Quanti conoscono la saga di Mega man battle network? Non siete in troppi? Ok, allora prima di cominciare questa recensione di Mega Man Battle Network Legacy Collection è bene fare un breve riassunto storico, così da capire come mai parliamo di una collection venduta in due pacchetti diversi.
Eh si, perché per prima cosa è bene sapere in che forma questo prodotto è stato reso disponibile ai giocatori. Esistono ben dieci videogiochi diversi a tema Mega Man Battle Network:
- Battle Network 1
- Battle Network 2
- Battle Network 3 White
- Battle Network 3 Blue
- Battle Network 4 Tournament Red Sun
- Battle Network 4 Tournament Blue Moon
- Battle Network 5 Team Protoman
- Battle Network 5 Team Colonel
- Battle Network 6 Cybeast Gregar
- Battle Network 6 Cybeast Falzar
Esattamente come è accaduto per Pokémon, infatti, i capitoli dal 3 al 6 sono usciti in 2 versioni differenti ciascuno, ognuno di essere con delle differenze contenutistiche da una parte a giustificare l’acquisto, dall’altra invece a creare meccaniche avanzate per lo scambio delle risorse e degli elementi che compongono la parte deckbuilder del gioco.
Mega Man Battle Network Legacy Collection è disponibile in due versioni: vol 1 e vol 2.
Il volume 1 include BN 1,2, ed entrambe le versioni di BN 3 (White & Blue).
Il volume 2 invece include tutto il resto.
4 titoli per il primo volume, 6 titoli per il secondo volume: è possibile acquistare entrambe le versioni in un pacchetto da 59.99€ , mentre singolarmente i titoli vengono venduti per 39.99 €.
Manca la versione Rockman.EXE: Operate Shooting Star ovvero il porting japan only uscito durante il corso del 2009 su NIntendo DS ma i contenuti legati a questo titolo sono stati integrati nella release, quindi non si sentirà troppo la mcanzan delle migliorie grafiche dell’epoca.
Presupposto questo andiamo a vedere con la lente d’ingrandimento lo scheletro dei giochi presenti, complice anche la natura abbastanza cicciosa in termini di semplici ore dei giochi dei titoli proposti.
Meraviglie portatili e digitali
Mega Man Battle Network è una saga di giochi di ruolo alla giapponese con sistema di combattimento semi-action ed un anima da deckbuilder game, per come la chiameremo adesso. Questo spin off della popolare serie di action platformer di Capcom si è completamente sviluppata su Game Boy Advance, sfruttando in maniera attenta e ragionata le caratteristiche proprie della piccola consolina Nintendo.
Diverse meccaniche di gioco, infatti, sbocciavano in tutto il loro potenziale soltanto attraverso lo scambio di oggetti e risorse con gli altri giocatori sfruttando il cavo link o l’adattatore wireless che ad un certo punto ha preso piede con l’uscita dei remake di Pokémon rosso e verde. La saga è divisa, almeno in termini assoluti di narrativa, in due differenti trilogie che seguono due linee narrative orizzontali, declinate poi di volta in volta in base alle necessità
Se il primissimo capitolo della saga funzionava più come proof of concept per le meccaniche ed il game design, è nelle successive iterazioni che la creatura di Capcom Production Team 2 (con Inafune nelle vesti di producer) ha dato il meglio di sé.
Come si gioca a Mega Man Battle Network?
Il gameplay di Battle Network è un ottimo esempio di core ludicamente intrigante. Il gioco è sommariamente diviso in due anime diverse: da una parte le sezioni con il nostro protagonista umano, Lan Hikari, che esplora la sua città e la scuola e dall’altra le attività del suo NetNavi MegaMan.exe, in giro per la rete nel continuo tentativo i terroristi del WWW.
Se l’esplorazione di Lan guarda da vicino ai classici stilemi del gioco di ruolo giapponese in piccolo, con una città da esplorare, NPC con cui parlare e oggetti da ottenere, l’attività di MegaMan.exe guarda da vicino il dungeon crawling.
Scontri casuali, forzieri da aprire, location da esplorare: abbastanza elementi per poter parlare a cuor leggero di jrpg vibes.
Dove il gioco da il meglio di sé è nel curioso sistema di combattimento: su di una griglia 3×6 vista lateralmente, il giocatore ha il compito di muovere Mega Man in tempo reale attaccando o utilizzando abilità detti chip. Questi ultimi non sono infiniti, bensì vanno scelti con attenzione da un pool; i chip possono avere effetti offensivi, difensivi o di supporto e possono essere giocati in maniera consecutiva solo se condividono la tipologia.
Durante il corso di uno scontro il giocatore potrà, al riempimento di una barra, aprire un menu e selezionare altri chip da utilizzare fino al successivo riempimento; di fatto questo aspetto dona al titolo un’anima piuttosto classicheggiante da command based system, con il quirk di avere diverse possibilità operative tra l’uso di un’abilità o l’altra.
Nei capitoli successivi al primo questo sistema viene potenziato all’ennesimo livello aggiungendo al nostro personaggio la possibilità di utilizzare degli stili per definire affinità elementali, questi andranno poi a infondere attacchi ed abilità di turno in turno; tutto questo senza contare, a partire da Megaman 4, la possibilità di personalizzare anche il proprio Lan così da infondere bonus passivi alla nostra controparte digitale.
L’interessante ibrido tra strategia e azione, il tutto condito con una buona dose di riflessi, è ciò che ha reso all’epoca Battle Network un piccolo successo e che ha permesso al gioco di sopravvivere, anche emulato, sotto forma di esport.
Una valanga di ore
Da un punto di vista prettamente quantitativo la Mega Man Battle Network Legacy Collection è senza dubbio un prodotto in grado di offrire un mondo di contenuti. In media ogni gioco richiede tra le 20 e le 30 ore per essere completato in maniera parziale; queste possono aumentare del 50% per chi è alla ricerca del completismo.
La legacy collection a questo panorama già piuttosto interessante aggiunge anche una lunga lista di miglioramenti, sia dal punto di vista contenutistico che in termini di semplice quality of life. In primis possiamo parlare della Buster MAX mode, una specie di easy mode che moltiplica x100 il danno dell’attacco base di Megaman.
Questo permette a chiunque di godersi l’esperienza di gioco in una forma molto più blanda, permettendo di seguire la storia o più semplicemente di semplificare alcuni passaggi che altrimenti sarebbero risultati ostici. Per quanto, di fatto, è un’opzione che disintegra completamente il bilanciamento del gameplay è comunque aggiunta gradita, specie all’interno di un titolo dove ancora esistono gli incontri casuali che rischiano rapidamente di venire a noia.
Diversi sforzi sono stati fatti dal punto di vista contenutistico per rendere queste versione le definitive. I videogiochi in questione sono versioni ri-tradotte (in inglese, cinese tradizionale e semplificato) delle uscite nipponiche dell’epoca; a queste uscite (di per sé quelle con il maggior numero di chip) si aggiungono poi tutti i contenuti dati via soltanto in maniera limitata tramite eventi, card reader esclusivi per il Giappone o la mitologica collaborazione con Boktai, un folle videogioco per GBA a base di energia solare con Hideo Kojima producer.
Tutto questo rende, di fatto, la Mega Man Battle Network Legacy Collection la maniera migliore per potersi approcciare a questo brand, a prescindere dalla console di scelta. Dove la console invece finirà per contare qualcosa è nel comparto multiplayer.
Eh si, perché Capcom ha deciso di fare la cosa giusta creando un’infrastruttura online per permettere a chiunque di scontrarsi e/o scambiare chip senza bisogno di cavi link e compagnia cantante, permettendo a chi organizzava prima gli scontri tra emulatori e complicati sistemi di specchi e leve di avere una vita più semplice.
Dietro le quinte
A completare tutto questo pacchetto troviamo tutta una serie di contenuti di servizio che sicuramente male non fanno, specie a chi è più interessato all’aspetto storico del videogioco in questione. Oltre 100 gli artwork visualizzabili all’interno della galleria, tra bozzetti preparatori e disegni definitivi.
All’interno del menu di selezione giochi, tra le altre cose, è anche possibile selezionare il music player per poter ascoltare le ost di tutti i titoli che, ancora oggi, si difendono in maniera egregia nonostante il soundfont del GBA faccia abbastanza presto a venire a noia.
Da un punto di vista grafico si è fatta una scelta semplicistica ma quantomeno efficace e adatta a tutti i palati: la grafica del gioco è stata upscalata e ripulita attraverso un filtro HQ2x (o un SuperSai 2x, non ne sono sicuro ma cambia poco all’atto pratico) con la possibilità di disabilitare il filtro a proprio piacimento attraverso un’opzione presente nel menu.
Le dimensioni dello schermo di gioco si possono cambiare in base alle proprie preferenze ma anche nel migliore dei casi si avrà la schermata contornata da una cornice, anche quest’ultimo liberamente selezionabile tra le varie disponibili.
Si poteva fare di più? In un ottica storiografica era certamente possibile fare di più: mancano filmati behind the scenes, contenuti ad hoc per gli appassionati do storia del videogioco (design docs, interviste agli sviluppatori) e robe del genere ma questo è qualcosa che manca al 99% elle riedizioni/collezioni.
Quello che Capcom ha fatto con questo videogioco è senza dubbio encomiabile, specie se pensiamo all’introduzione di un multiplayer da remoto dopo due decenni di impossin
Come siamo arrivati alla saga di Battle Network?
La genesi di Megaman Battle Network fu abbastanza fortuita ma portò comunque notevoli soddisfazioni al mondo Capcom, dando inizio ad una saga che successivamente riuscirà a ripagare ampiamente i costi di sviluppo, diventando uno dei più curiosi successi dell’azienda nipponica. Tutto questo poi nacque su una console, il Game Boy Advance, dove l’azienda nipponica ancora non era riuscire ad attecchire come voleva.
La genesi del brand tra le altre cose si deve alla crescita importante, durante il corso di quegli anni e di quelli appena precedenti, dei giochi di carte collezionabili. Questi furono reinterpretati come chip e utilizzati per la creazione delle folders, ovvero dei mazzi di gioco con cui poi i giocatori si sarebbero dovuto scontrare all’interno del gioco. Secondo Keiji Inafune stesso la software house ha voluto puntare direttamente all’audience più giovane con un ambientazione di carattere realistico ed un gameplay in grado di mescolare con attenzione gli action tradizionali e gli elementi da gioco di ruolo che ben si sposano con il mondo dei giochi di carte collezionabili.
Non tutti sanno che, tra le altre cose, il mondo di Battle Network nasce dall’intenzione iniziale di creare una specie di Pokémon Horror realizzato da Capcom Production Studio 2 utilizzando l’universo ed il deisgn tipico del mondo megaman. Invece di utilizzare la formula da action platformer tipica della serie principale di Mega Man, l’obbiettivo degli sviluppatori era quello di iterare le scelte di gameplay fatte con Mega Man Legends, il primo capitolo tridimensionale della serie.
Un grande lavoro è stato fatto da parte dello studio di sviluppo per adattare il mondo di gioco a questa nuova iterazione, stavolta isometrica, bidimensionale e sopratutto indicata ad un pubblico più piccolo. Per questo motivo alcuni boss assomigliano alle loro controparti presenti nella versione originale del titolo mentre altri ancora si allontanano dai design in favore di sorprese e novità, in grado di attecchire anche sui fan storici della saga. Per cercare di spingere al massimo il titolo Capcom decise di accompagnare il gioco ad un opera animata in uscita il pomeriggio, anche in questo caso con come riferimento la demografica dei bambini delle scuole medie/superiori.
Un esport per mega uomini
L’investimento pubblicitario e non legato al titolo, come prevedibile, fu tutto fuorché limitato ed il risultato non tardò ad arrivare. Come abbiamo già visto diverse volte il successo della saga tutta fu di noteovli dimensioni e questo permise a Capcom di sviluppare diversi giochi, arrivando ad essere uno dei brand di maggior successo sul Game Boy Advance pur senza raggiungere i livelli assolutamente incredibili di Pokémon.
Non solo: prima dell’uscita di questo titolo il gioco aveva ancora un florida scena competitiva di carattere esportivo. Questo perché il comparto multigiocatore del titolo presentava una velocità di gioco notevole e la grande varietà di carte riusciva nel premiare tanto i riflessi dei videogiocatori quanto la loro abilità nella costruzione delle folder perfette.
Gli sbilanciamenti usciti fuori durante il corso del tempo tra le altre cose furono progressivamente mitigati da appassionati modder con versioni del gioco riprogettate ad hoc per questo alone di novità derivante dall’utilizzo degli emulatori.
Nessuno può sapere in quale modo la scena sportiva evolverà con il ritorno della saga attraverso questa collection ma è probabile che le cose andranno bene grazie all’impegno promulgato da Capcom nella costruzione di un comparto multiplayer rinnovato, in grado di adattarsi alle necessità di Nintendo Switch e dei suoi giocatori.
Purtroppo durante la nostra recensione non abbiamo avuto modo di saggiare il comparto multigiocatore a causa dell’assenza di giocatori ma questo problema con estrema probabilità non toccherà chi avrà modo di videogiocare dopo l’uscita. La community reddit del brand è ancora piuttosto attiva dall’annuncio di questa collection non ha fatto che crescere ancora di più, fomentata dalle possibili novità portate in campo dalla tecnologia.
Conclusioni
Mega Man Battle Network Legacy Collection è l’ennesimo passo in avanti fatto da Capcom nella preservazione di una delle sue saghe storicamente più di rilievo. Al netto della mancanza di qualche contenuto culturale come potevano essere interviste, design docs o behind the scenes, questa legacy collection offre ad un prezzo onesto moltissimi giochi con una qualità media davvero interessante. Tante ore di gioco che al giorno d’oggi risultano divertenti come allora e che risultano essere interessanti tanto per i nostalgici quanto per chi vuole approcciarsi ad un comparto multigiocatore strategicamente interessante per quanto di nicchia.
PRO
- Una montagna di ore di gioco
- Livello qualitativo dei giochi sempre piuttosto elevato
- Integrazione dell'online con potenzialità enormi
- Gameplay che migliora di iterazione in iterazione
- Praticamente la versione definitiva di tutti i vari giochi presenti nella collection
CONTRO
- Narrativa un po' infantile
- Gli incontri casuali è sempre meglio non averli
- Si poteva fare di più in termini di contenuti aggiuntivi "extraludici"
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