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Recensioni

Sand Land | Recensione (PS5) | Un sentito omaggio a un grande autore

Strano, stranissimo scrivere di Sand Land a qualche mese dalla triste e inaspettata scomparsa di Akira Toriyama.

Un qualcosa che ha sconvolto milioni e milioni di appassionati, che hanno imparato ad amare la penna del celebre autore grazie soprattutto a Dragon Ball. Tra le opere di Toriyama, che ha lavorato anche a Dr. Slump, possiamo però trovare anche Sand Land, breve opera del 2000 di appena 14 capitoli fino a qualche anno fa rimasta limitata alla versione su carta stampata.

Dopo un film che ripercorre la storia originale, Sand Land è però tornato prepotentemente alla ribalta in questo 2024 con un videogioco, disponibile su PS4, PS5, PC e Xbox Series a partire dal 26 aprile, e una serie anime disponibile su Disney +. Ed è proprio del gioco per PC e console edito da Bandai Namco che siamo qui ora finalmente pronti a parlarvi.

Non una semplice trasposizione

Così come l’opera originale, pure il Sand Land videoludico ripercorre le vicende del principe dei demoni Beelzebub, del suo compare Thief e dello sceriffo Rao, presentando però anche tutta una serie di contenuti inediti. Tra di essi filoni narrativi, personaggi e location, tra cui l’importante personaggio di Ann. Più che con il manga del 2000, insomma, le somiglianze sono da ricercare con l’anime rilasciato praticamente in contemporanea con l’ultima fatica di Bandai Namco.

Questa volta Beelzebub ha qualche nuovo asso nella manica

Le aggiunte sono in ogni caso di valore e, seppur sia spesso chiaro come siano state inserite a mo’ di riempitivo per arricchire le vicende di gioco, riescono a sposarsi bene con l’anima di Sand Land e a non risultare un corpo a sé stante. Ciò vale sia per le novità nel filone narrativo principale, che in quello totalmente inedito che vede Beelzebub e amici infiltrarsi a Forest Land, una nuovissima e rigogliosa area, colma di bellezze ma anche pericoli e minacce.

Simpatici demoni e potenti veicoli

Sul piano del gameplay e sistema di gioco Sand Land si sviluppa come un open world in terza persona con un particolare focus su quelli che sono i veicoli. Oltre che comandare il simpatico Beelzebub, infatti, passeremo molta parte del nostro tempo in gioco in sella o dentro qualche mezzo di trasporto. Oltre all’iconico carro armato che abbiamo imparato a conoscere nel manga, che risulta il primo nonché forse il più importante veicolo a nostra disposizione, potremmo infatti utilizzare anche tante altre folli creazioni. Tra robot in grado di saltare, hovercraft e camminatori capaci di sferrare potenti pugni avremmo infatti solamente l’imbarazzo della scelta. Il tutto, poi, può essere modificato su vari livelli presso un’officina, rendendo tale meccanica ancor più varia e accattivante.

I combattimenti a piedi, invece, sono decisamente tradizionali e non rappresentano certo un punto di forza del gioco. Una manciata di combo e uno skill tree manco troppo sviluppato non riescono infatti a far eccellere Sand Land sotto tale punto di vista, con il titolo che da decisamente il meglio di sé quando si è a bordo di un veicolo. Pure le occasionali fasi stealth lasciano abbastanza a desiderare e rappresentano alla fine dei conti un semplice modo per intervallare le altre sezioni di gioco.

Grossi nemici e potenti veicoli: che volere di più?

Classica ma riuscita, infine, l’impalcatura da open world di Sand Land. Tra zone da scoprire, dungeon più o meno piccoli, missioni secondarie e taglie, infatti, vi è abbastanza carne al fuoco per perdersi tra le assolate lande del titolo e mettere in secondo piano per qualche ora l’avventura principale di Beelzebub, Thief, Rao e Ann.

Sand Land: aspetto tecnico

Tecnicamente Sand Land non fa certamente gridare al miracolo, ma, almeno su PS5 dove lo abbiamo provato, riesce comunque a soddisfare l’occhio e a non cadere in cali di framerate o altre problematiche varie. Non aspettatevi insomma di rimanere a bocca aperta, ma neanche di rimanere delusi da un colpo d’occhio non all’altezza.

Giudizio finale

Sand Land è alla fine dei conti un buon gioco, che convince ma non stupisce. Un buon impianto open world e tanti diversi veicoli riescono infatti a intrattenere alla grande, ma manca quel quid in grado di far fare il salto di qualità al tutto. Noi ci siamo comunque tutto sommato divertiti e se avete amato l’opera di Toriyama difficilmente questa trasposizione videoludica vi deluderà. Sand Land non è insomma un capolavoro, ma un onestissimo titolo a cui vale la pena dare un’occasione. L’appassionato omaggio a un grande autore.

This post was published on 24 Aprile 2024 17:00

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