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Recensioni

One More Gate: A Wakfu Legend | Recensione (PC) | Roguelite deck builder rapido e divertente

Uno dei giochi che più ci hanno divertito alla Gamescom (trovate qui l’articolo completo delle nostre anteprime) è stato proprio One More Gate: A Wakfu Legend, un titolo deck builder a scorrimento orizzontale impiantato su una struttura roguelite che fa dell’immediatezza del gioco e della rapidità delle sue partite i suoi punti di forza.

Ovviamente, One More Gate è ambientato all’interno dell’immaginario di Wakfu, popolare MMORPG francese di Ankama da cui è stata tratta anche una serie animata omonima che adesso potreste trovare su Netflix. Il gioco è stato in accesso anticipato per circa un anno, ma da qualche giorno è possibile reperirlo in versione completa su Nintendo Switch e su PC.

Un portale dopo l’altro

Come già anticipato nell’introduzione di questo articolo, la chiave di One More Gate è proprio la sua immediatezza: senza troppi fronzoli si è calati in un contesto in cui si affrontano livelli intervallati da combattimenti e loot, finché non si muore malissimo o non si arriva a sconfiggere il boss finale dell’area, dopodiché viene sbloccata una nuova area.

Il giocatore, nei panni di Oropo, viene catapultato immediatamente fuori da un portale, lo stesso in cui ogni volta si getterà dentro per affrontare una nuova run prima di passare dagli edifici che consentono di potenziare il proprio mazzo di carte, di aggiungere bonus alla propria partita o di costruire con le proprie mani il mazzo da portarsi all’avventura.

Alcuni di questi edifici non sono disponibili fin da subito e occorreranno più entrate nei portali per essere sbloccati. In particolare, quasi ogni edifico va sbloccato solo in seguito al completamento di una delle 4 aree. Anche le carte e gli oggetti equipaggiabili non sono disponibili fin da subito, ma andranno sbloccati man mano che proseguono le scorribande di Oropo nei portali. Le carte, però, si sbloccano semplicemente facendo aumentare di livello il protagonista, una morte dopo l’altra in perfetto stile roguelike.

Le ambientazioni di gioco una volta oltrepassato il portale consistono in una successione di piccole “stanze” disposte in un percorso di avanzamento che è procedurale ed è visibile stilizzato in alto a destra sullo schermo. Ne consegue che dopo aver completato un’area in particolare, è possibile talvolta scegliere una direzione tra 2 o 3 diverse. Sta al giocatore pianificare il percorso ottimale, tenendo conto che non si può essere curati finché non si raggiunge un falò – dov’è possibile anche ottenere potenziamenti temporanei – o un pozzo – dove invece, di contro, viene infilata una carta maledetta nel proprio mazzo.

Gli scontri procedono a turni e consistono nello sfidare contemporaneamente fino a 3 avversari, i quali possono variare anche di rango oltre che di tipologia. Ogni avversario è tematico della sua ambientazione, e ovviamente ambientazioni più avanzate hanno avversari più forti e sfide più ardue da superare.

Le carte da giocare possono esserne più di una, ma hanno un costo in livelli Wakfu. Questi livelli, visualizzati in alto durante i combattimenti, sono bloccati a 3 all’inizio del primo turno di combattimento, ma possono crescere fino a 6 man mano che vengono completati durante un turno e l’altro. Quando si completano 6 livelli Wakfu, si attiva un effetto “Perfetto” che consiste praticamente in una mossa speciale. Inizialmente Oropo ne avrà a disposizione solo una, ma continuando a salire di livello se ne sbloccheranno altre, perfino difensive.

I nemici preannunciano le loro mosse future: sta al giocatore cercare la strategia migliore per resistere e superarli.

Non mancano i soliti potenziamenti temporanei che durano finché non finisce la propria corsa verso la fine dell’area (o della propria morte), che consistono in 4 tipi di rune, a loro volta potenziabili nei falò, e in carte divine da aggiungere al mazzo, sbloccabili presso posti in cui sono collocate delle statue. Ci sono anche quest secondarie, peccato che ne siano davvero solo una per area.

È tutta una questione di tempistiche

Nonostante One More Gate sia costruito per essere di immediata fruizione, la durata dell’intero gioco non è alla stessa portata temporale: ci vorranno diversi tentativi per sbloccare effetti e carte adeguate per poter superare ogni area, oltre a svariati livelli di Oropo per raggiungere statistiche decenti per poter sopravvivere a inevitabili colpi subiti. Questo da un lato consente un’estrema rigiocabilità se siete persone che accedono al titolo saltuariamente, ma dall’altro apre a un forte senso di ripetitività se invece siete tra quei giocatori che passano ore e ore su una stessa sfida.

Il tutto è accompagnato da musiche gradevoli e soprattutto da una grafica davvero adorabile, che riprende appieno lo stile anime della serie animata, traslato in una dimensione a scorrimento orizzontale bidimensionale dove però c’è un minimo senso di profondità.

La cosa più gradevole del gioco però è proprio l’intero comparto di combattimento nel suo totale: i nemici sono particolari, carini e coccolosi anche quando sono tetri e fanno male, la progressione di gioco è bilanciata bene con lo sblocco di nuovi poteri e nuove carte, così come le fasi di deck building sono mediate da un arsenale limitato di carte da poter portare con sé unito alla possibilità di trovare effetti runici d’aiuto e carte divine supplementari in ogni run.

Ma è soprattutto il bilanciamento degli effetti delle carte a costruire quel dinamismo godurioso che contraddistingue il gioco: i diversi approcci di gameplay con le carte e le sinergie tra i loro effetti sono tutti intuitivi da imparare e divertenti da applicare man mano che si prosegue nel gioco. Il mazzo che mi sono costruito al momento, per fare un esempio, consiste nel riempirsi di carte ferita per poi giocare effetti che le scaricano moltiplicandole per 10 su uno o più nemici.

Un vero peccato che, tolta la profondità del deck building, il resto del gioco risulti troppo modesto e scarno per poter brillare davvero. Tutto sommato però, una mezz’oretta al giorno e qualcosina in più nel weekend, sono veramente appaganti da affrontare: il trucco è proprio la rapidità con cui è possibile approcciarsi a One More Gate.

Trovate il gioco su Steam e su Nintendo Switch.

4 salti in portali

Se amate le esperienze roguelite e/o le carte da gioco, One More Gate è un videogioco assuefacente se giocato a sprazzi, intrattenendosi il giusto con l’immediatezza che contraddistingue l’intero spirito di gioco. Gli sviluppatori hanno fatto un ottimo lavoro nel gestire la fruibilità fresca del gioco con un sistema di combattimento che tutto sommato è profondo il giusto, ma il gioco non è indicato per voi se cercate tecnicismi e profondità anche dagli altri comparti di gioco. Insomma, One More Gate un ottimo spin-off che va bevuto a sorsi!

This post was published on 18 Settembre 2023 20:30

Alessandro Colantonio

Game designer in erba e chitarrista a tempo perso. Nasce all'ombra del Vesuvio nel 1991, muove i suoi primi passi nel mondo dei videogiochi su un Windows 95 all'età di 5 anni, e diventa presto un Allenatore di Pokémon. Bazzica tra radio web e band durante i suoi studi universitari tra Napoli, Roma e Milano, si parcheggia nella fan-community di Pokémon Milennium dove instaura il suo regime dittatoriale da caporedattore, costruendo una macchina da recensioni e contatti e diventando inconsapevolmente PR. Oggi, oltre a prestare le sue dita a Player.it per articoli, recensioni e approfondimenti, figura anche come streamer di Twtich, content creator di TikTok e PR abusivo. I suoi generi preferiti sono i gestionali, gli strategici, i tattici e i GDR. Ma essendo un accumulatore seriale di videogiochi, cerca sempre di giocare ogni titolo che gli capita sotto mano. Ha una perversione per le pratiche fandom, i cani e la birra artigianale. Adora D&D, va in ira e carica.

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