Atomfall, per un inghilterra post-atomica tutta da scoprire (Recensione in corso)

Uno screenshot del vidogioco Atomfall con al lato un robot e il logo del videogioco

Purtroppo a questo giro dobbiamo cominciare questa recensione con un triste preambolo: per il momento quella che leggere è una recensione monca in quanto non abbiamo potuto provare abbastanza il gioco per poterne tirare fuori un giudizio completo. Il tempo è stato tiranno, il gioco è arrivato tristemente tardi e di contenuti ce ne sono molti, motivo per cui invece di inventarci motivazioni per cui il gioco ci è piaciuto preferiamo iniziare a costruire fin da queste parole una recensione vera.

Questo perché Atomfall, indubbiamente, sembra promettere molto bene. Se Stalker 2 è stato per voi troppo buggato, questo potrebbe essere il gioco che fa per voi! Se Chernobylite vi è piaciuto ma volete qualcosa di meno improntato sull’housing, Atomfall potrebbe essere il gioco che fa per voi! Se volete giocare a un videogioco che richiami l’anima “hardcore” di Fallout, in cui branchi di personaggi sull’orlo di una crisi di nervi si interfacciano tra di loro in un mondo molto ostile, Atomfall potrebbe fare al caso vostro!

Il perché cerchiamo di vederlo insieme nel corso di questo testo

Anima hardcore

Una ferrovia abbandonata con un treno
Anima hardcore (player.it)

Rebellion è una software house che sa il fatto suo, su questo è difficile dire di no. Sniper Elite è diventata una saga particolarmente longeva per un videogioco “di nicchia”. Nel corso degli anni l’azienda inglese ha costruito un suo modo di intendere lo sparatutto in prima persona, allontanandosi dai ritmi soffocanti di tante produzioni mainstream in favore di avventure più atmosferiche e, in generale, interessanti. Atomfall parte da questo presupposto integrando al suo interno l’idea di dover “sopravvivere” in un mondo ostile, che va esplorato di centimetro in centimetro.

La molteplicità all’approccio è un fattore molto importante per Atomfall, che nonostante limitate risorse tecniche, cerca comunque di proporre al giocatore diversi metodi per affrontare una singola situazione. Di base l’idea è quella di costruire uno sparatutto in prima persona dall’animo sandbox in cui combattere non sempre è la scelta migliore e, quando lo è, va fatto utilizzando tutti gli strumenti, le tattiche e le strategie del mondo. Idea bellissima e, sopratutto, realizzata in maniera molto interessante

Il gunplay è preciso e pesante allo stesso tempo, sintomo del fatto che a meno di non essere particolarmente sicuri di avere la meglio sul prossimo è bene studiare con precisione le mosse che si vogliono eseguire. I nemici sono letali e intelligenti, capaci di aggirarci e di tenderci imboscate. Il mondo di gioco, la regione della Cumbria inglese, è pieno di trappole piazzate da predoni e fuorilegge ed è anche un luogo in cui l’aria è instabile, di cui però è bene parlare in maniera più approfondita.

Un bellissimo mondo a una delle sue conclusioni

Una baracca nella campagna inglese
Un bellissimo mondo a una delle sue conclusioni (player.it)

L’elemento che fin da subito ci ha colpito di Atomfall è il suo mondo. Non particolarmente interattivo, non particolarmente approfondito ma anche incredibilmente vivo per le sfide che propone al giocatore in termini di eventi. Pecore che esplodono e che spargono veleno? Ci sono; robot giganteschi che incutono un grande timore e possono portare a un rapido game over? Ci sono pure quelli. Panorami verdeggianti che però sono contemporaneamente anche molto inquietanti? Non vi abbandoneranno mai, potete stare tranquilli.

Esplorando e andando avanti, però, ci sono tanti piccoli colpi di classe che ci hanno convinto: ciò che il disastro nucleare di Windscale (che è realmente avvenuto nel 1957, con esiti decisamente meno tragici di questo) ha portato è l’anormale, il bizzarro all’interno della vita di tutti i giorni. Questo si riflette con grande cura nel tipo di situazioni che il gioco propone al giocatore e anche nella natura dei personaggi non giocanti con cui si deve interagire; quello che rimane del presente di Atomfall è un mondo profondamente distorto e per questo particolarmente affascinante.

Il bellissimo lake district inglese è costellato di villaggi e di figure bizzarre ma anche di avamposti pericolosi in cui però trovare, tra una trappola e una guardia divorata da chissà cosa, degli oggetti che ci permetteranno di potenziare le nostre abilità.

Fortunatamente Atomfall non prova a esagerare nel suo comparto RPG, che rimane light e razionale per tutta l’esperienza, dando anche maggiore peso alle abilità che il giocatore di volta in volta finisce per attivare. Questa scelta, per ora, ci è sembrata estremamente intelligente perché ci permette di evitare a pié pari uno di macroproblemi degli ultimi dieci anni di gaming ovvero la “parametrizzazione” di qualsiasi cosa presente all’interno di un videogioco.

Come se la cava il gioco tecnicamente?

La campagna inglese funestata da un'esplosione nucleare
Come se la cava il gioco tecnicamente? (player.it)

Dal punto di vista tecnico, per quello che abbiamo potuto vedere, Atomfall ci è sembrato un videogioco tecnicamente solido e con un buon colpo d’occhio.

Abbamo giocato su una 6700XT con tutto a ultra in 1080p e non abbiamo riscontrato alcun tipo di problema visivo; anzi, il gioco è esteticamente accattivante grazie all’utilizzo di una palette di colori che non esagera con le desaturazioni tpiche di chi propone ambienti post-apocalittici.

A farci storcere il naso, invece, è stato il sound design che per quanto gradevole ci è sembrato anche impreciso: molte volte ci è capitato di sentire un nemico fischiare senza però riuscire effettivamente a capire la direzione dalla quale questo rumore provenisse. Questo ci ha disorientato e fatto cadere in imboscate che, onestamente, preferivamo risparmiarci. Non siamo riusciti a ben capire se questo problema sia un bug o un più profondo problema meccanico e vi ripromettiamo di aggiornarvi come si deve quando porteremo a termine la recensione!

Conclusioni preliminari

Atomfall è un videogioco molto interessante, che dimostra la volontà di osare di Rebellion all’interno di un contesto per cui sembra esserci mercato. Sopravivere in un mondo ostile è interessante, farlo avendo sempre cose nuove da scoprire e esplorare lo è ancora di più.