Carriera ci capiterà di dover gareggiare in condizioni meteorologiche estreme: la pioggia fitta influirà fortemente sull’aderenza, soprattutto sullo sterrato, mentre fitti banchi di nebbia in determinati punti del tracciato ci costringeranno a rallentare l’andatura. Come per il suo predecessore, Dirt 4 può vantare la licenza FIA RX e espande la lista di circuiti già presente in DIRT Rally con altri due tracciati ufficiali. Il parco auto offerto da DIRT 4 al lancio è il più ampio della serie, con oltre cinquanta veicoli da scegliere tra auto moderne e storiche per Rally e RallyCross, CrossKart, Buggy e Truck, ma non si esclude che sarà successivamente incrementato.
Tornando alle modalità, Joyride è un contenitore di sfide arcade simili a quelle già viste in DIRT 3 con Gymkhana. In Time Attack dovremo completare i vari percorsi nel minor tempo possibile, raccogliendo sul tracciato dei “gettoni bonus” che abbasseranno il tempo della nostra prestazione ed evitando i quelli “malus”, che invece la incrementeranno. Smash Attack è una gara a quanti più cartelli riusciremo a colpire nel tempo limite previsto. Free Roaming, infine, ci farà girare liberamente per la mappa.
Ma forse la novità più grande di DIRT 4 è l’introduzione del tanto anticipato editor procedurale dei tracciati, Your Stage. Inserendo le caratteristiche del tracciato desiderato, ovvero setting, complessità e la lunghezza, creeremo un tracciato inedito che potremo salvare e condividere con la comunità. Questa funzionalità, insieme a Racenet (che raccoglie i tempi cross-platform tra PS4 e PC) e alle sfide giornaliere, settimanali e mensili, aumenta drasticamente la longevità del gioco, soprattutto nel gioco online. Gareggiare su tracciati sempre nuovi premierà le effettive abilità dei piloti piuttosto che il loro grado di esperienza in una location già sperimentata. Voglio soffermarmi sulla capacità dell’IA di adattare le istruzioni del copilota sulle tappe create, senza particolari imperfezioni.
Piacevole salto nel passato invece è sul fronte audio: DIRT 4 vanta una pregevole colonna sonora in licenza, pubblicata dagli sviluppatori qualche giorno prima del lancio (e che ho ascoltato con molto piacere). Con una tracklist che spazia dall’indie all’elettronica, dal pop al rock, e firmata da artisti del calibro dei The Chemical Brothers e dei Queens of the Stone Age (solo per citarne alcuni), la tracklist richiama quella utilizzata in DIRT 2. Miglioramenti anche per quanto riguarda l’interfaccia, che abbandona il precedente stile minimale e privo di personalità in favore di un menù fresco ed immediato. Sul fronte grafico, Dirt 4 mantiene un framerate fisso a 60fps su PlayStation 4 con rarissimi cali. Il motore EGO però, arrivato alla versione 4.0, risente del peso degli anni e Codemasters ha dovuto sacrificare su console il dettaglio delle ambientazioni per mantenere un buon livello sulla resa finale. Ho gradito la scelta di utilizzare colori vivaci e brillanti, piuttosto che la storica palette “grigia” che contraddistingue gli altri giochi del developer inglese. Ottimi i giochi di luce, i riflessi e la fisica dell’acqua. Purtroppo nessun supporto per il VR al lancio, ma confidiamo nella sua implementazione futura.
Dirt ritorna alla serie principale con un gameplay maturo e impeccabile, che fa breccia nel cuore di tutti i giocatori. Ottimo dal punto di vista tecnico, eredita tutto ciò che c’era di buono nei predecessori (e nelle altre serie Codemasters). Your Stage è la feature definitiva e dovrebbe essere inserita in ogni gioco di corse.
Pro:
+ Soddisfa tutti i palati
+ Gestione danni perfetta
+ Vasto parco auto
+ Your Stage è pura poesia
+ Colonna sonora
Contro:
– Meteo dinamico assente
– Piccoli compromessi grafici
– Nessun supporto VR
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Ringraziamo Codemasters per il materiale fornitoci.
This post was published on 15 Giugno 2017 12:00
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