Abbiamo trascorso un mese su Foamstars, il nuovo sparatutto gratuito targato Square Enix che permette di trasformare il salotto di casa nell’arena dello schiuma party competitivo più divertente del globo. Sulla scia del concorrente Nintendo a pagamento, Splatoon, il free-to-play al momento esclusivo per gli utenti PlayStation Plus porta giocatori da tutto il mondo a scontrarsi in avvincenti battaglie a squadra a colpi di pistole spara-bolle.
Visto l’enorme successo di Splatoon, era scontato sarebbe arrivata prima o poi una versione alternativa in formato “game as a service”. Il gioco, accessibile gratuitamente con PlayStation Plus anche solo Essentials, funziona come ogni free-to-play con acquisti in-game di skin per armi e personaggi e un sistema di pass battaglia a pagamento, ovviamente facoltativi. Vale la pena occupare spazio sulla vostra preziosa console o abbonarsi al servizio online di Sony per giocare a Foamstars?
Smash the Star è la modalità principale dello spumeggiante PvP di Foamstars: i giocatori si affrontano 4 contro 4 in diverse arene piene di luci e piattaforme, schiumandosi a vicenda coi loro fucili e surfando contro i nemici! Ogni team è contrassegnato da un diverso colore di schiuma con la quale può ricoprire l’arena per poi surfarci sopra a tutta velocità. L’obiettivo è colpire gli avversari per avvolgerli in palle di schiuma e poi mandarli al tappeto con un colpo di surf. Dopo 3 minuti dall’inizio della partita, il giocatore migliore diventerà automaticamente la Stella e dovrà essere salvaguardato a tutti i costi o il match verrà perso.
Il gioco si sviluppa molto anche in verticale visto che la schiuma si accumula formando muri e collinette che possono essere sfruttati in strategie difensive e offensive, permettendo di ripararsi o dominare dall’alto una parte dell’arena. Il tutto è frenetico, carico di colori, luci ed esplosioni a schermo che possono confondere non poco, colpa anche della ricchezza di dettagli degli sfondi, ma dopo un po’ di partite ci si fa l’abitudine e si iniziano a distinguere meglio i vari elementi, grazie anche ai contorni spessi e colorati.
Le basi sono semplici da apprendere, ma ogni personaggio giocabile ha le sue abilità uniche che vanno masterate per ottenere i migliori risultati. Sicuramente alcuni saranno più portati per le distanze ravvicinate mentre altri preferiranno i cecchini, dunque è importante provare i personaggi nella lobby principale o nelle missioni storia che permettono di fare pratica con la mira, i riflessi e le abilità.
Foamstars non brilla però nella sua campagna in solitaria: la modalità storia consiste in varie missioni in stile tower defense – tutte uguali – da affrontare per sbloccare qualche elemento estetico aggiuntivo, ma non aggiunge granché all’opera nel suo insieme. Tuttavia, fornisce utili dettagli sul mondo di gioco e sui “mostri di schiuma” che gli eroi della città sono tenuti ad affrontare e sulle cause scatenanti di questo fenomeno.
Le stesse missioni storia disponibili per il single player sono giocabili in gruppo con la possibilità di scegliere tra tre bonus casuali alla fine di ogni round. Per gli appassionati dei più semplici sparatutto, magari anche la storia single player sarà soddisfacente, ma la cooperatività aggiunge sicuramente al divertimento visto che i livelli sono parecchio facili. Sicuramente non vale l’acquisto come gioco single-player.
Otto personaggi compongono il roster iniziale di Foamstars, di cui un paio sbloccabili salendo di livello o nel battle pass. Potrebbero sembrarvi pochi e in effetti ci sarebbe piaciuto qualche bizzarro concorrente in più, ma tutti hanno qualcosa di unico e abbiamo già visto l’introduzione del wrestler Coiff Guy (Rocco Parrocco grazie alla splendida localizzazione italiana) con l’arrivo della seconda stagione (che ci fa pensare a un roster che si arricchirà appunto di un personaggio a stagione).
Tutti sono poi accompagnati da una piccola mascotte di sapone a forma di animale come il pinguino militare di Penny Gwin (Pen Guina in italiano), soldato che combatte contro il surriscaldamento globale. Poi ancora la idol, il gamer, l’inventrice e persino il barista! Insomma, i personaggi sono variegati, moderni e divertenti da giocare, gradevoli alla vista sia nel 3D rotondeggiante del gioco che nelle loro versioni disegnate in 2D.
Le skin però sono veramente troppo care: un pacchetto contenente un outfit completo per un singolo personaggio può costare anche 45€ e alcune delle varianti non sono neanche design particolari, ma semplici recolor. Sembra il tiro sia stato aggiustato un po’ con la seconda stagione che propone molte più skin uniche, ma il listino prezzi potrebbe scoraggiare molti dall’acquistarle.
Le Foamstars sono ben contestualizzate nel loro mondo che le riconosce quasi come atleti olimpici misti a influencer di successo che si prodigano anche di salvare la città dalle invasioni dei mostri di schiuma. La musica jazz city pop arricchisce ancor più questa atmosfera di popolarità delle Foamstars che sono delle vere e proprie celebrità, come si può vedere dalla lussuosa lobby di gioco e dalle arene che sono magnificenti, luminose, ispirate a giganti casinò, discoteche, diner e tutto ciò che potreste trovare in una Las Vegas ancor più iperbolica del solito.
Oltre a Smash The Star, sono in realtà disponibili altre due modalità, Rubber Ducky Party e Happy Bath Survival. La prima richiede di ballare su una gigantesca paperella di gomma per spingerla verso l’area nemica (una meccanica simile è presente anche in Splatoon) mentre la seconda vede due giocatori di ogni squadra sul campo, intenti a provare a colpirsi, e gli altri due su piattaforme sopraelevate, lì per contribuire riempiendo di schiuma l’arena con armi e abilità. Peccato che per entrambe i tempi di attesa fossero sempre estenuanti, finendo per spingerci a giocare solo alla modalità principale.
La seconda stagione ha introdotto anche la modalità All Coiff Guy Party che come dice il nome è una sfida 4 contro 4 dove tutti sono Coiff Guy (ottima idea per promuovere il pass battaglia e la nuova season), e il Super Duel Party cioè il duello 1v1. Queste aggiunte ci fanno ben sperare per il futuro del gioco che dopo un mesetto non ha certamente lasciato il segno, ma è riuscita a divertirci incredibilmente per un po’ di ore, soprattutto in compagnia di un gruppo di amici con cui fare squadra comodamente.
Foamstars è sicuramente un titolo da provare se si possiede già un abbonamento di qualunque livello a PlayStation Plus. Il suo gameplay breve e frenetico, cooperativo al massimo e divertentissimo anche quando si perde rovinosamente, lo rendono un titolo ottimo per intrattenersi con gli amici. Ha ancora però seri problemi di matchmaking e disconnessioni randomiche. Al momento è difficile immaginare la nascita di una sfera competitiva seria, ma magari ci ricrederemo più avanti con tornei a colpi di schiuma che premieranno le migliori Foamstars del mondo. Per chi non aspira a questo titolo, il gioco si rivela molto stimolante nelle prime partite – forse anche troppo per i tanti elementi a schermo -, ma necessita di un ampliamento del roster personaggi costante e della correzione dei suoi principali problemi tecnici. Speriamo in un aggiornamento dei contenuti regolare (come sta accadendo al momento) e magari nel rilascio su più piattaforme che potrebbe ampliare di molto il bacino di utenza del gioco che ha le carte in regola per essere un successo, ma manca ancora di quelle ottimizzazioni che servono a tenere il giocatore incollato al controller.
This post was published on 14 Marzo 2024 19:30
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