Planet of Lana | Recensione (PC) | La grande bellezza di una favola sci-fi

Planet of Lana

La parola “videogioco” è ormai un termine anacronistico e vecchio per definire molte delle esperienze interattive che questo medium è in grado di offrirci. Ci sono “videogiochi” che in effetti offrono poche soluzioni di gameplay, ma non per questo possono essere considerati titoli minori o addirittura non degni di ricevere l’attenzione che invece meritano.

Il discorso sul termine “videogioco” meriterebbe più tempo e spazio per essere approfondito, ma questo preambolo è doveroso in settimane dove stiamo più o meno tutti alle prese con una delle soluzioni di gameplay più efficaci e avveniristiche di sempre, ossia The Legend of Zelda Tears of the Kingdom, perché nel frattempo ci sono esperienze videoludiche che dimostrano il loro alto valore nonostante un gameplay semplice e lineare.

Sviluppato da Wishfully e pubblicato da Thunderful, Planet of Lana è una favola bellissima che ha un comparto artistico – sia visivo che sonoro – di una qualità fuori scala, e che utilizza l’interattività del videogioco come mezzo di immersione e di racconto, invece che come espediente di intrattenimento. In altre parole, Planet of Lana è il motivo fondante per cui una parola come “videogioco” è un termine che non ha più senso di esistere.

Chiariamoci, Planet of Lana non è un’opera puramente narrativa come può essere un titolo di TellTale, o un’opera contemplativa alla Journey o Abzu, ma anzi alla sua base è un’avventura a piattaforme dalla visuale a scorrimento orizzontale e con enigmi ambientali e meccaniche stealth. Il punto è che il gameplay è davvero basilare, ma è efficace nella funzionalità della narrazione e dell’immedesimazione nell’avventura.

E allora chiamiamole “video-esperienze“, chiamiamole “video-interazioni“, chiamiamole “storie-attive“, chiamiamole come vi pare. Mentre però persone più illuminate di noi si decidono sulla nomenclatura ufficiale nelle loro torri d’avorio, prendete in mano un gamepad e non lasciatevi scappare esperienze come Planet Lana, disponibile dal 23 maggio 2023 su PC e Xbox.

Paesaggio naturale di Planet of Lana

Perdersi tra favola e sci-fi

Planet of Lana è stato in grado di lasciarmi un’ottima sensazione di appagamento e completezza nelle sue 5 ore di durata. Il tessuto narrativo di questa opera non è fatto di dialoghi né di testi, ma di animazioni, suoni ed emozioni comunicate con tocchi artistici di gran classe. A volte evidenti, a volte solo sussurrati, i momenti in cui il mio cuore si è riempito di meraviglia sono stati innumerevoli nonostante la poca durata totale dell’esperienza. E riuscire a comunicare tutto ciò avvalendosi di personaggi low poly stilizzati così bene da sembrare acquerelli, è da togliersi davvero il cappello.

La trama è semplicissima e lineare: la ricerca di una persona perduta, un’avventura che sarà in grado di cementare una nuova e tenera amicizia. Lana e Ilo sono due sorelle che vivono in un villaggio di palafitte su un pianeta molto simile alla Terra. Il giocatore controlla Lana proprio in un momento di spensieratezza e gioco con Ilo, l’una all’inseguimento dell’altra tra risate e richiami gioiosi. “Laaaanaaaa” e “Iiiiiloooo” saranno le due parole che più sentirete a inizio gioco.

Scenario notturno con un Robot gigante che cammina sullo sfondo in Planet of Lana

Ci vuole poco affinché il nome di Ilo, prima urlato con divertimento, diventi improvvisamente un grido d’angoscia, dal momento esatto in cui verrà rapita da robot volanti proprio davanti agli occhi di Lana e del giocatore. Ilo sarà sempre sulla bocca di Lana, un nome sussurrato di notte e nei momenti di sconforto, e urlato nei momenti di paura e di speranza.

Al nome di Ilo, poco più tardi la voce di Lana affiancherà anche il nome di Mui, un esserino nero simile a un gatto che la protagonista salverà fortuitamente dalle grinfie di un altro robot. Da quel momento in poi Lana e Mui inizieranno a collaborare assieme per cercare Ilo e per scappare dai robot invasori che stanno rapendo o ammazzando quasi ogni abitante del pianeta, umano o animale che sia.

La bambina Lana e il gatto Mui in Planet of Lana.

Vi evitiamo spoiler, ma sappiate che ben presto tutto si trasformerà per il giocatore in una puro racconto di fantascienza, di quelli ricchi di misteri e sorprese, sottintendendo il più classico messaggio alla società del mondo reale, un appello al trovare la giusta armonia tra natura, uomo e artificialità. Lo scorrere degli eventi e la tenerezza di certi momenti, uniti a un impianto artistico eccezionale, sospendono continuamente l’esperienza in una confortevole dimensione favolistica dove i robot alieni si sostituiscono al lupo cattivo, ma dove l’unione fa sempre la forza come nelle più classiche favole esopiche.

Lana infatti può maneggiare grandi oggetti e dispositivi, può arrampicarsi su corde, può usare il suo peso e la sua forza da umana per far leva su materiali che si possono rompere, mentre Mui può saltare più in alto da buon felino e può obbedire a ordini semplici come stare sul posto o attivare piccoli pulsanti, ma ha paura dell’acqua. Scappando da sinistra verso destra il giocatore si ritroverà in scenari e rompicapi via via sempre più intriganti da risolvere, dove va ragionata con meticolosa attenzione la collaborazione tra bambina e gatto.

Ecco che fasi di furtività si alternano continuamente ai puzzle ambientali: prima ci si nasconde da un cinghialotto nativo di questo pianeta alieno, poi da un robot simile a un ragno, in seguito si salta da una piattaforma all’altra dopo aver sbloccato un percorso grazie agli ordini impartiti al gatto. Le soluzioni ai livelli diventano sempre più originali e complesse, ma va notato che comunque lasciano ben poco spazio alla libertà del giocatore: ogni rompicapo è lineare e ha una soluzione univoca, e per questo la sfida nel gameplay è semplicemente trovare la strada giusta per andare avanti nella ricerca di Ilo.

In Planet of Lana si può indicare al gatto dove muoversi

Stupendo da vedere, sublime da ascoltare

Il lavoro svolto sull’apparenza grafica di Planet of Lana è encomiabile. I modelli 3D di personaggi e oggettistica si confondono continuamente con scenari e prop bidimensionali in prospettiva grazie a un lavoro di texturizzazione ragionato proprio per trasformare ogni singolo momento in un quadro dipinto a mano o a un’illustrazione da libro di favole. Anche la scelta cromatica calda e quasi nostalgica, nonché le animazioni fluide e variegate, contribuiscono a dare carattere a una resa visiva che appaga occhi e cuore.

La costruzione degli scenari, da quelli più naturali a quelli più artificiali, accompagnano un level design funzionale alla comunicazione delle fasi del racconto. L’incipit è dominato da ambienti naturali incontaminati, disturbati dal tocco nero dei robot solo quando arriva la chiamata all’avventura; si attraversano paludi cupe e deserti aridi mentre sullo sfondo i robot oscurano il panorama, e mentre misteri e indizi sulla verità dietro il pianeta di Lana, Ilo e Mui cominciano a disvelarsi.

In fondo però, tessere gli elogi di un impianto visivo che praticamente parla da solo è quasi superfluo. Già quando Planet of Lana era stato annunciato qualche anno fa, ero rimasto incantato dallo stile artistico già mostrato nei trailer. Trovarsi col gamepad in mano davanti allo schermo ha confermato la sensazione di meraviglia, ma equipaggiarsi di cuffie ha amplificato le mie emozioni a dismisura. Se pensavate che questo fosse il solito giochetto che fa leva sull’art style senza sforzarsi di fare altro, alzate il volume e rimarrete a bocca spalancata.

Il primo impatto sonoro che si ha con Planet of Lana è nella diversificazione e nell’amalgama di suoni ambientali del pianeta Novo, che mi è sembrato fin da subito vivo e vibrante nonostante tutto cominci in un umile villaggio di pescatori. Poco dopo il suono della natura e quello delle macchine si uniscono in un concerto minimale che esalta il racconto in ogni suo passo, un lavoro di sound design che porta la firma dell’italiano Francesco Ameglio, al quale poi si sono aggiunti anche i colleghi Marco Furlanetto e Andrea Bo, riuniti nell’audio collective di Torino Settete.

La vera forza di Planet of Lana sta proprio nell’usare ogni mezzo a disposizione nel servire la narrazione, mai considerando ogni comparto dell’esperienza come un elemento separato. L’ambiente sonoro che cambia di paesaggio in paesaggio aumenta a dismisura l’immersione nel mondo di Lana e nelle diverse ambientazioni del suo viaggio, accompagnando anche i diversi momenti in cui Lana vivrà il pericolo, la tenerezza, la paura, l’adrenalina e il mistero.

Lana si arrampica su un promontorio mentre sullo sfondo un enorme robot domina il paesaggio.

Il comparto sonoro però non poteva essere completo senza un’ottima colonna sonora, presa in cura da Takeshi Furukawa, autore giapponese famoso proprio per aver dato il suo contributo artistico a opere emozionanti come The Last Guardian che gli è valso due premi e diverse nomination. A questo giro, Furukawa è riuscito a centrare in pieno l’atmosfera di Planet of Lana, lasciando sedimenti di reminiscenze di opere hollywoodiane alla John Williams uniti a un’atmosfera da favola sognante alla Studio Ghibli con tanto di orchestra.

C’è stato spazio anche per arricchire un paio di brani con la voce di Siobhan Wilson, cantautrice scozzese che in qualche maniera, assieme al maestro Furukawa, è riuscita a donare un carattere scandinavo al suo apporto a Planet of Lana, a sottolineare proprio l’appartenenza nordica dello studio svedese di Wishfully e degli autori Adam e Klas.

La difficile arte della semplicità

Diversi robot inseguono Lana in Planet of Lana

Planet of Lana si mostra come un’opera di facile approccio, di breve durata, dalla storia tradizionale e lineare, munita di un comparto artistico delicato e leggero, ma è fin da subito chiaro che per raggiungere tali livelli di semplicità dietro ci sia stato un enorme lavoro di armonizzazione con il racconto. Sfruttare modelli low poly, dal lato tecnico potrebbe aver dato una mano a far muovere i primi passi a uno studio al lavoro sul suo primo progetto, ma dal lato artistico invece ha contribuito a enfatizzare uno stile minimale e contemporaneamente molto espressivo.

Propendere per una visuale a scorrimento orizzontale ha permesso di comprimere il lavoro su meno elementi a schermo, ma enfatizzando la loro centralità nel mondo attraverso inquadrature strategiche. Lesinare sulla durata del gioco ha sicuramente permesso agli sviluppatori di concentrarsi maggiormente sull’elevare la qualità della narrazione, centro indiscusso di Planet of Lana attorno a cui girano tutti i comparti tecnici e artistici di quest’opera.

Siamo davvero molto curiosi di scoprire i prossimi progetti di questo talentuoso studio svedese, ma per il momento vi consigliamo caldamente di provare Planet of Lana, dal 23 maggio disponibile su Xbox e PC.

Per raccontare una buona storia non basta solo una buona sceneggiatura, e Planet of Lana è l’ennesima e più calzante dimostrazione che certe idee possono essere comunicate solo attraverso il medium che oggi chiamiamo “videogioco”. Direzione artistica eccezionale, gameplay essenziale ma efficace e un comparto sonoro molto curato sono ingredienti che sono stati messi al servizio del racconto, amplificando la comunicazione di emozioni e sensazioni in una maniera esemplare. Planet of Lana è un titolo sospeso tra la favola e la fantascienza dalla breve durata ma dal sapore intenso, un’opera di cui non sapevate di aver bisogno.

PRO

  • Storia semplice ma mai banale
  • Tutto viene raccontato senza mai un dialogo
  • Direzione artistica eccelsa
  • Sound design esemplare
  • Colonna sonora perfetta
  • Ambientazioni molto efficaci

CONTRO

  • Un po' troppo lineare nelle soluzioni dei puzzle
  • Per alcuni giocatori potrebbe durare troppo poco

Se hai letto tutta la recensione (e l'hai letta per davvero tutta senza imbrogliare) puoi cliccare qui sotto per scoprire il voto:

9.5

Storia - 10 / 10

Grafica - 10 / 10

Longevità - 7 / 10

Gameplay - 8 / 10

Sonoro - 10 / 10