Mettete insieme Rhythm Paradise e Fall Guys così avrete Headbangers Rhythm Royale, uno spassoso gioco di ritmo in multiplayer online che mette ogni piccione contro l’altro. Glee-Cheese Studio e Team 17 hanno dato vita a un connubio interessante, rendendo un rhythm game anche un battle royale per un massimo di 30 giocatori in contemporanea.
Abbiamo provato la versione PC, ma il titolo è disponibile anche su Nintendo Switch, PlayStation e Xbox. Si consiglia l’utilizzo di un controller, ma è ugualmente possibile giocare con la tastiera, sebbene con qualche difficoltà aggiuntiva che vi spiegheremo più avanti.
Appena aperto il gioco, Headbangers ti trascina subito in una partita, senza dare spiegazioni particolari che sarebbero d’altronde superflue.
Nella lobby di partenza vengono riuniti i 30 piccioni che si sfideranno nel primo dei 4 round: in caso di mancanza di partecipanti (cosa che accade spesso essendo questo un titolo indie che difficilmente riesce a racimolare troppi giocatori in contemporanea), i posti vacanti vengono riempiti con piccioni robot dai buffi nomi che solitamente vengono sconfitti con facilità e non raggiungono i round avanzati.
I 23 minigiochi sono suddivisi per round e manca purtroppo la possibilità di non ripetere determinati minigiochi in una sessione, cosa che avrebbe reso più varie le partite. Molti dei minigiochi infatti si basano per di più sulle medesime meccaniche come Yes Commander e Oui Votre Majesté. Il primo richiede di copiare i movimenti del comandante, il secondo del sovrano del regno, ma a parte questo cambio di scenario il gameplay rimane invariato. Lo stesso si può dire per The Stunt Moles e The Final Ride che richiedono entrambi di tenere il ritmo su una determinata sequenza di tasti.
I più ripetitivi sono proprio i 5 minigiochi del round finale, quello che vede gli ultimi cinque piccioni andare alla ricerca del “Perfetto” per guadagnarsi il primo gradino del podio. Da una parte è una scelta sensata, per dare a tutti la possibilità di riconoscere al volo le meccaniche e vincere al primo tentativo, dall’altra però ne risente la longevità.
Ad arricchire ogni round ci pensano alcune interessanti variabili come gli oggetti, dei bonus (o malus per gli avversari) da acchiappare più velocemente degli altri senza lasciarsi distrarre dal minigioco musicale, e lo Stage Bonus, un indicatore che si riempie facendo roteare il collo del proprio piccione in momenti specifici del round. Quando lo Stage Bonus è pieno, si ottiene un bonus specifico per ogni minigioco: può essere una buona strategia decidere di caricare l’indicatore appieno durante il minigioco finale, così da ottenere un importante vantaggio e conquistare il primo posto un po’ più facilmente.
E la musica? Niente di incredibile perché i minigiochi si basano per lo più sul ritmo o su sequenze di toni. Spesso vengono usati beat semplici per lasciare spazio agli hint sonori o possiamo ritrovare brani di musica classica molto noti. Insomma, un mix particolare che identifica ancor più il gioco nel genere party più che in quello musicale che presta solo le sue meccaniche di gameplay.
A incentivare i giocatori a fare sempre più partite e migliorare i propri punteggi ci sono i tantissimi elementi di personalizzazione collezionabili. Questi possono essere singoli capi da abbinare a piacere (e dalle varie colorazioni) o set completi che possono però essere personalizzati ulteriormente con altri accessori o tonalità: la tigre, il pirata, il T-Rex e chi più ne ha più ne metta!
Alcuni set sono ottenibili con il pass stagionale gratuito, semplicemente giocando e ottenendo EXP, altri sono acquistabili nel negozio che si aggiorna quotidianamente pagando profumatamente in molliche di pane (la valuta di gioco) e altri ancora sono invece legati a degli achievement. Il più raro e complicato da sbloccare è decisamente l’abito da Cleopatra che richiede numerose partite e soprattutto un’incredibili abilità nel mantenere il ritmo e roteare i pollici. È possibile salvare i propri outfit con tanto di movenze e provocazioni preferite, disponibili in tante lingue tra cui anche un simpatico italiano maccheronico.
Qualche problemino coi controlli è da far notare: se si decide poi di giocare da tastiera, diventa ancora più difficile totalizzare dei buoni punteggi visto che a volte viene richiesto di usare le frecce direzionali, altre volte WASD, la barra spaziatrice e l’invio. Roteare il collo poi è molto più complesso visto che vanno usate le frecce con un movimento sicuramente meno naturale di quello di un analogico. Il gioco stesso consiglia il controller e non potremmo essere più d’accordo.
Anche col controller però i comandi non sono esenti da piccoli difetti: non è infatti possibile personalizzare i comandi, quindi se siete abituati alla mappatura tasti di Nintendo, su PC vi ritroverete automaticamente quella Xbox con le lettere invertite senza possibilità di modifica e confonderete A, B, X e Y costantemente (anni e anni sulle console della Grande N mi hanno rovinata).
Un party game divertente e un po’ folle, carico di personalità. Fallisce però nel proporre dei comandi adatti a tutti e una varietà tale da tenere i giocatori incollati per più di qualche partitina ogni tanto. Belli gli elementi di personalizzazione che lasciano ampio spazio alla creatività e aggiungono una componente collezionabile non indifferente che allunga la longevità di un titolo pressoché semplice e poco impegnativo.
This post was published on 16 Novembre 2023 20:30
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