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Recensioni

Metal Gear Solid: Master Collection Vol. 1 | Recensione (PS5) | Aspettando Delta

Sono passati cinque anni dall’ultima volta che ci siamo trovati a parlare di Metal Gear; era il 2018, veniva rilasciato Metal Gear Survive (di cui potete trovare la nostra recensione qui) ed il pubblico non ne fu esattamente entusiasta, per usare un eufemismo. Da allora, le uniche notizie ufficiali sul franchise riguardavano una versione pachinko di Snake Eater e tante, tantissime voci di corridoio che, puntualmente, si rivelavano infondate.

Ma dobbiamo essere brutalmente onesti: Metal Gear Solid non è mai veramente uscito dai nostri pensieri. Nessuno di noi potrebbe mai dimenticare una saga che ha plasmato gli stealth game come li conosciamo adesso, unendo una narrazione sempre sopra le righe, mai banale e capace di sfondare la quarta parete come poche altre hanno saputo fare.

Il destino di MGS era legato a doppio filo con le vicissitudini di Konami e, dopo l’annuncio del ritorno in grande stile di Silent Hill, non poteva che essere la volta della saga che fu di Hideo Kojima. Metal Gear Solid Delta: Snake Eater è il remake che molti attendevano e, quindi, urge una “ripassata” di tutte le avventure di Snake e Big Boss.

E, per un publisher in cerca di rilancio, cosa c’è di meglio di un cofanetto con il meglio di uno dei suoi franchise di punta? Semplice: due cofanetti! O forse anche di più!

Metal Gear Solid: Master Collection Vol. 1, in buona sostanza, comprende tutto ciò che è stato pubblicato tra Metal Gear e Metal Gear Solid 3: Snake Eater, consentendoci di rivivere le origini della saga fino al suo punto più alto. Se la pubblicazione del secondo volume è praticamente scontata, è bene concentrarci sul contenuto di questo prodotto, cercando di capire quanta cura sia stata posta nella sua realizzazione e, soprattutto, quanto sia necessaria la pubblicazione di quello che, conti alla mano, è il quarto cofanetto riguardante la saga.

Insomma, c’è davvero bisogno di questa Metal Gear Solid: Master Collection Vol. 1? Cercheremo di dare una risposta nelle prossime righe.

Uno sguardo ai contenuti di oggi…

Un tuffo nel passato.

Una delle prime cose che dobbiamo constatare è la comunicazione piuttosto scarna che Konami ha fatto di questo suo prodotto, non consentendoci di capire esattamente che cosa avessimo tra le mani. D’altra parte, come i fan della prima ora sicuramente sanno, esistono più versioni dei medesimi capitoli della saga, senza considerare i contenuti aggiuntivi e, ovviamente, gli spin-off.

Uno dei primi passi di questa nostra recensione consiste proprio nel capire che cosa effettivamente comprenda la questa Master Collection Vol. 1, tenendo ben presente che, per una questione di diritti, non potrà mai esistere un cofanetto omnicomprensivo.

Metal Gear Solid: Master Collection Vol. 1 contiene:

  • Metal Gear (sia nella sua versione per MSX2 che in quella successiva per NES che, per chi non lo sapesse, presentano delle notevoli differenze)
  • Metal Gear: Snake’s Revenge
  • Metal Gear 2: Solid Snake
  • Metal Gear Solid (in versione Integral)
  • Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty HD (in versione Substance)
  • Metal Gear Solid 3: Snake Eater HD
  • Metal Gear Solid: Digital Graphic Novel
  • Metal Gear Solid 2: Digital Graphic Novel
  • Colonna sonora digitale (20 tracce)

In aggiunta a quanto finora elencato, vanno menzionati gli Screenplay Book ed i Master Book: i primi sono delle vere e proprie sceneggiature dei vari giochi, che comprendono tutte le linee di dialogo e la descrizione delle varie scene; i secondi, invece, sono degli approfondimenti dedicati ai singoli personaggi, alle vicende narrate, alle tematiche menzionate e, ovviamente, agli avvenimenti storici su cui si imperniano i singoli capitoli della saga.

Come chicca per i più appassionati, sarà possibile scaricare dei pacchetti per usufruire della lingua giapponese, o per poter giocare alle versioni americane dei vari titoli.

A questo punto, la domanda sorge spontanea: Metal Gear Solid: Master Colletion Vol. 1 è il pacchetto più completo mai pubblicato? Probabilmente no.

… ed a quelli di ieri

Le origini della saga.

Abbiamo già detto che un cofanetto che comprenda ogni versione e spin-off di Metal Gear Solid è pura utopia, ma questa Master Collection non è esente da lacune più o meno vistose. Se è comprensibile la mancanza di Twin Snakes (remake di Metal Gear Solid per Nintendo Gamecube), non si riesce a comprendere come mai non si sia scelto di includere la versione Subsistence di MGS 3: Snake Eater che, come MGS 2: Substance, vanta diversi contenuti aggiuntivi rispetto al gioco base.

Andando ad analizzare la line up dei titoli precedentemente menzionata, ci rendiamo conto che l’unico elemento di novità è rappresentato da Metal Gear: Snake’s Revenge, rimasto finora confinato alla sola pubblicazione per NES. Il videogame, è bene ricordarlo, è uno dei pochi a non essere direttamente sviluppato da Kojima e gli eventi narrati non sono da considerarsi canonici ai fini della trama; alla luce di quanto ora detto, si tratta di un’aggiunta interessante per i cultori del franchise, ma di scarso peso per praticamente tutti gli altri.

Gli altri videogame della Master Collection sono già stati inclusi (con qualche eccezione qua e là) in tutti i cofanetti precedentemente pubblicati; volendo fare un paragone, la Legacy Collection, al di fuori di Snake’s Revenge, comprendeva tutti i titoli e le graphic novel elencati in precedenza, a cui però aggiungeva Metal Gear Solid: Peace Walker e Metal Gear Solid 4: Guns of the Patriots.

È pur vero che la Legacy Collection è stata pubblicata unicamente su Playstation 3 ma, se già prendessimo in considerazione la HD Collection (pubblicata nel 2011 per PS3 ed Xbox 360), ci ritroveremmo con due line-up di titoli con pochissime differenze.

I più attenti potranno notare che gli Screenplay Book ed i Master Book sono effettivamente delle novità, così come è una novità poter scegliere tra le diverse versioni dei vari videogame offerti, ma basta questo per giustificare l’acquisto (a prezzo pieno) della Metal Gear Solid: Master Collection Vol. 1? La risposta potete darla solo voi.

Resa tecnica e ludica

Uno dei momenti più esaltanti.

Prima di addentrarci sul lato tecnico della Master Collection, è bene chiarire che, nonostante siano passati tanti anni, giocare a Metal Gear Solid fa ancora il suo effetto. Se è vero che i videogame non invecchiano tutti allo stesso modo, la saga creata da Hideo Kojima conserva intatto tutto il suo fascino, facendoci stupire ancora oggi di ciò che è stato capace di realizzare uno dei (pochi) visionari di questo medium.

Sulla base di quanto ora affermato, l’analisi di ciò che leggerete nelle righe successive non riguarda la qualità tecnica dei videogame storicamente considerati (che era e rimane altissima), ma il modo in cui ci vengono offerti oggi, nel 2023.

Anche in questo caso, i comunicati di Konami non ci hanno aiutato a capire che cosa ci venisse offerto e, quindi, abbiamo dovuto attendere di “toccare con mano” la qualità del lavoro svolto per farci un’idea. Tuttavia, se dovessimo riassumere quanto visto con una sola parola, quella parola sarebbe: pigrizia.

Partendo dal primissimo Metal Gear, è apprezzabile poter giocare sia la versione per MSX2 che quella per NES, un po’ meno vedere gli stessi errori di traduzione e localizzazione che contraddistinguevano il gioco per console Nintendo. Questi errori si mostreranno anche in diversi capitoli successivi della saga (MGS 2 su tutti), dando l’impressione di un lavoro fatto di fretta e furia.

Spostandoci sui videogame più recenti, MGS 2 ed MGS 3 sono le versioni in HD provenienti dall’omonimo cofanetto menzionato in precedenza (di cui addirittura compare il logo in alcune schermate di caricamento!) e che, quindi, rappresentano il più classico dei porting.

Il primo Metal Gear Solid è il titolo che, più di tutti gli altri, presenta la peggior resa tecnica. I modelli poligonali sembrano provenire direttamente dalla versione PSX, senza miglioramenti degni di nota (ci sono versioni emulate del gioco molto più belle a vedersi di quella presente nella Master Collection) e, soprattutto, con gli stessi difetti tecnici che riguardavano la versione originale del titolo, tra cui spicca il sistema di salvataggio che, ancora oggi, ci farà respawnare nei paraggi dell’ultimo ascensore preso o dell’ultima porta aperta.

Siamo consapevoli di non trovarci davanti né a dei remake e, a questo punto, neanche a delle remaster dei titoli menzionati in precedenza, ma anche in un semplice porting è possibile effettuare qualche piccolo aggiusto qua e là, anche solo per evitare di avere la sgradevole sensazione di aver acquistato un prodotto vecchio a cui è stata appiccicata un’etichetta nuova.

Giudizio finale

Metal Gear Solid è una di quelle saghe che hanno influenzato pesantemente il videogame per come lo conosciamo oggi e sulla cui qualità nessuno può discutere. Chiunque si professi amante di questo medium, ha il dovere di vivere la storia di Solid Snake e Big Boss almeno una volta nella vita e, qualora si provenga da console Microsoft /Nintendo e si possieda solo una console current gen, probabilmente Metal Gear Solid: Master Collection Vol. 1 rappresenta il miglior punto di partenza. Tuttavia, questo cofanetto è un’operazione di porting decisamente pigra che, al di fuori di un paio di eccezioni, non aggiunge assolutamente niente di nuovo a quanto già non fosse disponibile sul mercato. È sempre un buon momento per rivivere la trama di Metal Gear Solid ma, se siete già in possesso di un qualsiasi altro cofanetto sulla saga creata da Hideo Kojima, probabilmente questa Master Collection non ha nulla che faccia al caso vostro.

This post was published on 23 Ottobre 2023 9:00

Claudio Albero

Nasce a Torre del Greco, una piccola metropoli alle falde del Vesuvio, nei favolosi anni ’80, che già però non avevano più niente di favoloso. Provano ad educarlo con Beatles e musica classica sin dalla più tenera età, ma lui, di tutta risposta, si appassiona all’ heavy metal ed ai videogame , spendendo un piccolo patrimonio in sala giochi, quando queste due parole erano ancora slegate dalle slot machine. Dopo aver mosso i primi passi su Sega Master System II con Alex Kidd, il Super Mario con le orecchie a sventola, si innamora dei platform, degli action/adventure e degli RPG, con particolare attenzione alla saga di Final Fantasy. Inguaribile sognatore con le radici saldamente ancorate nel passato, scopre la sua passione per la scrittura quasi per caso, in uno dei tanti pomeriggi passati tra i corridoi della Facoltà di Giurisprudenza di Napoli, dove si laureerà giusto qualche anno dopo, con una tesi in Diritto d’Autore basata sull’opera multimediale. Dopo aver scritto di attualità e musica su Lacooltura.it , Road TV Italia e Federico TV , approda sui lidi di Player.it , in cui comincia sin da subito ad apprendere e fare domande, guadagnandosi rapidamente il titolo di “ redattore rompiscatole del mese ”. Nonostante sia legatissimo alla grande famiglia di Player, non sono rare alcune sue incursioni su portali come Gameplay Café e Spazio Rock . Musica, videogame, concerti, boardgame, modellismo, fumetti, cinema e serie tv: tanti hobby diversi tra loro, ma collegati da un fil rouge che li unisce tutti: il divertimento . È proprio questo che cerca in un videogame, è proprio questo sentimento che muove le sue dita, ed è sempre il divertimento la sensazione che cerca di infondere nei suoi articoli. Al di fuori del mondo del gaming, indossa giacca e cravatta per mimetizzarsi nel mondo degli avvocati, esercitando la professione forense, con lo scopo di conoscere a fondo le “ regole del gioco ”, nonché di minacciare di far causa a chiunque al minimo pretesto.

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