Romancing Saga 2: Revenge Of The Seven | Recensione (PS5) | Riproporre capolavori dimenticati

Romancing SaGa 2: Revenge of the Seven

Gli appassionanti di gioco di ruolo Giapponesi nel corso degli ultimi anni, per dirla in maniera giovane, hanno mangiato bene. Ci sono stati tantissimi videogiochi molto interessanti, specie al di fuori dalle saghe storiche, ed un cospicuo numero di remake e porting altro non ha fatto che continuare ad arricchire la situazione. Tra questi forse uno dei più interessanti dal punto di vista prettamente materiale è Romancing Saga 2: Revenge Of The Seven, versione rivista e aggiornata del secondo capitolo del brand SaGa, che già aveva visto in Minstrel Song una versione aggiornata del primissimo capitolo.

Un intreccio complicato e incasinato, senza dubbio, ma che poco cambia alla fine della fiera: nel corso degli ultimi 3 o 4 anni Square Enix ha profuso grandi risorse nella realizzazione di porting, adattamenti e remake di una delle sue saghe più sottovalutate, forse anche incitata dai risultati particolarmente positivi di Romancing SaGa Re;univerSe, videogioco mobile basato sul brand che sta macinando davvero un sacco di yen sugli smartphone dei Giapponesi.

Com’è, però, Romancing Saga 2: Revenge Of The Seven? Avendo avuto in mano la versione Playstation 5 del gioco per un paio di settimana possiamo darvi un giudizio definitivo su quello che, voti alla mano, è uno dei JRPG più interessanti del 2024.

Non il solito JRPG (fortunatamente)

Parlare di Romancing Saga 2 è in generale complicato perché rappresenta un interessantissimo esperimento di Squaresoft all’epoca, e Square Enix oggi, nel provare a proporre una maniera diversa di interpretare il genere JRPG. Di fatto il capitolo originale, nel suo essere privo di confini e privo di limiti, altro non faceva che ibridare la libertà d’azione tipica del gioco di ruolo occidentale (molto più open ended, complice anche il suo essere prevalentemente su computer con un sistema di controllo più duttile) con quelle che erano le caratteristiche topiche del gioco di ruolo giapponese.

Tutto questo veniva iterato all’interno di un contesto multi generazionale, in cui il giocatore altro non doveva fare che guidare una lunga serie di personaggi all’interno di una storia epica, direttamente riallacciata a quella del primo capitolo della saga. La scelta di Squaresoft all’epoca era chiara: lasciare il giocatore libero, molto di più di quanto già non lo fosse nei primi 6 Final Fantasy mettendolo davvero a contatto con uno stile di gioco e una possibilità operativa non molto comuni nel mondo dei JRPG mainstream.

Il brand SaGa, inoltre, ha sempre avuto il compito di premiare gli stili di gioco più sperimentali e questo vale anche per il gameplay; a differenza dei sistemi di level up tradizionali, Romancing SaGa 2 (come ogni altro capitolo) preferisce evitare i canonici livelli in favore di soluzioni più ardite come il livello di maestria con le armi, a cui collegare poi abilità sbloccabili, che per possono venire ereditate dal successore nella linea generazionale del proprio impero.

Ecco: tutto questo è stato perfettamente e intelligentemente trasposto all’interno di questa nuova iterazione del brand SaGa, con tutti gli aggiustamenti del caso.

Preparatevi a studiare

Romancing SaGa 2: Revenge of the Seven

Gli sforzi di Square Enix nel presentare al pubblico odierno, certamente un po’ più “choosy” di quello passato, Romancing Saga 2 si vedono in praticamente tutti i comparti. Il sistema di combattimento, ad esempio, presenta tutta una serie di semplificazioni visive in termini di interfaccia che permettono di capire meglio il funzionamento della turnazione; l’aggiunta della barra overdrive, poi, permette di eseguire mosse speciali in grado di abbattere uno o più nemici contemporaneamente, il tutto a patto di sfruttare correttamente le debolezze e le caratteristiche dei nemici.

Non meno complesso dell’originale è il sistema di crescita dei vari personaggi: come membro fisso del party si ha semplicemente il membro della famiglia reale “protagonista”! Tutti gli altri vanno reclutati nei modi più disparati: completando quest secondarie, alla locanda, parlando con NPC e chi più ne ha più ne metta. Il gioco originale aveva dalla sua almeno 90 NPC, questo ha un po’ ridotto i numeri però attenendosi alle diverse DECINE quindi i completisti avranno di che impazzire; i personaggi, poi, rispondono a differenti classi (che non sono intercambiabili) permettendo una costruzione del party profonda e intrigante, con tantissima carne al fuoco per i giocatori più smanettoni.

Questa costruzione è permessa attraverso l’equipaggiamento e lo sfruttamento di abilità passive che si sbloccano facendo partecipare il personaggio a numerose battaglie, permettendo poi la creazione di mix di abilità di classi differenti in una destinazione terza; tutto questo ricorda da vicino alcuni dei sistemi di sviluppo personaggi più divertenti della storia dei JRPG, quindi possiamo già capirci in maniera simile al sistema di abilità passive di Final Fantasy Tactics per capirci.

Romancing SaGa 2: Revenge of the Seven

In battaglia le cose poi si complicano in maniera interessante a causa del sistema delle formazioni. Queste, oltre a cercare di scongiurare la peggiore fine possibile per il proprio protagonista e i suoi comprimari (per un motivo che vedremo fra poco) offrono tutta una serie di bonus passivi e attivi ai vari membri del party, dando un ulteriore slancio di personalizzazione alla propria strategia.

I bonus difensivi, comunque, a differenza di quanto accade nella stragrande maggioranza dei JRPG in commercio hanno particolarmente senso in quanto la morte in Romancing Saga è dotata di un grande peso. I personaggi che muoiono sono persi e vedono le proprie abilità venir ereditate da un altro personaggio (se tutto va bene), in un gioco di dinastie e prosecuzioni che ampia il respiro epico della trama. Un sistema senza dubbio che si regge su un delicato gioco di pesi e contrappesi, con tante scelte geniali mediate da altre piuttosto radicali, che potrebbero scontentare il giocatore tradizionale ma che danno a RS2 una personalità difficile da trovare altrove.

Tra narrativa ed estetica

Parlare della storia di Romancing SaGa 2: Revenge of the Seven è complicato in quanto il nostro playthrough sarà quasi sicuramente diverso dal vostro, che sarà diverso da quello del vostro amico, che sarà diverso da quello d’un’altra persona ancora. La grande libertà espressiva concessa al giocatore in termini di scelte fa sì che questa sezione sia piuttosto inutile: a grandi linee possiamo dire che il livello di scrittura non è coinvolgente o magistrale come in alcuni titoli del genere, ma che tutto questo viene ampiamente controbilanciato dall’avere un mondo estremamente più vivido e vivo della media. La storia del regno di Avalon, dei suoi regnanti e dei sette eroi è qualcosa che ricorderete con affetto anche dopo le 40+ ore necessarie per portare a termine il gioco.

Dal punto di vista tecnico, invece, non possiamo che fare grandi complimenti a Square Enix che per l’occasione ha spinto ulteriormente sull’acceleratore del comparto tecnico mettendo, al servizio di Avalon, un grande esempio del perché la grafica “stilizzata” ancora oggi riesce a offrire un’esperienza degna di nota.

Romancing SaGa 2: Revenge of the Seven

Pur non avendo l’art direction di un Metaphor e pur rimanendo sul cartoonesco quasi dragon questoso (forse il peggior neologismo mai comparso su Player.it, lo ammettiamo), Romancing Saga 2 è bellino da vedere, solido da giocare e in grado di offrire un’esperienza classicheggiante con un ottimo character design adatto anche ai più piccoli, proponendo la sua versione del fantasy alla giapponese che ancora oggi ha dalla sua una grande nostalgia a cui è difficile dire di no.

Di ottima fattura anche la colonna sonora, che riadatta in una doppia chiave tra il rock e l’orchestrale le tracce del videogioco originale; buono anche il doppiaggio inglese, di fattura perfettamente paragonabile a quello originale giapponese; non esiste un adattamento in Italiano ma l’inglese utilizzato non è particolarmente complicato e pertanto può essere interessante sperimentare il gioco per esercitarsi con la lingua.

Conclusioni

Romancing SaGa 2: Revenge of the Seven è un affascinante ritorno a uno dei giochi di ruolo giapponesi più ambiziosi e originali degli anni ’90. Il remake riesce a mantenere lo spirito dell’originale, offrendo un’esperienza coinvolgente grazie a una combinazione di libertà narrativa, scelte strategiche complesse e un sistema di combattimento ben rifinito. La grafica, pur rimanendo stilizzata, è piacevole e offre un mondo vivo e dettagliato, mentre la colonna sonora e il doppiaggio contribuiscono a rendere l’atmosfera ancora più immersiva. Romancing SaGa 2 potrebbe non essere adatto a tutti i giocatori a causa della sua complessità e del gameplay poco tradizionale, ma per gli amanti dei JRPG che cercano un’esperienza diversa e sfidante, questo titolo rappresenta un must-have.

PRO

  • La versione aggiornata e adattata di un capolavoro del passato
  • Una grande profondità di gioco
  • Senso di libertà quasi alieno per la media del genere

CONTRO

  • Non tutte le sue complessità sono ben spiegate
  • Esteticamente molto classico, forse troppo

Se hai letto tutta la recensione (e l'hai letta per davvero tutta senza imbrogliare) puoi cliccare qui sotto per scoprire il voto:

8.5

Storia - 8 / 10

Grafica - 8 / 10

Longevità - 9.5 / 10

Gameplay - 9 / 10

Sonoro - 8.5 / 10