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Recensioni

Sumerian Six | Recensione PC | Wolfenstein e Commandos hanno un figlio

Dopo la chiusura di Mimimi Games, araldi e pionieri degli stealth tattici moderni, il timore era quello che questo genere di giochi con una lunga tradizione fino agli antichi Commandos, potesse diminuire o addirittura sparire.

Artificer, con un nome che è tutto un programma, assistiti dall’editore Devolver Digital, hanno invece dimostrato che qualcuno che ha ancora a cuore il genere c’è, rilasciando Sumerian Six, uno stealth tattico con ambientazione una Germania nazista di un mondo parallelo in cui è stata scoperta una fonte di energia sovrannaturale; perché ricordiamo, nei media i nazisti hanno sempre una fascinazione per la scienza o per antiche rovine magiche.

Gli sviluppatori di Artificer però non si sono solo limitati a portare ancora il genere in tavola, ma lo hanno anche ritoccato svecchiando alcune delle regole e principi che ormai avevano poco senso.

Vediamo come

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– Nota sull’autore

Fermate la Geistoff!

Il piano per la prima missione. Un’ottima introduzione

La trama di Sumerian Six, un po’ come il titolo suggerisce, racconta di un gruppo di scienziati e luminari che, dopo il primo conflitto mondiale, scopre una sorgente di energia pulita infinita collegata ai sumeri, che battezzano Geistoff.

Gli esperimenti condotti dall’Enigma Squad − questo è il nome che la squadra si assegna − dimostrano però che l’uso della Geistoff è pericoloso e così decidono univocamente di non proseguire.

Con la salita al potere del partito nazionalsocialista in Germania, uno dei membri dell’Enigma Squad, Hans Kammler vende ad Adolf Hitler la tecnologia, che catapulterà la tecnologia della grande nazione tedesca nel futuro, un po’ come Wolfenstein.

Sarà dunque compito del resto dell’Enigma Squad, più qualche grande eroe raccolto qui e lì fermare Kammler e di conseguenze i piani dei nazisti.

La trama come ogni gioco di questo genere, parte lenta e all’inizio è più concentrata sul ritrovamento del cast di personaggi, in questo caso composto da sei eroi (non l’avreste mai detto eh?). Le quattro missioni che seguono dopo aver raccolto tutti i membri sono di una difficoltà, caos e pathos sempre più alto, dividendo il ritmo della storia in due distinte parti.

L’intreccio non contiene particolari colpi di scena o dettagli mozzafiato, ma è raccontato con goliardia e amore per il genere, con un pizzico di citazioni alla cultura pop nascoste qua e là. Gli unici punti a sfavore giungono verso il finale, dove qualche esagerazione stona e rompe la già fragile sospensione dell’incredulità.

Uccidere nazisti tatticamente

Uno dei livelli più belli

Il nucleo del gameplay è quello classico del genere stealth tattico: il gioco è diviso in livelli, ogni livello avrà un cast di personaggi che potremo utilizzare, con abilità uniche e modalità di movimento differenti. La mappa sarà divisa in zone, con obiettivi secondari e primari e ogni nemico avrà il suo cono visivo e la sua routine. Il compito del giocatore sarà quello di districarsi tra il level design e i nemici con le abilità dei personaggi, nella maniera più furtiva, o efficace possibile.

Rispetto agli altri capitoli del suo genere, la presenza di una tecnologia fantascientifica (quasi fantastica), permette ai personaggi di variare molto e di avere abilità molto peculiari. Da un cono di invisibilità, a mine a trampolino fino a una metamorfosi in un orso mannaro (avete letto bene).

I nemici sono variegati e ben diffusi, garantendo un’esperienza incredibile e una sfida costante; nuovi nemici sono presentati ogni 2,3 livelli, ciascuno con meccaniche uniche, spesso in sinergia tra loro. Gli obiettivi secondari sparsi tra i livelli sono divertenti e gratificanti, divisi tra quest secondarie, munizioni per i personaggi e kit di esperienza che migliorano le abilità permanentemente (da raggio aumentato al suono diminuito).

I livelli di Sumerian Six sono tutti diversi e belli da vedere, ma incostanti. Ho trovato i livelli con gli spazi aperti più gradevoli da vedere e giocare rispetto agli spazi chiusi. Quest’ultimi, dal punto di vista di gameplay, seguono quasi tutti lo stesso schema ripetuto, di una stanza centrale, o defilata al centro, circondata da altre stanze. Gli spazi stretti inoltre aumentano notevolmente la difficoltà, creando qualche piccola montagna russa di difficoltà.

Dal deserto ai forti innevati, se non crasha

Il comparto tecnico di Sumerian Six è di ottima qualità. Come già accennato i livelli hanno un ottimo colpo d’occhio, il design dei nemici e dei protagonisti è riconoscibile e originale, prendendo spunto da altri contenuti simili senza plagiarli.

La musica è sorprendente e memorabile, con qualche brano che spicca particolarmente con un misto tra rock, lievi tonalità metal e addirittura rap. Per qualche istante la colonna sonora di un livello mi ha ricordato Mass Destruction di Persona 3, tanto per fare un esempio.

Nonostante il frame rate fisso come una roccia, Sumerian Six ha ancora qualche buco da tappare, con frequenti crash, specialmente causati da uccisioni ambientali, il che costringeva a non usarli, rendendo più difficili alcune zone.

La lingua Italiana non è disponibile, ma neanche quella tedesca, la cui scoperta mi ha strappato un sorriso. Forse non è esattamente il target.

Conclusioni

Sumerian Six è un ottimo sbarco di Artificer nel mondo degli stealth tattici; che non solo dimostra di avere ottima padronanza del genere, ma riesce a presentare abilità originali e divertenti, che permettono approcci e stili di gioco molto differenti tra loro, svecchiando in alcuni punti un genere che ha terribilmente bisogno di aria fresca. A supporto, vi sono ottimi livelli e musiche memorabili che ci catapulteranno con successo nel mondo dell’Enigma Squad, pronti a far fuori nazisti come solo il mondo dei videogiochi ci sa offrire.

This post was published on 11 Settembre 2024 21:00

Alessandro Colantonio

Game designer in erba e chitarrista a tempo perso. Nasce all'ombra del Vesuvio nel 1991, muove i suoi primi passi nel mondo dei videogiochi su un Windows 95 all'età di 5 anni, e diventa presto un Allenatore di Pokémon. Bazzica tra radio web e band durante i suoi studi universitari tra Napoli, Roma e Milano, si parcheggia nella fan-community di Pokémon Milennium dove instaura il suo regime dittatoriale da caporedattore, costruendo una macchina da recensioni e contatti e diventando inconsapevolmente PR. Oggi, oltre a prestare le sue dita a Player.it per articoli, recensioni e approfondimenti, figura anche come streamer di Twtich, content creator di TikTok e PR abusivo. I suoi generi preferiti sono i gestionali, gli strategici, i tattici e i GDR. Ma essendo un accumulatore seriale di videogiochi, cerca sempre di giocare ogni titolo che gli capita sotto mano. Ha una perversione per le pratiche fandom, i cani e la birra artigianale. Adora D&D, va in ira e carica.

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