C’era una volta R-Type, uno dei capisaldi assoluti degli shoot em up orizzontali. A parlare di questi nomi e quesit generi nel 2023 può sembrare strano ma sarebbe quantomeno difficile scrivere una recensione di R-Type Final 3 Evolved senza partire da un preambolo storico.
Le motivazioni per cui questo preambolo è necessario oltre che utile sono differenti ma si possono riassumere in “ma che diavolo ha combinato Granzilla quando ha scelto di pubblicare un nuovo R-Tpe?”.
Ecco, prima di proseguire oltre iniziamo a cercare di capire cos’è è R-Type, come siamo arrivati a questa nuova esclusiva per Playstation 5 (perché, spoiler, lo è) e come si comporta alla fine con una prova joypad alla mano.
Per molti giocatori anzianotti il termine shoot em up è davvero sinonimo di videogioco: questi infestavano le sale giochi in varianti orizzontali e verticali mentre andando ancora più indietro possiamo trovare in titoli come Asteroid o Space Invaders i semini da cui è nato uno dei generi più storicamente importanti del medium tutto.
Durante gli anni ottanta il termine shoot em’ up descriveva una buona fetta del mercato, complice anche la presenza di moltissimi titoli dal grande livello qualitativo. Konami ed Irem, ad esempio, durante il corso di questo decennio hanno rilasciato rispettivamente i due titoli più importanti del genere tutto ovvero Gradius e R-Type.
In entrambi i casi parliamo di videogiochi che sono riusciti ampiamente a sopravvivere allo scorrere del tempo diventando veri e propri classici e generando tutta una successiva generazione di videogiochi sparacchioni. Gradius dalla sua aveva un sistema di potenziamenti progressivi liberamente selezionabili dal giocatore attraverso una barra caricabile, R-Type invece creava meccaniche di attacco e difesa avanzate tramite l’utilizzo del beam e del force pod.
Concentriamoci sulle meccaniche di R-Type per capire meglio la portata dell’unnovazione ed il perché, ancora oggi, questa è una delle saghe più apprezzate dell’interno panorama degli shoot em up a scorrimento orizzontale.
Il gioco di Irem con il beam ha introdotto all’interno del genere il concetto di colpo caricato, ovvero sacrificando per qualche secondo la potenza di fuoco è possibile concentrare in un singolo raggio quanti più danni possibili. Questo raggio può trapassare le linee di nemici ed infliggere più danni in un singolo hit. Durante il corso della saga il beam è stato rimaneggiato aggiungendo un sistema a livelli che, di fatto, impedisce alla navicella di sparare anche dopo aver utilizzato questo strumento creando tutto un sistema di risk & reward perfetto per rendere ancora più strategici i livelli.
Ancora più discussioni si potrebbero invece fare sul force pod, ovvero un accessorio della nave spaziale in grado di aggiungere al gameplay tipico dello shoot em up meccaniche difensive avanzate. Il pod è letteralmente l’elemento cardine del gioco ed ha aggiunto al primo r-type tutto un layer di strategie e metodologie che hanno reso il titolo capace di sopravvivere allo scorrere del tempo. Il force pod da una parte è in grado di aggiungere potenza di fuoco al normale funzionamento della propria nave attraverso il potenziamento frontale, dall’altra è in grado di assorbire senza colpo ferire parte dei proiettili degli avversari, rendendolo perfetto per gestire alcuni dei pattern più difficili del gioco.
A questo è necessario aggiungere poi la possibilità di riposizionare il pod attraverso un apposito tasto. Lanciare il pod implica perdere lo scudo ma permette di rimuovere nemici dallo schermo in traiettorie altrimenti complicate da raggiungere, aumentare il range di fuoco della propria navicella e semplicemente ottenere protezione in un luogo diverso dal lato frontale della nave.
Se a questo aggiungiamo il level design lento e labirintico del primo capitolo, si capisce subito come abbia fatto R-Type a sopravvivere alla concorrenza e a generare nuovi cloni. La bassa velocità di scorrimento di fatto obbligava i giocatori a pensare continuamente in maniera strategica al come posizionare il proprio force pod e a quali wave di nemici attaccare utilizzando il beam caricato, così da ottenere spazio di manovra per poi gestire attraverso l’attacco normale il resto degli elementi a schermo.
Fast Forward ai tempi recenti: la saga di R-type ha 40 anni di vita sul groppone ed è una delle più apprezzate in circolazione in quella nicchia degli sparatutto a scorrimento orizzontale. Durante il corso di questi anni i videogiochi usciti sono quasi venti, con una serie di spin off senza i bydo (gigeriani nemici storici degli umani nell’universo di gioco) e qualche capitolo reinventato strategic role playing game.
Di fatto la saga principale si doveva chiudere nel 2003 con R-Type Final per Playstation 2, se non fosse che una popolare campagna crowfunding nata nel 2019 ha dato la possibilità a Granzella di iterare nuovamente un titolo della saga.
R-Type Final 2 sostanzialmente ripropone e aggiorna il gameplay del primo capitolo integrandolo con le più moderne tecnologie, utilizzando l’Unreal Engine 4 come motore grafico e utilizzando un sistema di difficoltà adattiva che cerca di offrire un livello di sfida sempre sensato al giocatore in base alle sue prestazioni sul campo.
Da qui in poi la situazione si fa confusa e bizzarra, come solo i giapponesi sanno fare. R-Type Final 2, dopo aver ricevuto qualche DLC e aggiornamento gratuito, è stato buffamente rinominato in R-Type Final 3. Ad essere stati aggiunti all’esperienza sono la modalità competition dedicata agli hardcore gamer più incalliti e tutta una serie di mappe legate ai livelli storici del passato. Final 3, in sostanza, porta all’interno del mercato degli horizontal shoot em up una pratica che in passato si vedeva molto spesso all’interno dei picchiaduro che uscivano a cadenza annuale come i King Of Fighters.
R-Type Final 3 Evolved invece che diavolo è? Il primo impatto con il titolo tra le altre cose è confusionario più che mai: la boot up thumbnail su Playstation 5 riporta ancora il nome di R-Type Final 2 a caratteri cubitali e prima di studiare un po la storia di questo capitolo i dubbi sono stati ampiamente superiori alle certezze.
Una volta avviato il titolo fortunatamente la situazione diventa più chiara ed è possibile capire fin da subito con cosa si ha a che fare. Andiamo ora a vedere più da vicino come si comporta questo terzo capitolo conclusivo della saga di R-Type.
Final 3 Evolved è una specie di addendum ripotenziato per Playstation 5 della versione completa di R-Type Final 2. La natura della sua esclusività per la console Sony è curiosa almeno quanto la storia produttiva dietro questo titolo: Final 3 Evolved infatti ha tutta una serie di funzioni che sono legate a dei contenuti per Playstation VR2, il nuovo headset di Sony.
Durante il corso della nostra recensione non abbiamo potuto sperimentare tutto questo per 2 diversi motivi: non erano ancora disponibili al pubblico e non abbiamo un PSVR2 in casa.
In termini puramente descrittivi, fortunatamente, sentiamo di non esserci persi qualcosa in grado di spostare l’asticella della bilancia: i contenuti legati al visore potrebbero ingolosire unicamente i videogiocatori estremamente appassionati della saga e poco più.
Parliamo infatti di una sequenza di lancio dalla navicella in prima persona che attraverso il visore può far emozionare i più ed un hub world esplorabile in realtà virtuale dover permettere ai vari giocatori di incontrarsi e vedere da vicino le proprie navicelle. Parlando puramente di marketing stiamo definendo dei contenuti di nicchia che più nicchia non si può e che difficilmente potranno portare qualcuno senza PSVR2 a scegliere di affrontare la spesa, di certo non irrisoria, del visore.
Fortunatamente se ci sono cose da recriminare a R-Tpe Final 3 Evolved in sede di recensione, queste non sono di carattere contenutistico. Di fatto R-Type Final 3 nella sua versione definitiva aveva una quantità abbacinante di robe da mostrare al giocatore, tra livelli, navicelle, possibilità e modalità.
Final 3 Evolved per l’occasione ha un’intera nuova campagna che si va ad aggiungere alla campagna principale di Final 2, per altre decine di ore di contenuti indirizzati proprio ai giocatori più hardcore in circolazione.
Questi sette nuovi livelli presentano bossfight rinnovate, sfide mai viste prima nella saga e tutta una serie di altri elementi più indirizzati all’aspetto completistico come ad esempio le navicelle da sbloccare prima e costruire poi attraverso l’ottenimento delle risorse. R-Type non ha ottenuto un sistema di crafting quanto più ha visto modernizzare il suo sistema di reward per l’ottenimento dei contenuti: una scelta simpatica e in grado di accontentare probabilmente i giocatori più accaniti alla ricerca di qualcosa in più del semplice high-score.
Completando alcuni segmenti dei livelli, ad esempio, sarà possibile ottenere determinati materiali; questi oltre alle sopracitate navicelle possono essere utilizzati anche per modificarle esteticamente, così da riempire gli hangar del gioco di versioni personalizzate della R-9A e delle sue infinite varianti comparse durante la vita della saga.
Pad alla mano R-Type Final 3 Evolved è il solito shoot em up di casa Irem e questo è senza dubbio un grande bene. Parliamo quindi uno sparatutto a scorrimento orizzontale con velocità di scorrimento abbastanza lenta, fondali iper dettagliati e difficoltà mediamente molto elevata. Imparare quanto prima a utilizzare in maniera strategica il force pod per proteggersi dagli attacchi provenienti dai lati è di vitale importanza, almeno quanto lo è l’utilizzo del beam per abbattere linee di nemici.
Esattamente come in R-Type Final 2 ritornano diverse navi, ognuna con armi e caratteristiche uniche; fortunatamente è ancora presente la smart bomb, amichetta perfetta per i giocatori meno navigati e soluzione alle ondate infinite di nemici che presto finiranno per infestare lo schermo del giocatore.
Purtroppo per poter arrivare agli ultimi stage del gioco sarà necessario per forza di cose masterare l’antica arte del beam e del force pod perché la difficoltà anche in questo caso è estremamente elevata. La nuova campagna di Kazuma Kujo e soci a Granzilla non ha niente da invidiare in termini di difficoltà e bastardaggine, con i trenta livelli che componevano i vari percorsi di Final 2; in più occasioni si rischia concretamente la discesa nell’abisso della furia.
In linea di massima il gameplan rimane quello classico della saga: basta un colpo e si muore, esattamente come accadeva in sala giochi. L’hitbox della nave è definita con precisione, esattamente come accade per i colpi degli avversari; ogni volta che si viene colpiti il gioco si ferma, si hanno pochi secondi di riflessione e la nave esplode.
Purtroppo l’impostazione del level design rimane ancora molto attaccata ai canoni della sala giochi e questo di sicuro è un elemento respingente nei confronti dei giocatori più giovani. Le morti a sorpresa a causa di nemici spuntati da non si sa dove sono terribilmente più comuni di quanto ci si potrebbe aspettare nel 2023, esattamente come si potrebbe dire la stessa cosa per i picchi di difficoltà che spesso corrispondono ad alcuni passaggi mid-level o ad alcune bossfight.
R-Type Final 3 Evolved è crudele come un gioco da coin-op e non ha tecnicamente alcun motivo per esserlo se non fosse questo suo forte attaccamento al passato. L’introduzione di una modalità training potrebbe essere un’idea interessante per tutti quelli che non hanno il tempo materiale per rifare cento run alla ricerca della strategia migliore in una determianta situazione.
Discorso particolare va fatto per il comparto tecnico di R-Type Final 3 Evolved. La caratteristica più markettata del lavoro fatto da Granzilla è stato il passaggio di engine da Unreal 4 a Unreal 5.
Mettendo a paragone i due titoli si possono notare dei miglioramenti grafici in termini di definizione, qualità delle texture ma niente che faccia effettivamente strappare i capelli. La natura di esclusiva Playstation 5 del titolo resta più legata alla presenza delle funzioni esclusive del Playstation VR che alla presenza di un sistemi di caricamento istantanei derivanti dal corretto sfruttamento dell’SSD Sony, per capirci.
Bisogna anche far notare che ci sono dei curiosi cali di framerate; questi all’atto pratico sono anche abbastanza immotivati!
Nella versione per Unreal Engine 4 il gioco (che ricordiamo essere praticamente lo stesso) era ancorato ai soliti sessanta granitici frames mentre qui ogni tanto si scende intorno alla ventina. Non è da escludere che la cosa si possa risolvere durante il corso dei prossimi mesi con qualche patch ma bisogna anche dire che non è un gioco dai ritmi così forsennati da rendere i frames l’elemento più importante.
I vecchi capitoli del brand, tra le altre cose, utilizzavano la diminuzione dei frames quasi come sistema di semplificazione per alcuni dei frangenti più indiavolati dei livelli; diciamo che per questa volta gli abboniamo la cosa.
La fattura dei contenuti esclusivi di questa versione quando ci si sposta al di fuori del normale gameplayd ella saga lascia un po’ incuriositi. La possibilità di creare dei garage dove mostrare a tutta la community mondiale di R-Type la propria collezione di navi personalizzate non è qualcosa di esaltante, né lo è il sistema di personalizzazione delle tute. Fortunatamente il resto dell’esperienza ludica è assolutamente di rilievo, specie se si mastica il genere.
Molto interessante il comparto sonoro, sempre in bilico tra le sonorità techno e le melodie proprie di una certa scena giapponese a cavallo tra gli anni duemila e il decennio successivo. Parliamo di musica che pesta, come direbbero gli studiati, e che è davvero sinergica ala generazione di dopamina.
Siamo sicuri che presto Dedeco le inserirà in uno dei suoi djset videoludici.
R-Type Final 3 Evolved è un prodotto strano, più un grosso DLC che un seguito vero e proprio di Final 2 (che tanto poi è stato retroattivamente modificato in Final 3). La nuova campagna è molto interessante, come sono tantissimi i contenuti di cui poter fruire. Se siete appassionati di shoot em up questo è il videogioco che fa per voi, celebrazione definitiva di una delle saghe più importanti di sempre.
This post was published on 7 Maggio 2023 19:30
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