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Theatrhythm Final Bar Line | Recensione (Switch) | Un concerto senza tempo

Sono passati ben undici anni da quando Theatrhythm Final Finatasy: Curtain Call ci ha accompagnato a scoprire (o riscoprire) le musiche di Final Fantasy ma anche di altri videogiochi pubblicati da Square Enix: un rhythm game semplice, che faceva un ottimo uso del pennino su Nintendo 3DS diventando in men che non si dica un’esperienza assuefacente e tascabile, perfetta ad esempio per passare il tempo durante un viaggio o semplicemente staccare per un po’ dall routine quotidiana, immergendosi in un piccolo ma validissimo, cartoonesco concerto composto da alcune delle migliori musiche della storia del videogioco.

Per dare un’idea di quanto tempo sia passato, basti pensare che Final Fantasy XV si chiamava ancora Final Fantasy Versus XIII: sembra ieri ma in realtà non lo è affatto e per quanto Kingdom Hearts Melody of Memory (2020) abbia più di recente riportato in auge la nostalgica e sfidante sinfonia delle colonne sonore di Square Enix, la mancanza di un titolo omnicomprensivo come Theatrhythm iniziava a farsi sentire. Finché all’orizzonte non si fa strada Theatrhythm Final Bar Line, un capitolo che andrà a tracciare una linea conclusiva in una preziosa trilogia; tecnicamente ci sarebbe anche Theatrhythm Final Fantasy: All-Star Carnival ma si tratta di un arcade game, pertanto non accessibile a chiunque come gli altri.

Con oltre cinquecento canzoni a disposizione, tra le quali ventisette disponibili acquistando la Digital Deluxe o l’aggiornamento relativo e altre novanta di futura pubblicazione tramite Season Pass, si tratta del gioco più ricco in assoluto in termini di quantità. Un’esperienza pressoché infinita, soprattutto se puntate all’eccellenza nelle valutazioni di ciascuna categoria, e che non vediamo l’ora di raccontarvi dopo averci trascorso ore e ore su Nintendo Switch.

Tantissimi brani ma ben distribuiti

La prima cosa da sottolineare è che sì, i brani sono tantissimi, ma non ci vengono lanciati addosso di prepotenza lasciandoci affogare in una quantità di contenuti da cui sarebbe impossibile distriscarsi. Theatrhythm Final Bar Line prevede due modalità principali, più una terza dedicata al multigiocatore: Missioni di Serie vi porta a rivivere i brani di Final Fantasy capitolo per capitolo, ciascuno sbloccabile con una speciale chiave che otterrete proseguendo in una serie a vostra scelta; Tappe Musicali invece vi consente di rigiocare i brani sbloccati nell’ordine che preferite, senza sottostare alle logiche della precedente modalità. All’inizio risulterà abbastanza scarna perché dovrete riempirla passando per Missioni di Serie ma piano piano costruirete la vostra discografia completa per rivivere i brani che più preferite. Solo qui, infine, potrete giocare i cosiddetti Event Music Sequence (EMS): si tratta di un montaggio video delle sequenze di gioco avente in sottofondo una traccia cantata della colonna sonora.

Il menu principale del gioco

Precisato questo, ripartiamo dall’inizio. Come funziona un rhythm game? Banalmente, tutto si risolve attorno alla pressione di uno o più pulsanti seguendo, appunto, il ritmo della canzone in esecuzione: se dal punto di vista dell’atto in sé non richiede chissà quale impegno, ed è un genere di gioco adatto solo a chi adora la musica e la ripetizione continua degli stage, quando si tratta di tenere il tempo è tutto un altro discorso. La soddisfazione sta tutta lì, nel provare a se stessi di essere dei veri estimatori della musica di Final Fantasy (o della musica in generale) infilando un punteggio perfetto dietro l’altro in ciascuna delle quattro possibili difficoltà.

Un gameplay familiare ma più rifinito

Theatrhythm Final Bar Line, come in realtà ogni rhythm game, si presta a qualsiasi tipo di giocatore – dal meno navigato al più esperto. La difficoltà Base permette di tenere un ritmo compassato, con poche note da seguire per farsi un’idea della canzone; a seguire c’è Esperto, che va ad aumentare la frequenza delle note e comincia a farvi sgranchire le dite; se avete abbastanza fiducia in voi stessi da affrontare la difficoltà Estremo, capirete cosa significa soffrire e, soprattutto se giocherete in portatile, il polso potrebbe dare segni di cedimento; Supremo, infine, è qualcosa pensato come forma di tortura perché non è minimamente gestibile dato il susseguirsi delle note, che nel giro di pochi secondi vi faranno incrociare gli occhi e sventolare bandiera bianca. In particolare durante le Battle Music Sequence (BMS).

Il gioco infatti si divide in tre tipologie di livelli: Battle Music Sequence, dove un gruppo di quattro eroi affronterà una serie di mostri uno dopo l’altro sfruttando le abilità che avrete deciso di assegnare loro; Field Music Sequence (FMS), che teoricamente dovrebbe essere una tranquilla passeggiata nel parco ma, a differenza dei titoli precedenti, Theatrhythm Final Bar Line ha comunque deciso di arricchire con qualche mostro; Event Music Sequence, che come abbiamo già spiegato ci permettono di rivivere i filmati dei vari giochi in un montaggio ad hoc.

I FMS si distinguono per l’oscillazione della musica da seguire con la levetta analogica

Mentre i BMS e gli EMS si somigliano, con la differenza che i primi si svolgono a scorrimento orizzontale e i secondi in verticale, la particolarità dei FMS è che presentano note in cui dovremo tenere premuto il pulsante e seguire l’oscillazione della musica con la levetta analogica. Una dinamica già in passato attorno alla quale ruotava principalmente l’utilizzo del pennino ma che tutto sommato funziona bene anche qui. In generale, il passaggio da pennino a levetta è stato rielaborato bene, con l’aggiunta di note doppie che richiedono la pressione di due pulsanti assieme o note doppie ma direzionali, il che significa spostare entrambe le levette analogiche nella stessa direzione o in direzione contraria. Insomma, c’è tanto per cui aguzzare la vista e abituarsi ma se doveste trovare tutta questa varietà un po’ troppo da affrontare, non dovete preoccuparvi: Theatrhythm Final Bar Line ha pensato anche a questo.

Prima di iniziare uno stage è infatti possibile selezionare, premendo X, la modalità Standard oppure Semplice: quest’ultima semplifica l’esecuzione in modo che tutto sia gestibile con un solo pulsante, perciò va a eliminare le note direzionali e rende possibile eseguire le doppie premendo, appunto, un unico pulsante. Poiché va a modificare la tipologia di note, non serve esattamente per impratichirsi prima di passare alla Standard (per quello c’è l’allenamento) ma qualora voleste cimentarvi in difficoltà più alte con alcuni brani è senza dubbio consigliata. C’è inoltre la modalità In Coppia, che da nome permette a due persone di giocare assieme.

Premendo X potete passare a modalità Standard, Semplice o In Coppia

Risulta piuttosto evidente l’impegno degli sviluppatori nell’aprire il gioco a quante più persone possibili e sotto questo aspetto non si può evitare di menzionare la personalizzazione del gioco dalle impostazioni: dalla velocità dei trigger agli effetti sonori fino al contrasto tra note e sfondo, ma non solo, Theatrhythm Final Bar Line consente di gestire la propria partita come si preferisce, andando addirittura a offrire un paio di opzioni dedicate per il gioco sulla TV o in modalità da tavolo/portatile. Non c’è modo migliore per impratichirsi che ritoccare qua e là qualche impostazione, andando ad accorciare sempre di più la distanza tra noi e la perfezione.

Una componente GdR d’impatto

L’aspetto ruolistico di Theatrhythm Final Bar Line ha a sua volta subìto leggere modifiche ma, soprattutto, è stato reso molto più utile nell’economia del gioco – quantomeno quella dei completisti o di chi vuole cimentarsi a difficoltà più elevate. I personaggi salgono di livello guadagnando esperienza, che si ottiene al completamento di ogni stage, fino a un massimo di 99: lungo questo percorso imparano diverse abilità ma possimo equipaggiarne soltanto tre in battaglia. Questo porta a una piccola gestione delle squadre per creare il giusto bilanciamento in base alle necessità: ci sono diverse classi, dall’Attacco al Supporto fino all’Invocazione e alla Difesa, ma non solo, ciascuna con un’utilità specifica e ugualmente personalizzabile in base al bisogno del momento. Una volta raggiunto il livello 99 è possibile salire di altri nove livelli bonus, contrassegnati da una stella, che tuttavia richiedono un grinding non indifferente; in cambio, andranno ad aumentare notevolmente le statistiche del personaggio.

Salire di livello e gestire la squadra serve in particolare per superare le missioni secondarie che contraddistinguono ogni singolo stage delle Missioni di Serie: si tratta di obiettivi sempre diversi, dai più semplici ai più complessi, che vi premiano con oggetti extra (da consumare dentro e fuori le battaglie) oppure con carte collezionabili. Se pensate che queste ultime siano solo estetiche, siete in parte in errore: sebbene sia vero che diverse di queste sono puramente da vetrina, moltissime altre carte hanno un effetto diretto sui personaggi, le invocazioni o i nemici. Collezionarle, quindi, è un percorso a metà tra il colpevole piacere e l’utilità; non andranno a ribaltare in toto gli equilibri di uno scontro ma sono un gradito aiuto e una motivazione ulteriore a raccoglierle tutte. Nel Museo, alle sezione Collezione, potrete esaminare le carte ottenute, scoprirne gli effetti e rimirare l’indubbia qualità dei loro disegni.

La schermata di gestione della squadra

Non c’è dubbio che Theatrhythm Final Bar Line vada all in al suo ultimo giro di giostra, mettendo sul piatto di tutto e di più rifinendo una componente ruolistica da sempre abbastanza marginale e dandole un senso più concreto nel gioco, per quanto del tutto opzionale. Perché, insomma, c’è differenza tra eseguire un titolo, ovvero portarlo a termine in modo semplice, e completare un titolo, che invece prevede il completamento di tutte le missioni secondarie e premia con diverse carte nonché molti oggetti. I più ostinati di voi potrebbero perdere ore su ore tentando di finirlo al 100%, impresa che richiederà tantissime ore, lasciandovi senza dubbio con le dita indolenzite e qualche colorita imprecazione in più.

Se tuttavia siete appassionati di musica, e lo siete della serie Final Fantasy, Theatrhythm Final Bar Line è un gioco imperdibile perché è un concerto immortale di brani storici, attuali ma anche di rivisitazioni ad hoc o tributi come quelli dei Black Mages (Skies Above vi dice nulla?). Non gli si può davvero imputare alcun difetto perché nella sua semplicità, anche di design visto il tono cartoonesco e chibi dei personaggi e dei nemici, intrattiene, affascina e infine accompagna in un viale dei ricordi che non verrà mai a noi. D’altronde tutti siamo cresciuti con almeno uno di questi titoli nel cuore, che sia della saga principale, degli spin-off o di altri titoli Square Enix che meritano di essere celebrati.

Theatrhythm Final Bar Line è la summa di questa piccola ma fortunata serie. Un concentrato di canzoni e divertimento che vi terrà incollati per ore, mettendo alla prova il vostro orecchio per la musica ma anche la rapidità delle vostre dita, adesso che non c’è più il supporto al pennino. Una componente ruolistica più utile all’economia del gioco, senza per questo complicarsi inutilmente, rende l’intera esperienza ancora più accattivante soprattutto per i completisti che puntano al 100%. A prescindere da che tipo di giocatori siate, Theatrhythm Final Bar Line si adatta alle vostre preferenze e al vostro stile, permettendovi di godere oltre cinquecento brani tratti sia dei capitoli principali e non di Final Fantasy, sia di altri giochi che hanno fatto la storia di Square Enix. Non è più il concerto tascabile dei tempi di Nintendo 3DS ma resta comunque una sinfonia immortale.

This post was published on 20 Febbraio 2023 18:30

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