Michael+Jackson+The+Experience+%26%238211%3B+Recensione
player
/recensioni/66492-michael-jackson-the-experience-recensione.html/amp/
Pubblicato in: Recensioni

Michael Jackson The Experience – Recensione

Recensione di Paolo Arturo Tinti


Con Sony e Microsoft che si sono tuffate nel mercato casual con le loro nuove periferiche, ricomincia l’ondata di shovelware caratteristica del primo anno di vita di una console casual-oriented.
La Ubisoft non poteva lasciarsi sfuggire quest’occasione, e lancia Michael Jackson The Experience su multipiattaforma. Il pubblico potrà scegliere se testare il gioco sulle nuove periferiche, o se goderselo sull’ormai rodato Wii.
La versione qui recensita è proprio quella per la console Nintendo.

Let’s be “startin’ something”

Appena si comincia il gioco ci si trova davanti un menù con “Wonna be startin’ something” come sottofondo. Da qui potranno essere selezionate le due modalità, ovvero “Dance” e “Dance School”.
La prima è il gioco vero e proprio, mentre la seconda è semplicemente una galleria di video tutorial.
Selezionando Dance viene mostrato un menù dal quale scegliere una tra le 27 canzoni di Michael Jackson scelte per questo titolo, alcune delle quali potranno essere danzate anche da 2 o più giocatori. Si avrà la possibilità di ballare alcune tra le più famose hit del Re del pop, come Bad, Billie Jean, Beat it e Smooth Criminal.
Una schermata d’avviso ricorda al giocatore di allacciare il wiimote al polso subito prima di dare inizio alle danze, facendo intuire che ci si dovrà dimenare parecchio.

3 personal trainer e più di 20 tutorial

La sessione di danza è estremamente intuitiva, ma non altrettanto semplice. Al centro dello schermo c’è un ballerino vestito da Michael Jackson che si muove a tempo di musica, e lo scopo del giocatore sarà cercare di imitarlo il più accuratamente possibile. Al lato dello schermo scorrono verticalmente dei simboli rappresentanti le posizioni da assumere per la riuscita della danza.
A seconda di quanto fedelmente il giocatore riesce a riprodurre i passi, verranno assegnati dei punti che andranno a riempire una barra divisa in 5 sezioni. Alla fine del brano compare il punteggio e viene assegnato un “punto stella” per ogni sezione di barra riempita.
I brani sono tutti disponibili sin dall’inizio, quindi l’unica funzione dei “punti stella” è quella di sbloccare nuovi filmati per la modalità “Dance School”.
Questa, come già accennato prima, non è altro che una galleria di video di tutorial, di cui i primi tre sono subito accessibili, mentre gli altri dovranno essere sbloccati giocando.
Nel primo filmato si presentano tre coreografi: Travis Payne, un omaccione di colore con una maglietta piena di lustrini, Maryss from Paris, una fanciulla dal forte accento francese, e Brahim, un elegantissimo ragazzo in tuta che sfoggia orgoglioso le sue scarpette da ballo gremite di paillette.
I maître à danser familiarizzeranno con il giocatore tramite tre video di streching, ma li rincontreremo anche nei successivi video di tutorial, nei quali ci insegneranno i migliori passi di MJ.

“You know I’m bad, I’m bad! Really really bad!”

La grafica è di un format già testato in questo genere: nessun modello poligonale, nessuno sfondo tridimensionale. I ballerini sono degli attori in carne e ossa, sui quali sono stati applicati vari shader per renderli più adatti a un videogioco. Sono circondati da una scintillante aura che ostenta gaiezza, i colori sono sfocati da un forte blur e i contorni evidenziati da un rim shader esagerato.
Gli sfondi sono bidimensionali, molti sono statici e non riescono a dare l’impressione di “circondare” i ballerini.
Questo gioco presenta dei gravissimi malfunzionamenti tecnici: di fatto non riesce a “percepire” bene i movimenti del wiimote, e le sessioni di ballo possono essere vinte anche se ci si siede sul divano e si dimena casualmente il controller.
È possibile che Ubisoft si sia focalizzata di più nelle versioni per Playstation 3 e Xbox360, che ormai si sono buttate nella “corsa all’oro” per la conquista del pubblico casual, perché la versione per Wii non funziona correttamente.

Conclusione

The Experience è il classico esempio di shovelware: un prodotto realizzato in poco tempo e con un budget limitato su multi-piattaforma, che punta al nome del  VIP in copertina  per guadagnare una manciata di vendite in più.
Né un fan di Michael Jackson, né un fan dei giochi di danza avrebbero alcun motivo per acquistare questo titolo:  i primi rimarrebbero delusi dal non funzionamento dello stesso, e i secondi hanno altre validissime alternative già sul mercato, o con release a breve.

Voto: 4 su 10

This post was published on 29 Novembre 2010 11:45

Redazione Player.it

Account redazionale di Player.it, con questo account verranno proposti editoriali, speciali e post condivisi dall'intera redazione, inoltre, in questo profilo c'è l'intero archivio di articoli di games.it

Pubblicato da

Recent Posts

A Ubisoft non ne va dritta una: addio al film del suo agente più famoso

Un'altra brutta notizia è arrivata in casa Ubisoft: il film su una delle sue IP…

Sanremo 2025, la cantante spoilera la sua presenza: sesta volta sul palco

Chi c'è e chi invece non c'è nella scaletta del Festival di Sanremo 2025? Il…

Sapevate che la colonna sonora dell’ultimo gioco Atlus è cantata da un monaco buddista?

Per la colonna sonora di Metaphor: ReFantazio, il compositore Shoji Meguro si è affidato anche…

The Crazy Hyper-Dungeon Chronicles, un indie italiano al Tokyo Game Show | Intervista

Il dungeon crawler di Fix-a-Bug è stata una gradita sorpresa al Tokyo Game Show. Ne…

I 5 regali di Natale perfetti per gli appassionati di giochi di ruolo

Natale si sta avvicinando ed è il miglior periodo per fare regali a tema giochi…

App IO, come caricare i documenti sull’IT Wallet: guida per principianti

Cambiamento enorme in arrivo per tantissimi italiani con l'IT Wallet che diventa una realtà sempre…