I progetti crossmediali sono delle armi a doppio taglio tanto affascinanti quanto pericolose. Da una parte, infatti, avere un universo narrativo già plasmato e “funzionante” può rappresentare un ottimo punto di partenza, potendo contare su una fanbase già folta e definita; basti pensare a quanto franchise come Halo ed Assassin’s Creed abbiano potuto guadagnare profondità e spessore grazie ai vari libri, fumetti, film, serie tv, ecc. che si sono innestati su una base già solida. Dall’altra, però, il rischio di dar vita ad un prodotto che non rispetti gli standard dell’opera originale o che, peggio ancora, scontenti la già menzionata fanbase è altissimo.
Alzi la mano chi aveva mai sentito parlare di Unknown 9 Awakening prima d’ora. Chi vi scrive non può vedervi, ma immagina che siate piuttosto numerosi; ebbene, anche il sottoscritto ha una confessione da farvi: prima di prendere il pad in mano, ignoravo completamente che il videogame targato Bandai Namco fosse un’opera crossmediale; più precisamente, il titolo in questione è la controparte digitale dell’omonima saga letteraria creata da Layton Green. Per chi non lo sapesse, si tratta una trilogia non disponibile in lingua italiana e di cui il terzo libro è ancora in fase di stesura.
Già sulla base di quanto finora detto, possiamo dire che tanto Bandai Namco quanto Reflector Entertainment, developer dell’opera, abbiano tentato la mossa più azzardata: quella di dare forma, colore, volto, voce e, più in generale, vita a ciò che esisteva solo su carta.
Nelle righe che seguono, cercheremo di descrivere tutte le caratteristiche di Unknown 9 Awakening e di come si sia rivelato il suo approdo sulle nostre piattaforme di gioco.
Verso il Rovescio ed oltre!
Dopo una breve video introduttivo, che ci spiega a larghi tratti la natura ed il ruolo dei 9 Ignoti, protagonisti occulti dell’avventura, veniamo calati nei panni di Haroona, una ragazza di origini indiane dotata di poteri che vanno ben oltre la sua comprensione e di cui ancora non conosce la natura. Neanche il tempo di completare il suo addestramento che la giovane, in un colpo solo, perde Reika, sua mentore e figura di riferimento, e fa la conoscenza degli Ascendants, una fazione dagli scopi misteriosi e capitanata da una figura ancor più misteriosa, che risponde al nome di Vincent Lichter.
Dopo quattro anni trascorsi ad alimentare la sua sete di vendetta, Haroona inizia la sua personale “caccia all’uomo”, incrociando la sua strada con quella di Luther, un insolito pistolero americano, e della Leap Year Society: un gruppo di avventurieri che sembrano essere legati a doppio filo agli Ascendants.
Inutile dire che la “strana coppia” unirà le forze cercando, da una parte, di fermare Vincent e, dall’altra, di comprendere meglio la natura dei poteri di Haroona, che le permettono di interagire telecineticamente con l’ambiente circostante, nonché di “invadere” temporaneamente il corpo dei propri avversari. Tutto sembra legato all’Am, una fonte di energia le cui origini si perdono nel tempo, ed al Rovescio, un piano alternativo della realtà che cela al suo interno segreti di ogni genere, tra cui quello relativo destino del genere umano.
Una storia misteriosa e… frammentata
Fermiamoci un attimo e poniamoci una domanda: qual è l’aspetto più difficile nella realizzazione di un’opera crossmediale?
Creare una trama coerente? Dare vita ad un’ambientazione che si ponga in linea di continuità con quanto è già stato realizzato e con quanto sarà realizzato in futuro? Sviluppare dei personaggi che possano essere unici e “riutilizzabili” nell’universo narrativo?
A parere di chi vi scrive, la vera sfida di un progetto che vanti l’ambizione della crossmedialità è quello di non spaesarne i fruitori. Spieghiamoci meglio: nonostante il titolo in esame sia parte di un “universo espanso” ancora in via di sviluppo, qualsiasi utente dovrebbe avere la possibilità di avventurarsi nel mondo di gioco senza sentirsi un pesce fuor d’acqua, cogliendo tutti gli aspetti sufficienti per comprendere ciò che gli sta accadendo intorno e ricevendo i giusti stimoli per approfondire tutti quei misteri che saranno svelati negli altri media.
Ebbene, quanto ora detto in Unknown 9 Awakening semplicemente non avviene.
Se nelle prime battute di gioco era comprensibile ignorare chi fossero Haroona e Reika, quali fossero le origini di Ascendants e Leap Year Society e quali, invece, fossero i loro fini ultimi, molto meno comprensibile è non avere un quadro completo anche dopo la metà del videogame. La stragrande maggioranza dei personaggi della trama sono semplicemente presi e messi sullo schermo, con un paio di battute e una pagina sul diario della protagonista come presentazione, con pochissimi approfondimenti e ancora meno evoluzioni delle rispettive storie.
La stessa sorte tocca a praticamente ogni altro aspetto della narrazione, dai luoghi che saremo chiamati a esplorare agli oggetti che ritroveremo. Gli unici dettagli che potremo apprendere saranno contenuti in qualche dialogo opzionale e nella descrizione di qualche collezionabile.
La sensazione che abbiamo avuto è stata quella di chi ha iniziato a giocare ad un Assassin’s Creed: Brotherhood o ad un Mass Effect 3 senza però aver mai neanche sentito parlare dei capitoli precedenti, tuffandosi in un’avventura di cui, però, non può afferrare la portata.
Quanto finora descritto è il primo, amarissimo boccone che abbiamo dovuto mandar giù.
Avventura, azione, stealth…
Unknown 9 Awakening si presenta come un action/adventure che, sin dalle prime ore, ci spingerà a familiarizzare con i “poteri umbrici” di Haroona. Come detto in precedenza, la nostra giovane protagonista potrà interagire con vari elementi dell’ambiente circostante, potendo sfruttare ogni tipo di vantaggio a suo favore e, soprattutto, prendendo possesso dei suoi stessi nemici, mettendoli gli uni contro gli altri.
Tuttavia, l’approccio diretto è solo una delle soluzioni a disposizione. Haroona potrà scegliere di sfruttare ripari e nascondigli disseminati per i vari stage, sgattaiolando via senza vibrare un colpo; in alternativa, potremo sfruttare i summenzionati ripari e nascondigli per sferrare attacchi a sorpresa e sfruttare i poteri della nostra eroina, dando vita ad una vera e propria fase stealth.
Non mancheranno le abilità da sbloccare tramite le Anomalie, degli oggetti collezionabili che, in buona sostanza, rappresentano i più classici punti esperienza da sfruttare in ben tre skill tree, che potranno garantire nuove e variegate frecce al nostro arco.
Le fasi di esplorazione sono più che altro un intervallo tra un combattimento ed un altro e, seppur collocate su dei fondali e scenari che sembrano usciti da un Uncharted o da un Tomb Raider, risultano molto chiuse e “su binari”, con qualche stanza segreta in cui poter raccogliere il collezionabile di turno.
… e tanti problemi!
Nessuno dei punti focali del gameplay di Unknown 9 Awakening sembra fare il suo dovere fino in fondo, ma andiamo con ordine.
Se i combattimenti rappresentano sicuramente il momento più caldo (e frequente) dell’avventura di Haroona, è altrettanto vero che, salvo nelle battute finali, questi rappresentano una sfida tutt’altro che ostica. La nostra eroina non infliggerà grandi danni a mani nude, spingendoci quindi a sfruttare i suoi poteri umbrici come metodo di offesa principale, imparando bene a gestire la nostra riserva di Am (un equivalente del “Mana” nei giochi di ruolo, per intenderci) e cercando di evitare luoghi troppo affollati dai nemici.
Tuttavia, basterà entrare in possesso delle giuste abilità e piazzare qualche schivata al momento giusto per portare a casa la vittoria in scioltezza, soprattutto considerando il fatto che, nelle (poche) boss fight che saremo chiamati ad affrontare, non sempre avremo la possibilità di fare ricorso alla possessione dei nemici.
Se, come detto poche righe fa, l’esplorazione è limitata a dei corridoi con l’aggiunta di sporadici enigmi ambientali quasi del tutto privi di difficoltà, la fase stealth è forse quella realizzata peggio. Nonostante far esplodere bombole e macchinari in prossimità dei nostri avversari sia un momento divertente e, sotto certi aspetti, “creativo”, alla lunga i possibili approcci alle varie arene saranno più o meno gli stessi, sfociando in quella ripetitività che è il vero nemico di ogni giocatore.
La stessa intelligenza artificiale dei nemici, tutt’altro che eccelsa, ci farà quasi sempre prediligere l’approccio silenzioso, ma non perché più appagante, ma semplicemente perché soluzione più “veloce” rispetto allo scontro diretto.
Comparto tecnico ed artistico altalenante
Probabilmente molti di voi si saranno imbattuti nei vari trailer di presentazione di Unknown 9 Awakening, riconoscendo i lineamenti di Anya Chalotra (l’attrice che ha impersonato Yennefer nella serie Netflix “The Witcher”) e rimanendo affascinati dall’ambientazione e dai vari colpi d’occhio che era possibile scorgere nei filmati.
Ebbene, l’impatto con il videogame è stato molto molto differente.
Senza ombra di dubbio l’impatto più pesante è stato quello che abbiamo avuto col comparto tecnico. L’Unreal Engine 4 fa sentire tutto il peso dei suoi anni, mettendo su schermo una resa a dir poco balbettante, con vistosi e frequenti cali di framerate, sfoggiando altrettanto frequenti tempi di caricamento e delle animazioni tutt’altro che fluide ed avanguardistiche.
Lo stesso sistema di illuminazione non sempre fa il suo dovere, obbligandoci ad utilizzare la vista migliorata della protagonista per capire semplicemente cosa ci troviamo intorno. Lo stesso ricorso a lunghi corridoi (da percorrere rigorosamente a passo lento), a cancelli di legno a tra un’arena ed un’altra passano tutt’altro che inosservati, facendoci scorgere tratti e caratteristiche videoludiche che pensavamo di aver abbandonato una (o due) generazioni fa.
Passando al lato artistico, la creatura di Reflector Entertainment non riesce a bucare lo schermo. Se le ambientazioni riescono ad affascinare quel tanto che basta, nessuna di esse brilla per originalità, senza considerare che, salvo qualche eccezione, l’interazione ambientale è praticamente assente.
I modelli poligonali dei nemici, inoltre, risultano essere piuttosto limitati e anonimi, così come limitate sono le animazioni facciali dei vari personaggi, a dir poco spente e tutt’altro che espressive. Aggiungiamo a quanto ora detto una colonna sonora che passa quasi del tutto inosservata ed avremo uno spaccato di quanto grande sia l’occasione sprecata dallo sviluppatore.
Giudizio finale
Che lo si veda come videogame a sé stante o come parte di un universo crossmediale, Unknown 9 Awakening non riesce a svolgere appieno il suo lavoro. L’impressione che si ha è che, per riuscire a trovare il bandolo della matassa, ci si dovrebbe prima cimentare nella lettura dei due libri della saga, così da avere una visione d’insieme. Anche volendo valutare il titolo come un “semplice” action/adventure, la creatura targata Bandai Namco non riesce a bucare lo schermo, a causa di un gameplay piuttosto approssimativo e di un comparto tecnico che mostra tutti i limiti del progetto di cui è parte. Ci sentiamo di consigliare l’esperienza a chi volesse dare almeno una possibilità ad un universo narrativo sicuramente affascinante ed ambizioso ma che, almeno sulle nostre piattaforme di gioco, non ha impressionato.
PRO
- Ambientazioni ben realizzate
- Gameplay con varie soluzioni
- Un progetto sicuramente ambizioso...
CONTRO
- ... ma funestato da una realizzazione tecnica non al passo coi tempi
- Combat system alla lunga ripetitivo
- Fasi stealth piuttosto grezze e non definite
- Trama che, per essere goduta appieno, richiede la fruizione di altri media
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