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On Your Tail | Recensione (PC) | Un po’ Pixar, un po’ Don Matteo

Attaccamento esagerato e gretto alle tradizioni e agli usi della propria città“: questa è la definizione che il celebre vocabolario Treccani dà del termine “campanilismo“, una parola che ha un’accezione piuttosto negativa, ma che nel contesto di questa recensione assume tutt’altro significato, o meglio, vorremmo utilizzarla con una diversa accezione, maggiormente positiva, per sottolineare il coraggio del team di Memorable Games nel decidere il setting e i contenuti di On Your Tail.

Siamo tutti d’accordo che non c’è scritto da nessuna parte che gli sviluppatori devono inserire a tutti i costi all’interno dei propri giochi elementi culturali del loro Paese di provenienza, anzi molti non lo fanno proprio per evitare quel campanilismo spiegato dalla Treccani, ma gli sforzi di Memorable Games hanno portato alla creazione di un videogioco pregno di riferimenti agli usi e costumi italiani, ambientato interamente in Italia, eppure allo stesso tempo senza mai risultare stucchevole, senza forzature e dimostrando che si può costruire un gioco che rispetti tutti i crismi anche volendo sottolineare l’attaccamento al proprio Paese natale.

Non vogliamo scadere nelle banalizzazioni ed è necessario sottolineare quanto On Your Tail sia molto di più di un semplice spaccato della cultura italiana in (quasi) tutti i suoi aspetti, ma un videogioco che diverte, che tiene impegnato il giocatore per circa 20 ore tra esplorazione di un mondo aperto, dialoghi sempre diversi e che aiutano a mantenere alta la credibilità del world building, meccaniche di life simulator, minigiochi e chiaramente il piatto forte: risoluzione di misteri ed enigmi.

Una studentessa sognatrice in un Paese di misteri

Diana Caproni è una studentessa universitaria che sogna di divenire una scrittrice di successo: nonostante gli impegni con le lezioni e gli esami, la giovane ragazza originaria di Torino ha intenzione di mettercela tutta per riuscire a farsi approvare le proprie bozze di romanzo dalla casa editrice Felinelli, ma purtroppo i primi tentativi vanno a vuoto e, sotto consiglio del suo Professore universitario nonché giudice del concorso letterario, decide di provare nuove esperienze da poter inserire nei suoi racconti, tacciati di essere delle storie senza coinvolgimento né anima.

Diana, mossa dalle parole del suo Professore, decide di seguire le orme di sua nonna e di partire in sella alla sua Vispa in direzione Borgo Marina, una piccola cittadina in riva al mare in Liguria; la sua speranza è quella di passare una vacanza staccando la spina dalla routine quotidiana e allo stesso tempo provare a vivere delle nuove esperienze da poter raccontare in maniera molto più coinvolgente all’interno dei suoi romanzi.

Oltre alla passione per la scrittura, Diana sembra avere anche un certo legame con il mondo dell’investigazione privata, magari anche spinta da sua madre poliziotta, e il suo arrivo a Borgo Marina è scosso subito da un avvenimento che è pane per i suoi denti: una bufera squarcia il cielo estivo del piccolo paesino e nell’oscurità della notte una misteriosa ladra mascherata taglia la strada a Diana che cade dalla sua Vispa e viene tratta in salvo da Orlando che la ospita all’interno della sua villa.

Qui ha inizio la storia di Diana Caproni a Borgo Marina che, grazie all’aiuto di Orlando e di sua moglie Beatrice, decide di voler fare luce sull’entità della ladra che le ha tagliato la strada all’ingresso del Paese e che nella notte ha svaligiato proprio la dimora dei due coniugi: in questo preciso momento al giocatore viene presentata la meccanica principale del gioco, ovvero quella della risoluzione di enigmi.

Vacanziera per scelta, detective per caso

Col passare dei giorni a Borgo Marina, Diana si renderà conto che la sua volontà era solamente quella di passare una vacanza al mare lontana dal caos cittadino, ma trasportata dal momento si ritrova a essere la detective ufficiale della località ligure anche grazie al potere della Cronolente, uno dei primi oggetti ricevuti che è uno strumento essenziale per poter raccogliere indizi e risolvere i vari enigmi proposti dal gioco nel corso dell’avventura.

Le sessioni di gioco improntante sulla risoluzione di casi ed enigmi si dividono in due fasi: la prima è quella della raccolta di indizi che è possibile ottenere inquadrando l’ambiente circostante con la Cronolente oppure raccogliendo dichiarazioni dagli NPC. Una volta raccolto il numero necessario di indizi si passa alla fase della ricostruzione del caso nella quale bisogna posizionare i vari indizi raccolti nell’ordine corretto al fine di arrivare alla deduzione finale.

I primi casi, come è giusto e normale che sia, sono piuttosto intuitivi e possono essere risolti facilmente, ma proseguendo nell’avventura la risoluzione dei vari misteri diventa sempre più complessa non solo perché il numero di indizi da raccogliere e mettere in ordine aumenta, ma anche perché aumentano le soluzioni da poter mettere in pratica: posizionare gli indizi nell’ordine giusto, ma anche combinarli fra loro, utilizzarli più volte, il tutto chiaramente stando attenti a ciò che succede a schermo dato che i rapporti di causa-effetto sono fondamentali per arrivare alla deduzione giusta.

All’aumentare della difficoltà e delle combinazioni tra i vari indizi c’è da sottolineare che in diversi momenti si è percepita la sensazione di “trial and error“: questo perché in alcuni frangenti c’erano talmente tante combinazioni da poter effettuare che ricostruire il caso per filo e per segno al primo colpo risultava davvero complesso; questa sensazione è in parte confermata dal fatto che, quando non si riesce a risolvere interamente il caso, il gioco non solo ti dà l’opportunità di riprovare, ma ti indica anche quali indizi sono stati messi nella posizione giusta.

Molto più brillante e per certi versi anche originale invece la sessione di gioco che prevede gli interrogatori: in questo frangente bisogna mettere in campo tutta la propria abilità di detective e cercare di estorcere informazioni utili a personaggi chiave che appaiono all’interno del gioco associando le proprie deduzioni alle dichiarazioni degli imputati fino all’accusa finale, stando attenti a non aumentare troppo il livello di stress della persona accusata.

Anche in questo caso, soprattutto nei momenti più avanzati del gioco, è necessario provare più volte prima di arrivare alla conclusione giusta, ma in questo caso si premia molto di più l’abilità del giocatore ad associare le frasi giuste piuttosto che una serie di tentativi ed errori come può succedere invece nel caso delle meccaniche di gioco descritte in precedenza.

Se pensate che “On Your Tail” sia solamente un gioco investigativo vi sbagliate di grosso perché oltre al fulcro del gameplay che porta avanti la trama di gioco, c’è un contorno ricco di meccaniche da life simulator e cozy game che permette al giocatore non solo di percepire uno stacco e il passare del tempo tra un caso da risolvere e l’altro, ma anche di risultare godibile a chi vuole immergersi a 360° nel mondo di gioco.

Vivi, esplora, raccogli, cucina, dialoga: un’esperienza coinvolgente

La risoluzione di casi ed enigmi portano avanti, come già detto, la storia, ma il giocatore è totalmente libero di esplorare il mondo aperto di gioco, rappresentato da Borgo Marina e altre piccole località adiacenti, svolgendo attività parallele che non solo contribuiscono ancora una volta ad aumentare la credibilità e il world building del titolo, ma permettono anche di divertirsi con numerose meccaniche di gameplay staccandosi per qualche ora dalla seriosità della quest principale.

Innanzitutto Diana, una volta arrivata a Borgo Marina, ha bisogno di soldi per la vacanza e dunque di trovarsi un lavoro per accumulare valuta di gioco (rappresentata dalle Lire italiane): a questo proposito si hanno a disposizione tre scelte differenti che è possibile anche eseguire tutte nel corso di una singola giornata per accumulare soldi prima di andare a letto, ovvero la cameriera in una tipica trattoria italiana, la postina oppure la gelataia.

L’aspetto più interessante di questa parte è che ogni lavoro permette al giocatore di vivere un espediente di gameplay differente dal resto del gioco; ad esempio lavorando come cameriera bisogna servire tutti i clienti prima dello scadere del tempo disegnando il percorso che Diana deve seguire sul pavimento del locale, lavorando come gelataia è necessario creare il gusto di gelato perfetto cercando di livellare la quantità dei vari ingredienti e infine lavorando come postina, come è facile intuire, bisogna bussare alle porte degli abitanti di Borgo Marina e consegnare loro lettere e pacchi.

Nulla è lasciato al caso e chiaramente una volta guadagnati soldi bisogna avere anche la possibilità di spenderli in qualche modo: oltre ad alcune quest principali che richiedono effettivamente una somma in denaro da spendere, nel corso dell’avventura si ha la possibilità di visitare i vari negozi di Borgo Marina per acquistare articoli di ogni tipo: vestiti, film, libri, alimentari e accessori.

Tutti questi oggetti non sono solamente dei collezionabili (e il gioco ne ha oltre 800), ma talvolta sono degli oggetti utili all’avventura: ad esempio acquistando e leggendo il libro di cucina è possibile apprendere nuove ricette da cucinare, mentre leggendo il libro nautico è possibile acquisire la patente nautica per noleggiare la barca e navigare a largo di Borgo Marina; stesso discorso vale anche per i vestiti, ad esempio bisogna acquistare il costume per fare il bagno in mare o riposarsi in spiaggia e portare a termine alcune quest secondarie.

Il lavoro non è tutto e una volta sistemato il portafoglio bisogna ricordarsi che si è tutto sommato in vacanza e dunque il gioco mette a disposizione altre attività parallele per svagarsi e per sottolineare ancora una volta che stiamo parlando comunque di un cozy game e rilassarsi compiendo attività secondarie rispetto alla missione principale è un dettaglio fondamentale di questi titoli.

Tra le attività secondarie c’è ad esempio la pesca che ti permette di collezionare pesci e altre creature marine, la cucina per dilettarsi ai fornelli nella propria stanza personale, la raccolta di collezionabili come disegni di costellazioni e ingredienti e diversi minigiochi da poter fare in solitaria o in compagnia di altri personaggi del gioco come la corsa delle biglie in spiaggia oppure il rimbalzello che sostanzialmente consiste nel far rimbalzare i sassi quante più volte possibile sulla superficie dell’acqua.

Anche in questo caso è doveroso specificare come anche queste attività secondarie non siano fine a sé stesse, ma abbiano uno scopo che spinge il giocatore a provarle almeno una volta: pescare non solo ti fa guadagnare soldi, ma ti permette anche di sbloccare una quest secondaria; cucinare ti permette di consolidare rapporti con gli altri NPC, giocare ai minigiochi permette di sbloccare difficoltà sempre più avanzate di quel minigioco e allenarti nei momenti distensivi.

Un Paese vivo e che si evolve nel tempo

C’è sempre un grande rischio quando si ambienta un gioco interamente all’interno di un piccolo centro abitato dato che, per forza di cose, bisogna animarlo continuamente e non dare al giocatore mai l’impressione che sia sempre uguale giorno dopo giorno: On Your Tail ci riesce in maniera ottimale e per certi versi anche furba dato che Borgo Marina ha un totale di circa 80 abitanti, ma il giocatore ne vede in giro per la città solamente una decina.

Memorable Games in questo caso ha trovato un’espediente particolare per permettere al giocatore di conoscere i nomi e le caratteristiche fisiche di ogni abitante, ma senza la necessità di dover modellare e animare 80 NPC che avrebbero appesantito il gioco: si può dialogare con il 90% degli abitanti solamente bussando alla loro porta e ciò che appare è solamente un artwork e box di dialogo, una soluzione sicuramente volta al risparmiare dati da processare, ma che assolutamente non stona con il resto del gioco.

Nonostante siano solamente dei disegni animati, i dialoghi riescono a far capire al giocatore la caratterizzazione profonda di ogni abitante che diventa subito riconoscibile in tutto quello che dice, ma il rapporto con gli abitanti di Borgo Marina si fa più intenso nei confronti di quelli che vengono caratterizzati come “Amici” con i quali è possibile andare in giro per il Borgo, chiacchierare e passare del tempo insieme svolgendo attività secondarie.

Pur rispondendo ad alcune meccaniche del life simulator, questa meccanica di “link sociale” viene solamente sfiorata in maniera superficiale e non c’è alcun modo per stringere rapporti più profondi con un NPC piuttosto che con un altro dato che sono tutti allo stesso livello nel rapporto con la protagonista e non ci sono possibilità di andare oltre.

Un tuffo, sia letterale che figurativo, a Borgo Marina

Nel parlare dell’aspetto grafico e tecnico del gioco torniamo al discorso che abbiamo fatto in introduzione dato che, come abbiamo già specificato, il gioco è interamente ambientato in Italia anche se Borgo Marina non è una trasposizione di una città realmente esistente nel Belpaese, ma più che altro un paesino fittizio basato sui vari borghi marittimi situati sulla costa ligure e c’è da dire che gli sviluppatori hanno saputo inquadrare bene tutte le caratteristiche peculiari.

Bar in riva al mare, trattorie che servono rigatoni al sugo o trofie al pesto, piantine di basilico lungo le viuzze del borgo, case colorate, spiagge libere, pescherecci, statue e castelli medievali: camminando tra le vie di Borgo Marina sembra davvero di passare un weekend estivo in Liguria a dimostrazione di quanto l’ambientazione riesca a coinvolgere a 360° il giocatore.

L’esplorazione è sempre stata appagante, anche se qualche volta ci si ritrova costretti a fare su e giù per il Paese venendo sballottolati da un NPC all’altro per portare a termine delle fetch quest; nonostante questo le missioni, sia principali che secondarie, non sono mai risultate stucchevoli e molto spesso hanno riservato anche qualche chicca divertente come la Radio Mare Blu che oltre a riprodurre canzoni dava sfoggio di conoscenza di diversi meme dell’internet tutto italiano.

Dal punto di vista tecnico c’è da fare più di qualche appunto: le texture dei modelli 3D non sempre sono apparse nitide e hanno prestato il fianco a qualche sbavatura, così come la telecamera che negli spazi interni era troppo schiacciata verso la protagonista non consentendo al giocatore di muoversi con libertà, soprattutto se si utilizzano mouse e tastiera; qualche glitch grafico e leggeri fenomeni di stuttering hanno fatto intendere che forse serviva limare qualche dettaglio in più, ma c’è anche da dire che abbiamo provato il gioco prima del rilascio ufficiale e dunque è possibile che gli sviluppatori stiano lavorando a un patch per sistemare questi piccoli difetti.

Conclusione

On Your Tail è una cartolina di benvenuto in movimento dell’Italia, dalle ambientazioni alla caratterizzazione dei personaggi, ma allo stesso tempo rappresenta un parco giochi di attività principali e secondarie che permettono di dare sfoggio alla creatività del giocatore e bilanciare quest’ultima alla sua capacità deduttiva quando bisogna fare sul serio per risolvere i casi misteriosi che attanagliano Borgo Marina.

This post was published on 18 Dicembre 2024 18:30

Salvatore Montagnolo

Nasce il 21 maggio 1996 a Napoli e cresce con la passione per i videogiochi e per tutto ciò che c'è di tecnologico nel mondo. Preme il suo primo tasto "START" all'età di 6 anni con Crash Bandicoot per l'inizio di una grande avventura all'insegna di console, comandi e schermi.

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