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Recensioni

God of War Ragnarok | Recensione PC | Scontri e paesaggi divini

Dopo l’approdo del precedente capitolo su PC, a quasi tre anni di distanza, Sony continua la sua streak di porting sul PC e chiude la saga di Kratos e Atreus con God of War Ragnarok su PC. In passato Sony non è stata sempre allo stesso livello con i suoi porting: mentre alcuni rasentavano la perfezione tecnica (come quello di Spiderman o Horizon) altri si sono rivelati più problematici, come The Last Of Us

Prima di addentrarci nella recensione, serve una premessa: il focus di questa recensione è sulla parte tecnica e sul porting su PC del gioco. Ergo la parte di gameplay e di trama saranno brevi e conterranno la mia personale analisi. La recensione originale, a cura di Claudio Albero, la trovate qui.

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– Nota sull’autore

La Guerra tra dei

God of War Ragnarok riprende subito dal finale del precedente capitolo, e lo fa in pompa magna. Sin dalle prime ore di gioco gli standard e le premesse sono ben presentate. Il giocatore sa del Fimbulwinter, del Ragnarok e la lotta padre/figlio continua sempre più cruciale.

Con l’avanzare della trama, l’intreccio si infittisce, ma non sempre lo fa con chiarezza. Anzi in molti inserimenti di trama sono frettolosi e lasciano il retrogusto di Deus Ex Machina. Nonostante queste debolezze, la narrazione è superba, la qualità delle cinematiche, dei dialoghi, compresi quelli secondari porta con assoluta certezza il marchio di qualità Sony.

Ho apprezzato particolarmente un tono di scrittura più maturo e umoristico nei punti in cui era consono farlo, riuscendo ad alleggerire e creare brevi pause in una trama spesso seria e uggiosa. Per un approfondimento sulla trama, vi rimando alla recensione per la versione originale PS4/PS5.

A colpi d’ascia e lame del caos

Forse l’elemento di God of War Ragnarok che ha fatto più progressi dal capitolo precedente è il gameplay, nonostante l’esperienza da tastiera rimanga nettamente inferiore a quella da controller (devo ancora capire perché inserire dei tasti per camminare invece che correre da PC).

L’esplorazione è appagante e ricompensa con materiali, trama, dialoghi e tonnellate di esperienza. Inoltre ogni combattimento è un’occasione per affinare le abilità e aumentarle di livello, trasformandole in vere e proprie macchine da guerra. L’uso frequente delle abilità infatti, le farà aumentare di livello e potere creando un feedback loop positivo sempre più divertente. Il gioco infatti farà emergere in base alla nostra esperienza e al nostro modo di giocare preferito lo stile che più ci è consono.

A difficoltà più alte God of War Ragnarok offre anche una bella sfida. I puzzle ambientali rimangono uno strumento che non può mancare nei giochi Sony e anche qui è presente magistralmente. E anche laddove il gioco è poco chiaro ed è difficile notare dove proseguire, i compagni, che siano Mimir, Atreus o chi per loro daranno consigli e indizi a Kratos e al giocatore.

Forse uno degli aspetti più belli del gioco è il level design. Ogni regno infatti ha una sua chiara e forte identità visiva e di design. La natura stessa dei puzzle cambia assieme alla loro estetica. Non ci sono due regni che usano meccaniche simili, se non quelle di spostamento.

La fine di un’era

Il comparto tecnico di God of War Ragnarok lascia senza fiato chiunque. Dai passaggi, ai modelli, alle espressioni facciali, God of War è una festa per gli occhi. Il doppiaggio, come la maggior parte dei prodotti Sony, rimane uno dei migliori dell’industria videoludica moderna e una delle poche volte in cui non mi dispiace giocare qualcosa in Italiano.

Dal punto di vista delle performance, God of War Ragnarok è un capitolo ottimizzato tutto sommato bene, ma che forse sigla la fine di un’era. Le performance del gioco sono ottime e fluide, con la condizione di far uso di almeno uno degli strumenti offerti al lancio per le performance. Altrimenti, anche nel caso di una scheda video di fascia molto alta, il gioco non donerà più di 40/50 FPS.

God of War Ragnarok al lancio è dotato di DLSS (e DLAA), FSR e XeSS per l’upscaling della risoluzione e, se la scheda video o il software lo permette anche la Frame Generation. Tali strumenti sono fondamentali per ottenere il massimo dal gioco. I test sono stati fatti su una 4070Ti e un Ryzen 7 78003XD (quindi i requisiti consigliati per 4k a 60fps nativo), ecco a voi i risultati:

  • 2K Ultra + DLSS Qualità + Frame Generation: 141 media, min 41 e max 179
  • 2K Ultra + DLSS Bilanciato + Frame Generation: 149 media, min 58 e max 180
  • 2K Ultra + NO DLSS + NO Frame Generation: 70 media, min 30 e max 90
  • 4K Ultra + DLSS Qualità + Frame Generation: 84 media, min 38 e max 105
  • 4K Ultra + DLSS Bilanciato + Frame Generation: 78 media, min 37 e max 102
  • 4K Ultra + NO DLSS + NO Frame Generation: 49 media, min 24 max 61

Le differenze tra DLSS e FSR riscontrate sono state sottili, con il DLSS che risulta migliore sulla risoluzione 4K, e data la sua natura hardware non mi sorprende.

Il consiglio è quello di guardare benchmark assoluti come questo per tracciare le performance della vostra scheda video. Sebbene infatti l’upscaling, superati i 2K ormai diventano quasi frame graituiti a discapito di poca performance, la frame generation può dare problemi quando il framerate in sé è sotto i 60. Ergo non è consigliabile attivare la frame generation sotto i 60 FPS con il DLSS, pena qualche lag o glitch.

Inoltre le performance del gioco dipendono molto dal regno e dalla zona. Per qualche ragione, l’Yggrdasil è un buco nero di performance, e anche con DLSS e Frame Generation, in 2K, raggiungevo i 40/30 frame. Attualmente neanche i requisiti consigliati permettono di godersi l’esperienza di God of War senza aprire i settaggi e cambiarli ogni tanto.

Infine, durante i benchmark, God of War Ragnarok è crashato spesso al cambio delle impostazioni grafiche sulla frame gen o DLSS. Ci sono voluti diversi tentativi, e un editing del file di setting, per disabilitarla senza far crashare “il motore grafico”.

Conclusione

God of War Ragnarok finalmente arriva su PC. Il capitolo imperdibile della saga di Kratos approda con i suoi paesaggi mozzafiato, una resa grafica di altissimo livello e un doppiaggio e colonna sonora che porta il marchio di qualità Sony. L’esperienza è migliore rispetto al vecchio capitolo su quasi ogni campo, meno che un intreccio a volte districato troppo velocemente, e un’ottimizzazione ormai dipendente dal software a supporto.

This post was published on 30 Settembre 2024 23:00

Alessandro Colantonio

Game designer in erba e chitarrista a tempo perso. Nasce all'ombra del Vesuvio nel 1991, muove i suoi primi passi nel mondo dei videogiochi su un Windows 95 all'età di 5 anni, e diventa presto un Allenatore di Pokémon. Bazzica tra radio web e band durante i suoi studi universitari tra Napoli, Roma e Milano, si parcheggia nella fan-community di Pokémon Milennium dove instaura il suo regime dittatoriale da caporedattore, costruendo una macchina da recensioni e contatti e diventando inconsapevolmente PR. Oggi, oltre a prestare le sue dita a Player.it per articoli, recensioni e approfondimenti, figura anche come streamer di Twtich, content creator di TikTok e PR abusivo. I suoi generi preferiti sono i gestionali, gli strategici, i tattici e i GDR. Ma essendo un accumulatore seriale di videogiochi, cerca sempre di giocare ogni titolo che gli capita sotto mano. Ha una perversione per le pratiche fandom, i cani e la birra artigianale. Adora D&D, va in ira e carica.

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