Per rimanere impresso nella memoria dei videogiocatori un titolo non deve per forza di cose essere perfetto. Non è infatti necessario essere Breath of the Wild o il Red Dead Redemption 2 di turno per ritagliarsi un posto speciale nel loro cuore, ma basta avere qualche idea vincente e saper toccare le giuste corde. È pieno, del resto, il panorama videoludico di titoli imperfetti ma entrati nel gotha dei giochi cult, come ad esempio il primo Deadly Premonition, God Hand o, volendo, anche Spec Ops: The Line.
In questa ricca lista è impossibile non annoverare Dead Rising, con il titolo di Capcom uscito originariamente in esclusiva Xbox 360 nel lontano 2006 che ha saputo ghermire milioni di giocatori con un concept di base tanto semplice quanto geniale. Rimanere chiusi in un centro commerciale liberi di utilizzare qualsiasi cosa al suo interno è del resto un qualcosa che molti di noi hanno fantasticato più di una volta, con gli zombie a far da contorno che rendono il tutto ancor più accattivante. Un’esperienza lungi dall’essere perfetta, ma incredibilmente divertente, che torna il 19 settembre su PS5, Xbox Series e PC in una nuova versione profondamente aggiornata e che prende il nome di Dead Rising Deluxe Remaster.
Dead Rising, per chi non si fosse mai avvicinato al capostipite della saga Capcom, racconta le vicende di Frank West, giornalista freelance d’assalto che decide di intrufolarsi all’interno del centro commerciale di Willamette, cittadina del Colorado misteriosamente messa in totale quarantena dall’esercito. Una volta lì si ritrova nel bel mezzo di un’invasione di zombie, con i non morti che hanno preso possesso di quasi ogni centimetro quadrato del complesso. Frank ha 72 ore prima dell’arrivo dei soccorsi per scoprire la verità sull’ecatombe di Willamette e per sopravvivere: per farlo ha fortunatamente a disposizione qualsivoglia oggetto presente negli innumerevoli negozi del centro commerciale.
Il publisher nipponico non ha stravolto la natura del gioco modificandone in modo evidente narrazione, struttura e quant’altro ma si è concentrato su tutta una serie di miglioramenti della quality of life e grafici. L’aspetto più evidente, inutile girarci troppo intorno, è sicuramente il nuovo comparto grafico che utilizza il RE Engine già visto negli ottimi remake di Resident Evil. L’impatto è di valore fin da subito, con ogni elemento che è stato ricreato per l’occasione con standard tecnici attuali e decisamente appaganti alla vista.
Non tutto è stato ricreato esattamente 1:1, sebbene il centro commerciale sia quello di sempre, e sono ad esempio state introdotte piante dove prima non c’erano e altri elementi in grado di rendere ancora più ricco e colmo il parco di divertimenti dell’orrore di Frank West. Numerosi, poi, i costumi fuori di testa, alcuni dei quali ispirati alle principali IP Capcom, con i quali conciare lo sventurato reporter.
Dead Rising Deluxe Remaster è insomma ora decisamente bello da vedere ed è davvero riduttivo l’utilizzo della parola remaster, per quanto accompagnata da deluxe, per descrivere il lavoro fatto da Capcom a riguardo. Certo, non stiamo parlando del non plus ultra mai visto per quanto riguarda l’aspetto grafico, ma è davvero complesso trovare punti su cui appigliarsi a riguardo.
I cambiamenti di questa Deluxe Remaster non si fermano però ad abbellimenti e arricchimenti estetici vari, per quanto importanti, ma hanno radici più profonde. Ora è ad esempio finalmente possibile spostarsi mentre si prende la mira, rendendo così la “vita” agli zombie ancora più difficile. Un’aggiunta che abbiamo accolto con un sospiro di sollievo e che contribuisce come poche altre cose a rendere più moderna questa riedizione di Dead Rising.
Il moveset di alcune armi è poi stato modificato, rendendole più verosimili e meno uguali una con l’altra, mentre per alcune di esse sono stati aggiunti nuovi utilizzi. Le taniche d’olio, ad esempio, ora spandono l’oleosa sostanza in grado di far scivolare i nemici anche quando sbattute contro qualche avversario e non solo versandolo direttamente.
Per facilitare la sopravvivenza di Frank West Capcom ha poi aggiunto una funzione di autosalvataggio mentre ci si sposta da una zona all’altra e la possibilità di avanzare nel tempo tramite il suo orologio. Modifiche che per i più puristi potrebbero sembrare di troppo, ma che, qua come nella maggior parte dei casi simili, basta bellamente ignorare e non sfruttare se non le si apprezza particolarmente.
Impossibile non citare inoltre un aggiornamento dell’interfaccia utente, ora decisamente più al passo coi tempi per quanto quella originale mantenga ancor’oggi il suo fascino, e un nuovo doppiaggio. I vari NPC, infine, pur senza risultare dei fulmini di guerra ci sono sembrati più reattivi e svegli che in passato, reagendo meglio agli ordini di Frank e incastrandosi molto meno spesso tra i vari elementi dello scenario.
Dopo avervi parlato di tutto ciò che di buono ha fatto Dead Rising Deluxe Edition è però ahimè necessario soffermarsi sugli aspetti negativi. La cosa più evidente è come siano state completamente tolte delle meccaniche, come le foto erotica, che effettivamente come contenuti e temi trattati sono difficilmente accettabili nel contesto sociopolitico del 2024. La loro rimozione completa lascia però un po’ l’amaro in bocca e sarebbe stato lecito aspettarsi un trattamento diverso a riguardo, magari tramite l’inserimento di un disclaimer o la possibilità di disattivarle a piacimento, un po’ come successo anni or sono con la famigerata missione “Niente russo” di Call of Duty Modern Warfare 2.
Sempre in tale ottica è poi impossibile non citare il cambiamento di alcuni personaggi troppo caricaturali nella versione del 2006 e la rimozione di alcune battute anch’esse non esattamente in linea con gli standard di questi ultimi anni. Cambiamenti che fanno sicuramente un po’ male, ma che non stravolgono certo la grande qualità della riedizione e il divertimento che solo un gioco come Dead Rising riesce a offrire. Se proprio volete indignarvi per qualcosa vi basti però sapere che alcuni specchi ora non riflettono più.
Dead Rising Deluxe Edition è insomma una buonissima riedizione che svecchia alla grande senza stravolgere l’esperienza originale del 2006. Graficamente i passi in avanti sono di primissimo piano e pure sul piano del gameplay sono diverse le limature che rendono l’avventura di Frank West più moderna e avvincente. Peccato solo per l’assenza di alcuni contenuti, con la loro rimozione che avrebbe potuta essere gestita diversamente.
This post was published on 17 Settembre 2024 17:00
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