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Recensioni

Citadelum | Recensione (PC) | City builder old school nell’antica Roma imperiale

I city builder più gettonati di oggi sono capolavori di simulazione strategica con sistemi complessi e una forte componente sandbox che rendono l’esperienza sicuramente immersiva, ma contemporaneamente anche un po’ troppo impegnativa in molti contesti… a volte si vuole solo staccare un po’ la testa per passare una buna mezz’ora senza pensieri. Citadelum si colloca benissimo proprio in questo segmento: un city builder vecchio stile che lascia al giocatore tempo per pensare senza esigere troppo dalle sue facoltà mentali.

Sviluppato e pubblicato dallo studio indie di Abylight dopo anni di duro lavoro, Citadelum non è solo in grado di portare i giocatori ai fasti dei city builder degli anni 90, ma anche di rendere l’esperienza tutto sommato moderna, con un game design fatto da diversi sistemi e mappe in grado di offrire un’esperienza strategica, sì semplice, ma profonda. In ultima istanza, inoltre, Citadelum ci riporta anche ai fasti dell’Antica Roma, facendo l’occhiolino a vecchie glorie del genere strategico come Imperium: Civitas ma anche Rome: Total War.

Costruire, esplorare e combattere

Nella modalità Campagna, una delle opportunità di gioco di Citadelum, si parte con un tutorial durante l’età tardo repubblicana. Da qui in poi ogni scenario presentato dal menu della campagna occupa uno slot temporale di famosi eventi che hanno caratterizzato la storia di Roma, giungendo fino alle prime fasi dell’Impero Romano di Giulio Cesare e del suo assassinio per mano di un complotto ordito dal figlio adottivo Bruto. In particolare proprio l’attenzione agli avvenimenti della lunga vita della società romana, incluso l’utilizzo esatto dei termini di insediamenti e milizie (c’è perfino la possibilità di scegliere il Latino come lingua di gioco!), ha stuzzicato particolarmente la mia vena per l’interesse storico.

Il focus della costruzione cittadina di Citadelum non è tanto nell’edificazione vera e propria degli edifici con le loro attese, ma nel posizionamento strategico di ognuno di essi, una sorta di puzzle la cui soluzione consente di creare una rete efficiente di estrazione delle risorse, di conservazione, di raffinazione per nuovi prodotti e di vendita al dettaglio di essi. Ogni edificio, infatti, ha una sua area d’influenza: le dimore di patrizi e plebei vanno posizionate in modo che abbiano accesso al mercato, il mercato a sua volta è meglio che sia comunicante con i magazzini e i granai, e questi ultimi hanno bisogno che nella loro sfera di influenza ci siano orti, cave e altri edifici in grado di estrarre materie prime.

Al contempo, anche altri edifici hanno le loro influenze ad area per le più disparate questioni: la cisterna d’acqua è fondamentale per ogni edificio così come la postazione degli ingegneri e dei vigili del fuoco, la presenza del teatro può far contenti i patrizi, le terme donano benessere, gli esattori delle tasse permettono di guadagnare denari dai patrizi, e così via… Anche le decorazioni cittadine assolvono la funzione di migliorare la vita dei cittadini, patrizi o plebei che siano, andando a modificare la capienza delle loro dimore e, quindi, aumentando la forza lavoro e le entrate dalle tasse. Ogni mappa di Citadelum, tuttavia, ha ovviamente le sue insidie architettoniche, tra corsi d’acqua, terreni infertili o scarsità di risorse che possono complicare la pianificazione cittadina. Inoltre, per sbloccare edifici e strutture è necessario avanzare di prestigio con la propria città.

Ad ogni modo in Citadelum non bisogna solo erigere la propria città dei sogni, ma bisogna occuparsi anche di esplorare, di commerciare ed eventualmente di combattere. In gioco sono infatti presenti 3 livelli di mappe, di cui due sono navigabili da pulsanti in basso a destra dello schermo: il pulsante inferiore riguarda il territorio cittadino già discusso, mentre il centrale offre una panoramica sulla regione dove il giocatore può muovere pedine di esploratori e di miliziani di zona in zona. Le aree non ancora scoperte sono contrassegnate da nuvole, e l’esploratore può diradarle andando a svelare insediamenti particolari, eventi in grado di offrire bonus o… truppe nemiche, le quali possono essere invece affrontate dai propri soldati.

Quando comincia una battaglia, si arriva alla terza mappa menzionata prima, dove è possibile schierare nel dettaglio i propri eserciti, così da elaborare diverse strategie di posizionamento e movimento come fosse una versione light di Total War. Strano, tuttavia, non ci sia nessuna opzione per tenere un esercito fermo: in una battaglia che ho affrontato, per esempio, avevo posizionato gli arcieri su un’altura e volevo aspettare che il nemico si avvicinasse, ma una volta fatto scorrere il tempo le mie truppe, arcieri inclusi, andavano automaticamente a cercare il nemico costringendomi a cliccare continuamente l’altura per fargli mantenere la posizione.

Il terzo pulsante in basso a destra dello schermo, quello superiore, invece non porta verso alcuna mappa ma in un hub dove le divinità maggiori del pantheon romano se la godono comodamente sdraiati. Qui si può avere una panoramica sul nostro favore nei loro confronti, il quale una volta raggiunto il limite positivo o negativo che sia porterà la divinità di turno a scendere direttamente in città, camminando tra le sue vie, per apportare bonus o sciagure a seconda di quanto siamo favorevoli al loro culto; non riesco a non vederci un occhiolino ad Age of Mythology qui. Dalla mappa regionale, inoltre, è possibile anche gestire i commerci, utili per ulteriori entrate economiche.

Esperienza semplice con un tocco nostalgico

Citadelum è un piccolo gioiellino che scalda il cuore soprattutto a quei giocatori ormai navigati che hanno provato ogni salsa dei city builder: in questo gioco potranno trovare uno snellimento fino alla base delle meccaniche tradizionali, un tocco di modernità, ma soprattutto una pennellata nostalgica fatta da una prospettiva isometrica, griglie quadrate e asset retrò.

Come in ogni city builder, anche in Citadelum l’incedere del gioco è abbastanza lento e rilassato, il che aiuta a orientare il focus del giocatore sull’efficienza e l’abbellimento della propria città, invece che a macrosistemi simulativi o a elementi di micro-management troppo minuziosi. La cosa che più mi ha sorpreso di Citadelum, infatti, è proprio come il game design del city building sia perfettamente ragionato per rendere la propria creazione una degna opera civica romana, sia per quel che riguarda le sue funzionalità, sia per i canoni estetici.

Collocare negli spazi giusti decorazioni, il foro, i templi, le terme e così via, dà una chiara idea dell’organizzazione maniacale che avevano i romani anche con l’architettura cittadina e contemporaneamente soddisfa la componente estetica. Il comparto sonoro anche aiuta a calarsi in una civitas romana, con un tocco cinematico-epico che non guasta e che, anzi, esalta proprio la caratteristica imperiale andante dell’antica Roma.

Vanno infine segnalate le modalità di gioco Sandbox, che consente di giocare gli stessi scenari della Campagna ma tenendo da parte i suoi obiettivi, e la modalità Editor che permette di creare veri e propri scenari da condividere su Steam.

Pollice alto

Citadelum è un city builder che riesce a bilanciare semplicità e profondità, offrendo un’esperienza nostalgica ma non priva di tocchi moderni. Con la sua ambientazione storica e le meccaniche di gioco facilmente padroneggiabili, è in grado di catturare sia i veterani del genere in cerca di una sfida rilassante, sia i nuovi giocatori attratti dalla possibilità di immergersi nella Roma antica. La varietà delle partite e l’attenzione ai dettagli storici aggiungono un buon livello di coinvolgimento, facendo di Citadelum un affettuoso tributo ai grandi classici dei city builder e in generale dei giochi di strategia: un’opzione ideale per chi desidera rilassarsi a costruire la propria città romana dei sogni senza però l’impegno di sistemi e simulazioni più complessi.

This post was published on 15 Ottobre 2024 16:00

Alessandro Colantonio

Game designer in erba e chitarrista a tempo perso. Nasce all'ombra del Vesuvio nel 1991, muove i suoi primi passi nel mondo dei videogiochi su un Windows 95 all'età di 5 anni, e diventa presto un Allenatore di Pokémon. Bazzica tra radio web e band durante i suoi studi universitari tra Napoli, Roma e Milano, si parcheggia nella fan-community di Pokémon Milennium dove instaura il suo regime dittatoriale da caporedattore, costruendo una macchina da recensioni e contatti e diventando inconsapevolmente PR. Oggi, oltre a prestare le sue dita a Player.it per articoli, recensioni e approfondimenti, figura anche come streamer di Twtich, content creator di TikTok e PR abusivo. I suoi generi preferiti sono i gestionali, gli strategici, i tattici e i GDR. Ma essendo un accumulatore seriale di videogiochi, cerca sempre di giocare ogni titolo che gli capita sotto mano. Ha una perversione per le pratiche fandom, i cani e la birra artigianale. Adora D&D, va in ira e carica.

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