Kemono Heroes | Recensione (PC) | Oriente e frenesia in 16-bit

schermata iniziale di Kemono Heroes con titolo e logo
Kemono Heroes | Recensione (PC) | Oriente e frenesia in 16-bit (Player.it)

L’industria dei videogiochi non ragiona più a compartimenti stagni da diversi anni e sempre più spesso, salvo alcune eccezioni che restano ancorate alle loro origini di riferimento, le nuove opere videoludiche non rispondono più alle modalità e caratteristiche peculiari di un singolo genere, ma vanno a rappresentare una sorta di crossover o miscuglio tra generi differenti, proprio per proporre al giocatore esperienze ludiche originali e innovative.

Dato che sarebbe praticamente impossibile elencare tutti i giochi che rientrano nella descrizione effettuata poco fa, ci limiteremo a parlare di un singolo genere che negli anni, soprattutto negli ultimi, è quasi sempre stato accostato ad altre categorie di videogiochi: stiamo parlando dell’hack and slash, ovvero quel tipo di gioco che predilige i combattimenti corpo a corpo con spadoni affilati, mazze chiodate e chi più ne ha più ne metta.

L’hack and slash è un genere videoludico piuttosto atipico dato che spesso si concentra solamente sullo stile di combattimento all’interno di un gioco e dunque si sposa bene con altri generi come l’avventura in The Legend of Zelda, l’RPG in Diablo, l’azione in Devil May Cry fino ad arrivare al run and gun nel titolo protagonista di questa recensione, ovvero Kemono Heroes.

volpe di Kemono Heroes in cima a un pilastro di mattoni
Un quadro generale di Kemono Heroes (Player.it)

Del gameplay in maniera più approfondita di Kemono Heroes parleremo più tardi, ma in questa introduzione ci limiteremo a dire che si tratta di un videogioco che unisce elementi “run and gun”, alla Cuphead o Metal Slug per intenderci, a quelli dell’hack and slash che abbiamo descritto nei precedenti paragrafi andando a creare un genere che viene definito anche dagli stessi sviluppatori “run and slash”.

Schiva, corri, salta, taglia: un gioco di pattern ripetuti

Nel precedente paragrafo abbiamo parlato di “run and slash”, un genere che in realtà non è altri che un mix tra il run and gun e l’hack and slash: in Kemono Heroes, infatti, l’intero gameplay è costruito su livelli a scorrimento orizzontale oppure dall’alto verso il basso sempre in 2D nei quali l’obiettivo è riuscire ad arrivare vivo al termine dello scenario cercando di evitare i colpi dei vari nemici presenti sullo schermo e che cercano di sbarrare la strada al protagonista.

Il fatto che venga paragonato ai run and gun sta nel fatto che, come ad esempio succede in Metal Slug, lo scenario si riempie di nemici che sbucano da ogni angolo della schermata e dunque non devi fare altro che tenere premuto il tasto d’attacco continuamente senza fermarti nemmeno per un istante: così come nei run and gun devi sparare in continuazione per colpire ogni bersaglio, in Kemono Heroes devi sfoderare la tua spada o la tua arma bianca per fare sostanzialmente la stessa cosa, solo in corpo a corpo e non a distanza.

gameplay Kemono Heroes sezione di un livello a 4 giocatori
Schiva, corri, salta, taglia: un gioco di pattern ripetuti (Player.it)

Il gameplay è a dir poco frenetico e per arrivare sano e salvo alla fine del livello non puoi riposarti nemmeno per un secondo salvo in rarissime occasione in cui lo scenario è pulito: nonostante questo però il gioco non è per nulla frustrante ed è a tratti divertente, anche perché i livelli sono piuttosto brevi e i nemici non sono nemmeno così forti, ma soprattutto nelle fasi iniziali vengono sconfitti con un paio di spadate.

Puoi comunque scegliere di procedere nel livello solamente sulla difensiva, cercando di evitare i colpi dei nemici senza affrontarli direttamente: un modo di giocare che da una parte riduce al minimo il rischio di perdere vite, ma che dall’altra non ti permette di guadagnare il drop dei nemici costituito da monete che ai fini del gioco sono molto utili dato che ti permettono di acquistare potenziamenti per le armi, aumentare il numero delle vite e anche la vita massima dal mercante che si trova alla fine di ogni livello.

Potenziare la propria arma principale o la propria arma secondaria, che di solito è un colpo a distanza, è molto utile dato che procedendo nel gioco i nemici diverranno sempre più forti e resistenti e, inoltre, è una meccanica utile contro i boss che chiaramente hanno una barra della vita molto più grande dei semplici nemici e aumentare il proprio DPS è la strategia migliore.

giocatori di Kemono Heroes che affrontano il primo boss
Schiva, corri, salta, taglia: un gioco di pattern ripetuti (Player.it)

Le meccaniche di gioco finiscono sostanzialmente qui: parliamo di un titolo di pattern ripetuti dove livelli a scorrimento orizzontale o verticale si alternano alle lotte con i boss, ma questo non è necessariamente un difetto dato che molti titoli sono costruiti in questo modo e ciò che conta realmente è la variazione, anche a livello ambientale e di nemici, da uno scenario a l’altro e anche il contenuto del gioco stesso.

Su questo discorso bisogna fare un doveroso appunto: Kemono Heroes è un gioco piuttosto breve, dura all’incirca solamente 2 ore, ma ciò che mi ha fatto storcere particolarmente il naso non è tanto la durata in sé, dato che ci sono giochi meravigliosi che durano anche meno, ma più che altro la differenza quasi abissale che c’è tra la prima parte di gioco e la seconda a livello di coinvolgimento, intensità e sorprese nel gameplay.

Difficile raccontare questa sensazione senza fare troppi spoiler, ma basti sapere che circa alla metà del gioco accade un avvenimento particolare che cambia le carte in tavola: a quel punto il gioco ti costringe a ripetere tutti i livelli da capo compresi i boss, una scelta di game design che a livello di trama potrebbe anche avere senso considerato ciò che succede, ma che a livello ludico è davvero noioso dato che gli scenari non cambiano di una virgola se non per qualche filtro colorato applicato alla schermata.

L’altra scelta di game design che non ho compreso è il fatto che dopo quel punto la difficoltà si alza in modo assurdo: io ho affrontato il gioco a difficoltà normale e nella prima parte il titolo è impegnativo, ma comunque abbastanza semplice se fai un minimo d’attenzione, mentre improvvisamente nella seconda parte di gioco i nemici diventano incredibilmente forti, sia a livello difensivo riuscendo a resistere anche a 6-7 spadate, sia a livello offensivo dato che tolgono il 50% della vita a ogni colpo e in certi casi anche tutta la vita.

Sezione di un livello di Kemono Heroes con 4 giocatori e nemici volanti
Schiva, corri, salta, taglia: un gioco di pattern ripetuti (Player.it)

Sostanzialmente non ho ben compreso questa scelta di game design e soprattutto questo picco di difficoltà improvvisa al limite del frustrante dopo la prima metà di gioco: forse avrebbe avuto più senso inserire un aumento della difficoltà graduale livello dopo livello, anche per controbilanciare l’acquisto dei potenziamenti da parte del giocatore che diventa sempre più forte man mano che procede nell’avventura.

Cultura giapponese in 16-bit: artisticamente e ludicamente appagante

Il gameplay è sicuramente qualcosa che funziona, ma l’aspetto più interessante di Kemono Heroes è sicuramente la direzione artistica intrapresa dagli sviluppatori del gioco; il titolo è zeppo di riferimenti alla cultura giapponese, soprattutto quella del periodo Edo come ad esempio i drop dei nemici che sono delle monete Koban, e di rappresentazioni del folklore del Paese del Sol Levante che si mischiano alla perfezione con gli elementi di gioco.

A partire dai quattro protagonisti del gioco, quattro animali antropomorfi legati al Giappone ovvero la scimmia, la volpe, la gatta e lo scoiattolo, i quali sono vestiti con abiti tradizionali giapponesi e richiamano fortemente i guerrieri della storia di questo Paese come il ninja o lo shogun; proseguendo per le armi tipiche (katana, pugnali, bastone) fino ad addentrarsi anche all’interno della mitologia del Giappone andando a pescare a piene mani nel fantastico mondo degli yokai.

volpe di Kemono Heroes che vola su una nuvola accompagnata da un dragone
Cultura giapponese in 16-bit: artisticamente e ludicamente appagante (Player.it)

I nemici del gioco, infatti, sono tutte rappresentazioni di yokai del folklore giapponese: senza fare troppi spoiler dato che forse questa è la parte più interessante da scoprire in Kemono Heroes, nel gioco ci sono nemici ispirati al Kodama, spirito degli alberi che nel gioco è rappresentato come un arbusto che prende vita, oppure l’Obake, spiriti che nel folklore nipponico cambiano forma e infatti nel gioco prendono possesso di oggetti dello scenario e hanno forme sempre diverse.

A livello artistico e, soprattutto, di direzione artistica il gioco è davvero una piccola perla: il tutto poi è reso ancora più appagante dallo stile in 16-bit e pixel art che permette agli elementi di gioco, ai personaggi, ai nemici e ai boss di sprigionare tutto il loro potenziale a livello di forme e colori.

Conclusioni

Kemono Heroes non è sicuramente un gioco imperdibile e, forse, è un titolo che consiglierei solamente agli amanti dei run and gun e hack and slash; nonostante questo è però un gioco che funziona, che sta in piedi e che regala comunque parecchie emozioni soprattutto a chi si lascia sorprendere dagli scenari di sfondo, dalle ambientazione e dal design; a livello ludico e di game design qualcosa da rivedere, ma a livello artistico è qualcosa che mi ha sorpreso in positivo.

PRO

  • Un tuffo nella cultura e folklore giapponese
  • Stile artistico in 16-bit davvero appagante
  • Gameplay divertente e frenetico

CONTRO

  • Alcune scelte di game design incomprensibili
  • Difficoltà sbilanciata e che aumenta improvvisamente
  • Avventura troppo breve e nemmeno così intensa

Se hai letto tutta la recensione (e l'hai letta per davvero tutta senza imbrogliare) puoi cliccare qui sotto per scoprire il voto:

7

Storia - 6 / 10

Grafica - 8 / 10

Longevità - 6 / 10

Gameplay - 7 / 10

Sonoro - 7 / 10

Giappone - 10 / 10