Negli ultimi anni il mercato videoludico ha visto una nuova rinascita del genere metroidvania: azione in 2D, grandi mappe interconnesse, difficoltà tarata verso l’alto e poteri che consentono la progressione sono gli elementi chiave. Con il successo di titoli come Hollow Knight e Ori, massimi esponenti moderni del genere, sono tanti, forse troppi, gli sviluppatori indipendenti che hanno tentato di cavalcare l’onda ed emularli.
Pronty, sviluppato dalla casa indipendente nipponica 18LIGHT, si tuffa in questo mercato cercando di emergere con idee originali e meccaniche uniche.
Bisogna premettere che il videogioco è ha già debuttato su Steam il 19 novembre del 2021 con il titolo “Pronty: Fishy Adventure”. Tuttavia l’accoglienza è stata piuttosto fredda al tempo ed il titolo è caduto presto nel dimenticatoio.
Così, a distanza di un anno e mezzo, gli sviluppatori hanno provato a rilanciarlo su Switch puntando alla particolare predisposizione al genere della console ammiraglia Nintendo e ad alcune migliorie. In particolare sono state aggiunte nuove skin al protagonista (effettivamente piuttosto anonimo al debutto) ed alcuni contenuti in-game come la boss-rush.
Nel 2007 arrivò sul mercato Aquaria, un metroidvania che basava la sua originalità sull’ambientazione subacquea: il giocatore doveva confrontarsi con un mondo esplorabile a gravità zero in ogni direzione, con combattimenti a 360 gradi, ben diversi dai classici scontri e percorsi orizzontali. Tuttavia erano altri tempi e il genere non era così apprezzato come oggi.
Pronty riscopre proprio questa meccanica. L’intera avventura è completamente ambientata negli abissi marini, con un protagonista in grado di nuotare in lungo e in largo per l’ampia mappa di gioco. Ovviamente tutto, dai nemici ai poteri ottenuti, sarà incentrato sulla mobilità sottomarina e sulla necessità di combattere e spostarsi in ogni direzione.
La storia di Pronty è ambientata in un futuro distopico. L’umanità ha abbandonato la terraferma ed ha colonizzato gli abissi marini. Royla è la capitale di questa futuristica Atlantide e roccaforte del genere umano. Infatti, le profondità si sono popolate di creature estremamente pericolose: un po’ pesci, un po’ macchine questi mostri sembrano avere come unico scopo quello di assaltare gli insediamenti umani ed uccidere.
Per difendere Royla vengono creati in laboratorio i Guardiani, degli esseri anfibi, vagamente umanoidi, che hanno come unico scopo quello di cacciare i mostri marini e proteggere gli esseri umani.
Pronty, il nostro protagonista, è uno di questi Guardiani… o almeno vorrebbe esserlo. Nei primi secondi di gioco scopriamo che il nostro piccolo protagonista ha appena compiuto la maggiore età e deve iniziare il suo primo giorno di addestramento come Guardiano. Una I.A. ci spiega i rudimenti del movimento e del combattimento e ci presenta il nostro fedele compagno di viaggio Bront, un pesce-spada robotico che sarà il nostro Javelin (Giavellotto), l’unica arma a disposizione per combattere i mostri.
Il primo addestramento viene interrotto bruscamente quando un mostro colossale appare dal nulla. Raksha, questo il nome del gigantesco pesce, distrugge in un sol colpo la casetta di Pronty e si dirige verso Royla. Dalla città viene diramato l’allarme e viene richiesto a tutti i Guardiani di radunarsi come ultima difesa contro il gigante. Così, anche senza addestramento, impreparati e inconsapevoli, Pronty e Bront obbediscono e partono alla volta di Royla.
Inutile dire che il loro viaggio sarà costellato di mostri, segreti e verità da scoprire.
La trama, anche se estremamente semplice, nasconde numerosi colpi di scena, ma a completare il tutto si aggiunge un’ottima narrazione silenziosa: oggetti, dischi, registrazioni e persino i fondali ci racconteranno una storia sempre più complessa e profonda, con critiche particolarmente dirette alla nostra attuale società.
Il sistema di combattimento è l’elemento più originale di tutto il titolo ed è profondamente legato al concetto che Pronty e la sua arma Bront sono due entità distinte e separate. Appare sin da subito evidente che il nostro Javeline non è una semplice arma: è l’unico tra i due a poter parlare, analizza costantemente il mondo circostante e consiglia il piccolo protagonista su cosa fare.
Solo Bront può attaccare i mostri colpendo con il suo corno, mentre Pronty non può fare altro che muoversi e schivare. Il giocatore, quindi, da un lato deve pensare ai movimenti dell’anfibio e dall’altro deve mirare e colpire con la sua arma senziente.
In pratica con lo stick sinistro si controlla Pronty evitando gli attacchi nemici e con il grilletto sinistro è possibile effettuare un dash ideale per schivare, ma limitato da una breve barra della stamina. Invece, con lo stick destro si può prendere la mira con Bront per poi sferrare colpi con il grilletto destro. Tenendo premuto il grilletto destro, poi, Bront inizierà a ruotare intorno a Pronty proteggendolo dagli attacchi a distanza. Insomma bisogna sempre avere il pieno controllo di entrambi i personaggi per essere efficienti.
Il gioco invoglia, inoltre, ad avere un atteggiamento più aggressivo negli scontri e meno difensivo. Infatti, se con Pronty schiviamo all’ultimo un colpo nemico, quest’ultimo verrà “marchiato” per qualche secondo: colpendo con Bront un avversario marchiato è possibile infliggere danni enormi, spesso shottando i nemici base. Quindi Pronty non va solo messo in salvo lasciando il lavoro sporco all’arma, ma deve danzare tra i colpi nemici per velocizzare scontri altrimenti mortali.
Il problema è che alcuni nemici sono particolarmente aggressivi e molti di essi si muovono molto più velocemente di Pronty, in altri casi, invece, il loro numero è semplicemente eccessivo, con attacchi che possono arrivare da ogni direzione.
La conseguenza è che si tende ad abbandonare la meccanica di schivata e mira in favore di uno smashing compulsivo del grilletto destro, lasciando che Bront colpisca alla cieca piuttosto che provare a seguire movimenti erratici degli avversari.
In queste situazioni i combattimenti diventano estremamente caotici finendo o per morire senza comprenderne il motivo o uscirne vivi senza alcun merito fuori dai colpi casuali della nostra arma senziente.
Le boss-fight sono varie e spettacolari, tutte con meccaniche uniche ed idee originali. Mentre percorrere le aree di gioco non è particolarmente difficile (salvo i momenti caotici), gli scontri con i boss offrono quasi tutti un livello di sfida molto alto: è molto improbabile che riusciate a battere un boss al primo incontro ed è necessario studiarne movimenti ed attacchi per uscirne vittoriosi.
Anche qui, purtroppo, qualche nota dolente. Alcuni scontri con i boss, specialmente quelli segreti, sembrano fin troppo punitivi e “sporchi”: spesso lo schermo è così pieno da non capire cosa e come evitarlo, alcuni attacchi sono quasi inevitabili e, in genere, l’unico modo per superare questi scontri senza frustrazione è sperare che l’avversario non faccia troppe volte la mossa “sbagliata”. Un peccato, perché sono anche gli scontri più belli visivamente.
La progressione è l’elemento che maggiormente prende in prestito meccaniche. Come in ogni metroidvania che si rispetti la progressione all’interno della mappa di gioco è scandita dall’acquisizione di nuovi poteri che andranno ad arricchire sia i movimenti che l’arsenale di Pronty e Bront. Fortunatamente, l’ambientazione subacquea rende questi poteri particolarmente originali, quindi niente grandi classici come il doppio salto ed il wall-jump, per intenderci.
Potremo, inoltre, potenziare il nostro fantastico duo con i talenti. Si tratta di potenziamenti reperibili in ogni angolo della mappa di gioco che, se equipaggiati, possono fornire gli effetti più disparati, dall’aumento del danno, al miglioramento delle schivate, fino ad evocare minion o proteggere da determinati elementi. Una meccanica identica a quella dei talismani in Hollow Knight, ma opportunamente adeguata al contesto.
Inoltre, è possibile trovare per il mondo anche alcune fiale che possono potenziare Salute, Stamina e Attacco del nostro protagonista.
La mappa è l’elemento essenziale di ogni metroidvania che si rispetti e, in questo caso, è particolarmente estesa. Tante aree diverse e ben diversificate tra loro che sfruttano al meglio la possibilità di movimento a 360 gradi nascondendo segreti e passaggi in ogni anfratto. Anche se alcuni tratti sono fin troppo lineari e si riducono a semplici corridoi con sporadici nemici.
In ogni area è possibile trovare un rifugio dove il nostro Pronty può riposare recuperando vita (è anche l’unico modo per salvare la partita), modificare i talenti equipaggiati e teletrasportarsi in un altro rifugio. Ad ogni morte il fedele Bront ci porterà in salvo all’ultimo rifugio in cui abbiamo riposato.
La mappa di gioco è disseminata di tante piccole sfide per mettere alla prova le nostre competenze nel guidare il piccolo Pronty. Si passa dalla boss-rush, introdotta nella versione Switch, a gare di corsa e, persino, una particolarissima corrida. Tutte queste prove sono necessarie al completamento del gioco, fornendo anche talenti unici e potenziamenti, offrendo un ottimo livello di sfida.
Il comparto artistico è d’eccellenza. Ogni ambientazione, ogni fondale e persino le arene dei boss sono curate fin nel minimo dettaglio. Le creature mostruose da distruggere sono tutte caratterizzate da concept unici che uniscono normali pesci a rifiuti, armi e macchine. Ogni mostruosità incontrata è in grado, anche solo con il suo aspetto, di raccontare una storia.
Royla, la capitale, offre ambientazioni davvero mozzafiato, tra mosaici distrutti ed ambienti quotidiani in rovina. Ricorda moltissimo, al punto da esserne una chiara citazione, Rapture, la città sommersa in cui è ambientata la saga di Bioshock.
I filmati di trama sono pochi, ma tutti gestiti attraverso vignette in stile grafic-novel. I disegni sono bellissimi, ma, in alcune scene più concitate, possono risultare confusionari. Nulla di incomprensibile, sia chiaro, ma alcune sequenze potevano venir rese con maggiore semplicità.
Ottimo anche il comparto sonoro. L’esplorazione è caratterizzata da suoni ovattati che rendono molto bene il movimento subacqueo ed, in genere, è accompagnata da poche note di piano che non stancano mai ed offrono un sottofondo rilassante alla nostra avventura. Durante le boss-fight la musica diventa molto più incalzante e sempre adeguata all’epicità degli scontri.
Bisogna far notare che, ad oggi, tra le varie lingue disponibili non è presente l’italiano. I dialoghi non sono complessi e le vicende di trama sono comprensibili anche senza leggere, ma chi non ha dimestichezza con la lingua inglese potrebbe avere serie difficoltà a comprendere la lore attraverso le innumerevoli descrizioni trovate in giro, oltre a perdersi qualche simpatica battuta di Bront.
Per quanto riguarda la longevità il titolo soffre parecchio. Siamo riusciti a completare il gioco al 100%, con finali alternativi e aree segrete, in appena 10 ore. Malgrado una mappa discretamente estesa e la difficoltà di alcuni scontri scoprire tutti i segreti degli abissi non richiede molto tempo, tra spostamenti rapidi ed una progressione fin troppo veloce.
Inoltre, la rigiocabilità è piuttosto limitata, visto che completando sia le sfide che le bossrush non è che si abbia grande voglia di rimettere le mani sopra al titolo.
La console ibrida Nintendo sembra la casa ideale per ospitare Pronty. L’abbiamo provato sul modello Oled ed in versione portatile i colori della console risaltano al meglio la bellezza dei fondali e delle creature. In modalità TV resta uno spettacolo per gli occhi, non perdendo qualità e impatto visivo.
Abbiamo riscontrato, però, alcuni preoccupanti cali di frame-rate e addirittura dei freeze che ci hanno costretto a riavviare il gioco in alcuni momenti troppo concitati. Nulla che non si possa risolvere con una patch, ma è parso strano vista la semplicità del titolo.
Premettiamo che gli sviluppatori non hanno parlato di alcuna modalità coop e che non è presente nel titolo. Tuttavia, viste le peculiari caratteristiche del sistema di controlli e le possibilità offerte da Switch viene da chiedersi “Perché no?”.
Staccando i joy-con un giocatore può usare solo il sinistro, preoccupandosi quindi solo dei movimenti di Pronty e delle schivate, ed un altro può utilizzare il destro, mirando e colpendo con Bront o difendendo l’amico in difficoltà.
Abbiamo avuto l’occasione di provare questa modalità e, a nostra detta, funziona alla perfezione! Non solo: grazie a questa modalità l’approccio alle parti più caotiche è decisamente migliore, di fatto rendendo tutta la progressione estremamente divertente. La presenza di questa modalità rende l’idea di fondo del gioco, in cui bisogna controllare 2 creature distinte e separate, ancora più efficace nei confronti del giocatore. Speriamo, quindi, che gli sviluppatori possano maggiormente implementare o, almeno, considerare questa possibilità in futuro.
In un mondo videoludico popolato da metroidvania 2D di ogni tipo è sempre più difficile emergere e confrontarsi con mostri sacri del genere. Pronty, di 18LIGHT, ci prova con un’ambientazione differente dal solito e meccaniche di gioco uniche. Ci immergiamo nella solitaria battaglia del piccolo anfibio Pronty, ultimo Guardiano di Royla, capitale subacqua del genere umano. Armati solo del fedele compagno Bront dobbiamo affrontare una minaccia colossale. Il sistema di combattimento è unico e consente di utilizzare entrambi i personaggi del gioco, ma al netto di situazioni un po’ troppo caotiche. Le boss-fight sono esteticamente superlative, sempre varie e dall’alto tasso di sfida, ma potrebbero diventare frustranti. Buona mappa di gioco, ricca di segreti, ma completabile in poche ore. Comparto artistico d’eccellenza che vale da solo il prezzo del biglietto. Pronty ci prova, non sempre ci riesce in pieno, ma si afferma sicuramente come un must-buy per gli amanti del genere che vogliono un’esperienza diversa dal solito, pur se breve.
This post was published on 7 Marzo 2023 9:00
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