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Recensioni

Recensione Quake 2 | (PC) | Strogg morti anche in 4K e col crossplay

Quake 2 ha portato nel mondo dei videogiochi una grande rivoluzione: l’illuminazione colorata. L’articolo potrebbe anche finire qui per quanto ci riguarda perché, all’atto pratico, il discorso qui potrebbe finire: il secondo capitolo della saga tridimensionale di ID Software, prima dell’esplosione del multigiocatore online, in effetti non faceva altro che raffinare le rivoluzioni concettualizzate dal primo seminale capitolo e riproporle all’interno di un contenitore più interessante per il giocatore medio.

Chi scrive Quake 2 lo ha giocato ma non su PC, perché all’epoca non c’era la possibilità economica per farlo. Il primo playthrough è stato fatto sulla macchinosissima versione Playstation 1 che, per fortuna, è del tutto uguale a quella che effettivamente era su PC (limitazioni tecniche a parte). I giocatori che invece si erano lasciati convincere dal buon nome di Quake e ID su Nintendo 64 si erano trovati davanti un videogioco tutto diverso, seppur visivamente somigliante alla produzione ID.

Da lì in poi il brand ha seguito altre strade e fatto altri percorsi: Quake III: Arena ha dimostrato che era possibile unire tutto il mondo in maniera ancor più forte sotto l’egida dei fraggatori, tra railgun con mod instagib attive, truculenza e velocità di movimento sopra ogni grazia di dio; Quake 4 e Enemy Territory: Quake avevano provato a ripresentare la formula single player con fortune alterne e da lì in poi la situazione avrebbe mutato forma ancora una volta, con un Id software priva dei nomi storici.

Prima di sentire nuovamente parlare di Quake ci sarebbe stato bisogno di aspettare qualcosa come dieci anni, almeno fino all’arrivo delle schede con il ray tracing. Quake 2: RTX è stato uno dei primi interessanti esperimenti fatti con questa tecnologia ma parliamo comunque di un prodotto lontano da una remaster, anche soltanto contenutistica. 

Fortunatamente dopo la re-release di Quake 1 in una versione rimasterizzata le cose sono cambiate, riportando nuovamente il brand in maniera quasi attuale nel mercato odierno. Il come e perché lo vedremo più da vicino in questa recensione.

Cosa contiene questa versione di Quake 2?

Partiamo, come sempre, dagli aspetti pragmatici della produzione.
Questa versione di Quake 2 arriva sul mercato proponendosi come lo strumento completo per approcciarsi a tutto l’universo ludico legato a questo videogioco.

Questo significa che al suo interno sarà possibile trovare non soltanto i trenta e passa livelli della versione base di Quake 2 ma anche le espansioni (ahh, che bello scrivere queste parole) The Reckoning e Ground Zero, senza poi considerare la presenza di tutto Quake 2 per Nintendo 64 che come suggerito sopra è ben diverso dalla versione PC dello sparatutto di ID.

La ciliegina sulla torta, il contenuto nuovo, la sorpresa è rappresentata da Call Of The Machine, un’espansione tutta nuova da ben 28 livelli sviluppati niente poco di meno che da MachineGames, gli stessi che ci hanno consegnato gli ultimi capitoli di Wolfenstein.

A corredo c’è anche la versione rinnovata della modalità multigiocatore, stavolta molto più user friendly di quella precedente che obbligava gli utenti a conoscere questo o quell’altro indirizzo IP. Stavolta, in una maniera molto più anni duemila, ci basterà scegliere la stanza in cui giocare da una lunga lista di server e prepararci a farci fraggare da qualche cinquantenne americano con più esperienza di noi sul groppone. Il multigiocatore sarà possibile non solo tra computer e computer ma anche tra computer e console (perché il gioco arriva anche su Xbox, Nintendo Switch e compagnia) dando quindi il via a una prima frizzantissima forma di cross-play nei videogiochi vecchi di idSoftware.

Il multigiocatore, chiaramente, non è soltanto online ma presenta anche le modalità split screen per tutti quelli che non vedono l’ora di spaccare le gengive a suon di insulti al proprio vicino di poltrona. Presente anche una modalità cooperativa multigiocatore che, insieme alla presenza dei bot controllati dalla CPU, permette a chiunque di sperimentare parzialmente l’esperienza multigiocatore senza farsi venire il sangue amaro per lo skill level particolarmente elevato.

Belli, violenti e pure più intelligenti

Approfittiamo della citazione ai bot per parlare di una delle migliorie più evidenti per chi conosce la versione bae del gioco: l’intelligenza artificiale dei nemici! In un lungo articolo sul sito di Bethesda, id Software ha spiegato in maniera concisa le numerose migliorie apportate al gioco e molte parole sono state spese per parlare della rinnovata intelligenza artificiale con il quale sono stati dotati i nemici.

Rispetto al passato, infatti, i nemici di Quake 2 sono in grado di prevedere i movimenti del videogiocatore e di aggiustare la mira così da colpirlo; possono saltare dalle sporgenze, superare buchi e più in generale arrivare sempre nelle vicinanze del nostro protagonista così da poterci ferire. 

La difficoltà, alla fine dei conti, risulta ribilanciata verso l’alto con nemici più temibili e sfide più incasinate; il nostro playthrough della nuova espansione a difficoltà normale, ad esempio, ha visto una quantità davvero elevata di salvataggi rapidi e caricamenti rapidi proprio perché sprovvisti del metodo corretto per abbattere nemici in grado di raggiungere posizioni altrimenti impossibili nell’originale.

Altro upgrade sostanziale è quello grafico, che meriterebbe tutta una serie di paragrafi a sé.

Basta dare un’occhiata al gioco in azione per capire che ci troviamo davanti un videogioco degli anni novanta riproposto con un sacco di attenzione ai dettagli. Gli strumenti per l’illuminazione delle mappe, ad esempio, sono stati resi più efficienti così come sono in generale è stato migliorato il sistema di illuminazione nel suo complesso. Senza entrare troppo nel tecnico, in sostanza, questa versione di Quake 2 è meglio illuminata del suo capitolo originale, sfruttando in maniera intelligente alcuni progressi fatti nel campo della computer grafica tra materiali traslucidi, occlusione ambientale, supporto alle griglie di illuminazione dei liquidi.

Non mancano importanti migliorie ai sistemi di animazione dei personaggi, col lavoro originale di Paul Steed preservato ma reso più preciso, supporto alle glowmap per permettere la creazione di riflessi realistici, supporto per la creazione di scene nebbiose e l’introduzione dei muzzle flashes, che finalmente permettono di capire chi sta attentando alla vita del giocatore nel giro di un singolo sguardo.

Ah, si, chiaramente è possibile giochicchiare con la grafica e portare la grafica fino ai fatidici 4K con tanto di supporto al Widescreen e a frequenze di aggiornamento maggiori dei 60 canonici ma non crediamo sia questo l’elemento veramente interessante.

Il risultato finale dell’upgrade tecnico è notevolissimo: Quake 2 è ancora e completamente lui dal punto di vista grafico e stilistico ma, semplicemente, gira meglio essendo anche più bello da vedere.

Cosa c’è di nuovo?

Le novità vere e proprio di questo titolo si possono racchiudere nella seguente maniera: 28 (complessi) livelli per Call Of The Machines e una nuova colonna sonora originale, stavolta a cura di Sonic Mayhem, lo stesso compositore dell’OST originale. 

Per quanto la colonna sonora non regga il confronto cone quella di Trent Reznor per Quake 1 (non ce ne vogliano i nostalgici), molte belle parole si possono invece spendere per parlare di Call Of The Machines: un’espansione molto interessante e che rappresenta un interessante valore aggiunto per chi conosce già il gioco e vuole qualcosa in più.

MachineGames, infatti, ha messo in piedi ben 28 differenti livelli che risultano essere leggermente meno claustrofobici di quelli classici di Quake con però la stessa passione un po’ malsana per le chiavi colorate, il backtracking e gli enigmi ambientali.

Sia al gioco base che alla nuova espansione sono state aggiunte 2 meccaniche che possono rendere l’esperienza più gradevole ai giocatori dell’ultim’ora: delle ruote di selezione per armi e potenziamenti. 

Tra questi segnaliamo la mai troppo utile bussola che permette, nel giro di un clic, semplicemente di scoprire COSA E’ NECESSARIO FARE PER AVANZARE NEL LIVELLO permettendo al giocatore di limitare le perdite di tempo dovute all’assenza delle mappe.

Tra le cose che invece piaceranno moltissimo agli appassionati di storia dei videogiochi troviamo l’ID Vault; per questo ci vuole un paragrafo a parte.

Gli storici ringraziano

Ci sono molti modi per parlare della storia dei videogiochi: ci sono i video, c’è il testo, ci sono i videogiochi stessi; nella maggioranza delle riproposizioni commerciali che nel corso degli ultimi 5 anni sono arrivati sul mercato l’aspetto storico viene lasciato molto spesso in secondo piano in favore dei miglioramenti tecnici o contenutistici.

L’ID Vault è letteralmente un contenitore con dentro tutti i modelli poligonali di risorse, armi e nemici corredati di descrizione sul loro making of o con informazioni più “generiche” riguardanti la natura stessa del loro utilizzo o della loro genesi.

A queste poi si aggiunge una lunghissima serie di bozze, bozzetti, schizzi preparatori e tanto altro ancora raccolto negli anni da id Software e ora finalmente pubblici per tutti i videogiocatori. Particolarmente interessanti sono anche i trailer di presentazione del gioco alle varie fiere o le demo esclusive provenienti dalle versioni beta e alpha che prima di questa release semplicemente non erano disponibili al pubblico; contenuti che sicuramente non faranno saltare sulla sedia i videogiocatori che per la prima volta si approcciano al brand ma che invece rappresentano un bell’esempio di come sia possibile proporre un contenuto storico al pubblico senza prenderlo in giro.

Se a questo aggiungiamo prezzo dell’operazione, che è di soli 10 €, c’è soltanto di cui essere davvero felici. Tra le altre cose vogliamo sottolineare come questa versione rimasterizzata di Quake 2 sia disponibile in maniera completamente gratuita a tutti i proprietari su Steam di Quake 2 attraverso un semplice aggiornamento da portare avanti.

Chi vuole giocare il Quake originale non ha niente di cui preoccuparsi: avviando il gioco si dovrà passare per un launcher con dentro tutte le opzioni possibili in termini di quale versione giocare, se giocare le espansioni in versione originale e così via. Il vecchio è stato salvato, il nuovo è stato reso accessibile; di informazioni per i giocatori più interessati al lato storico ce ne sono diverse; che altro desiderare da un videogioco?

Niente di che: il problema principale di questo Quake 2 è che, semplicemente, alla sua base non c’è un videogioco incredibile. Non è veloce come il primo Quake, ne è ludicamente invecchiato benissimo; come detto in apertura, Quake 2 è figlio di un periodo in cui si iniziava a puntare un po’ sulla questione tecnica nei videogiochi e pertanto il suo gameplay a livelli impallidisce nei confronti dello stesso Half Life che uscirà non troppi mesi dopo.

Quake 2 brutto? Stiamo scherzando!?

Da diversi videogiocatori Quake 2 è considerato un videogioco praticamente intoccabile; a nostro dire è uno dei giochi meno interessanti tra quelli prodotti da Id Software durante la loro carriera.

Parte di ciò si deve all’abbandono di Romero in quegli anni: dopo lo sviluppo un po’ a singhiozzi di Quake il buon Romero, ormai diventato una vera rockstar, abbandonò baracca e burattini per andare a fondare Ion Storm (di cui ricordiamo il capolavoro assoluto Deus Ex, l’interessante Anarchronox e l’odiatissimo Daikatana). A guidare l’azienda, quindi, si ritrovò Adrian Carmack (che ad oggi non ricordiamo di certo per le intiuizioni nel game design quanto per l’incredibile abilità tecnica come programmatore e come tecnico). Come già detto in precedenza molto dell’appeal del gioco era legato al suo essere tecnicamente all’avanguardia per gli standard dell’epoca, complice il sistema di illuminazione colorata introdotto da Carmack nella seconda versione dell’iD Tech dopo diversi sforzi.

Il resto del gioco può vantare una qualità decisamente differente: il gameplay non ha esattamente dei guizzi memorabili a causa di un level design non particolarmente interessante.
L’idea di certo più curiosa è quella dei mini-hub tra un livello e l’altro, ottimi per far respirare il giocatore e interessanti per dare a tutta l’avventura un’atmosfera più militaresca che horror.

Le missioni stesse sono frammentate in tanti piccoli sotto obbiettivi che aiutano il giocatore a compiere grandi opere con azioni normali, senza comunicare in maniera efficace l’atmosfera epica che invece iD riusciva a comunicare nelle sue opere precedenti (con i primi 2 Doom su tutti). Questa frammentazione eccessiva, tra le altre cose, ha come ulteriore effetto collaterale l’utilizzo di mappe molto simili tra loro in termini di estetici. Tra magazzini, edifici militari, dighe e edifici di controllo non c’è stato realmente un modo per Id Software di creare un mondo che risulti interessante da vivere e esplorare.

Questo cambio di atmosfera, tra le altre cose, si riflette anche nel cambio di musicista dietro la colonna sonora. Sostituire Trent Reznor con Sonic Mayhem, che quest’ultimo non ce ne voglia, non è stata esattamente la scelta della vita poiché il titolo ha semplicemente perso in potenza identitaria; fortunatamente l’ost dell’originale Quake 2 era lontana dall’insufficienza (brani come Descent Into Cerberon ancora oggi sono molto fighi) ma è anche lontana dagli apici raggiungi dal musicista in videogiochi come Unreal Tournament.

I pochi momenti memorabili che ci sono nel gioco, alla fine dei conti, vengono quindi annacquati in un brodo piuttosto esteso di scontri si funzionali al divertimento e all’esperienza, che però sembrano spesso assomigliarsi tra loro. Fortunatamente il gameplay regge decentemente il passaggio degli anni, un po’ grazie alle tecniche di movimento utilizzabili per rompere il level design (sempre siano benedette le scelte del game design quando parliamo di rocket jumping & simili), un po’ grazie a un arsenale variegato il giusto, che permette di fare davvero un sacco di cose diverse e di uscire dalle situazioni con botti più o meno grandi.

Conclusioni

Basso costo, tanti contenuti, rispetto per il prodotto originale e un buon approccio all’aspetto storico della questione. Questa versione di Quake 2, complici anche i miglioramenti tecnici e le implementazioni contenutistiche farà gola a tantissimi appassionati, che tra single player e multiplayer avranno a disposizione decine e decine di ore di divertimento. Peccato giusto per la qualità effettiva di Quake 2 che, a differenza di altri titoli, è invecchiato peggio del previsto.

This post was published on 13 Agosto 2023 19:30

Graziano Salini

Perennemente alla ricerca di legami tra argomenti distanti tra loro, con una certa predilezione per musica e videogiochi. Faccio il possibile per fare in modo che ci siano meno errori di concetto possibili sugli articoli di Player.it, grande fan degli errori grammaticali invece, quelli fanno sempre ridere. Quando non sto amministrando questo sito lavoro mi occupo di spiegare cose difficili in maniere semplici su altri siti, su tematiche molto meno allegre dei videogiochi.

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