Di tutti i giochi della Atlus, e nello specifico quelli della saga Persona, il quinto capitolo è il titolo che più ha avuto successo, perlomeno in Europa.
Sarà per il suo design artistico mozzafiato e degno di un manga, sarà per la sua colonna Jazz/Blues memata fino alla morte, la Atlus ha iniziato a fare quello che fa di solito dopo che un capitolo di Persona ha successo: Sviluppare tanti, taaanti Spin-off.
Per dare un quadro più preciso della quantità di spin-off esistenti, solo sugli ultimi tre capitoli (i Persona veri e propri) ci sono ben nove spin off, di cui due generici, uno per Persona 3, tre per Persona 4 e, con Tactica, ben 3 su Persona 5. Praticamente in media per ogni gioco della saga principale la Atlus sviluppa ben tre spin-off in media (Quindi il prossimo capitolo sarà finalmente Persona 6?)
Osservando di preciso la natura di questi videogiochi, si intravede un misto tra follia e genio. A partire dai dancing game, un fetish tipicamente orientale e che forse in Europa giocano in sei, gli spin-off hanno spaziano su generi completamente differenti. Persona 4 Arena è un picchiaduro, Persona 5 Strikers è un figlio illegittimo tra Persona e Dinasty Warriors e infine Persona 5 Tactica ruba prende spunto da Mario Rabbids.
La cosa più inusuale di tutta questa storia?
Gli spin-off spesso sono bei giochi.
Si Vis Pacem Te Ipsum Vince
Questo è il motto della ribellione protagonista della trama di Persona 5 Tactica.
Se cerchi la pace vinci te stesso. Dove la trama del gioco principale si sviluppava su palazzi e nel tentativo di convertire i cuori di gente malvagia, facendola pentire e portando giustizia nel mondo, Persona 5 Tactica invece scava nel profondo dell’animo umano.
Non ci saranno palazzi da esplorare e tesori da rubare, bensì regni da liberare dai gioghi di tiranni cattivi e spietati. I nuovi temi e il modo in cui vengono sviluppati in P5T sono più maturi. Se in Persona 5 i ladri fantasma non avevano mai messo in discussione la loro missione, in P5T l’area è più grigia, parlando di conflitti, guerre e del costo che combattere per la libertà può avere.
Considerati i recenti eventi della storia dell’uomo, forse Persona 5 Tactica non potrebbe uscire in un momento migliore.
P5T è uno spin-off anche narrativo; sebbene il cast sia lo stesso di Persona 5, la storia ha luogo in una finestra temporale tra l’autunno e l’inverno dopo la trama del gioco principale, a cui fa rari riferimenti, e non vi è menzione dell’altro spin-off: Strikers. Il risultato finale è che P5T risulta essere godibile anche da chi non ha giocato il gioco principale, complici anche una serie di brevi e concise note che spiegano il necessario per comprendere la trama del gioco base. Di certo è comunque qualcosa che sconsigliamo fare per la gestione dei personaggi; giocare prima P5T e poi P5 base significa spoilerarsi fin da subito tutti gli archi narrativi dei personaggi.
La trama è lenta all’inizio, ma acquisisce ritmo fino al finale, che però risulta superficiale in opposizione alle fasi centrali sviluppate e interessanti. La sensazione è quasi quella di aver chiuso il gioco in maniera pigra poiché stava crescendo in qualcosa di molto più lungo e molto più intenso di quello che uno spin-off forse deve essere. Il finale dunque lascia la triste eredità che è la sensazione che la trama sarebbe potuta durare di più ed essere sviluppata con più interazioni, specialmente nella seconda metà.
I nuovi personaggi introdotti sono ben caraterizzati e gli sviluppi narrativi, seppur brevi, permettono di affezionarsi abbastanza da lasciare un vago retrogusto di amarezza una volta completato il gioco.
In totale la trama principale dura dalle 20 alle 30 ore in base all’abilità del giocatore di affrontare i livelli.
Il gameplay è il vero cambiamento radicale rispetto al gioco principale.
Se infatti Persona 5 è un RPG di forte stampo giapponese, Persona 5 Tactica è un RPG tattico che cavalca l’onda del rinascimento di cui discutiamo da poco più di un anno qui su player.
In questo universo infatti, i Ladri Fantasma dovranno usare il loro classici poteri in una griglia quadrata e uno spazio tridimensionale. Non ci sono vulnerabilità e resistenze, bensì Persona 5 Tactica gioca con coperture e triangoli.
In ogni battaglia, si scelgono tre personaggi. Ogni personaggio o un nemico che termina il movimento a contatto con una copertura, riduce i danni in entrata da tutti gli attacchi fisici a distanza. Attaccare corpo a corpo permette di spingere un nemico lontano dalla sua copertura e di sostituirsi alla sua posizione. Un personaggio o un nemico senza copertura è definito “Vulnerabile”. Ogni colpo subito da vulnerabile infligge un critico e il primo colpo subito in questo stato manderà a terra il nemico donando un turno bonus a chi ha effettuato l’attacco, come nel gioco base. Infliggere uno stato, come congelato, elettrizzato, disperato ecc, rende vulnerabile il nemico. Se i tre personaggi sono schierati in un triangolo che include all’interno un nemico a terra possono effettuare un attacco speciale che colpisce tutte le creature all’interno di quel triangolo.
Come in Mario Rabbids, il movimento è libero all’interno della gittata e fino a quando non si compie l’azione, o si passa il turno, il movimento non è consumato. Questa meccanica è abusabile in alcuni livelli, specialmente in quelli con dei tasti che attivano meccanismi, poiché sarà possibile premere il tasto più volte nel turno di un personaggio.
Con queste premesse, ogni combattimento in Persona 5 Tactica è un puzzle affrontabile con attenta pianificazione e strategia. La componente geometrica, le interazioni dei movimenti e i livelli verticali donano la sensazione di giocare una partita di scacchi. Il gioco inoltre sprona un superamento del livello in un tempe preciso, offrendo “la lode“, cioè un boost di punti esperienza e tesori, qualora si dovesse completare entro un certo ammontare di turni e con condizioni specifiche.
Inseguire la lode vuol dire vedere i Ladri Fantasma eseguire piani di battaglia degni del più grande generale della storia (Sun Tzu sarebbe fiero di noi in certe occasioni). Una volta capito il sistema però, i combattimenti risulteranno un po’ semplici. Non è stato difficile prendere la lode a ogni livello senza riprovarci, anche alzando la difficoltà del gioco.
Nonostante la scarsa difficoltà, completare una missione darà la stessa sensazione di gratificazione tipica dei puzzle game come Portal. Mentre ottenere la lode ad un livello con molti nemici sarà come risolvere un complesso problema logico, o completare una partita a 2048, o un qualsiasi puzzle spaziale. Dunque il combattimento di Persona 5 Tactica è gratificante.
P5T deve molto di questa gratificazione al suo level design, interessante e in costante evoluzione lungo il corso del gioco: tolta l’introduzione, ogni circa cinque scontri le carte in tavola cambieranno e verranno introdotte nuove meccaniche in giro per la mappa; questo renderà sempre freschi gli scontri e offrirà una quantità quasi illimitata di stimoli.
Il tallone di achille ludico di questo spin-off però è proprio la sua natura da tale. Oltre i combattimenti gli unici elementi di gameplay sono la gestione e la fusione delle Persona, prese dal gioco base con piccole modifiche e gli alberi abilità dei personaggi. L’equilibrio che il gioco base forniva, di momenti calmi, momenti narrativi e momenti più concitati è assente, in cambio di un appagamento crescente dei combattimenti. I dialoghi presenti diventano dunque piccole parentesi e approfondimenti tra i quasi 55 scontri che il gioco offre.
Insomma, il gioco nonostante il suo gameplay curato e divertente, soffre di problemi di ritmo, specialmente verso il finale, quando i combattimenti diventano sempre più numerosi e sempre più lunghi, mentre i dialoghi di intermezzo sempre più brevi. La soluzione a ciò è semplice e il gioco base la risolve egregiamente. Lo spin-off però non sembra essere interessato a ripetere la storia.
La direzione artistica di Persona 5 Tactica eredita la grandezza del gioco principale. L’interfaccia grafica, da quella dei menù, a quella del combattimento alle vignette sulla mappa è, ancora una volta, ispiratissima e prosegue lo stile manga/fumettoso dell’originale. L’interfaccia è presentata così bene che Persona 5 Tactica quasi ci fa dimenticare la sua natura ludica nelle parti più narrative.
L’unico grande cambiamento rispetto al gioco base è quello dello stile dei personaggi, diventati più cartooneschi se non proprio chibi. Ci si abitua in fretta al nuovo stile, il quale risulta coerente col resto della narrativa e del design, anche se la sensazione che avrebbero semplicemente potuto tenere lo stile classico nelle vignette non se ne andrà mai.
La colonna sonora segue la scia della direzione artistica; la soundtrack riprende le note jazz del gioco originale e le intensifica e adatta ai nuovi ambienti. Anche se manca il motivetto alla Never seen it coming, Persona 5 Tactica recupera con delle canzoni per le boss fight che coronano le gesta epiche dei ladri fantasma.
Le perfomance su Nintendo Switch OLED sono state impeccabili, sia in modalità docked proiettate su schermo che in modalità portatile. L’esperienza è stata priva di bug, glitch grafici o comportamenti non intenzionali, come d’altronde la maggior parte dei giochi Atlus.
Persona 5 Tactica è un magnifico spin-off e un bel gioco. Il gameplay è appagante, la storia si sviluppa con colpi di scena e temi tipici della saga e il comparto artistico è sempre un epifania per gli occhi. Le premesse per un eccellenza ci sono tutte, eppure sono in parte oscurate dalla macchia che è la sua natura di spin-off: l’ombra che proietta il gioco principale impedisce a Persona 5 Tactica di volare e forse diventare un gioco tanto bello quanto l’originale.
This post was published on 14 Novembre 2023 18:00
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