Qualcuno si ricorda le Console War?
Quelle ridicole battaglie a chi aveva i giochi più belli, poi trasformate col tempo in quale console aveva le performance migliori. “Compri Sony perché ci sono i giochi”.
Ecco, chi scrive questa recensione è contento che col passare degli anni sempre meno giochi sono esclusive vere e proprie e che il videogioco è diventato sempre più alla portata di tutti. Horizon Forbidden West è l’ennesimo capitolo di produzione Sony e sviluppo Guerrilla Games che approda su PC dopo lo sfortunato lancio del primo Horizon Zero Dawn (fu lanciato negli stessi giorni di Elden Ring).
In realtà anche questo lancio è stato a rischio di subire la stessa fato per mano di Dragon’s Dogma 2. A giudicare dai dati su Steam DB il lancio su steam sembra essere andato paradossalmente peggio del primo.
Horizon Forbidden West è forse dunque un cattivo gioco? È un pessimo port? In realtà nessuna delle due, ma lasciate che vi spieghi la realtà delle cose.
DISCLAIMER: Prima di proseguire con la recensione, qui trovate quella originale che parla della trama e del gameplay nel dettaglio. Io mi focalizzerò sull’analisi del porting di Horizon su PC e sulle motivazioni per cui le tempistiche lo rendono “sfortunato”.
Lato gameplay Horizon Forbidden West usa una formula ben rodata di open world, senza innovare o sperimentare in maniere importanti. È il classico action open world in terza persona con approcci diversi alle singole situazioni, alberi di abilità, sistemi di crafting delle armi, munizioni e potenziamenti, valanga di quest secondarie e montagne di risorse raccoglibi in giro per il mondo che essenzialmente fa inquadrare il gioco all’interno dell’universo dei titoli con tanto, tanto contenuto.
Alcune zone della mappa hanno quest o collezionabili unici dedicati, ma le meccaniche sono sempre le stesse: puzzle ambientali, parkour e strumenti che sbloccano nuove opzioni di movimento. Il gameplay funziona e il gioco è divertente il giusto, anche se forse un po’ troppo bulimico: troppi segnalini, troppi stimoli finiscono per bombardare il giocatore e farlo quasi smarrire nelle stesse quest.
Tra le aggiunte più peculiari vi è Batosta, il gioco da tavolo all’interno di Horizon, che esattamente come Gwent in The Witcher 3 mi ha pienamente conquistato e ha finito per monopolizzare buona parte delle mie ore di gioco. Forse sarebbe stato bello spingere su esperienze del genere più che su collezionabili reskinnati.
Ma Horizon alla fine della giornata è un’esperienza creata e rifinita per un tipo di giocatore e per un tipo di esperienza. Il problema è che forse quel giocatore nel 2024 o è in via di estinzione o si sta trasformando.
Parte della spiegazione dietro i dati sulle vendite su Steam possono essere ricondotte esattamente a questo. Risulta difficile giocare Horizon nel 2024 e affrontare la mole e il tipo di contenuti presentati. In parte potrebbe essere dovuto all’anno 2023 che è stato un anno videoludicamente stellare che ha visto innovazioni praticamente in ogni categoria e genere e in cui però i giochi open world classici hanno perso mordente.
Il gameplay di Horizon Forbidden West è tutto sommato bello e funzionante, ma è come risolvere l’equazione 2+2=4.
Sappiamo qual è il risultato e non stimola nulla di nuovo.
Lo stesso discorso potrebbe essere applicato alla narrativa.
L’incipit della trama di Horizon Forbidden West può essere riassunto come: “Il mondo sta finendo, per salvarlo bisogna recuperare il MacGuffin di turno“.
La formula del gameplay di Horizon Forbidden West limita molto le possibilità dell’intreccio narrativo, e obbliga il gioco a dover fare qualche volo pindarico che tira completamente fuori dall’immersione e dall’interesse il giocatore.
Non solo l’intero gioco parla della ricerca della possibile cura per salvare il mondo e della possibilità che si trovi “nell’occidente proibito”, senza arrivarci per le prime 20 ore di gioco, ma la trama ha un rapporto particolare con i personaggi:
Infatti per far viaggare da sola Aloy, questa deve indossare la maschera edgy dell’eroina che si fa carico da sola del peso di tutto il mondo, e che di conseguenza tratta abbastanza male la maggior parte delle persone che la supportano senza alcuna reale ragione.
Aloy è dunque quel personaggio tipo Harry Potter nei film, è la protagonista che per giustificare alcune scelte, e in questo caso viaggiare da sola per l’interità della mappa di gioco, agisce con totale assenza di giudizio e rispetto, quasi andando a cancellare il progresso del personaggio nel primo gioco.
È un sintomo di cattiva scrittura? No. In realtà no, perché il framework del gioco è quello che è, e a parte stravolgerlo non saprei neanche io come giustificare la trama.
Horizon Forbidden West soffre anche sotto questo settore. L’intreccio è scritto bene, i personaggi, almeno quelli secondari, sono interessanti e coerenti con la trama. Tolto il “cattivo” di turno che fa i monologhi in cui spiega il suo piano e cosa fare alla protagonista, in cui ho alzato gli occhi al cielo, la qualità è elevata.
Nelle battute finali e un po’ prima anzi, il gioco pare mostrare elementi molto interessanti di worldbuilding e di narrativa, però vederli così sparsi e dilatati nelle ore di gioco, per via dell’immenso contenuto secondario, rovinano l’esperienza e la fanno arrivare un po’ troppo tardi. Paradossalmente rushare la trama principale permetterebbe di goderne di più.
Quindi narrativamente Horizon Forbidden West non è brutto, anzi è scritto bene, è solo obsoleto, ergo nel 2024 richiede un po’ di volontà in più per concluderlo.
Dove il gioco invece decide di flexare tutti i suoi muscoli, e mostrarne alcuni di cui non ne conoscevo neanche l’esistenza, è sul comparto tecnico e sonoro.
Visivamente il gioco è una festa per gli occhi: dai paesaggi bellissimi e immersivi ai dettagli dei personaggi e dei loro volti; Sony si conferma ancora una volta una garanzia di qualità del comparto tecnico.
Horizon brilla anche sul fronte sonoro e del doppiaggio. Infatti l’audio in Italiano è tra i migliori che ho sentito e la colonna sonora è sempre azzeccata e crea la giusta tensione nelle missioni, specialmente principali. Spiegare come i paesaggi di Horizon siano incantevoli sarebbe quasi uno spreco di parole con la magnifica modalità foto integrata che parla da sé (come vedete dagli screen in questa recensione).
Ma soprattutto le performance di gioco sono solide come la roccia. Non solo in tutte le ore di gioco non c’è stato un singolo calo di framerate, ma per raggiungere cifre attorno agli 80FPS su una 4070 in 2k non c’è stato neanche bisogno del DLSS.
Potrebbe sembrare “normale”, ma purtroppo, psecondo la nostra esperienza nei videogiochi moderni questo genere di prestazioni risultano essere molto rare.
Nello specifico le performance in 2K senza DLSS e con tutto al massimo (rendering al 100%) si aggiravano tra i bassi 80 e i 100 FPS; con il DLSS su qualità, il framerate già aumentava a 120 con fasi anche sui 150. Con rendering a 4k, su una scheda video non dedicata al 4k, il framerate scendeva sui 40 senza DLSS e sulla settantina con DLSS a bilanciato. Tutto ciò senza considerare la frame generation, che vi permette di moltiplicare quasi per una volta e mezzo il framerate del gioco se avete una scheda video serie 40. Non ho notato particolari differenze tra DLSS e FSR in termini di performance durante i test in gioco.
Insomma, altre case di sviluppo dovrebbero prendere appunti su come ottimizzare un gioco senza sacrificare né render distance né impatto grafico. Sony, in tal senso, è riuscita a far vedere a tutti quanti che è possibile effettivamente effettuare dei porting di alta qualità su PC da console senza richiedere l’intervento e l’assistenza della comunità di modding.
Horizon Forbidden West esce su PC con qualche anno di ritardo e dopo un anno rivoluzionario per i videogiochi, e questo ne penalizza la sua natura open world e la bulimia di contenuti annessi ormai quasi “obsoleti”. Ciononostante Horizon offre ore di divertimento solide e tecnicamente impeccabili, e per gli amanti ancora delle formule vecchie di open world, rimane un gioco da non perdere, anche se forse il consiglio è di giocarlo con calma e senza i pensieri completisti che noi giocatori a volte tendiamo ad avere.
This post was published on 3 Aprile 2024 20:30
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