Recensione di Paolo Arturo Tinti
C’è anche un livello jolly che consiste in uno spazio vuoto nel quale può essere costruito da zero il livello in questione.
Il giocatore ha a disposizione un’infinità di strumenti e di decorazioni per guarnire l’area scelta. Potrà dipingere muri e pavimenti scegliendo tra centinaia di colorazioni, pattern e adesivi diversi. Potrà poi arredare la zona come più preferisce, aggiungendo alberi, panchine, autobus, tende, locomotive, razzi ,negozi, montagne russe, dinosauri e chi più ne ha più ne metta. C’é, inoltre, anche la possibilità di “animare” la scena aggiungendo elementi dinamici che il giocatore farà muovere secondo i suoi desideri.
In poche parole in Create non c’è niente che non possa essere modificato: è possibile cambiare addirittura il cielo, le condizioni meteorologiche e la musica di sottofondo!
Più si decora una zona e più si guadagnano punti, qui chiamati “scintille”, con l’aumentare dei quali vengono sbloccati nuovi elementi ornamentali.
Per guadagnare più rapidamente scintille ogni area offrirà una decina di “sfide”, ossia dei puzzle a chain reaction giocati nel medesimo livello che stiamo decorando. Alcune sono anche particolarmente impegnative e ci porteranno via parecchio tempo prima di capire come risolverle.
Il gameplay a chain reaction è molto diffuso nei giochi in flash: facendo un giro su Kongregate o su Newgrounds se ne possono trovare centinaia, è però molto raro su console.
Consiste nel raggiungere degli obbiettivi, che in genere sono “porta l’oggetto A nel punto B”, disponendo determinati elementi in modo che interagiscano tra di loro. Una volta che si è sicuri della riuscita del livello, si dà inizio alla chain reaction: una vera e propria reazione a catena che lascerà al motore fisico il ruolo di gestire collisioni ed eventi, mentre il giocatore farà da spettatore, osservando se gli oggetti in gioco si stanno comportando come previsto.
Sotto un punto di vista tecnico Create non manca di niente. Ha uno stile grafico adeguato al genere, molto colorato e acceso, e un motore fisico che soddisfa debitamente le esigenze del pretenzioso gameplay a chain reaction.
Opinabile invece la scelta del soundtrack, che suona ripetitivo e fuori luogo. Si intuisce che cerca di essere una musica onirica, che si amalgami con lo stile di gioco fantasioso, ma il risultato finale è soltanto una musica insignificante, lagnosa e non coinvolgente.
Un’altra piccola critica può essere rivolta alla traduzione in italiano troppo letterale, quasi alla GoogleTranslator. Non si possono perdonare, ad una big come la EA, traduzioni tipo: “Premi tasto C per fare zoom”.
This post was published on 30 Novembre 2010 12:23
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