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Bandai Namco ci riprova, probabilmente un pizzico ubriaca dal successo enorme che ha avuto Dragon Ball Sparking Zero, uscita durante il corso del 2024 e diventato uno dei grandi successi commerciali dell’anno. Chiaramente l’IP di Dragon Ball, in quel caso, ha fatto buona parte del lavoro ma il gioco non era esente da criticità dal punto di vista ludico, specie se prendiamo in esame il multigiocatore online.
Ecco, Bleach Rebirth Of Souls ci ha fatto capire che a Bandai Namco hanno bisogno ancora di qualche strigliatina di orecchie per poter azzeccare un videogioco basato su una sua IP animata in maniera netta. Questo perché Rebirth Of Souls è un buon videogioco, a tratti anche ottimo, funestato da una serie di problemi tecnici legati al comparto online che veramente fanno cadere le braccia.
Andiamo però con ordine e vediamo più nello specifico cosa ne pensiamo all’interno di questa recensione di Bleach Rebirth Of Souls.
Bentornati Ichigo e soci

Bleach: Rebirth Of Souls è il primo videogioco non-mobile che esce sul brand di Bleach dai tempi di Soul Resurrection, quindi qualcosa come 10 anni. Nel mentre il manga di Tite Kubo, da sempre caratterizzato da un character design oltre ogni grazia divina, ha fatto in tempo a finire e a diventare protagonista di una gigantesca polemica nella gestione della parte finale della narrativa, raffazzonata a tal punto da non ricevere una trasposizione animata fino all’anno scorso.
Complice la messa in onda dell’(interessante, bisogna dirlo), Thousand Year Blood War, Bandai Namco ne ha approfittato per produrre con l’aiuto di Tamsoft (Melty Blood e il buon Captain Tsubasa) un nuovo picchiaduro tridimensionale legato al mondo di Bleach.
Il primo impatto con Rebirth Of Souls è senza dubbio esaltante: complice anche un motion design che ricalca da vicino quanto fatto da Studio Pierrot con l’anime, il gioco si presenta fin da subito benissimo agli occhi del giocatore. Su Playstation 5, la versione da noi provata, l‘impatto visivo è molto gradevole, le animazioni durante le battaglie sono intriganti e i momenti più spettacolari lo sono per davvero.
Il succo del videogioco è dato dalla Story Mode, al momento il migliore dei contenuti presenti. Parliamo di un’esperienza che ricalca fedelmente gli archi narrativi dell’anime Bleach, fino al termine della saga degli Arrancar: nonostante cutscene piuttosto lunghe, che sono bilanciate (malino) esattamente come il prodotto originale, gli scontri sono tanti e i contenuti secondari non filler da poter esperire rendono il gioco molto completo.

Se siete fan della serie apprezzerete e non di poco questa modalità storia, al netto di un livello tecnico delle cutscene non esaltante e che sicuramente avrebbe apprezzato una piccola redistribuzione del budget.
Botte da orbi, di tutti i tipi e le dimensioni
La qualità della modalità storia è direttamente derivante alla qualità del gameplay di Bleach: Rebirth Of Souls che, di fatto, è l’elemento che più ci ha stupefatto della produzione.
A dispetto di quanto era possibile pensare, Bleach non si propone come “arena fighter” in stile anime bensì come ibrido tra un picchiaduro tradizionale e un’arena fighter, con diverse meccaniche pescate direttamente da videogiochi dall’animo competitivo come Guilty Gear Strive.

Il punto di forza principale di ROS è il suo avere un roster di 33 personaggio molto, ma davvero molto diversi tra loro; ogni personaggio ha le proprie pecularietà e i propri potenziamenti, offrendo una varietà strategica e di approccio che titoli dal roster molto più grande (come il sopracitato Sparking Zero) non presentano. Un focus molto interessante è stato posto sulle trasformazioni, croce e delizia del mondo degli shonen, che nel gioco influenzano il gameplay in maniera importante in diverse maniere: alcuni personaggi cambiano moveset, altrimenti ottengono dei buff temporanei, alcuni cambiano la propria stazza e l proprio approccio al gioco.
La varietà è davvero tutto in questo gioco e ciò ostacola il bilanciamento, che al momento sembra abbastanza claudicante. Fortunatamente non è niente che non possa essere risolto con una patch ma, fidatevi di noi quando vi diciamo che in questo caso è il problema minore.

L’idea al centro del gameplay è la seguente: invece di dividere ogni battaglia in più round, Bleach Rebirth Of Souls da a ogni giocatore 9 barre della vita; ogni qual volta un giocatore finisce sotto una certa percentuale di punti vita il suo avversario può eseguire un attacco speciale per rimuovere in maniera definitiva dalle 2 alle 5 barre di vita.
Tanto minore è il numero di barre di vita in dotazione al giocatore, tanto maggiore è il danno che infliggerà con tutte le sue tecniche, generando quindi un sistema di rimonte esaltante e in generale offrendo diverse possibilità strategiche al giocatore.
Ogni personaggio ha a disposizione un arsenale di mosse niente male: attacchi leggeri, attacchi pesanti, attacchi spezzaguardia (prese), due tecniche speciali, la possibilità di potenziarsi, abilità di movimento e sopratutto abilità esclusive, legate alle caratteristiche di ogni singolo personaggio. C’è davvero l’imbarazzo della scelta, se consideriamo che attraverso l’utilizzo della barra Reverse è possibile interrompere le proprie stringhe o contrattaccare interrompendo le stringhe avversarie.
Cos’hanno combinato con l’online?
Questo gameplay molto variegato e interessante, chiaramente, poteva dare grandi soddisfazioni all’interno del contesto multigiocatore. Finché parliamo di multigiocatore in locale ci siamo: con due pad il gioco si difende bene ed è esaltante a più riprese, online, invece, è tutto un’altro paio di maniche.
Il problema principale è il netcode, pessimo e sprovvisto di rollback: due elementi che rendono l’esperienza online frustrante. Tutto questo, per di più, è sperimentabile soltanto quando il matchmaking funziona correttamente (cosa che non accade spesso, almeno su PS5 nella versione da noi provata); abbiamo provato a cercare partite anche per diversi minuti senza successo.
La mancanza di una modalità ranked, tra le altre cose, non aiuterà di certo il titolo a resistere sul lungo periodo ed è un peccato molto grave per un videogioco che si propone come alternativa più “deep” al gameplay caciarone di un Dragon Ball Sparking Zero.
Conclusioni
Lavoriamo di sintesi per dire che, Bleach: Rebirth Of Souls è un videogioco dal grande potenziale che purtroppo è stato frenato da una serie di scelte scellerate. Una story mode solida e un gameplay interessante possono competere nel mercato odierno quando non sono accompagnati da una modalità online strutturata e in grado di competere con il resto del mondo? Come prodotto ha molto più valore per chi è sicuro di giocarlo da solo rispetto a chi vuole giocarlo con altri, specie se siete fan della serie. Fortunatamente, nel peggiore dei casi, è pur sempre un videogioco particolarmente intrigante dal punto di vista visivo (cutscene permettendo) quindi gli occhi saranno comunque più che soddisfatti!
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PRO
- Roster molto interessante
- Meccaniche di gameplay piuttosto ricche
- Buona modalità storia
CONTRO
- Comparto online da bocciatura
- Ancora piuttosto sbilanciato
- Le cutscene della modalità storia sprizzano low budget da tutti i pori
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